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Autore: JustALittleLie    02/04/2012    11 recensioni
Li avevamo lasciati lì.
Lui era tornato a Los Angeles, lei era su un aereo per Madrid.
Lontani per sempre, divisi da un destino che li ha fatti incontrare, li ha fatti innamorare e poi, li ha separati.
E se ora il destino volesse ripagarli di tutto questo?
Ronnie verrà ricatapultata improvvisamente nella sua vecchia vita a Los Angeles, dove la aspettano le sue amiche e lui, dove potrebbe riavere la sua vita.
Ma, si sa, nella vita nulla è così semplice.
Sequel "Let me under your skin"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'There's a fine line between love and hate'
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Prima di lasciarvi al capitolo, ho due cose da dirvi.

ONE: Paul, l’omino che vive nella mia testa, ha deciso che Ronnie e Nick devono avere un degno addio, se lo meritano dopo due anni che li tormento. Quindi L’EPILOGO CI SARA’.

TWO: Ho postato il primo capitolo della mia prima, e forse ultima, storia originale. THE REASON, se vi va passate magari J

Buona lettura!




 

Non ricordava nemmeno l’ultima volta che si era sentita così emozionata, probabilmente perché non lo era mai stata così tanto in vita sua.

Stava per scoppiare in lacrime, lo sentiva.

Aveva visto Jamie in tutte le fasi più importanti della sua vita: al suo primo bacio quando portava ancora quei buffi occhiali da vista rotondi, quando aveva conosciuto Tyler, quando si era diplomata e quando, con una scintilla di pura emozione negli occhi, le aveva detto che sarebbe andata a studiare veterinaria in Australia. L’aveva vista in svariate situazioni e momenti, ma mai l’aveva vista così bella e felice come quel giorno.

Vederla ora, avvolta nel suo vestito bianco, mentre si specchiava, la sconvolse totalmente. Non era la prima volta che la vedeva indossare quel vestito, ma ora era del tutto diverso, ora le sue guance sembravano due fragole, i capelli erano perfettamente arricciati lasciando che solo la frangia le ricadesse liscia sugli enormi occhi azzurri, che ora erano lucidi.

I loro sguardi si incrociarono per un istante e si sorrisero, entrambe commosse.

Jamie stava per sposarsi.

-sei bellissima- Lexus le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla lasciata scoperta dal vestito a fascia e Jamie le sorrise.

Erano tutte e tre chiuse nella stanza di Jamie, mentre aspettavano che la madre di Tyler arrivasse per portarle il bouquet, mentre la madre di Jamie era in salotto ad accogliere le persone che erano accorse per vedere la sposa uscire per l’ultima volta di casa da nubile.

-dov’è Kate?- chiese la sposa lisciandosi il vestito

-a telefono con Joe- rispose Lexus alzando gli occhi al cielo –quei due sono più appiccicati di due api col miele-

Ronnie trattenne un sorriso –non potresti essere un po’ più dolce, almeno oggi?-

Mentre Lexus sussurrava un –senti chi parla- Jamie annuiva dandole ragione.

-dobbiamo considerare però che ha già fatto notevoli progressi- sorrise Jamie verso Ronnie –sono due mesi che si vede con Johnny e non l’ha ancora ucciso!-

Ronnie rise, voltandosi poi verso Lexus –se non è amore questo!-

Lexus socchiuse gli occhi incenerendola con lo sguardo –piantatela, idiote- sbottò –non dovremmo parlare d’altro?- sospirò voltandosi poi verso Jamie –del tipo, come ti senti?-

-agitata- rispose secca lei prendendo un respiro profondo

-cos’è, ci stai ripensando?- scherzò Ronnie punzecchiandola

Jamie scosse la testa energicamente –assolutamente no, ma faccio ancora fatica a credere che tra poche ore sarò sposata-

Ronnie le sorrise capendo l’agitazione della ragazza. Insomma lei stessa era agitata, figurarsi Jamie.

Nonostante fosse strafelice per la ragazza, una parte di lei aveva un po’ di paura. Quello che più la spaventava era il dubbio che la loro amicizia potesse cambiare dopo il matrimonio di Jamie, ma dopotutto, avevano resistito a tre anni di silenzio, un matrimonio non avrebbe nemmeno scalfito la loro amicizia, no?

Un tonfo sordo le fece girare tutte e tre verso la porta, che era stata appena chiusa con foga da Kate.

Kate, che pareva aver appena visto un fantasma mentre si abbandonava con la schiena contro la porta.

-voi.non.potete.capire- sibilò con un’espressione sconvolta

-che succede?- squittì Jamie che con uno scatto le fu accanto

La poverina probabilmente pensava che fosse successo qualcosa riguardante il matrimonio come un incendio al ristorante in cui avevano prenotato o la fuga dello sposo.

-ho appena parlato con Joe- spiegò lei, puntando poi lo sguardo verso Ronnie

-e…? cos’è successo? Sono bloccati nel traffico? C’è qualche problema?- Jamie la invogliò a continuare, ansiosa

Kate scosse la testa –sono già tutti in chiesa- la rassicuro per poi tornare a guardare Ronnie, che le rivolse uno sguardo interrogativo –anche Nick, da solo, senza Allie-

 

 

 

Oh, I swear to you I’ll be there for you

This is not a drive by

(Train – Drive by)

 

 

Seduta alla comoda sedia del suo tavolo Kate fissava con aria sognante Jamie e Tyler che al centro della sala si tenevano stretti, ballando sulle note della loro canzone preferita.

Per l’ennesima volta, guardandoli, Kate non poté fare a meno di pensare che Jamie e Tyler erano perfetti insieme. Forse erano state le intemperie che aveva dovuto subire il loro rapporto a renderlo così unico e speciale o forse erano semplicemente due pezzi di un puzzle che si erano trovati.

Tutta la cerimonia era andata benissimo, oltre ogni aspettativa. Quando, arrivata all’altare, si era voltata a guardare il padre di Jamie che porgeva la mano della figlia a Tyler era scoppiata in un pianto sommesso che era durato fino alla fine della funzione. Aveva continuato a piangere sotto lo sguardo di rimprovero di Lexus che “temeva avrebbe allagato la chiesa con le sue lagne”, ma lei era fatta così, si commuoveva anche per le minime cose, figurarsi il matrimonio di una delle sue migliori amiche. A fine cerimonia, comunque, aveva notato sia Lexus che Ronnie portarsi velocemente le dita agli occhi.

Dopo la chiesa erano andati tutti a festeggiare in una mega ristorante vicino al mare di Santa Monica –dove Jamie e Tyler si erano conosciuti- ed ora, dopo pranzo, i novelli sposi erano stati invitati ad aprire le danze.

Si sentì accarezzare una spalla e sorrise, voltandosi verso Joe.

Era così felice in quel periodo. Le cose con Joe andavano a gonfie vele, da quel litigio avevano imparato a parlare di qualsiasi problema li turbasse e in questo modo riuscivano a chiarirsi quasi sempre e anche quando non trovavano un punto in comune c’era sempre uno o l’altro disposto a fare un passo avanti. Erano cresciuti tanto, insieme, ed ora erano pronti ad affrontare la vita di coppia.

La sua felicità non era solo dovuta alla sua vita sentimentale ovviamente, ma anche a quella delle persone che più amava. Jamie e Tyler avevano finalmente coronato il loro sogno d’amore, Lexus sembrava aver trovato la serenità da quando aveva conosciuto Johnny –anche se non l’avrebbe mai ammesso-, che ora le era affianco e le stava sussurrando qualcosa all’orecchio. Per una volta erano tutti felici, tutti tranne…

-ti va di ballare?- la voce calda di Joe estremamente vicino al suo orecchio la distrasse dal fluire dei suoi pensieri

Si voltò verso il ragazzo, che le sorrideva e annuì alzandosi. Joe la prese per mano e la condusse al centro della pista dove a Tyler e Jamie si erano già aggiunti i rispettivi genitori. Le sorrise per un breve istante prima di alzare le loro mani intrecciate, posare l’altra all’altezza della vita e cominciare a dondolarsi a ritmo di musica.

Kate poggiò la guancia sulla spalla di Joe, lasciandosi cullare teneramente. Stava quasi per chiudere gli occhi, per poter sentire di più il calore che le trasmetteva la vicinanza del ragazzo, quando il suo sguardo si posò sul tavolo dove sedeva poco prima, facendola rattristare all’istante.

Nick e Ronnie, seduti a lati opposti del tavolo, stavano in silenzio entrambi occupati a fissare chissà cosa lontano dai loro sguardi.

Sbuffò stringendo la presa su Joe, reprimendo l’impulso di correre da loro e far cozzare le loro teste l’una contro l’altra tante volte finché non ne fosse uscito qualcosa di buono.

-quanto tempo credi che ci metteranno, ancora?- sbottò di punto in bianco

-chi?- le chiese Joe confuso

Kate alzò gli occhi al cielo, la testa ancora poggiata alla sua spalla, maledicendo il poco intuito maschile.

-Ronnie e Nick- spiegò paziente –staranno li a non parlarsi per sempre?-

-vedrai che riusciranno a chiarirsi- la rassicurò

Kate rimase in silenzio qualche minuto, riflettendo.

-e cos’è questa storia che Nick è qui senza Allie?- alzò il viso verso Joe, accusandolo con lo sguardo –tu devi sapere qualcosa, è tuo fratello!-

-ti ho già detto che non so nulla, non me ne ha voluto parlare- si difese lui –e comunque non sono affari nostri, ora puoi smetterla di parlare di Nick e Ronnie?-

La rossa si accigliò, no che non poteva.

-mi preoccupo solo per quei due- borbottò –sono idioti, qualcuno dovrà pur aiutarli-

Joe scosse la testa sorridendo –non sta a noi aiutarli, devono aiutarsi da soli-

Kate fece per obbiettare, ma Joe la zittì chiudendole le labbra con le sue.

-la smetti di parlare di loro?- le sussurrò ancora troppo vicino

-si- rispose lei in completa trans. Si sarebbe mai abituata ai baci di Joe o sarebbe andata avanti a rischiare un infarto per sempre?

-di cosa ti va di parlare, allora?- sorrise lei

Joe fece scorrere la mano lungo la sua schiena, facendola rabbrividire –di noi- sussurrò

-mi piace- sussurrò Kate di rimando

-tra quanto tornerai a New York?-

Ecco come rovinare un bel momento.

Kate si rabbuiò all’istante abbassando lo sguardo e trattenendosi dallo sbuffare.

-tra tre giorni, hanno bisogno di me- spiegò trovando particolarmente interessante la punta rotonda delle sue decolleté.

-capisco- fu l’unica parola che proferì Joe, prima che entrambi cadessero nel silenzio.

Sarebbe stato meglio parlarne in un altro momento, quello doveva essere un giorno felice e spensierato, ma una volta aperto l’argomento, Kate non riusciva a lasciarlo in sospeso.

-come gestiremo la cosa?- chiese senza trovare la forza di alzare gli occhi verso di lui

-con impegno- rispose semplicemente lui

-e come? Ci sentiremo per telefono una volta al giorno e ci vedremo una volta all’anno per le feste di Natale?-

Ci avevano già provato a stare lontani per più di qualche giorno e i risultati non erano stati molto soddisfacenti, per non dire disastrosi.

-ci sarebbe una soluzione per vederci di più-

Kate alzò finalmente la testa verso il ragazzo, fissandolo con espressione dubbiosa. A meno che Joe non avesse sviluppato il potere della telecinesi e non potesse spostarsi da Los Angeles a New York in tre nanosecondi, proprio non poteva immaginare quale fosse la soluzione.

-vieni a vivere con me- soffiò ed a Kate si fermò il cuore

Non poteva averglielo chiesto davvero.

Al centro della pista, mentre un gruppo di persone ballavano attorno a loro, Kate si immobilizzò, fissando Joe con occhi spalancati.

-cosa?- domandò cauta, temendo di aver capito male

-vieni a vivere con me- ripeté allora Joe accarezzandole una guancia con la mano destra, mentre con l’altra continuava a tenere quella di Kate in una stretta salda.

Kate sentì il labbro inferiore tremare sotto la carezza delicata del ragazzo, ma si costrinse a restare lucida nonostante un branco di tirannosauri avesse appena cominciato a volteggiare nel suo stomaco.

-Joe, non posso trasferirmi a Los Angeles- fosse stato per lei, sarebbe andata a vivere con lui anche subito, su due piedi, ma non poteva di certo lasciare il suo lavoro per la quale aveva tanto sudato.

-lo so, è per questo che ho preso un appartamento a New York- sorrise tranquillo, mentre, per la seconda volta, Kate rimaneva senza fiato

-tu cosa?- chiese con la bocca spalancata –e quando?-

-l’avevo visto da un po’ su internet- commentò alzando le spalle –la settimana scorsa Kevin è stato a New York con Danielle e Jason e gli ho chiesto di passare a dargli un’occhiata, ha detto che era tutto ok e l’ho preso-

Kate si scosto di poco da lui, guardandolo negli occhi –e quando pensavi di dirmelo?-

-ora- sorrise lui con nonchalance –io verrò a New York anche se tu mi dirai che non vuoi vivere con me Kate, non posso starti lontano- le accarezzò la punta del naso con la sua e Kate sospirò, socchiudendo gli occhi.

-e come farai col tuo lavoro qui?- gli chiese

-tra due settimana finiremo le riprese, dopo di che non avrò più impegni per i prossimi sei mesi- le spiegò

Kate annuì in silenzio, valutando la situazione. Non che non amasse Joe e non volesse vivere con lui, ma quello era comunque un passo importante. Se affrettavano troppo i tempi, le cose sarebbero potute andare male e lei non lo voleva assolutamente. Dovevano essere prudenti.

Dall’altro lato, però, il pensiero di vivere con Joe, trovasi nella stessa casa la sera, fare colazione la mattina insieme, la elettrizzava terribilmente.

-Kate, so che non è una decisione semplice da prendere- sospirò –non devi rispondermi ora, nemmeno domani, potrei cominciare a trasferirmi lì da solo tra due settimane e quando tu ti sentirai pronta…-

-si- disse secca e vide nei suoi occhi un lampo di stupore

-si?- chiese incredulo, accennando un sorriso

-si, voglio condividere quell’appartamento con te- e al diavolo la prudenza

In un istante Joe la avvolse tra le sue braccia stringendola in una morsa asfissiante, ma Kate, con la faccia schiacciata tra il suo collo e la spalla, non si lamentava di certo.

-io voglio condividere tutto con te- le sussurrò Joe all’orecchio e Kate chiuse gli occhi, immergendosi nel suo profumo, mentre un sorriso felice le si stampava sulle labbra.

Erano pronti per un passo così grande? Kate non lo sapeva, ma sapeva che era pronta ad amarlo ogni giorno di più, ad impegnarsi e a fare qualsiasi cosa perché funzionasse. Ora che aveva avuto il suo lieto fine, non se lo sarebbe di certo lasciato sfuggire dalle mani tanto facilmente.

Col cuore a mille poggiò meglio la testa sulla spalla di Joe, mentre tornavano a dondolarsi a tempo di musica, e lo sguardo le cadde di nuovo su quel tavolo dove era seduta prima, ma questa volta non trovò ne Ronnie, ne Nick. Trovò invece lo sguardo complice di Lexus, che con un cenno della testa le indico il fondo della sala, dove vide Nick camminare con passo deciso verso la terrazza. Forse era arrivato il momento anche per il suo lieto fine.

 

 

All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms

(Depeche mode – Enjoy the silence)

 

 

Ronnie abbandonò la testa tra le mani, mentre poggiava i gomiti sulla staccionata laccata di bianco. Non poteva resistere un secondo di più lì dentro, non con lui che continuava a stare lì a fissarla senza dire niente.

Quando Kate era entrata in quella stanza per dirle che Nick quella sera sarebbe stato da solo era andata nel panico più totale. Perché non era con Allie? Non era venuta perché aveva la febbre o qualche tipo di virus contagioso e letale, o…?

No. Non doveva minimamente pensare a quell’eventualità, non doveva farsi inutili illusioni proprio ora che si era messa l’anima in pace. Nick non aveva lasciato Allie, lei non era lì per un altro motivo, sicuramente.

Chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo, lì fuori il suono della musica era abbastanza lontano da permetterle di sentire il suono dell’oceano, che si estendeva al di la della pineta verde avanti a lei.

-ciao- sobbalzò e per poco i gomiti non le scivolarono dall’appoggio

Si voltò di scatto, scoprendo un paio di occhi marroni a pochi metri da lei.

-non volevo spaventarti- si scusò lui, le mani nelle tasche dei pantaloni scuri

-non mi hai spaventato- e allora perché il cuore le batteva così forte?

Nick si avvicinò di qualche passò, senza staccare gli occhi dai suoi.

-cosa ci fai qui fuori?- le chiese grattandosi una guancia

-avevo bisogno di un po’ d’aria- aria che le sarebbe nuovamente venuta a mancare, se Nick avesse fatto un altro passo verso di lei.

-ti va di fare due passi?- accennò alla spiaggia dietro di loro

-non so se è il caso di…-

-solo cinque minuti- l’interruppe lui pregandola e Ronnie proprio non seppe resistere allo sguardo speranzoso con il quale accompagnò le sue parole

-va bene- si trovò a dire mentre si mordeva il labbro inferiore

Nick le sorrise e in silenzio percorsero il prato verde che li separava dalla spiaggia mentre Ronnie sentiva il suo battito accelerare passo dopo passo. “Fare due passi” era un chiaro sinonimo di “dobbiamo parlare” e Ronnie non sapeva se era pronta a farlo. L’ultima volta che avevano parlato, la discussione non era finita molto bene.

-possiamo sederci lì- propose lui indicando a pochi metri un gazebo in legno bianco che delimitava l’inizio della spiaggia e Ronnie annuì avviandosi con lui

Restò in piedi, accanto ad una delle colonne bianche in legno, mentre a pochi metri da lei riusciva a vedere le onde che si infrangevano contro la battigia. Strinse forte le dita contro il pezzo di legno mentre dietro di lei sentiva la presenza di Nick e non aveva il coraggio di voltarsi.

-volevi parlarmi?- sussurrò quindi con lo sguardo perso avanti a lei

Sentì un tocco leggero sul suo braccio, la sua mano che le lasciava una carezza, e sobbalzò voltandosi in un gesto istintivo.

-sei bellissima stasera- vide il suo viso troppo vicino al suo e si irrigidì all’istante mentre lo stomaco le si contorceva su se stesso.

Ronnie abbassò la testa sul suo vestito rosso fuoco, dello stesso colore di quello di Kate e Lexus, ma di modello diverso.

-il rosso ti sta benissimo- sussurrò ancora e per un attimo Ronnie temette che si stesse riferendo al colore delle sue guance, che sicuramente le stavano andando a fuoco in quel momento.

-grazie- sorrise, senza riuscire ad alzare lo sguardo

Non sarebbe riuscita a sostenere il suo e voleva allontanarsi ma dietro di lei aveva la staccionata bianca e avanti lui. Era in trappola, non poteva scappare come aveva fatto l’ultima volta.

-sei senza accompagnatrice, stasera- deglutì appiattendosi contro la staccionata, allontanandosi il più possibile da lui

-anche tu sei senza accompagnatore- il tono era basso, neutro.

Perché ci stava girando intorno?

-Angel è dovuto tornare a Madrid-

Di sottecchi vide Nick annuire appena, con uno sguardo che non seppe decifrare.

-come…come vanno le cose tra di voi?- abbassò gli occhi anche lui, questa volta chiaramente a disagio.

-lui è il mio migliore amico- optò per la verità

-amico? Mi era sembrato di capire che tra di voi ci fosse qualcosa in più di una semplice amicizia, da parte sua almeno-

-avevi capito male- scosse la testa –e Allie, dov’è?- a casa a fare bamboline voodoo con le mie foto?  

-non stiamo più insieme-

A Ronnie si fermò il cuore.

-oh- non se l’aspettava –mi dispiace- le dispiaceva? No, ma le era uscita la prima frase di circostanza che le era venuta in mente, la più inadeguata ovviamente.

Nick alzò un sopracciglio passandosi poi una mano tra i capelli, improvvisamente pensieroso –anche a me-

Maledetto cuore, maledetta testa che stava già volando verso pensieri assurdi. A lui dispiaceva, quindi probabilmente era stata lei a lasciarlo o forse era solo una rottura momentanea.

-ed è per questo che non l’ho lasciata prima- continuò improvvisamente facendole bloccare il respiro –mi dispiaceva, mi sentivo in colpa-

L’aveva lasciata lui, quindi. Ora non le restava che scoprire il perché.

-e cosa ti ha fatto cambiare idea?- finalmente riuscì ad alzare lo sguardo

-ho capito che non saremo stati felici insieme, ne io ne lei- spiegò mentre continuava a tenerle gli occhi incollati addosso –non se continuo a desiderare altro-

-perché stavi con lei, allora?- si costrinse a dire, deglutendo

Nick la guardò in silenzio per qualche istante, probabilmente valutando la situazione per capire se poteva azzardarsi a dire la verità.

-perché credevo di poterti dimenticare in questo modo-

Il modo in cui l’aveva guardata era così languido, possessivo, intenso che Ronnie rabbrividì e si strinse le braccia sperando di far passare la sua pelle d’oca un effetto del freddo.

-mi dispiace tanto per come mi sono comportato in questi ultimi mesi- si avvicinò di un passo e Ronnie deglutì, consapevole di non poter indietreggiare ancora -ti ho vista spuntare improvvisamente nella mia vita di nuovo e…non sapevo come comportarmi-  il suo sguardo era così tormentato, insicuro che Ronnie si dovette trattenere per non sporgersi ad abbracciarlo, stringendo in due pugni le mani che erano abbandonate lungo i fianchi –non lo so neanche ora, in realtà e…-

-Nick, ascolta…- lo interruppe spinta da un nuovo spirito coraggioso, mentre la promessa che aveva fatto ad Angel le ritornava a mente. Prima o poi avrebbe dovuto parlargli chiaro, via il dente via il dolore.

-non sei stato solo tu a sbagliare in questi mesi- continuò e il ragazzo rimase fermo a guardarla, serrando le labbra –avrei dovuto parlarti chiaro, dirti cosa ho avuto fisso in mente per tutti questi mesi, dovevo…- sentì la voce mancarle e si fermò per prendere fiato -…dovevo dirti la verità-

-e qual è la verità?- le accarezzo una mano con la sua e questa volta non riuscì a dissimilare il brivido che la scosse, lo vide chiaramente nella scintilla che passò negli occhi di Nick

Sospirò, rassegnandosi definitivamente.

-la verità è che sono scappata per tutto questo tempo per dimenticarti e tutto quello che sono riuscita a fare è stato accantonarti in un angolo. Ero così convinta di averti dimenticato che quando ti ho rivisto non riuscivo a crederci che il mio cuore battesse ancora nello stesso modo di quattro anni fa, ed ero così arrabbiata perché tu eri stato più forte di me, ci eri riuscito a dimenticarmi e eri insieme alla ragazza che avevo sempre immaginato accanto a te- abbassò lo sguardo mentre sentiva le lacrime pungerle gli angoli degli occhi –Mi sono sentita così stupida per averti lasciato andare quattro anni fa, senza combattere. Ed ho così tanta paura di rientrare dentro ora perché so che questa potrebbe essere l’ultima volta che parlo con te, perché so che non potrò provare per nessuna persona che incontrerò in futuro quello che provo per te, ho paura perché ora ho capito che non importa quanto lontano vada o per quanto tempo stia via, non riuscirò mai a dimenticarti-

Ci era riuscita, non ci poteva credere. Era riuscita a dirgli quello che pensava, che provava, era riuscita ad aprirsi con lui come non aveva mai fatto con nessuno.

Si sentiva svuotata, fragile, vulnerabile e lo odiava. Ma più di tutto si sentiva un’idiota perché Nick era rimasto lì, a fissarla impalato senza dire niente.

Si sentiva debole, talmente debole che sapeva che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime che le stavano per scorrere sulle guance, ma non avrebbe pianto di fronte a lui.

-devo andare- biascicò lanciandosi contro il petto del ragazzo che le stava di fronte con l’intenzione di scostarlo per farsi strada, ma Nick non si mosse di un centimetro, anzi, approfittò del suo movimento per avvolgerla con le sue braccia e stringerla a se.

-oh, Ronnie, sono stato un idiota- le sussurrò all’orecchio mentre Ronnie esplodeva in un pianto incontrollabile –in questi mesi sono stato così cieco!-

Ronnie poggiò le mani sui suoi fianchi abbandonandosi completamente contro il suo petto caldo, proprio non riusciva a smetterla di piangere.

Voleva restare così per sempre, voleva stare con lui, baciarlo, abbracciarlo, parlare, ridere. Voleva lui ed aveva paura che una volta sciolto l’abbraccio lui fosse andato via, lasciandola da sola.

-non piangere, amore mio- le lasciò un bacio tra i capelli mentre una mano le accarezzava delicatamente la nuca

Amore mio. L’aveva davvero chiamata così?

Le si bloccò il fiato per un istante, prima di ricominciare a singhiozzare, più forte di prima, aggrappandosi con entrambe le mani alla sua giacca.

Nick le alzò la testa, prendendola tra le mani senza interrompere il contatto tra i loro corpi che si erano mancati troppo.

-perché piangi?- le sussurrò mentre con i pollici le asciugava il mascara che le colava dagli occhi sporcandole le guance

Ronnie deglutì perdendosi nei suoi occhi, senza riuscire a trovare una risposta. Piangeva per tutto e per niente, piangeva perché lo amava troppo ed aveva paura di perderlo, piangeva perché era consapevole che non avrebbe più potuto fare a meno di lui da quel momento in poi o forse da quando l’aveva visto per la prima volta. Era troppo spossata, però, per riuscire a parlare per cui si limitò a tirare su col naso, mentre si le lacrime si fermavano.

-non voglio che tu vada via- riuscì a sussurrare in fine, stringendo le mani ai suoi fianchi.

Nick poggiò entrambe le mani aperte sulle sue guance, in una carezza, e Ronnie socchiuse cogliendo il calore che quelle mani le stavano trasmettendo.

-non voglio andare in nessun posto che non sia qui con te, voglio stare con te- sussurrò avvicinando il viso al suo tanto che Ronnie poteva sentire il suo alito caldo sulle labbra

Voleva stare con lei. Lui aveva davvero lasciato Allie per lei. Aveva scelto lei, ancora una volta.

Ronnie sorrise per un attimo, prima di abbassare lo sguardo –se dovessi perderti di nuovo, io…-

Si interruppe quando sentì una mano di Nick sotto il mento che la costringeva gentilmente ad alzare lo sguardo verso il suo -non ho mai smesso di amarti in tutti questi anni, Ronnie-

Sentì le lacrime tornarle agli occhi di fronte a quello sguardo così sincero, limpido, perso, innamorato.

-oh, Nick…-

Non riuscì a dire altro, perché in un istante le labbra calde e morbide del ragazzo furono sulle sue. Restò immobile mentre le sue mani tornavano a stringerle il viso per portarlo più vicino possibile al suo, per sentirla ancora una volta in tutto il suo calore.

Ronnie sospirò quando sentì la lingua del ragazzo accarezzarle il labbro superiore e chiuse gli occhi stringendosi di più a lui abbandonandosi completamente alle sue carezze.

Come aveva potuto credere che sarebbe riuscita a dimenticare le emozioni che stava provando in quel preciso istante? Come poteva dimenticare il suo petto scosso dal suo cuore che batteva impazzito, quel piacevole formicolio allo stomaco e quella voglia di baciarlo ancora, per ore e stringersi forte a lui? Come poteva aver pensato di sentirsi appartenere a qualcuno come sentiva di appartenere a Nick?

-non ti lascio scappare, non più- sussurrò Nick senza fiato, poggiando la fronte su quella della ragazza

-me lo prometti?- sussurrò di rimando lei

Le sorrise afferrando una sua mano e portandosela al petto, dove il suo cuore batteva più forte di quello di Ronnie.

-sul mio cuore-

Quando tornò a baciarla, Ronnie sorrise sulle sue labbra mentre ancora una volta si rendeva conto di quant’era stata stupida ad andare così lontano per tanti anni.

Solo ora, mentre Nick la stringeva forte, si rese conto che tutto quello che aveva sempre voluto, tutto quello di cui aveva sempre avuto bisogno, era proprio lì, tra le sue braccia.

E questa volta non se lo sarebbe fatto scappare.  

 

 

 

 

 

 

 

*                  *                  *

 

 

 

 

Mio Dio, ho l’ansia da prestazione.

No, davvero. Volevo che questo capitolo fosse “vjkrhgokihgizohigklibhior”, non so se ci sono riuscita, ma spero di avervi strappato almeno un sorriso!

Anyway come ben sapete, ed avrete anche notato, non sono molto brava(eufemismo) a scrivere le parti “romantiche”, ma vi invito ad apprezzare lo sforzo che ho fatto per tirar fuori quel briciolo di umanità che è rimasto in me.

Detto questo, si, ho deciso di scrivere l’epilogo di questa storia. Perché? Perché mi sentivo terribilmente in colpa ed ogni volta che si twitter vedevo l’account di Hanna Beth, mi vedevo Ronnie che i rimproverava per non averle scritto un epilogo come si deve! Quindi ho ceduto uù

Bene, quindi risparmierò le lacrime per il prossimo capitolo!

Credo di aver detto tutto, ma sicuramente non è così e più tardi mi darò della stupida per non avervi detto qualcosa a cui pensavo da giorni. Sono un disastro.

Al prossimo capitolo,

VI AMO TUTTE!

 

Ps. A breve cancellerò la mia pagina facebook, che verrà sostituita da QUESTO account, aggiungetemi pure lì!

   
 
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