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Autore: Ari_92    02/04/2012    31 recensioni
Ultimo anno al liceo McKinley, ma le cose sono andate un po’ diversamente da come le conosciamo.
Blaine si è appena trasferito, ma non ha mai conosciuto Kurt.
Cosa succederebbe se, tra nuovi Club e nuovi amici, Blaine perdesse la testa per un ragazzo che sembra detestarlo? Cosa succederebbe, se questo ragazzo nascondesse un segreto?
- “...Mercedes? Chi è quel ragazzo?”
La ragazza si voltò verso Blaine di scatto, quasi avesse dimenticato di non essere sola.
“Si chiama Kurt. Kurt Hummel.” Il ragazzo esitò un attimo, prima di chiederle ciò che lo tormentava dalla prima volta che aveva posato lo sguardo su quel giovane dagli occhi di ghiaccio.
“Cosa gli è successo?” -
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon inizio settimana a tutti :D
Dunque dunque dunque, visto e considerato che alcuni di voi mi hanno scritto che leggono davvero le mie inutili e oscenamente lunghe introduzioni (ma quanto siete carini ç___ç ?), penso che ne approfitterò anche questa volta *-*
Prima di tutto le cose importanti: in questo momento, proprio mentre scrivo, mi sto ingozzando di cioccolato *Q* ...E sapete di che cioccolato parlo? Eh eh eh è.é Oggi mia madre ha fatto la spesa, ed è tornata con un uovo di cioccolata di Glee!! No, ci rendiamo conto?? Amore profondo... Ci ho trovato un paio di cuffie bianche con scritto ‘Glee’ sugli auricolari ù.ù D’ora in avanti ascolterò la musica con più fierezza *^*
...Bene. Dopo questa fondamentale notizia c’è una cosa che posso rendere ufficiale, ovvero il piccolo sequel di questa storia :)!! Ho avuto parecchi consensi, quindi direi che si può fare! Prossimamente vi metterò una piccola introduzione, così mi dite che ne pensate ;)
Anyway, come sapete sono stata in gita quattro giorni, e stavo per impazzire senza internet ç____ç E vi dico solo questo: è stato il male minore. Già, visto e considerato che mi sono ammalata (ancora -.-“) e ho perso del tutto la voce (...Quando in pullman canti Teenage Dream in playback D: )... Un disastro, insomma ù.ù Il tutto incorniciato dal fatto che il mio letto era privo di comodino, il riscaldamento era guasto, ho le mie buone ragioni per sostenere che il cibo fosse in realtà plastica colorata e un nostro amico ci ha tenute sveglie fino a orari indecenti per spettegolare (lui spettegolava, io dormivo sulle carte da Uno -.-“)... *si rende improvvisamente conto che di questo resoconto non importa nulla a nessuno* ...Beh, ecco, sì ù.ù Gita grandiosa ç______ç
Detta questa valanga di scemenze informazioni indispensabili, ne approfitto per ringraziare con tutto il cuore chi ha aggiunto questa FF a seguite, preferite o ricordate :’)!! Inoltre, un bacio a LUcy__, sakuraelisa, Tallutina, YouArePerfectToMe, P e r l a, CalliopeVittoria, Me_Mi, Fiby AndersonBass_, Alessandranna, aleka_80, elisabethy92, _Iclemyer_, _Breakable, violanassi, Ocatarinetabelasciscix, mikygleek91, CrissColferIsOnBitches, KIAsia, missdarcy24, GiNeVrA_21, sandy_hachi, Oceanic 6, saechan, Joick, Guzzy_12, Meg___Gleek, belinda adriani, LexyDC__, _marti, JulesCullenMeyer, anastasianapp e Maggie_Lullaby che hanno recensito lo scorso capitolo *ç*!!
Spero che l’aggiornamento vi piaccia... Non anticipo niente questa volta ;) *troll face*

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando la mattina seguente Blaine aprì gli occhi, gli ci volle qualche lungo istante per realizzare che niente di ciò che aveva vissuto la sera precedente era stato solo un sogno. Kurt era davvero piombato a casa sua dopo una lunga settimana di lontananza.
Non riusciva nemmeno a crederci.
Ripercorse mentalmente tutto ciò che era successo, ritrovandosi a pensare confusamente che, a rigor di logica, ora il suo ragazzo avrebbe dovuto essere sdraiato al suo fianco.
 
Prese un respiro profondo e allungò cautamente una mano verso sinistra.
Trattenne l’aria tutto il tempo perché, per quanto ne sapeva, Kurt poteva benissimo essersene andato o, più in generale, lui poteva essersi immaginato tutto.
 
Poi però intercettò qualcosa di caldo e soffice, che aveva tutta l’aria di essere il braccio di qualcuno.
 
Il suo cuore accelerò istantaneamente, e con l’altra mano raggiunse l’interruttore della abatjour, facendolo scattare.
Si voltò, ed ebbe una fitta al petto.
Di quelle che ti trapassano inesorabilmente da parte a parte, senza che tu possa far niente per fermarle. E Blaine si sentì esattamente così, svuotato, alla vista di ciò che aveva davanti.
 
Kurt era sdraiato a pancia in giù, con le gambe attorcigliate nelle coperte, la testa girata verso di lui e un braccio abbandonato sotto il cuscino. Blaine si perse nella sua espressione, completamente inerme ed abbandonata, la bocca appena socchiusa.
Non sembrava nemmeno reale, e avrebbe voluto sfiorargli il viso per accertarsene se solo non fosse stato così impaurito di alterarne la perfezione.
Sorrise, seguendo con lo sguardo l’altro braccio del suo ragazzo, che scoprì essere ancora appoggiato sul suo stomaco, esattamente come la sera prima, quando si era addormentato accoccolato contro di lui e per un momento – un solo, folle momento – aveva desiderato che fosse così per sempre.
 
Si sentì stupido per questo, e ridacchiò mentalmente all’idea di quanto Kurt avrebbe dato di matto a sentirsi dire una cosa del genere. Eppure, non poté impedirsi di immaginare quella stessa situazione proiettata avanti di qualche anno. Lontano da Lima, magari. Non poté impedirsi di desiderare di svegliarlo, vederlo impazzire perché non si era ancora spalmato tutte le sue creme, e poi baciarlo, rassicurarlo ed amarlo fino a quando non avesse capito che, per quanto lo riguardava, non c’era niente di più bello di lui a quel mondo.
 
Blaine strinse le labbra, costringendosi a non pensarci.
Fece per alzarsi cautamente dal letto, quando si rese conto della mano di Kurt che, non si sa come, anche nel sonno rimaneva stretta attorno alla sua maglietta, quasi non volesse lasciarlo andare.
E sapere di significare davvero qualcosa per lui, qualcosa a cui voleva aggrapparsi, era tutto ciò che poteva desiderare.
 
Staccò delicatamente le sue dita dalla t-shirt, facendogli borbottare qualcosa. Era piuttosto sicuro che non esistesse immagine di più adorabile di quella. Si chinò a lasciargli un piccolo bacio sulla fronte, poi si alzò dal letto, cercando di fare meno rumore possibile.
 
Kurt scivolò dalla sua parte del materasso, e si accoccolò lì, avvolgendo le braccia attorno al cuscino dove fino a pochi minuti prima dormiva lui.
 
 
                                                                    ***
 
 
Latte, aranciata, biscotti... Doveva esserci tutto, o almeno così sembrava a Blaine, mentre controllava per l’ennesima volta il vassoio dove aveva allestito quella che avrebbe dovuto essere una specie di colazione.
In realtà non aveva idea di come avrebbe reagito Kurt a vederlo entrare con quella roba in mano, ma confidava che apprezzasse il gesto, senza dare di matto per essere ancora spettinato.
 
Fece per prendere in mano il vassoio, quando uno scampanellare deciso alla porta gli fece quasi prendere un colpo. Uscì velocemente dalla cucina e si fiondò all’ingresso: chiunque fosse, non voleva che svegliasse Kurt.
Per un momento ebbe il terribile sospetto che i suoi fossero tornati dalla loro breve vacanza prima del tempo, cosa che mise già in moto il suo cervello alla ricerca di una qualsivoglia scusa che giustificasse la presenza di un ragazzo che non avevano mai visto nel suo letto.
 
Blaine ebbe cura di stamparsi in faccia il migliore dei suoi sorrisi tirati, prima di abbassare la maniglia.
 
Uh.
 
Beh. Questo era decisamente peggio.
 
“Anderson!! Come vanno le cose al McKinley?” Prima che potesse inventarsi un qualsivoglia pretesto per mandarli via, Jeff e Nick gli erano già bellamente saltati addosso.
Blaine indietreggiò di qualche passo, sotto l’impeto di quell’abbraccio.
 
“Jeff, Nick... Non vi aspettavo, ragazzi.” I due lo lasciarono andare, chiudendosi senza troppi complimenti la porta alle spalle.
“È un modo carino per dirci che non ci vuoi qui? Perché sai, non abbiamo intenzione di andarcene.”
“Ma no!” Mentì spudoratamente “Solo, mi chiedevo cosa vi porta qui di domenica mattina, con ancora addosso la divisa della Dalton, per giunta.”
 
Nick lo guardò con tanto d’occhi.
“...E lo chiedi anche?? È l’anniversario dei tuoi, Blaine! Dovevamo passare da te, tutto solo soletto...”
“Ok... ora mi fate paura. Fino a ieri nemmeno io sapevo che era il loro anniversario, come diavolo- ” Jeff alzò gli occhi al cielo.
“Per rispondere alla tua domanda, sappiamo dell’anniversario perché l’anno scorso se ti ricordi hai invitato praticamente tutti i Warblers a casa tua e, sempre se ti ricordi, è stata proprio quella sera che il qui presente signor Duvall – evidentemente ubriaco –  ha pensato bene di baciarmi- ”
“Sta’ zitto Jeff! Sappiamo benissimo entrambi che sei stato tu a baciarmi.” Gli ricordò con aria vagamente compiaciuta, ricevendo un’occhiata indignata dal biondo.
“Ma sentitelo! Certo Nick, continua a ripetertelo, e forse un giorno- ”
 
“Un momento.” Li interruppe Blaine, con aria sconvolta.
“...Dunque voi festeggiate l’anniversario nello stesso giorno dei miei genitori?! Ok, ora ho davvero paura.”
“Taci hobbit. Non siamo qui per parlare del mio masochismo a sopportare questo qui per un anno intero- ”
“Non mi sembra che tu ti sia mai lamentato, Jeff...” Ricevette una gomitata nelle costole.
“...Quello che Nick voleva dire, è che siamo qui per ben altri motivi.”
 
E poi accadde.
 
Entrambi assunsero quella spaventosi aria ammiccante che Blaine aveva ingenuamente sperato di non dover più intercettare in vita sua.
 
“Ragazzi...?”
Jeff con una mossa repentina schizzò fino al soggiorno, esattamente ai piedi della rampa di scale che conduceva al piano di sopra.
Blaine udì l’inconfondibile risata malvagia del biondo e, quando lo raggiunse, ormai era troppo tardi.
 
“Ciao Kurt!”
 
 
                                                                   ***
 
 
Kurt fu svegliato dall’odioso suono di un citofono che trillava.
 
Evidentemente suo padre aveva dimenticato le chiavi di casa vicino al tostapane, e la povera Carole si era dovuta alzare ad allungargliele. Si stiracchiò pigramente, prendendo una profonda boccata d’aria.
 
Oh. Quello... quello era l’odore di Blaine.
 
Scattò a sedere sul letto e, una manciata di secondi dopo, realizzò che non era stato solo un sogno. Aveva dormito davvero assieme a Blaine, ed ora era davvero sul suo letto, avvolto dal suo profumo.
Kurt spostò istintivamente la mano al suo fianco, ma non trovò nessun corpo addormentato accanto a lui. Evidentemente si era già svegliato.
Kurt sperò che fosse sceso senza accendere la luce: Dio solo sapeva quanto era inguardabile senza le sue creme mattutine.
 
Cercò a tentoni la lampada vicino al letto e, una volta accesa la luce, si diresse senza indugio in bagno, dove si sistemò per quanto quel luogo tristemente privo di qualsivoglia tipo di prodotto di bellezza glielo consentisse.
Intanto i rumori provenienti dal piano di sotto si erano accentuati, segno che qualcuno era seriamente entrato in casa, e davvero, nel caso fossero i genitori di Blaine le cose non erano esattamente messe molto bene.
Deglutì rumorosamente, risolvendosi di affacciarsi solo un minimo dalla tromba delle scale, in modo da intuire la natura dei visitatori – e dovevano essere più di uno, perché non era neanche lontanamente pensabile che tutto quel baccano provenisse da una persona sola –.
 
Si aggiustò il pigiama come meglio poté e, lanciando un’ultima occhiata al letto, uscì dalla stanza, nella consapevolezza che quella appena trascorsa era stata senza ombra di dubbio la miglior serata della sua vita.
Si sedette sul primo gradino della scalinata, e non riuscì a fare a meno di pensare che, in effetti, aveva davvero finito per sentirsi più vicino a Blaine.
La cosa strana era che, a differenza di quanto credeva, questa nuova intimità non era dovuta esclusivamente a quanto successo la sera prima. Aveva creduto che vivere un primo accenno del lato fisico del loro rapporto avrebbe cambiato le cose, e l’aveva fatto, ma in un modo del tutto diverso da quel che immaginava.
 
Non contava sul fatto che quello potesse farlo, se possibile, innamorare ancora di più.
O più completamente, o con maggiore consapevolezza, né fargli tremare le gambe al pensiero che, nonostante l’imbarazzo, non vedeva l’ora che ricapitasse.
 
Oh.
E quella mattina doveva parlarne con Blaine.
 
D’accordo, questo era un problema, e tra l’altro-
 
“Ciao Kurt!” Il ragazzo si pietrificò completamente, spalancando gli occhi. Fantastico, si era lasciato prendere dai suoi pensieri al punto da perdere allegramente ogni sentore spaziotemporale.
 
Il che non era un bene.
Soprattutto con Jeff che gli sorrideva con lo stesso sguardo inquietante che aveva adottato quando l’aveva praticamente pregato in ginocchio di mettersi con Blaine, il giorno delle Regionali.
“Dunque c’è davvero? C’è davvero?!!” Nick raggiunse l’altro ragazzo da chissà dove, saltellando come un pazzo.
 
Oh, no.
 
Kurt aveva sviluppato un certo terrore per loro due, soprattutto dopo quell’sms dove volevano sapere – a detta loro – i dettagli sconci di ciò che facevano lui e Bl-
Oh, no. No, no e no! Blaine aveva davvero chiamato quei due per aiutarlo a parlargli di quelle cose?
 
Doveva scappare da quella casa.
Avrebbe realizzato una fune legando le coperte, in modo da potersi calare dal balcone, e poi-
 
“Oddio! Kurt, davvero, sei sempre schifosamente adorabile, ma in pigiama superi veramente te stesso!” Un attimo dopo Nick era al suo fianco, guardandolo esattamente come avrebbe guardato la piccola Lily, se solo fosse esistita.
“C-Ciao Nick...” Jeff, da in fondo alle scale, sbuffò sonoramente.
“Hai presente il nostro anniversario? Beh, era il primo e anche l’ultimo.” Nick emise un versetto di giubilo, afferrando Kurt per un braccio e trascinandoselo dietro, fino a ritrovarsi nell’atrio con gli altri.
 
Fu proprio lì che il giovane Hummel intercettò il suo ragazzo, che se ne stava appoggiato a una colonna con aria affranta.
Gli sorrise istintivamente, e a un tratto gli parve di sentirsi ancora stretto a lui, nel letto che per la prima volta avevano condiviso. Gli si avvicinò cautamente e – a giudicare dalla faccia – non sembrava proprio che fosse in combutta con i due pazzoidi a mezzo metro da loro.
Blaine catturò il suo sguardo, e subito lo abbracciò teneramente, senza sapere quanto quel piccolo gesto gli stesse togliendo il fiato.
 
“Mi dispiace... Avrei voluto svegliarti io. Stavo anche preparando la colazione...” Gli sussurrò a un orecchio, abbastanza piano perché potesse sentirlo soltanto lui.
Kurt si sentì stringere il cuore.
 
La colazione.
Blaine gli stava preparando la colazione.
 
Era piuttosto sicuro di aver perso qualche anno di vita, ma tentò il tutto e per tutto per non darlo a vedere.
“Mmh... Devo dedurre che cercavi un modo per corrompermi così da poter intavolare quel discorso, non è vero?” Lo sentì irrigidirsi tra le sue braccia, e lo lasciò andare per guardarlo negli occhi.
“Blaine. Sei il fidanzato migliore di questo mondo, e io- ...Aspetta, avevi dimenticato di volermi parlare di quelle cose?? Mi sono appena tirato la zappa sui piedi da solo?”
 
Blaine scoppiò a ridere, suono che tuttavia non sovrastò il battibecco accanto a loro.
 
“Si può sapere che diavolo hai da ridere, Nick?! Ti ho appena minacciato di mollarti!” Scattò Jeff, puntando il dito contro la faccia divertita dell’altro ragazzo, che aprì le braccia con ovvietà.
“Prima di tutto, adoro quando fai il geloso. Secondo, so che non mi lasceresti mai.”
“Geloso? Io? Di te?? Ma non farmi ridere. E poi, cosa ti fa essere tanto sicuro che non ti lascerei mai, Nick? Perché pensa un po’, potrebbe succedere prima di quanto credi!”
“...Sì. Decisamente geloso. E diciamocelo: io sono troppo dannatamente affascinante per essere lasciato.”
“...Tu cosa?? Ok, è finita.”
“Bene.”
“Bene.”
 
“...Jeff? Non fai sul serio, vero?” Il biondo non rispose, fissando Nick con aria offesa.
“Daaai Jeff!! Lo sai che scherzo! L’unico che vedo sei tu, Kurt mi fa solo tanta tenerezza... Insomma, deve sopportare Blaine! Non è da tutti.” Jeff sbuffò.
“Tu come la prenderesti se io mi mettessi a fare i grattini all’hobbit, scusa?” Nick assunse un’aria schifata. Aprì la bocca per rispondere, poi la richiuse.
“Ok... Pessimo esempio.”
“...Non credo che mi toglierò mai più questa agghiacciante immagine dalla testa.”
“Che orrore.”
“Ehm... ragazzi? Io sono qui.” Disse Blaine, e Kurt sperò che non l’avesse mai fatto. Perché, perché attirare l’attenzione di quei due pazzoidi, quando potevano semplicemente scappare di casa a gambe levate? Jeff e Nick si voltarono verso di loro, schiaffandosi una mano sulla fronte.
 
“Ecco! Stavamo di nuovo perdendo di vista il fine della nostra visita!” Blaine alzò un sopracciglio.
Ha un fine?”
Certo che ce l’ha, Anderson. E ora se non vi dispiace...”
 
Kurt e Blaine furono bellamente catapultati in salotto, e in un baleno tutti e quattro erano seduti sul tappeto, intorno al tavolino basso.
 
“Mooolto bene. Dunque ragazzi, siamo qui perché... mmh...”
“Fondamentalmente perché Jeff è un pettegolo.”
“Taci tu. Dicevo, siamo qui perché ieri sera abbiamo ricevuto la chiamata di una santa, santissima donna che avevamo conosciuto il giorno delle Regionali.”
“Mercedes.”
“Appunto. Che ci ha detto, testuali parole ‘Non ho creduto neanche per un momento che Kurt e Blaine dovessero dar da mangiare a un gattino, semplicemente volevano far star zitta la Berry in modo da poter fare ses- Kurt! Dove pensi di andare??” Il ragazzo si gelò sul posto.
 
Dannazione.
Proprio quando credeva di riuscire a svignarsela... Nick lo tirò di nuovo giù, facendolo sedere accanto a Blaine.
 
“Jeff, Nick... io... Credo di aver capito che piega prenderà questa conversazione, e penso di avere un impegno improvviso che non posso proprio rimandare- ”
“Oh! Bando alle ciance! Com’è andata?” Kurt e Blaine rimasero impietriti, voltandosi l’uno verso l’altro con l’aria di chi è al limite di una crisi isterica.
Il giovane Hummel fu vagamente consolato dal fatto che il suo ragazzo avesse la sua medesima faccia sconvolta.
 
Non credeva l’avrebbe mai pensato, ma a un tratto parlare di quelle cose con Blaine sembrava davvero il male minore.
 
“...Pronto? Siete morti?” Kurt si portò una mano tra i capelli, gesto che non avrebbe mai fatto, se non in casi disperati come quello.
“Non ci posso credere. È una congiura!” Si voltò verso Blaine “Ti rendi conto che nel giro di due giorni cinque persone ci hanno chiesto quello- quello che-... Non è possibile.”  Jeff alzò gli occhi al cielo, posizionandosi più comodamente sul tappeto.
“Suvvia Kurt, dovevi aspettartelo! Poi noi siamo troppo curiosi. Avanti!” Kurt lanciò uno sguardo terrorizzato al suo ragazzo, senza avere la minima idea di cosa dire.
 
“Ehm... Veramente noi...” Nick sorrise, sporgendosi sul tavolino.
“Veramente voi, cosa?” Blaine balbettò qualche parola priva di senso, e Kurt era ben lungi da aprire bocca.
Nick sembrava raggiante, esattamente al contrario di Jeff, che si teneva arpionato al bordo del tavolino, quasi temesse di perdere i sensi.
 
Non l’avete fatto, non è così?”
 
Kurt era abbastanza sicuro che ci fosse una finestra che dava sul cortile, nella stanza accanto. Magari con un po’ di fortuna sarebbe potuto fuggire da lì. Intercettò per un attimo Blaine, che sembrava pietrificato.
 
Ci fu qualche lungo istante di silenzio, interrotto dalla risata gioiosa di Nick.
 
Ah! Lo sapevo! Jeff, mi devi venti dollari.”
“Non ci penso neanche. Certo che l’hanno fatto, vero Blaine?”
 
D’accordo. Tutto ciò non era possibile. Kurt afferrò il braccio di Blaine, più per disperazione che per altro. In ogni caso, il moro si decise a parlare.
 
“Voi... voi avete scommesso su questo??”
 
Jeff e Nick lo guardarono straniti, quasi fosse lui il pazzo a chiedere una cosa del genere.
Ovvio che l’abbiamo fatto! Ma ora la domanda è: avete fatto sesso sì o no?”
“Ragazzi, sparite.”
“...Era un sì?” Blaine si lasciò andare a un sospiro frustrato, per poi scattare in piedi e afferrare i due visitatori per un braccio. Kurt avrebbe volentieri dato una mano, se non fosse stato pietrificato sul pavimento.
“Blaine! Parla!” Rimase esattamente dov’era, ignorando i versi scomposti che provenivano dall’ingresso.
“Dai Anderson! Guarda che conta anche se avete intenzione di farlo adesso. È importante! I miei venti doll- ”
“Salutami Kurt! Li spenderò alla vostra salute!”
 
Quando sentì la porta di casa Anderson sbattere, Kurt era abbastanza sicuro che, dopo questo, era immune qualunque cosa.
 
 
                                                                  ***
 
 
Blaine appoggiò la schiena al legno liscio della porta di ingresso, senza riuscire a trattenere un sospiro di sollievo.
D’accordo, aveva sempre saputo che i suoi amici non erano esattamente sani di mente, ma arrivare a scommettere su quello che lui a Kurt avevano o non avevano fatto a letto, beh, avevano a dir poco superato loro stessi.
La cosa peggiore in assoluto era che quei due pazzoidi avevano pensato bene di uscirsene con quella faccenda proprio il giorno il cui aveva intenzione di parlare con Kurt di sesso, cosa che già di per sé sarebbe stata un’impresa, senza che ci si mettessero anche Jeff e Nick a traumatizzarlo.
 
Si diresse velocemente verso il soggiorno, nell’intento di sondare fino a che punto il suo povero ragazzo fosse sotto shock.
Si fermò all’ingresso della sala, e lo trovò di spalle, ancora seduto sul tappeto.
Blaine si chiese se il fatto che non fosse ancora scappato di corsa da quella casa fosse un fattore positivo o meno.
 
“Mi dispiace.” Disse preventivamente. E dopotutto non era altro che la verità. Avrebbe voluto che ogni cosa fosse perfetta, esattamente come lo era stato la sera prima, almeno per lui.
Non aveva idea di cosa pensasse Kurt in merito, e forse grazie a Jeff e Nick non l’avrebbe saputo neanche quella mattina.
Kurt si voltò lentamente verso di lui. Era scosso, questo era chiaro, tuttavia i suoi occhi limpidi lo stavano fissando intensamente, quasi a volerlo rassicurare che, in fondo, andava tutto bene.
Si aggrappò a quella speranza e mosse qualche passo verso di lui, nel tentativo di cogliere nei tratti del suo viso fino a che punto i suoi maledettissimi amici fossero stati distruttivi.
 
“Non è colpa tua.” Blaine rimase spiazzato da quelle parole. Era convinto che ne sarebbe uscito un putiferio, e invece Kurt era lì, quasi sollevato, mentre si alzava dal pavimento e lo raggiungeva.
Non poté fare a meno di notare come i suoi capelli fossero ancora un po’ schiacciati da un lato, e di come questo non alterasse comunque la perfezione del suo volto, con quegli occhi chiari, la pelle candida e l’aria innocente.
 
Blaine sorrise.
Se per un po’ aveva sperato di fare l’abitudine a quella specie di creatura celeste che aveva come ragazzo, ormai aveva perso le speranze.
 
“Blaine? Stai bene?” Lui annuì, risvegliandosi dai propri sogni ad occhi aperti.
“...Sì. Sì, credo. La domanda è come stai tu.” Kurt riempì la breve distanza che ancora li separava, avvolgendogli le braccia intorno al collo e baciandolo dolcemente sulle labbra. Blaine lo attirò a sua volta verso di sé, e gli accarezzò la schiena, inspirando il suo odore.
 
Non riusciva ad associare nulla al profumo di Kurt.
Era uno strano miscuglio di miele, aria fresca e nuvole che non avrebbe saputo definire diversamente.
Il ragazzo si separò da lui, senza tuttavia sciogliere il loro abbraccio.
“Sto decisamente meglio, adesso. E poi sono contento che hai cacciato quei due pervertiti.” Blaine annuì, dandogli un bacio veloce sulla punta del naso. Kurt sorrise adorabilmente.
 
“Ok, facciamo finta che non sia successo niente. Mi sono svegliato adesso e sono sceso in soggiorno, e ti ho trovato qui...” Il moro diede un altro bacio sulle sue labbra piegate all’insù.
“...Buongiorno.” Il suo ragazzo lo prese per mano, e Blaine avrebbe solo desiderato che potesse essere sempre così. Avrebbe solo voluto vederlo rilassato, sereno e a suo agio tutto il tempo, e non solo quando erano nascosti al resto del mondo.
Non era giusto. Blaine lo sapeva, e davvero, non era una persona incline all’odio, ma detestava profondamente ognuno dei bastardi che avevano ferito Kurt al punto da straziarlo in quel modo.
 
Rendergli spontaneo fingere di essere qualcun altro.
 
“Buongiorno anche a te.” Inspirò profondamente, costringendosi a non farsi prendere da quei pensieri. Non in quei momenti che – come Kurt aveva detto la sera prima – appartenevano a loro, e a loro soltanto.
“Andiamo a fare colazione?” Lui annuì, e Blaine lo condusse in cucina, dove il vassoio era ancora abbandonato sul bordo del tavolo.
 
Si sedettero l’uno di fronte all’altro sugli sgabelli del bancone.
Il moro dispose il contenuto del vassoio tra di loro, e radunò le tazze di latte con l’intento di metterle a scaldare nel microonde, visto che con il considerevole contrattempo di poco prima avevano avuto tutto il tempo di raffreddarsi.
Impostò il timer e, mentre le scodelle di porcellana iniziavano a girare lentamente su loro stesse, Blaine si fece coraggio e parlò.
 
“Kurt?”
“Mmh?” Si voltò, scoprendolo intento a mangiare i biscotti. Kurt intercettò il suo sguardo, e appoggiò sul tavolo quello che aveva in mano.
“Ehm... Scusa. Avevo fame, così- ”
“Ma no, mangia pure! Mi stavo solo chiedendo se vale ancora l’idea di parlare di sesso... dopo quello che è successo stamattina intendo.” Kurt abbassò meccanicamente lo sguardo, fissando con profondo interesse le briciole dei suoi biscotti.
 
Blaine estrasse le tazze dal forno, tornandosi a sedere al suo posto.
“Senti, per me non c’è problema se vogliamo rimandarlo. Insomma, sarai già abbastanza sconvolto da- ”
 
“Facciamolo.”
 
Blaine per poco non si strozzò con il latte.
 
“...E-Eh?” Il viso del suo ragazzo si tinse progressivamente di ogni tonalità di rosso, al ritmo della presa di consapevolezza di quanto aveva appena detto.
“No! Voglio dire, parlarne!” Balbettò.
“Sì! Sì, certo! Parlarne... Ma davvero, se non vuoi- ”
“Blaine. Voglio solo che ne parliamo adesso, così posso circoscrivere a due giorni tutto l’imbarazzo che potrò mai provare nella mia vita. Non ci tengo a trascinarmi dietro questa cosa ancora a lungo.” Blaine ridacchiò, bevendo un sorso della sua aranciata.
 
“D’accordo allora.”
“Bene.” Dopo qualche istante di silenzio Kurt alzò timidamente lo sguardo, mordicchiandosi il labbro inferiore, come faceva sempre quando era nervoso per qualcosa. Blaine amava conoscere quei particolari.
 
“Beh? Non inizi?”
“Kurt, non ne parlerò a te. Ne parlerò con te.”
 
Lui si mise in bocca un biscotto.
 
“Questa sembra una pessima idea.”
“Ma- ”
“Ok, ok! Però inizia tu.” Blaine sorrise, e fece per aprir bocca, quando Kurt lo interruppe.
 
“Aspetta! Aspetta. Se hai intenzione di parlare di cose... ehm... tecniche, non farlo. Voglio dire, so come funziona, e sono abbastanza sicuro che morirei a sentirlo dire ad alta voce. Oh! E che non ti venga in mente di farmi domande strane, perché potrei tirarti il latte in faccia e scappare.” Il ragazzo fissò Kurt con tanto d’occhi, vagamente imbarazzato.
“O-Ok...”
 
“...Non è che possiamo iniziare da qualcosa di soft?”
“Possiamo iniziare da ieri sera.” Kurt arrossì di colpo, abbassando di nuovo lo sguardo. Iniziò a tamburellare le dita sul tavolo, e gli ci volle qualche istante per parlare.
 
“Te l’ho detto... È stato speciale per me. E... sì, insomma, avevo detto di volermi sentire più vicino a te, ed è esattamente quello che è successo.” Blaine annuì.
“Non hai nessun rimpianto allora?”
“No. Io... Proprio no. Tu... tu invece ne hai?” La sua aria seriamente preoccupata lo fece sorridere.
“Assolutamente, nessuno. Mi chiedevo solo se tu non ti aspettassi qualcosa di diverso... o qualcosa di più.” Kurt sgranò gli occhi, fermando a mezz’aria il cucchiaino di zucchero che aveva intenzione di aggiungere al latte.
 
“Cos- ...No! Non- Non volevo niente di più... Voglio dire, non so se hai notato, ma per me è stato un traguardo solo il fatto di farmi vedere da te senza maglietta, quindi... Oh, e ti sono grato per non aver provato ad andare oltre, tipo togliermi i pantaloni o cose del genere, perché io vorrei... Insomma, ho sempre immaginato che non ci sarebbe stata fretta, che- Beh, che ci prendessimo il nostro tempo per... per avvicinarci.”
Blaine evitò di fargli notare che, in definitiva, tra i due era decisamente lui che stava parlando di più, per evitare che si ammutolisse.
 
Anche perché al momento la questione che più gli premeva era un’altra.
 
“...Hai sempre immaginato?” Kurt gli lanciò un’occhiata imbarazzata, sbriciolando nervosamente un biscotto.
“No! Cioè, sì... Ma non prendermi per maniaco! Io... Ho solo pensato al fatto che mi piace quando ci baciamo, e... e mi è piaciuto anche quello che abbiamo fatto ieri sera. E penso che vorrei che fosse sempre così. Dolce, intendo, e romantico. E che ci prendessimo il tempo che ci serve... senza fretta.”
 
Blaine sentì un peso improvviso opprimergli il petto.
A un tratto ebbe paura, paura di non essere abbastanza per il ragazzo che aveva di fronte. Perché, ne era certo, trovarsi accanto una persona come Kurt metteva in discussione ogni cosa, prima tra tutte il suo cuore, provato dalle parole che aveva appena sentito.
Gli aveva detto esplicitamente ciò che voleva, in un modo talmente ingenuo e innamorato da togliergli il fiato. Ma aveva bisogno di più certezze, per potergli rispondere.
 
“Ed è così che l’hai immaginato? Voglio dire... Ci avrai pensato per forza. Tutti ci pensano.” Lui abbassò di nuovo lo sguardo.
“Kurt. Non devi sentirti imbarazzato, ok? Dimmi solo la verità, così poi potrò dirti quello che penso io.” Lo sentì deglutire a vuoto, mentre alzava timidamente gli occhi.
 
“...Beh. All’inizio pensavo che il- il sesso dovesse essere una gran cosa, perché altrimenti la gente ne parlerebbe tutto il tempo?
Ma poi ho iniziato a credere che fosse solo qualcosa di- ...qualcosa di riduttivo, e volgare, e superficiale... Sai, solo per divertirsi...”
 
Si sistemò nervosamente qualche ciocca di capelli, e sembrava ben lungi da continuare quel discorso.
 
“...La pensi ancora così?” Lo incalzò Blaine, cercando il suo sguardo.
Quando lo trovò, la risposta che ci lesse era lampante, quasi emergesse spontaneamente dai suoi occhi chiari.
 
“...No.
Quello che è successo ieri... mi ha fatto capire che il vero piacere non sta nel toccarsi- cioè, , anche in quello, e mi ha fatto sentire meravigliosamente, ma ancora migliore è stata la consapevolezza di volere proprio te lì con me, e nessun altro.
E quando mi hai guardato... e mi hai baciato qui,” si portò una mano sul cuore “è lì che ho capito perché la gente ne parla tanto.”
 
Blaine restò senza parole, e senz’aria.
Per il semplice fatto che non avrebbe potuto immaginare di ricevere una dichiarazione d’amore così sentita, semplice e devastante allo stesso tempo. Si chiese se Kurt aveva idea di quanto avesse portato quella conversazione ben oltre a quelle che erano le sue più rosee aspettative. Si chiese se sapesse che, dopo quelle parole, aveva ogni più piccola parte del suo cuore.
 
“Ho... Ho detto qualcosa di sbagliato? Tu credevi... vorresti che noi... Perché se tu non vuoi aspettare allora io mi adatterò, se- ”
“Kurt.” Intercettò la sua mano sul tavolo, prendendola delicatamente tra le sue.
Lui tenne la testa bassa, osservando i pezzetti dei biscotti che galleggiavano nel suo latte.
 
Blaine fece per parlare, ma Kurt lo anticipò.
“Mi dispiace. Non avrei dovuto dirti quelle cose. Ora penserai che sono una specie di... di ragazzino, e ti sarà anche passata la voglia di fare... quel genere di cose con me- ”
“Kurt. Ascoltami. Non penso niente di tutto questo, anzi: penso che tu abbia fatto benissimo a dirmelo. È per questo che ne stiamo parlando, no? Capire cosa vogliamo, come e quando lo vogliamo. E sappi che non ti considero un ragazzino per il fatto di voler fare un passo alla volta, né tantomeno per desiderare che sia romantico.
È naturale che sia così, che tu ti voglia sentire amato, e anch’io preferisco che ci prendiamo i nostri tempi. Ok?” Kurt sembrava davvero sollevato, come se avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo.
 
“E poi Kurt... Io ne so esattamente quanto te. La sera della festa di Rachel è stato anche il mio primo bacio.” Lui ridacchiò.
“Ti ricordo che io ho anche baciato Brittany, quindi tecnicamente sono io quello con più esperienza.”
“Appunto. Quindi non parlare come se io avessi chissà quale scienza infusa, perché ti assicuro che non è così. E soprattutto non dire che ti adatteresti, se io volessi qualcosa per cui non sei pronto, o su cui hai anche solo qualche dubbio. Perché non è giusto: tu devi fare solo quello che ti senti, e così anch’io. Siamo diversi, abbiamo i nostri desideri, ma dobbiamo rispettare quelli dell’altro.” Kurt annuì, e sembrava quasi emozionato.
 
Blaine ne ebbe la certezza quando sentì tramare la sua mano sotto la propria.
“...Stai bene?” Lui sorrise, in modo talmente disarmante da stringergli il cuore.
 
“È solo... Riesci sempre a farmi sentire importante, Blaine, tu... riesci a dare un valore aggiunto alle cose, non so come spiegarlo... A un tratto questa è entrata nella top five delle mie conversazioni preferite.” Il moro tirò un sospiro sollevato.
Certo, non erano entrati in chissà quali dettagli, ma dopotutto certe cose non possono essere pianificate a tavolino. L’importante per il momento era che entrambi sapessero ciò che volevano, e come lo volevano: con quelle premesse il resto sarebbe venuto da sé.
 
E, come al solito, Kurt non la smetteva di meravigliarlo.
 
“Quindi me lo prometti? Prometti che mi fermerai nel caso facessi qualcosa che non vuoi? Io prometto che lo farò, se dovesse capitare a me.” Lui annuì, ed esitò un istante prima di parlare.
 
“...Sono contento che ne abbiamo parlato.” Blaine sorrise, accarezzandogli il dorso della mano.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
Eccoci qua ^_^
...Che dire di questo capitolo? Prima di tutto che è finito in una maniera decente, quindi può darsi che non verrò minacciata di morti lente e dolorose ù.ù E poi... Già, è giustappunto finita la Niff week, ed ecco che abbiamo il loro trionfale ritorno *-* ...Poveri Klaine, comunque XD
Come sempre aspetto i vostri pareri *Q*!!
A giovedì <3 
  
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