Titolo: Carthago delenda est.
Personaggi: OC!Cartagine, Roma.
Pairing: Roma/Cartagine
Rating: arancione-rosso.
Avvertimenti: è un po' angst. Non troppo, ma non è nemmeno leggera. (Het) Non ci sono scene di sesso, solo scene un po' cruente.
Prompt: -Amare significa distruggere, essere amati significa essere distrutti. (Shadowhunters – Città di ossa) Ho amato follemente questa citazione. Da morire, davvero; si è rivelata congeniale alla storia. L'obbligo era questo e di inserire il titolo di cui sopra. xD Cartagine ha un attributo appartenente alla regina Didone, i capelli biondi. In questa fic sarà una donna, nella prossima in cantiere sarà un uomo. Non so, qui ce la vedevo come regina. Buona lettura!
Carthago Delenda Est.
e per mare videro le alte mura e le splendenti ricchezze
della bella Cartagine coperte di sale e la superba Roma
trionfante sulla maledizione della Regina morente.
Rispondimi, o Musa, di tanta ira sono capaci i mortali?
"Cartagine, ma come sei bella." rise, lui, il volto sfigurato dalla brama di potere, gli occhi accesi di un sacro fuoco e la bocca carnosa incurvata da un ghigno acuto e sottile.
Appoggiato a una colonna, giovane e bello come Febo Apollo, Roma la guardava mentre lei leccava le ferite sui suoi polsi, e ignorava con tutta se stessa le grida e i lamenti femminili che laceravano il cielo della sua terra.
"Rinuncia a umiliarmi, Roma, non è necessario." azzardò la bella Cartagine dai biondi capelli, osando fissare i suoi occhi in quelli del conquistatore spietato. Lei aveva provocato la sua forza, una forza che non immaginava racchiusa in quel giovane corpo mosso ormai dall'odio e dalla brama di distruggerla.
Quale bestia aveva svegliato, lei, superba tra le città, regina di un vasto impero che Africa aveva nutrito? Lei, stella del mattino invincibile e irraggiungibile, quale belva aveva scosso dal suo torpore?
Era la notte, e il placido sonno tardava a giungere;
il fuoco innalzava le sue lingue verso il cielo, il mare
lambiva i lidi violentati dalle navi straniere con i suoi flutti neri.
Furente nel cuore, la Regina osservava il Re straniero. Superba
ancora lo fronteggiava, ma l'ora era giunta e un canto di guerra
risuonava come un tuono nel cielo: Carthago delenda est.
"Lo senti, Cartagine?" chiese lui, afferrandole i biondi capelli e costringendola a guardarlo in viso. Si soffermò sulle sue labbra piene, sui suoi occhi azzurri come il mare pacifico e caldo del Mediterraneo.
Le afferrò una mano, e la premette nel mezzo del proprio petto, stringendole i capelli.
"Senti, Cartagine, quanto mi stai ferendo? Quanto mi hai ferito?" ringhiò, strattonandola violentemente. Le ferite di Cartagine grondavano di sangue scuro, la veste un tempo bianca era lacera e sporca di terra.
"Bastardo." sibilò lei, altera e superba. Lui sentì Ira urlare nel suo cuore, lacerarlo da parte a parte e, accecato dal dolore, la trascinò verso la terrazza che dava sulla città costringendola a guardare gli scempi che i suoi soldati perpetravano sulla gente di lei.
"Volevi questo, allora!" gridò, mentre la teneva ferma per le braccia, premendo le ferite che sporcavano la pelle candida della bella Fenicia.
"Se solo non ti avessi mai amato, Roma." disse lei, sotto voce. "Se solo non ti avessi mai amato." ripeté, mordendosi le labbra.
I dardi infuocati ghermivano le strade, assieme ai relitti
della navi veloci, i corpi e il sangue di tanti soldati si
mescolavano all'acqua non più pura del mare notturno.
Cathago delenda est, Carthago delenda est, gridava Roma,
mentre le donne dai biondi capelli gridavano e i loro figli morivano
calpestati dai soldati e schiacciati dal peso dei corpi dei padri.
"Cartagine…" sospirò lui, appoggiando il viso tra i capelli di lei. Profumavano ancora d'incenso e fiori di pesco. "…se solo tu non fossi mai stata amata, Cartagine." disse, e teneramente le baciò le labbra.
Lei le morse forte, le morse fino a far uscire il sangue dalla carne di Roma. Superba, la regina tentò un'ultima volta la fuga.
Ma Roma afferrò la sua veste, la strappò e legò l'altera regina ad una delle colonne che sostenevano il porticato della terrazza. La regina appoggiò il volto sul marmo freddo e incavato della colonna, versando un'unica lacrima. Sentì una lama affondare di pochissimo nella sua schiena, la sentì scendere fino alla base della spina dorsale, come un brivido. Non sentì altro, Roma non parlava, i suoi passi erano lontani da lei, immobile, costretta a guardare lo scempio dei soldati romani.
Lo scempio che lei aveva cercato per brama di potere, per il gusto di dominare sull'uomo che già una volta l'aveva tradita. Aveva cercato la libertà dove non doveva, e ora tutto ciò che conosceva era improvvisamente svanito.
Quando Roma tornò, reggeva un secchio tra le mani, e la guardava senza vederla, irriconoscibile. Le sue labbra sanguinavano ancora, lui stesso se le leccò per pulirle.
Si avvicinò, alzò il secchio al cielo e con un solo gesto ne versò il contenuto su di lei, sulla sua pelle nuda, sulle sue ferite aperte. Il sale la stava bruciando, come bruciava la città sotto di lei.
Cartagine sentiva le mura della città cadere, la sua anima spezzarsi, a nulla era valsa la sua resistenza.
"Carthago delenda est." sibilò Roma.
Aurora dalle dita di rosa inondava il mondo di luce,
e al suo fianco Proserpina e Iris si contendevano gli animi nobili.
Roma osservava l'alba dall'alta scogliera, Cartagine gridava
con le sue ultime forze. Roma sorrideva, il cuore in frantumi.
Cartagine era stata distrutta.
-Amare significa distruggere, essere amati significa essere distrutti.
(Shadowhunters – Città di ossa)
________________________________Angolino di Sinful_Color_________________________________
Bonjour!
Mi sono cimentata in una pseudo-angst piuttosto...epica, si può dire? Ho preso spunto dal linguaggio omerico e virgiliano per comporre senza pretese e senza un metro vero e proprio i "versi" che intervallano la vicenda. Spero sia apprezzato!
Il testo è pieno di riferimenti all'epica virgiliana e alla vicenda legata alle tre guerre puniche. Inizialmente, Cartagine si riteneva molto più forte di Roma e di tutte le potenze affacciate sul bacino del mediterraneo; vuoi per il tiro mancino della Sicilia, vuoi per i mercenari, vuoi perché effettivamente non era la più forte, escluso il capitolo Annibale, qualcosa è andato storto. Cartagine si è ritrovata con le spalle al muro, ma per le dinamiche storiche andrà bene un qualsiasi libro o sito, non mi arrogo del diritto di spiegarle.
In altre parole, Cartagine si è allargata troppo e ha cercato la sua libertà, il potere, la gloria, dove proprio non doveva. E qui il legame con la strofa della canzone: Cartagine era convinta di sapere, di potere, ma ciò che vede non è niente di quello che voleva.
In questa fanfic, Roma è tacciato di essere un conquistatore spietato; ricordo che è dal punto di vista prevalentemente di Cartagine, è una definizione che storicamente va presa con le pinze. Dopo l'ennesima resistenza di Cartagine, i Romani la rasero al suolo; il bacio che Cartagine interrompe bruscamente non è altro che la trasposizione dell'accaduto. Certo è che Cartagine, storicamente, fece pervenire offerte di pace a Roma, ma come viene detto più volte nel testo...Carthago delenda est, doveva essere distrutta.
L'episodio del secchio di sale ha una duplice valenza; il sale sulle ferite aperte è non poco doloroso, ovviamente. Ma storicamente (E vai con gli storicamente! quante volte l'ho ripetuto?) i romani sparsero sale su Cartagine perchè diventasse incoltivabile.
Oh insomma, la prossima volta che piazzo Roma in una fanfic sarà un buongustaio beone e sorridente! ç.ç Ah! Ho specificato più volte che è giovane: mi piaceva l'idea che Nonno Roma e Roma fossero due personalità distinte. Come se fosse cresciuto, e in qualche modo queste erano le sue passioni di gioventù...insomma, ho capito che devo piantarla di sclerare. Bah.
Penso sia tutto, nel caso ci fossero incomprensioni provvederò a chiarirle nelle note del prossimo capitolo! Un bacio.
Ah! La citazione è legata a quello che dice Roma. Lui ama, distrugge. Cartagine è amata, è distrutta. Ma anche Roma è amato, e anche Cartagine ama. Entrambi, in misura diversa, sono distrutti...
Sinful_Color|Aelite.
La storia partecipa al Last night a DJ saved my fanfiction!, iniziativa ideata dal « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »