Film > Re Leone
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Autore: Miranh    02/04/2012    3 recensioni
Ciao a tutti! Il Re Leone è una storia che mi ha sempre affascinato e ho deciso di scrivere una Fanfiction sulla vita dei nonni di Simba: Ahadi ed Uru, genitori di Mufasa e Scar. E' la mia prima fanfiction, per cui non sono sicura che sia venuta bene... Spero che vi piaccia e, se c'è qualcosa che non va nella storia e che può essere migliorato, non esitate a farmelo sapere: cercherò di fare buon uso dei vostri consigli. Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7. “ La punta avvelenata ”

 

 

 

Zozo, volando, osservava con attenzione i cuccioli, che si rincorrevano fra loro, senza fermarsi mai; soltanto Khendo, che stava dietro a loro, non prendeva parte al divertimento. Zozo se ne accorse e volò più in basso per parlargli: << Ehi, piccolo Khendo, tutto bene? Perché non giochi con i tuoi amici? >>

<< Non ne ho voglia...Tutto qua >>

<< Sei sicuro che vada davvero tutto bene? Avete litigato? >>

<< No... >>

<< Allora cosa c'è? >>

<< Nulla...E' che non voglio abbassarmi a fare certi giochi scemi.... >>

<< “ Giochi scemi ” dici?? A me invece sembra che ti siano sempre piaciuti >>

<< Sì, ma... ora sono troppo grande per queste cose >>

<< Ah, davvero? Troppo grande, eh? >>

<< Sì... >> ; ma Zozo non era convinta da quella risposta, tuttavia non volle scavare a fondo quel discorso: << Va bene, piccolo: pensala pure come vuoi, ma tieni presente che ci sono ancora molte cose che devi imparare... Su, cerca di divertirti >> e volò avanti, risalendo di quota.

Khendo, pensò al discorso intrattenuto e raggiunse gli amici, per correre con loro:

<< Finalmente hai deciso di raggiungerci >> disse Athena;

<< Certo che sì... >> e la superò;

<< Ehi! Non vale! Aspettami! >> e gli corse dietro, per gareggiare, finché giunsero al lago.

<< Evviva! >> esclamarono Hydo ed Helya, tuffandosi in acqua e schizzandosi a vicenda. Khendo ed Athena invece continuavano a gareggiare intorno alla riva.

Uru si era fermata a bere: era stanca ed aveva bisogno di riposare un po'. La volatile le atterrò accanto: << Principessa, vi sentite bene? >>

<< Sì, sì...Voglio solo fermarmi un momento...Devo ancora recuperare per bene le mie forze, dopo quell'avventura... >>

<< Certo, certo. Ma non sforzatevi troppo mi raccomando >>

<< Tranquilla >> e si tuffò anche lei in acqua;

 

<< E-EHI!! FERMI! Non schizzatevi troppo! E non saltate l'uno addosso all'altro! Non quando siete in acqua >> li rimproverò Zozo;

<< Ma dai, Zozo! Che male c'è? Non annegheremo mica... >> disse Hydo;

<< E' questa la mia paura! L'acqua non è adatta per i felini... >>

<< Oh, suvvia >> rise Helya, schizzando addosso alla volatile: << EHI! Non è affatto diver.... >>

<< E' divertente vero? >> le domandò Uru, sorridendo:

<< Oh, s-sì certo...Cioè.... no! >> rispose scrollandosi l'acqua dalle piume << Non è affatto... >> ed in quel preciso istante arrivarono Khendo ed Athena, che si tuffarono nel lago, inondando involontariamente la povera Zozo:

<< Accidenti...Scusa, Zozo... >> balbettò Khendo, abbassando lo sguardo, per non ridere alla vista della volatile completamente zuppa, con le piume piegate e gocciolanti, che le davano un aspetto buffo: << Grandioso, Khendo... >> sbuffò ironicamente Athena a voce bassa. Zozo si irritò ed alzò la voce: << Tirate subito le vostre chiappette fuori da lì! ORA! >> e i leoncini uscirono dall'acqua dispiaciuti e si sedettero a riva: << Scusaci, Zozo >> dissero in coro. Allora la volatile, addolcita, incrociò le ali al petto e sollevò il volto: << Va bene: accetto le scuse. Però dovrete giocare più tranquilli la prossima volta, chiaro?? >>

<< SI'!! GRAZIE ZOZO! >> la abbracciarono per poi tornare subito nell'acqua: << I giovani! Sempre così energici... >> commentò lei.

Trascorsero molto tempo a nuotare, l'acqua si era fatta tiepida con lo scorrere del pomeriggio e la trovarono piacevole.

Ma ad un certo punto la piccola Uru fu travolta da un forte capogiro: era come se qualcosa sbattesse all'interno della sua testa e facesse sì che tutto si rabbuiasse attorno a lei. Sentì la testa pesante ed il corpo venirle meno: così cadde sott'acqua:

<< URU!! >> si allarmarono gli altri e Khendo, tirandola per la collottola, la portò a riva: << Cos'è successo?? >> chiese con preoccupazione Zozo;

<< Non lo so! Stavamo giocando e...ad un certo punto è svenuta! >>

<< Oh santo cielo! Povera piccola! Presto, prendila sulle spalle tu, che sei il più grande! Torniamo alla Rupe! >> ; Khendo obbedì: la prese sulle spalle e si mise a correre svelto, con gli altri.

Intanto alla Rupe, si stavano radunando la regina con le altre leonesse, per un'altra battuta di caccia, mentre Mohatu era rimasto a tener compagnia al giovane Ahadi nella grotta: << Va meglio ora? >> chiese;

<< Sì, grazie... >> rispose lui;

<< Mi dispiace, forse ti sei sforzato troppo oggi... >>

<< N-non c'è bisogno che vi scusiate...E' tutto apposto. Davvero...ora mi sento meglio >>

<< Va bene, voglio fidarmi... >> rispose il re poco convinto: era sicuro che non si trattava soltanto delle condizioni di salute, ma anche di qualche problema personale, che affliggeva il ragazzo, ma non volle intromettersi in quella questione.

Poi la sua attenzione fu catturata da un'improvviso richiamo:

<< MOHATU! SIGNORE! >>

<< Ma...E' Zozo! >> e corse fuori dalla grotta; Ahadi da dentro tese l'orecchio pronto ad ascoltare:

<< Zozo! Che succede?! >>

<< Vostra figlia! Sta male! Molto male! >>

<< Cosa?!! >>

<< E' svenuta al lago, Khendo la sta portando sulle spalle, ma da quando si è risvegliata non la smette di spasimare! Non so proprio cosa potrebbe avere... >> spiegò agitata. Ahadi, che aveva sentito tutto, fu preso da un'improvvisa preoccupazione.

<< Vai a chiamare Rafiki! >>

<< Sì, signore! >> e volò via.

Nel frattempo i cuccioli erano risaliti sulla Rupe ed andarono da Mohatu.

Khendo si chinò a terra e fece scendere Uru dalle spalle e tutti si misero attorno a lei impauriti: spasimava forte, come se stesse soffrendo molto, ed era molto calda:

<< Che cos'ha?? >> chiese Helya;

<< Non lo so... >> rispose Athena << Guarda! Cos'è? >> chiese indicando la zampa gonfia di Uru, dalla quale fuoriusciva sangue e roba bianca;

Mohatu si sdraiò, prendendo la figlia tra le zampe e le accarezzò dolcemente la testolina.

<< Sire! Ecco Rafiki! >> era tornata Zozo, seguita dal mandrillo;

<< Rafiki! Ti prego! Aiutala! Dimmi che cos'ha! >> implorò il re;

Il mandrillo poggiò la mano sulla fronte della leoncina: << Accidenti.... Scotta tanto...Portiamola dentro! >>; Allora Mohatu prese la figlia e la portò nella grotta;

<< Voialtri invece è meglio se restate qui fuori >> disse Rafiki;

<< Sì... >> risposero loro. Zozo li circondò con le ali e rimase con loro fuori ad aspettare.

Ahadi si scansò per fare spazio alla piccola Uru. Mohatu la posò a terra e fece passare Rafiki.

La piccola agonizzava: l'intero arto posteriore sinistro era gonfio e le doleva fino alle ossa, come se le sue carni stessero bruciando. Il mandrillo le prese la zampa e la ispezionò: ne stava fuoriuscendo sangue e pus, accompagnati da uno strano liquido: << Ma...Cosa le è accaduto?? Da quanto tempo la sua zampa era in queste condizioni?? >> chiese sconcertato; Mohatu non sapeva dargli una risposta precisa: << Non lo so...Ha detto di essere scivolata su una roccia tagliente...Ma ci aveva rassicurati dicendo che non le doleva... >>

<< Probabilmente la sua era una bugia... >> disse Rafiki << Conoscendola, non voleva farvi sicuramente preoccupare... >>

<< Ma perché? Cos'ha?? >>

Rafiki bagnò le punte delle dita con lo strano liquido fuoriuscito dalla zampa di Uru: lo strofinò un po' e lo annusò; la sua espressione si fece angustiata: << Ma questo è.... è VELENO!! >> esclamò;

<< Cosa??! Veleno!? >> si spaventò il re; anche Ahadi ebbe un tuffo al cuore all'udire di quella parola e si avvicinò alla leoncina, preoccupato.

<< E' un pericoloso veleno, che in genere si trova sulle punte di frecce dei Pigmei... Se non si interviene subito, questo può essere mortale >> spiegò il mandrillo;

<< Ma le tribù dei Pigmei non si trovano da queste parti...Come può essere?? >> domandò il re, temendo di perdere la figlia per sempre;

<< Non lo so... Ma devo subito prepararle un antidoto e trovare ciò da cui proviene il veleno. Ascolta, devi andare a prendermi le erbe mediche che crescono vicino all'antro della Rupe, te le ricordi vero? >>

<< Sì, vado subito! >> e il re uscì fulmineo dalla grotta.

Intanto Rafiki legò un'erba sopra al gomito di Uru, per non far diffondere ulteriormente il veleno, e cercò in fretta di trovare il piccolo oggetto avvelenato, nella ferita. Ahadi assisteva timoroso, non sapendo cosa fare per aiutarla.

Poi il mandrillo riuscì ad intravedere una punta scura nelle profondità della ferita, ben conficcata nella carne, ma per riuscire ad estrarla avrebbe dovuto allargare le labbra del taglio ed infilare le punte delle dita a fondo e ciò non poteva essere fatto senza che la piccola ne potesse soffrire ancora più precocemente: << Devo...Devo farle una piccola operazione...Ma soffrirà molto... >> disse afflitto;

<< Posso aiutare in qualche modo?? >> chiese in ansia il giovane leone;

<< Forse...se riesci a tenerla ferma potremo renderle più breve questo tormento... >> disse il mandrillo;

<< D'accordo... >> rispose Ahadi e circondò la leoncina con una zampa, pronto a bloccarla, per quando si sarebbe agitata.

Rafiki le sollevò la zampa e cominciò pian piano ad allargarle la ferita con le dita, ma, come aveva predetto, la piccola si mise subito ad urlare e ad agitarsi a causa del dolore:

<< FERMA! STAI FERMA! >> le gridò Ahadi, cercando di trattenerla, mentre il mandrillo tentava di continuare il suo intervento, ma lei continuava a dimenarsi e cominciò a piangere.

I suoi amici la sentivano gridare da fuori e si intimorirono: << Mamma mia! La stanno torturando! >> esclamò Helya.

Trovandosi in difficoltà, Ahadi la sollevò da terra e la strinse al petto, riuscendo a trattenerla più forte e Rafiki finalmente riuscì proseguire l'operazione. Sopportando le urla e l'agitazione della piccola, le allargò le carni e da queste, con le unghie delle dita, estrasse la punta avvelenata, con forza. Finalmente le agonie di Uru diminuirono e i due tirarono un sospiro di sollievo: << Visto, mocciosa? E' tutto finito...Tutto finito. Ora puoi stare tranquilla....Mi hai fatto venire il mal d'orecchio, accidenti >> le disse Ahadi.

Rassicurata dal caldo petto del giovane leone, che la stava tenendo, si accoccolò su di lui aggrappandosi alla sua criniera, piangendo ed ansimando silenziosamente. Ahadi si intenerì nel guardarla, ma scosse subito la testa:

<< Ehm....Su, ora puoi toglierti....Avanti... >> balbettò;

Rafiki sorrise: << Sai, non credo che abbia intenzione di lasciarti...Dai, rassicurala un po' >>

<< E cosa dovrei fare secondo te?? >>

<< Quello che stai facendo ora, giovanotto >>

<< Ah, sì....certo >>

<< Coraggio, vado a prendere dell'acqua, così le pulisco la ferita >>

<< Va..va bene >> e il mandrillo si allontanò.

Rimasero soli nella grotta: Ahadi non sapeva come comportarsi e intanto Uru continuava singhiozzare, abbracciandolo:

<< Ehm... >> il leone cercò di attaccare discorso << Perché continui a piangere? Ti fa ancora molto male? >> chiese;

Uru sospirò;

<< Allora? Perché piangi? >>

<< Perché...mi dispiace... >>

<< Ma di cosa? >>

<< Vi siete preoccupati tanto per me...scusatemi >> il suo respiro era affannato ed era ancora molto calda;

<< Ma che dici?? Certo che sei proprio strana...! L'importante è che tu guarisca... >>

Uru sorrise e chiuse gli occhi, affondando la testa nella morbida criniera di Ahadi: lui fu preso da un leggero imbarazzo, tuttavia cominciò a provare una piccola e piacevole sensazione, ad averla accanto a sé.

In quel momento arrivarono Mohatu con le erbe e Rafiki con dell'acqua nella concavità di un frutto:

<< Papà... >> lo chiamò Uru, debolmente;

<< Uru! Figliola... >> le leccò una guancia.

Rafiki le ripulì delicatamente la ferita, cercando di non farle male e le fasciò la zampa con una lunga foglia curativa, poi si mise a preparare la mistura di erbe contro il veleno.

Mohatu si sollevò di morale, nel vedere che tutto stava procedendo per il meglio, ma voleva una conferma riguardo al motivo del silenzio della figlia: << Uru, perché non ci hai detto niente riguardo alla ferita? Perché hai voluto tenere nascosta la tua sofferenza? >>

Lei sospirò, abbassando lo sguardo. La testa le girava: << Non volevo che vi preoccupaste... >>

<< Ma, così facendo, non hai fatto altro che aumentare la nostra preoccupazione. Per fortuna siamo intervenuti in tempo. Dovrai sempre dirci, d'ora in avanti, se ci sarà qualcosa che non va... Per il bene di tutti >>

Uru annuì, dispiaciuta:

<< Da quanto tempo avevi quella punta dentro la zampa? Dove l'hai trovata? >> le chiese ancora;

<< Mi è entrata dentro correndo...Poco prima di incontrare lui, nello stesso luogo... ma ero del tutto disorientata >>

<< Sarà meglio guardarsi da quel posto...Dove si trova esattamente, ragazzo? >>

<< Più o meno verso Ovest, a circa metà del corso del fiume >>

<< Bene. Che nessuno vada in quel luogo >>

<< Ma, sire...Io passo molto spesso da quelle parti e vi posso assicurare che non ci sono tribù di Pigmei >> dissentì il giovane;

<< Può darsi, ma di sicuro quello è oppure è stato uno dei loro territori di caccia. Non si sa mai, quindi è meglio evitarlo >>.

Intanto il mandrillo, ascoltando la conversazione, finì di preparare l'infuso e lo porse alla piccola Uru: << Su, bevi e vedrai che domani andrà meglio >> disse; la leoncina lo annusò debolmente e si ritrasse, per il fetore, convincendosi che avrebbe avuto un cattivo sapore, poi, preso il coraggio, iniziò a berlo. Sentì un brivido lungo la schiena e un disturbo allo stomaco e lo risputò subito, bagnando involontariamente i piedi di Rafiki:

<< BLEAH! Che schifo....Oh! Scusa, Rafiki! Non volevo... >> si mortificò; Ahadi cercava di trattenere una leggera risata. Il mandrillo sospirò scuotendo la testa e porse di nuovo l'infuso alla leoncina:

<< Per favore...Cerca di non risputarlo! So che non è buono...Ma è efficace contro i veleni: questo è un antico rimedio, tramandato da generazioni nella mia famiglia, perciò, possibilmente, cerca di berne più che puoi, prima che il veleno rischi di diffondersi >>; Uru fece una smorfia di disgusto, poi obbedì, cercando di inghiottirne il più possibile.

In meno di un minuto, riuscì a svuotare il contenitore, sotto gli occhi stupiti di tutti; poi si lasciò cadere all'indietro, sul petto di Ahadi, mugugnando forte, per il ribollire dell'infuso nella sua pancia:
<< Tutto...Tutto bene? >> le chiese il giovane. Mohatu e Rafiki le si avvicinarono preoccupati.

Uru mugugnò a lungo, dopodiché si slanciò improvvisamente in avanti e gettò un rumorosissimo rotto, che riecheggiò in tutta la grotta, lasciando perplessi tutti gli altri: << Ora sto bene... >> disse, accasciandosi al suolo.

<< Questa leoncina non finirà mai di stupirmi... >> commentò Rafiki.

  
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