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Autore: Arimi_chan    02/04/2012    2 recensioni
Due vite che apparentemente non hanno nulla in comune, forse solo una grande solitudine, ma che si intrecceranno inevitabilmente scoprendo il vero significato della parola "casa".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*CAPITOLO 6* 1

Ed eccomi qua, puntuale come un orologio svizzero.

Cosa succederà? Mah, leggete! XD

A parte gli scherzi, parliamo di cose serie. Ringrazio come sempre tutti, per la fiducia, siete sempre di più, grazie!

Ringrazio anche CloserToMars_  che, come sempre, mi sprona ad andare avanti e a non mollare. Grazie di cuore per le bellissime parole.

Non vi nascondo un pò di tristezza e di amarezza, forse scrivere non è un mio talento, e mi dispiace davvero non esservi riusciti a colpire, nonostante le persone che mi seguono siano sempre di più. Ad essere sincera, mi piacerebbe leggere qualche altro parere, anche un "Ritirati che è meglio!" O semplicemente qualche consiglio di vario genere.

Vi ringrazio comunque per l'attenzione. Ah dimenticavo, viste le imminenti festività, il prossimo capitolo slitta a Martedì.

Adesso passiamo al capitolo, spero possa piacervi, un bacio, Simona.

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Lo doveva ammettere, quei ragazzi sapevano come far festa e come divertirsi. Appena arrivata era parecchio impacciata, ma dopo essersi sciolta, complici gli occhi di Jared, o forse i diversi cocktail passatigli da Shannon, stava riuscendo a divertirsi e a parlare con naturalezza. Erano anni che non si divertiva così, probabilmente da quando Matthew Simmons, quarterback della squadra di football, la aveva accompagnata e corteggiata al ballo di fine anno. Ed era così che si sentiva. Una diciassettene, in piena crisi ormonale che saltellava e ballava a ritmo di musica. Jared non le aveva staccato gli occhi di dosso per un momento, e tra un ballo ed una chiacchierata, le aveva chiesto di appartarsi un momento.

Il privè del locale era vuoto e pensarono di approfittarne per sedersi e scambiare due parole. Carly non sapeva cosa dire, o cosa raccontargli, e pensò di far continuare a Jared il monologo sul dove fosse stato, quanti paesi avesse girato, i suoi film, ed i suoi amati Echelon. Si sorprese quando il ragazzo le parlò del suo ruolo in Alexander. Aveva visto quel film, le era piaciuto molto, ma mai si sarebbe immaginata di uscire con...Efestione. Quando ne parlò con Jared, lui scoppiò in una fragorosa risata. Sentiva di stare davvero bene con quell'uomo, la stava corteggiando in maniera esemplare, come un uomo d'altri tempi.

Si accorsero di urlare solo quando la musica cessò di colpo. Si guardarono negli occhi e risero. Tanto. Dopo essersi calmati un attimo, vide Jared porgerle delicatamente la mano, invitandola a danzare.

La musica ripartì, ed invece di un bel lento, partì la solita canzone house. Carly rise ancora, ma accettò volentieri l'invito. Lui la strinse a sè e portò le mani alla base della sua schiena, e lei si accoccolò dolcemente sul suo petto.

"E' strano ballare un lento con un sottofondo del genere." Era imbarazzata, parecchio, e per fortuna non aveva dovuto guardarlo in faccia, altrimenti lui si sarebbe accorto di quanto fosse arrossita.

"Non preoccuparti, immagina una ballata, magari la tua preferita." Rispose lui sussurrando.

E Carly per un attimò si ritrovò nel salone di casa sua, circondata dalla calma più assoluta, immaginando quelle canzoni che l'avevano fatta emozionare durante l'adolescenza. Si vedeva abbracciata a Jared, e ballavano, beandosi del contatto dei loro corpi.

Sentì la mano del ragazzo salire sempre di più; la schiena, il collo, i capelli. Non pensava che il suo corpo potesse reagire in quel modo, aveva la pelle d'oca, e il pensiero che a provocarla fosse stato solo il tocco gentile di un uomo, la faceva davvero sentire alle prese con la prima cotta. E per un attimo il suo pensiero andò ad Alexander. Era sempre stato il più esemplare dei padri, e in quel momento stava sicuramente dormendo con Victoria tra le braccia e lei che faceva? Stava abbracciata ad uno sconosciuto, che le piaceva, senza pensare alle conseguenze dei loro gesti.

La mano del ragazzo raggiunse il suo volto e le scostò un ciuffo ribelle. Delicatamente le sfiorò le labbra e Carly chiuse gli occhi.

"Posso baciarti?"

Le sembrava una richiesta strana, insomma, quale ragazzo ti fà una domanda del genere? Perchè farla poi? Alzò il viso per guardarlo dritto negli occhi, e lo strinse ancora di più a se, quasi fosse un tacito assenso. E lui senza pensarci poi tanto, la baciò.

Un bacio magico che sapeva d'alcool, ma che era anche lento e dolce. Un leggero sfiorarsi di lingue e corpi che le provocava brividi su tutto il corpo. Non c'era violenza, non c'era malizia, solo il desiderio di sentirsi più vicini.

Dopo il bacio Carly tornò a rifugiarsi sul petto di Jared. Nonostante la testa le girasse e la sentissa più leggera che mai, guardò l'orologio. Si era fatto davvero tardi, il giorno dopo doveva andare a lavoro, e nonostante dovesse andare a lavorare di pomeriggio, pensò che fare una bella dormita e dimenticarsi di quel bacio sarebbe stata un'ottima idea.

"Jay, io devo tornare a casa." Disse tristemente, quella splendida favola volgeva al termine.

"Andiamo, ti accompagno io." La prese per mano e uscirono dal privè. Quando gi altri videro le loro mani unite, spalancarono gli occhi e Carly, istintivamente, lasciò la mano di Jared per cercare il telefono in borsa e fingere di mandare un sms.

Salutò i suoi nuovi amici e lentamente, mano nella mano, uscirono dal locale.

Il viaggio in macchina era stato silenzioso, e Jared non aveva lasciato la sua mano nemmeno per un istante. Arrivati a casa, lui scese dalla macchina e la accompagnò fino alla porta.

Carly era sempre più imbarazzata, la situazione che si era venuta a creare non era delle migliori, e il fatto che lui vedesse la bettola dove lei abitasse la fece sentire inferiore al ragazzo.

"Hey." la richiamò Jared.

Lei sorrise.

"Ti ringrazio davvero tanto per la bellissima serata, erano anni che non mi divertivo così."

"Io...ehm, si...mi sono divertito parecchio anche io. E' stato bello, grazie a te." Sembrava quasi imbarazzato, e fece tanta tenerezza a Carly, come un bambino che è stato sorpreso a rubare marmellata e debba scusarsi.

Prese le chiavi di casa dalla borsa, le infilò nella toppa, e dopo due giri la serratura scattò e lasciò la porta socchiusa. Guardò per un attimo Jared, gli sorrise, si avvicinò e gli sfiorò le labbra con le sue. Un bacio che sapeva di addio.

"Grazie. Per tutto." E detto questo Carly aprì la porta.

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Jared la guardava entrare in casa. In pochissimi secondi mille domande, prepotentemente, gli annebbiarono la mente. La stava lasciando andare? La stava abbandonando per sempre? L'avrebbe rivista? Non lo sapeva, e sicuramente avrebbe voluto che la serata si concludesse in maniera diversa. Non voleva andarci a letto. Bè, il pensierino lo aveva fatto, ma sperava che lei lo trattasse in modo diverso, che lo avesse almeno invitato ad entrare in casa, o che gli avesse lasciato il numero di telefono.

Non se ne accorse nemmeno, ma le sue gambe correvano, come fosse un automa, un movimento dettato dal cuore, dalle sensazioni, dalle emozioni. In poche falcate aveva raggiunto il portico, e Carly, spaventata, aveva riaperto la porta e lo guardava con occhi sbarrati.

Erano l'uno di fronte all'altra. Jared respirava affannosamente e non le staccava gli occhi di dosso.

"Jay..." Una voce angelica, la sua. Nei suoi occhi poteva leggere stupore e preoccupazione, ma anche speranza ed eccitazione.

Le sue gambe ripresero quella folle corsa iniziata poco prima. In un attimo la raggiunse e la baciò. Mai bacio fù tanto atteso e desiderato. A differenza del primo era molto più passionale, poichè ne sentivano l'urgenza, perchè avevano bisogno di quel contatto, perchè avevano bisogno di amare ed essere amati.

Probabilmente quei due...anche tre, drink di troppo si facevano sentire. Ma a Jared non importava, aveva poco tempo, l'indomani sarebbe partito alla volta del Texas e dato che poteva, voleva regalare e ricevere amore. Anche se il loro non era amore. Sicuramente c'era feeling, si piacevano, e Jared, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, quella ragazza l'avrebbe rivista, ne era certo.

"Ti va di entrare?" Era arrossita Carly, e si guardava le scarpe, quasi fossero più interessanti di lui. Jared non riuscì a fare a meno di sorriderle. Dove erano nascoste donne come lei? Lui era abituato a fuggire dalle donne, non a rincorrerle. Di solito riceveva tanti inviti, ma era raro che raggiungesse una donna. Non che non ne avesse voglia, ma a cosa sarebbe servito? Si sarebbe sentito meglio, quello si, ma era solo sesso.

"Se non ti dispiace..." Carly lo prese per mano e lo guidò attraverso il buio di quello che, aveva capito, fosse il salone. Dopo che Carly accese la luce, i suoi occhi fecero un pò di fatica ad abituarsi, era stato al buio, o con poca luce, tutta la sera. Una volta abituato si guardò intorno. Non era un granchè, lo ammise a se stesso. C'era un divanetto al centro della stanza, qualche mobile e una televisione sicuramente risalente ai primi anni '90. La casa era molto vecchia, si capiva subito, ma si notava parecchio la mano femminile. Non c'era un oggetto fuoriposto, era una casa pulitissima e l'arredemento, seppur vecchio, era di buon gusto.

Sicuramente non stava benissimo economicamente parlando, ma per una persona che viveva da sola, quello poteva sembrare il paradiso, visto e considerato il lavoro al fast-food.

Automaticamente la strinse a sè ancora più forte, come a volerla rassicurare, e lei, per ricambiare, lo baciò.

Chi avrebbe mai potuto o voluto definire quel bacio? Nessuno, perchè non c'era niente da spiegare, niente da comprendere. Carly lo portò, quasi con urgenza, verso la camera da letto e lentamente gli sfilò la maglietta. Per un secondo Jared sentì un brivido di freddo, ma capì subito che la temperatura non centrava nulla, era bensì un brivido di piacere.

Probabilmente nessuno dei due ricorderà mai come si sono ritrovati, improvvissamente, nudi su quel letto. Perchè tutte le loro attenzioni erano dedicate al piacere.

Jared per primo rimase sbalordito dalla grandezza delle sue emozioni. Sentirla gemere per un suo solo ed innocente tocco, o vedere i suoi occhi lucidi di piacere, lo mandava in estasi.

Sembrò scoppiargli il cuore quando divennero una cosa sola. Poche donne gli avevano fatto quell'effetto, e ognuna di quelle donne gli aveva lasciato cicatrici indelebili di dolore. Ma erano i segni di un amore forte, vissuto e finito. E in quel momento pregò Dio di non portargliela via, quella donna la desiderava troppo ardentemente. Perchè con lei, e dentro di lei, si sentiva bene, completo. Non gli importava più di niente, lei era diventata il suo mondo, aveva forse trovato l'ultimo tassello della sua vita? Non riuscì a rispondere a quella domanda, perchè l'orgasmo lo travolse, veloce e potente. Si sentì catapultato per un attimo in paradiso, per poi ricadere nell'inferno della sua vita. Era stremato, accaldato, col fiatone, ma era felice. La vide farsi piccola piccola, con le gote arrossate, e accoccolarsi come una bimba tra le sue braccia.

Combatteva contro il sonno, non poteva addormentarsi, voleva godersela per tutto il tempo che gli era stato concesso. Avrebbe dormito nel tourbus, se ci fosse riuscito. Lei dormiva placidamente, e sorrideva nel sonno. Forse, non era stata solo per lui una gran bella serata. Voltò lo sguardo verso la radiosveglia sul comodino, erano le sei. Doveva andarsene. Il cielo iniziava a schiarirsi e lui delicatamente scendeva dal letto e raccattava i suoi vestiti. Vista da fuori poteva sembrare una scenetta davvero squallida, da film di serie B. Andò a vestirsi in salotto per non disturbare Carly, e fù lì, su di una piccola scrivania che trovò quello che cercava.

FInì di allacciare le scarpe e si diresse verso la scrivania. Prese un foglio ed una penna e iniziò a scrivere qualcosa. Non voleva essere romantico, ma nemmeno troppo insensibile. Scrisse qualche rigo, piegò il foglio e lo adagiò sul cuscino dove era stato poco prima.

Perse ancora qualche minuto a guardarla. Voleva imprimere nella mente il suo volto rilassato e felice, ricordare per un attimo tutto quello che era successo poche ore prima.

Le lasciò solo un ultimo bacio in fronte e poi lentamente, con tanta amarezza e tristezza nel cuore, uscì da quella casa.

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Carly si svegliò con un mal di testa epocale. Ricordava di aver bevuto la sera prima, maledetto Shannon, ma svegliarsi così rincretinita e indolenzita...

Con la mano tastò l'altra parte del letto, aveva paura di non trovarlo, o anche di trovarlo, non lo sapeva nemmeno lei. Ci rimase male quando sentì le lenzuola fredde e vuote, ma nello stesso tempo si sentì meglio. Cosa avrebbe dovuto dire? L'unica cosa sicura di tutta quella soria era che si erano divertiti parecchio. Aprendo gli occhi si ritrovò nella sua camera da letto, come tutte le mattine, come se tutto quello che aveva vissuto fino a poche ore prima fosse stato un sogno. Vide il vestito che aveva indossato, appoggiato alla spalliera della sedia. E per un attimo cercò di ricordare. Non ricordava di aver sistemato così meticolasamente la sua roba. Anzi, se non ricordava male, i vestiti erano stati buttati a terra ai piedi del letto. Non poteva essere stato un sogno. E poi il suo profumo era ancora vivo nella camera, così come il lato del letto dove aveva dormito, era sfatto.

Guardando il cuscino notò un pezzo di carta. Cosa c'era scritto? Che era stato un errore? Che non si sarebbero mai più rivisti?

Tremante prese il biglietto e lo aprì.

"Buongiorno Carly,

Mi dispiace non poterti salutare, ma dormivi così profondamente che mi sembrava un peccato svegliarti. E' stata la notte più bella di tutta la mia vita, vorrei lo sapessi, e non mi pento di niente di quello che ho fatto. A fondo pagina c'è il mio numero di telefono, se ti va, puoi chiamarmi in ogni momento, e ti dico la verità, ci spero tantissimo, perchè mi piacerebbe passare altro tempo con te. Un bacio grande. Con affetto, Jared."

Dire che era confusa era dire poco. La sera prima era stata fantastica, non aveva mai provato sensazioni del genere, ma risentirlo? Era pronta a rivivere una storia d'amore? E poi c'era Victoria, e il fatto che Jared non sapesse nemmeno della sua esistenza.

Prese forse la più drastica delle decisioni. Doveva pensare prima alla bambina e poi a sè stessa. Quella notte sarebbe rimasto un bellissimo ricordo, aveva amato e si era lasciata amare. Ripose il bigliettino tra le cose più importanti che aveva, nel comodino accanto al letto. Chiuse un attimo gli occhi e lo rivide sorridere, ma quella, si promise, sarebbe stata l'ultima volta.

Con decisione si alzò dal letto e andò in bagno. Doveva preparare un dolce per Victoria, come ogni domenica, e sistemare la casa. Se Alexander fosse entrato in casa e avrebbe sentito un profumo maschile, avrebbe potuto arrabbiarsi, lo conosceva, e sapeva che se solo avesse voluto, non ci avrebbe messo molto a diventare violento. Non l'aveva mai minacciata di morte o robe simile, ma qualche parola pesante o schiaffo lo aveva ricevuto. Principalmente questo era uno dei motivi per cui si era trasferita da New york. La battaglia legale non durò molto, Alexander non l'aveva mai amata, se non fosse rimasta incinta non sarebbero mai rimasti insieme, ma amava Victoria sopra ogni cosa, e di questo doveva ringraziarlo.

Dopo due ore di pulizie la casa sembrava brillare ed era entusiasta del lavoro svolto. Andò in cucina ed iniziò ad impastare. La torta al cioccolato era la preferita di sua figlia, e tutte le domeniche adorava fare merenda con un pezzo di torta e un bicchiere di latte mentre guardava Spongebob, il suo cartone animato preferito.

Alexander le portò la bambina poco dopo pranzo e mangiarono la torta tutti e tre insieme, come una famigliola allegra. Per fortuna non si era accorto di niente, e sparì nel giro di una mezz'ora.

Si stava preparando per andare a lavoro, mentre Victoria le raccontava della gita al parco con il papà, quando accadde qualcosa che le fece rivalutare tutta la situazione avvenuta la sera prima.

Il telefono la avvisò dell'sms appena ricevuto. Sperava solo non fosse il suo capo, ma dovette fare i conti la realtà.

"Ehi, come stai? Tutto ok? Speriamo ti sia divertita ieri sera, un grosso bacio da tutti."

Appunto...come avrebbe potuto dimenticarsi di Jared, e di tutta quella situazione, sapendo che Emma e Vicky avevano il suo numero di telefono?

   
 
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