Sacrifice
 
 

Trambusto, un grido, un tonfo. Un secondo di silenzio. E poi una risata, fredda e crudele, che ti lacera il cuore, ti uccide. Eppure tu, Lily, sei ancora viva.

Passi leggeri e silenziosi, coperti dal battito del tuo cuore distrutto, salgono le scale.

Le gambe ti cedono, cadi a terra, di fronte a tuo figlio, a vostro figlio.
Le lacrime scendono dai tuoi occhi, bagnano le sue guance, mentre posi le labbra esangui sulla sua fronte. Le tue lacrime si mescolano alle sue. Piange in silenzio, senza emettere alcun suono, stringendo con la manina il tuo dito, perché ha capito.
E  i suoi occhi verdi, copia perfetta dei tuoi, prova del vostro legame, ti chiedono di non abbandonarlo.

<<Sopravvivi, Harry. Sopravvivi per mamma, per papà, perché loro rimarranno sempre con te. Perché loro ti amano. Non ti lasceranno mai.>>

Non sai nemmeno tu dove trovi la forza per dire addio all’ultima cosa che resta della tua vita.

Scacci le lacrime con un gesto rabbioso, e con il tuo corpo straziato dal dolore ti prepari a far scudo, a proteggere la vita che ami più della tua, quella stessa vita che tu hai generato.

La porta viene aperta violentemente, l’inutile barriera di sedie crolla sul pavimento.
Due occhi rossi ti fissano, senza pietà.
 
Tu non hai paura.
I tuoi occhi, impassibili nel loro dolore, non temono l’odio di quello sguardo di fuoco e di ghiaccio.

<<Spostati, stupida.>> Un guizzo di fastidio dietro alla maschera di odio e crudele divertimento.

Pensi a Harry. Senti un calore che si diffonde dentro di te, ti rassicura. Così e meno difficile andare incontro alla morte.

Ed è sempre ad Harry che pensi, al suo volto, alle sue mani, ai suoi capelli, quando un lampo di luce verde, appena più scuro del colore dei tuoi occhi, ti acceca.

Vieni spinta all’indietro, e muori.

Ma il motivo per cui ti sei sacrificata, Lily Evans, sopravviverà.