Ciao a tutti!! Siamo Gin 92 e
Titty90 ed insieme abbiamo scritto questa ficcy! Buona
lettura! ^^
°°°°°°°°°°
Ed eccomi qua.
A camminare in questa strada super affollata di gente, di
ragazzi che devono tornare ad Hogwars,
la prestigiosa Scuola di Mangia e Stregoneria, che anche io, qualche anno fa,
frequentavo.
Quanti anni fa? Cinque?! Sei?! O anche di più..ormai
non ricordo.
E infondo..perchè ricodare quei momenti?
Perchè soffrire ancora? Perchè?
Perchè devo ricodare, perche voglio ricordare, perchè non si può non ricordare il passato. Il passato serve per non far nel
futuro i vecchi errori.
Avrò imparato la lezione? No..non l'ho imparata.
Sono così maledettamente ingenua che ancora ci casco.
Fin dal mio primo anno a Scuola facevo l'oca, facevo l'arrogante, mi mostravo come tutti volevano che
fossi. Una Serpeverde. La figlia dei Parkison,
amici di vecchia data dei Malfoy, degli Zabini e dei Nott.
Dovevo essere come loro, arrogante, stronza,
menefreghista, figlia di papà. Dovevo mostrarmi così per sopravvivere. Ma...infondo, anche se odio ammetterlo, mi divertivo. Mi
sentivo superiore, quando in realtà non ero nessuno. Come non erano nessuno
tutti gli altri Serpeverde, eravamo ricchi, eravamo
potenti. Ma ci comportavamo come degli idioti.
Per far sapere a tutti la nostra potenza.
Ma solo ora mi accorgo di quanto potevamo sembrare
stupidi, senza cervello. Nelle mani dei nostri genitori e dei loro preguidizi.
Durante il sesto anno incominciò, davvero, ad andare tutto
male. A inizio anno Draco, il mio caro Draco, il
ragazzo che è sempre stato nei miei sogni, mi baciò. Un baciò
violento, come non me lo sarei immaginata. Ma..un bacio tira l'altro. E
così persì la mia purezza con il ragazzo che credevo di amare, e che credevo mi amasse.
Invece, non durò niente. Neanche una notte. Mi cacciò
subito dopo, mezza nuda e con le lacrime agli occhi.
Non riuscì a guardarlo per qualche giorno, ma poi mi
ripresi. Mi dissi che non dovevo stare così per un
ragazzo. Che dovevo essere io a sfruttarli e basta.
Ed ecco..lo sbaglio, o uno dei miei sbagli, maggiori.
Decidere di essere una cacciatrice,
o meglio, la puttana dei Serpeverde.
Me li feci tutti, dal primo all'ultimo. Per divertirmi?
Per il pure piacere di farlo?
No. Non lo feci per questo.
Lo feci per aver attenzioni da Draco..ma lui non me le prestò mia più. Cambiava ragazza
ogni notte, non usando mai la stessa per più di una volta.
Intanto si organizzava per uccidere Silente, e non ci
riuscì.
Fuggì con Piton e si lasciò uccidere da Voldemort.
Come del resto vennero uccisi
tutti gli altri Serpeverde che avevano deciso di stare dalla parte del Signore
Oscuro.
Uccisi o dal loro padrone o dagli Auror.
Io, dopo essermi resa conto dell'errore che avevo fatto,
fuggì. Non lascia traccia di me.
Rubai molti soldi alla mia famiglia e me ne fuggì in
America.
Finì gli studi nella scuola di magia Americana, con falso
nome.
Rimasì lì, facendomi una nuova identità.
Ma finita
Quì scoprì che Draco, Blaise, Theo e
molti altri erano morti. Come i loro genitori e come i miei genitori.
Non piansi. Non mi disperai.
Avevano fatto la fine che si meritavano.
Ma anche in America feci lo stesso
errore.
Divenni anche lì una cacciatrice,
e anche lì ebbi la fama di puttana.
Ma dopo Draco non riusì più a divertirmi veramente.
Ed adesso eccomi qua. A camminare
per Diangon Alley.
Ripensando al mio passato.
E guardando le vetrine dei negozi.
Aspetta un attimo..ma
qualla non è Ginevra Weasley?
§§§§§§§
Cammino per le strade trafficate di Diagon
Alley e mi stupisco di come
la mia vita sia cambiata.
Molti anni prima anch'io percorrevo queste strade,
carica di libri, e mi apprestavo a raggiungere la mia scuola.
Ero così contenta ogni anno di
tornare in quel grande castello, dove la mia vita ha avuto inizio.
Ero solo una ragazzina quando
sono uscita da Howgarts.
Non volevo più fare l'Auror, non
volevo diventare neanche Medimago,
così Luna mi ha offerto un posto al Cavillo.
Lei aveva ereditato il giornale da suo padre e io ho accettato. Non so perchè lo
feci, a me non piaceva quel giornale. Era un piccolo lavoro,
ero "la ragazza che prendeva appunti".
In un anno sono diventata la giornalista più in voga del
momento. Trattavo soprattutto i gossip che
riguardavano Harry. Essendo stato il mio ragazzo, Luna mi ha fatto capire che
era mio "dovere" scrivere su di lui.
Anche se Harrry e io non siamo mai stati abbastanza compatibili. Lui era un'eroe, io la fan.
Me ne accorsi troppo tardi che
quello che provavo non era amore.
Ma sono grata ad Harry, mi ha
fatto sentire amata da qualcuno.
La mia bionda e stramba amica mi ha promosso
a viceredattrice e mi sono trovata a scrivere
su cose ancora più strambe, che se ci rimpenso mi
chiedo perchè ho accettato quella promozione.
Dopo due anni passati in quel posto ho deciso di cercare
lavoro altrove. E ho deciso di abitare da sola.
Avevo circa 22 anni e i miei non erano tanto d'accordo a
lasciarmi andare ad abitare da sola.
Alla fine, però, hanno capito che lasciarmi libera di
scegliere come spendere la mia vita era la cosa giusta.
Ho trovato un grazioso appartamento ad
Hogsmeade e ho fatto domanda verso molti giornali famosi. E' stata dura, ma
alla fine ho trovato lavoro presso un giornale che non trattava di pettegolezzi
o cose inventate.
Ho trovato lavoro presso una redazione molto importante
che tratta argomenti di vario genere.
Moda, politica, magia... Era un insieme di
articoli messi a caso in circa una quarantina di pagine.
Ma forse era questo il segreto della
sua fama.
Dopo aver scritto per un anno e mezzo sul Ministero della
magia, la mia direttrice ha deciso di lasciare il posto a me.
Ricordo ancora le sue parole:
-Ho notato quanto impegno hai
messo in questo giornale. Sei una brava ragazza, Ginevra, e sono sicura che
diventare direttore del giornale potrà portare solo benefici.
Benefici. Sono grata a quella donna. Ha creduto in me fin
dall'inizio e gestire quel giornale mi ha reso la vita più bella.
Adesso sono rispettata da tutti e non sono più la fan perdutamente innamorata di Harry Potter.
Adesso sono Ginevra Weasley. Solo
Ginevra Weasley. Direttore di "Magazine Witch", il giornale che mi ha reso la fama.
Sono felice. Nessuno potrebbe rovinare la gioia che
coltivo dentro di me da quando sono entrata ad
Howgarts.
Gli anni di Howgarts sono stati i più belli della mia
vita.
Guardo ancora una volta i giovani studenti di magia e
sorrido. E' strano come i ricordi vengono a galla,
spontaneamente.
E' come se, in realtà, io fossi ancora la ragazzina piena
di sogni che voleva solo realizzare.
Ma non è così. I mei
sogni li ho realizzati e la mia vita è meravigliosa.
Riprendo a camminare, cercando di scansare i tanti
studenti che corrono eccitati da un negozio all'altro.
Leggo un'insegna ed entro in un piccolo e modesto negozio
di vestiti. Comincio a gironzolare e poi, sentendomi osservata, guardo fuori dalla vetrina.
Accidenti! Quella donna assomigliava tantissimo a... Pansy
Parkinson!
§§§§§§§
Noto lo sguardo della Weasley, mi ha visto.
Mi avvicino con passo lento, al piccolo negozio dove era entrata la rossa ed entro.
Mi guardo intorno, con sguardo scettico. Era un piccolo
locale, pieno di vestiti abbastanza scialbi. La commessa, un'anziana signora,
era seduta dietro il bancone e stava sfogliando un giornale, dando ogli tanto delle occhiataccie ai
miei vestiti.
Come darle torto, è estate ed io sono l'unica vestita di
nero.
Era vestita come una donna di classe, un tailer grigio. I capelli rossi raccolti in una coda un pò disordinata, un filo di trucco il
resto erano gli occhi a farlo.
Grandi occhi castani da cerbiatta.
"Weasley. Ginevra Weasley" dissi lentamente,
avvicinandomi a lei.
"Parkinson...Pansy Parkinson. Allora non mi sbagliavo, sei
proprio tu." mi dice sorpresa.
La vedo osservarmi per qualche istante. Certo
che anche lei è cambiata molto dai tempi di Hogwars.
Sicuramente si sarà allontana dal mondo tutto dipinto
di rosa dove è cresciuta. O almeno..spero per lei che sia così.
"Come mai una donna del tuo rango si abbassa a entrare in un negozio come questo?" mi dice, per poi
posare la gonna.
Rimango ferma ed in silenzio a pensare.
Perchè sono entrata in questo negozio? Non lo so neanche
io. So solo che vedendo
"Per vedere come si era ridotta la più piccola dei
Weasley" dico sprezzante, so di aver risposto
tardi. Ed anche lei se ne accorta.
Mi guarda male, so di non averle fatto
ne caldo ne freddo. Ma..mi sono sempre divertita ha portare in giro.
"Che onore essere giudicata da Miss Parkinson." dice nervosa, prendendo di scatto una giacca nera, per poi dirigerisi in un camerino più vicino.
La guardo tra il sbalordito e
l'irritato.
Come osa girarmi le spalle? Respiro per cercare di
calmarmi.
Mi avvicino al camerino dove lei era
entrata e mi appoggio al muro lì vicino.
Esce e si guarda allo specchio. La fisso
con un sopracciglio alzato.
"Non so Weasley..ma
non credo che quella maglia ti stia bene. Il nero non è per te, i tuoi occhi
non vengono risaltati così." dico
lentemente, sorprendendomi con me stessa per essere
stata sincera. Quella ragazza mi fa dire cose strane...
"Non so Parkinson ma non credo che me ne faccia qualcosa del tuo consiglio.
Ti sei vista allo specchio? E' piena estate e tu sei completamente vestita di nero.
Ma non hai caldo?" mi dice nervosa, guardandomi
male.
"A me sta bene il nero. E
no, non ho caldo. Comunque, cara la mia Weasley, non
era un consiglio. Era solo una mia osservazione. Di certo se vuoi un ragazzo, o
se c'è l'hai già non so, con quella giacca non ti
prenderà nessuno. Hai una bellezza unica e la sprechi con i colori neutri come
bianco e nero. Ciao Weasley..e per una volta dammi retta." dico
lentamente.
Mi stacco dal muro e mi avvicino alla porta, lancendo una breve occhiata alla commessa che non si è
persa una parola della nostra conversazione.
"Mi vuoi aiutare?"
Mi volto sopresa. In volto
un'espressione sopresa.
Mi ricompongo e senza aggiungere altro mi avvicino a lei. Mi guardo in giro e prendo dei vestiti.
Colori pastello soprattutto.
"Prova questi" le dico, mettendole in mano un
mucchio di vestiti.
Entra nel camerino e dopo qualche minuto esce fuori. Una
minigonna rosa ed una camicia bianca che le arriva sopra l'ombellico.
Ha un corpo stupendo e rimango fissa a guardarla. Come incantanta.
Mi riprendo dopo qualche secondo, ingoiando il groppo che
si era formato in gola.
Incomincio ad avere caldo.
"Si. Così va molto meglio." le
dico calma, cercando rimanere fredda. Mi riesce bene, fortunatamente.
Mi osserva.
"Lo credi veramente? Io preferirei mettermi uno dei
miei soliti tailleur. Lavoro come direttrice del
"Magazine Witch".
Non posso presentarmi così." mi dice,
osservandosi scetticamente.
"Si. Stai molto bene così. Comunque..."
mi fermo un secondo guardandola. "...conosco un
posto dove vendono dei tailleur molto belli, ed a poco
prezzo. Se vuoi te lo mostro un secondo. Però...questi
vestiti ti consiglierei di prenderli. Ti donano molto
e non ci dovrai andare al lavoro, infondo" le dico piatta. Ma cerco di fargli capire che sono sincera.
Non so perchè, ma
"Ok, per me va bene. Vorrà dire
che questi li prenderò. Per i talleur non lo so. E'
lontano questo negozio? Fra quindici minuti devo trovarmi ad
Howgarts." mi dice.
Impossibile. Ci vogliono quindici minuti per arrivarci da
qui. Chissà cosa andrà a fare ad Hogwars.
Va beh..non
mi frega neanche tanto.
"No. Non si fa in tempo. Ci vogliono giusto giusto quindici minuti per
arrivarci a piedi. E anche se ci smaterializzassimo
non faremo in tempo a vedere niente. Comunque...se, un
giorno, volessi passarci fammelo sapere." Mi dirigo verso l'uscita.
Sto per aprire la porta quando mi
volto verso di lei.
"Ah, che sbadata. Abito in un viletta
qui vicino. La riconoscerai subito. E' l'unica qui nei dintorni."
Esco dal negozio, e rischio immediatamente di essere
investita da un gruppo di marmochietti.
Oh..che bei tempi quelli di Hogwars.
Sospiro stanca.
§§§§§§§§
Deve aver visto che l'osservavo perchè entra nel negozio.
Si guarda in giro un po' scettica e, seguita dalle occhiataccie della padrona del negozio, mi raggiunge.
Mi scruta, lo sento che mi scruta.
Sta cercando di capire se sono veramente io.
-Weasley. Ginevra Weasley.- dice calma.
-Parkinson
Pansy Parkinson. Allora
non mi sbagliavo, sei proprio tu.- dico con una nota
sorpresa nella voce.
Non è cambiata così tanto dai
tempi di Howgarts. Indossa un vestito nero, la cui gonna arriva fino alle
caviglie e i capelli neri sono lasciati liberi sulle sue spalle.
Sicuramente è diventata molto più bella
rispetto a prima, non ha più la faccia da carlino.
-Come mai una donna del tuo rango si abbassa a entrare in un negozio come questo?- le chiedo posando la
gonna azzurra che avevo in mano.
Rimane in silenzio, fin troppo in silenzio, fino a quando si decide a rispondermi.
-Per vedere come si era ridotta la più piccola dei
Weasley.
e pensa che mi offenda mi sbaglio
di grosso.
-Che onore essere giudicata da
Miss Parkinson.- dico afferrando una giacchetta nera
a mezze maniche.
Mi dirigo verso il camerino e lei è rimasta ferma a fissarmi
Entro in un camerino e incomincio
a togliermi la giacca del mio tailleur grigio. Mi infilo
la giacca e esco guardandomi in uno specchio.
-Non so Weasley..ma
non credo che quella maglia ti stia bene. Il nero non è per te, i tuoi occhi
non vengono risaltati così.
Mi dice una voce alle spalle.
Mi volto e vedo
Ma che cavolo vuole da me? La mia
vita procedeva a meraviglia e adesso arriva lei che mi
da consigli di moda! Ma scherziamo?
-Non so Parkinson ma non credo che me ne faccia qualcosa del tuo consiglio.
Ti sei vista allo specchio? E' piena estate e tu sei completamente vestita di
nero. Ma non hai caldo?- dico guardandola storta.
-A me sta bene il nero. E no, non
ho caldo. Comunque, cara la mia Weasley, non era un
consiglio. Era solo una mia osservazione. Di certo se vuoi un ragazzo, o se c'è l'hai già non so, con quella giacca non ti prenderà
nessuno. Hai una bellezza unica e la sprechi con i colori neutri come bianco e
nero. Ciao Weasley..e per una volta dammi retta.- dice tranquillamente.
La guardo avvicinarsi alla uscita
del negozio e, non so per quale motivo, dico:
-Mi vuoi aiutare?
Mi gira e mi fissa. Non riesco a decifrare la sua
espressione. Ma chi me l'ha fatto fare?
Mi porge molti vestiti ed entro nel camerino. Indosso una minigonna rosa e una camicia bianca che arriva fino a
sopra all'ombellico. Finalmente la mia pancia piatta può venire alla luce!!
Esco e vedo la ex-serpeverde che
mi fissa. Aiuto! Ma perchè questi vestiti dovevo
scegliere??
Mi guarda e poi deglutisce. Chissà perchè. Mah!
- Si. Così va molto meglio- mi dice
con freddezza. Troppa freddezza.
-Lo credi veramente? Io preferirei mettermi uno dei miei
soliti tailleur. Lavoro come direttrice del "Magazine Witch". Non posso presentarmi così.- dico guardandomi allo specchio.
-Si. Stai molto bene così. Comunque...-
si ferma un secondo.
-...conosco un posto dove vendono dei tailleur molto
belli, ed a poco prezzo. Se vuoi te lo mostro un
secondo. Però...questi vestiti ti consiglierei di
prenderli. Ti donano molto e non ci dovrai andare al lavoro, infondo"
La guardo. Forse ha ragione, prendermi
dei vestiti informali potrebbe farmi bene. Oltretutto sono uno schianto
così!
-Ok, per me va bene. Vorrà dire
che questi li prenderò. Per i talleur non lo so. E'
lontano questo negozio? Fra quindici minuti devo trovarmi ad
Howgarts.- dico guardandomi ancora allo specchio.
-No. Non si fa in tempo. Ci vogliono giusto giusto quindici minuti per
arrivarci a piedi. E anche se ci smaterializzassimo
non faremo in tempo a vedere niente. Comunque...se, un
giorno, volessi passarci fammelo sapere.- Si dirige verso l'uscita del negozio.
Si volto quando sta per aprire la
porta.
-Ah, che sbadata. Abito in un viletta
qui vicino. La riconoscerai subito. E' l'unica qui nei
dintorni.- mi dice.
La guardo andare via. Cavolo, ma proprio oggi Silente
doveva decidere di convocarmi alla mia ex-scuola? Rientro in camerino e prendo
le mie cose. Non mi cambio nemmeno, ha ragione lei, sto proprio bene così. Vado
alla cassa e mostro i prezzi, pago ed esco guardando i mille studenti che
corrono. Con un sospiro mi incammino verso il
castello. Ma noto subito una villetta. è molto classica, dev'essere la
casa della Parkinson. Mi riprometto, dopo l'incontro
con il mio ex-preside, di andarla a trovare.
§§§§§§§§§§§
Mi avvio verso casa mia. Non ci vuole
molto, sono a pochi minuti da Diagon Alley.
Devo dire di averla scelta bene.
E' di stile classico, isolata e non molto grande.
Mi fa uno strano effetto abitare da sola in una casa molto più piccola di un castello. Infondo
ho sempre abitato al Maniero dei Parkinson. Ma alla fine della guerra quello è stato confiscato.
Sono arrivata avanti casa. Prendo le chiavi dalla tasca
dei pantaloni ed apro la porta.
Come ogni volta mi aspetta il mio cane. Un pitbull nero. Un cane docilissimo. Ma se fa un torno alla sua padrona rischi di morire.
Salgo le scale e mi dirigo nella prima porta a destra, il
bagno.
Mi spoglio e mi infilo sotto la
doccia.
Quando ormai ero sotto la doccia
da un buon'ora sento il campanello suonare. Alzo gli occhi al cielo scocciata e dopo essermi messa in usciugamano per coprire il corpo scendo di fretta le scale.
Apro di scatto la porta e mi ritrovo davanti Ginevra
Weasley.
"Weasley...scusa stavo sotto
la doccia.Entra pure." dico,
nascondendo l'imbarazzo.
Entra un pò imbarazzata,
cose che mi molto piacere, e le mostro il soggiorno.
"Volevo sapere se potevi mostrarmi il negozio di tailleur di cui mi hai parlato, ma se sei impegnata fa
niente" mi dice, guardando tutto tranne che me.
Ci penso un secondo, guardando l'orologio.
"Weasley...sono le 12 e 37. Non ci conviene fare pranzo prima, che dici?" chiedo, come se nulla fosse.
"Per me va bene, dove vuoi andare
a mangiare?" mi dice, osservando le mie foto di scuola. Noto il suo
sguardo perplesso nel vedere la divisa non di Hogwars.
Sorrido divertita.
"Mangiamo qua. Sono abituata a cucinare da sola, e
no. Non ho servitori. E, visto che vedo che sei
interessata, ti racconterò di quella divisa" sorrisi allo sguardo
imbarazzato ed un pò colpevole.
Si volta di nuovo verso le foto, come se stesse aspettando
qualcosa.
"Eh..quanta voglia di saperlo, eh Weasley!" le dico
divertita. "Ma, forse è meglio che mi metta
qualcosa che non sia solo un asciugamo sopra, oppure
preferisci così?" non so perchè l'ho provocata, ma mi diverto. Oh..sisi..se
mi diverto.
La vedo trattenere il fiato, dopo di chè mi fa un cenno con la mano.
Non capisco cosa vuole dire, ma visto che sono stronza di natura mi lascio
solo l'asciugamano.
Mi avvicino a lei, finchè non mi
sono posizionata alla sua spalla, proprio avanti le
foto. Noto di essere sempre la più alta, e questo mi fa dannatamente piacere.
Inizio a parlare, come una filastrocca, senza sentimenti,
come se quel periodo della mia vita fosse solo una storia noiosa, una lezione
di Storia della Magia che non finisce mai.
"Finito il sesto anno ho deciso di
fuggire, non mi conveniva rimanre qua. I miei
mi avrebbero fatto marchiare, e non volevo proprio fare la fine dei miei
compagni Serpeverde." mi interruppì un secondo, osservandomi gli avambracci,
entrambi bianchi ed entrambi puliti.
"Fregai dei soldi ai miei genitori e mi trasferii in
America, frequentando l'ultimo anno lì. Sono rimasta là fino alla fine della
guerra, sono tornata da poco, ed ho saputo la morte di Draco, Blaise, Theo ed
altri. Nonchè dei miei genitori" la mia voce si inclina un pò. Sperando che
“Così sei scappata. Non hai cercato
di combattere ciò per cui eri destinata. Non hai
cercato di aiutarci. Io invece ho combattuto in prima fila.
Sono stata io ad uccidere Voldemort, sono stata io e non riesco ancora capire
dove ho trovato la forza di farlo. Forse è per questo che
non sono nè Auror nè Medimago, non me la sentivo di
intraprendere un lavoro che stonava con ciò che ero diventata" mi dice
velocemente.
Io all'inizio rimango in silenzio, assimilando bene tutte
le parole.
Dopo di chè
faccio una risata forzata, che suona stridula.
"E' inutile spiegarti. Non capiresti" dico lentamente, mi volto e salgo le scale che mi separano dalla
mia camera. Devo vestirmi.
"Provaci, non sono così famosa solo perchè ho ucciso
Voldemort e sono la redattrice di un giornale." la sento urlare dal salotto.
Io la ignoro, e mi dirigo in camera. Mi rivesto con calma,
per poi tornare giù.
La rossa è rimasta lì, a guardare le scale su cui sono
sparita.
"Vuoi che ti spieghi? Benissimo. Io sono la figlia di
due mangiamorte...ero la figlia di due mangiamorte, ero una Serpeverde, ero la compagna di tutti i
serpeverde, ero la promessa sposa di Draco Malfoy prima che io me ne andassi! Secondo te se mi ribellavo che facevano? Mi lasciavando andare? Mi avrebbero detto
che facevo bene? Mi avrebbero capito? Si..certo. Mi avrebbero ucciso. Oppure
sarei dovuta entrare nei Mangiamorte. E tra le due ho preferito fuggire. Mi sono rifatta una vita
in America e credo di tornarci. Sistemerò alcune cose qua e me ne tornerò in
America. Infondo non mi è rimasto nessuno." mi volto, nervosa più che mai. Dopo averle
urlato tutto quello che pensavo. Mi vado a rifugiare in cucina, per
preparare il pranzo.
"Così fuggirai ancora. So cos'è
successo in America, Parkinson. So dov'eri, volevo vedere se avevi il coraggio di raccontarmi tutto.
Sono o non sono una giornalista? Lì non ti è rimasto niente, come qui. Tanto
vale crearti una nuova vita senza essere considerata la "cacciatrice" di ragazzi."
mi dice, dopo evermi
raggiunto.
“Vado, non fa niente per i tauller.”
Se ne và, senza lasciarmi il
tempo di rispondere. Si, sono molto sorpresa. Sa tutto di me.
Ma non ha scampo.
“Vado, non fa niente per i tauller.”
Lascio le pentole e mi fiondo
verso la porta, facendola voltare di scatto e sbattendola al muro, bloccandole
il collo con la mano.
Mi avvicino al suo viso e le sussuro cattiva.
"Weasley...sarà anche come dici te,
ma visto che eri una Grifondoro perché non hai aspettato che rispondessi? No,
non mi è rimasto niente ne qua ne in America. Ma che cosa dovrei fare secondo te? Rimanere qua e farmi
un'altra vita? E con chi? Da sola?"
Sento il suo tremolio. Ho esagerato. Le lascio il collo e
faccio un passo indietro.
Lei crolla a terra, respirando a fatica e incominciando a
piangere. Una morsa mi prende allo stomaco. Non riesco a vederla piangere.
"Sarò anche stata una Grifondoro, ma ti ricordo che io mi sono ricreata una vita grazie al giornale
che possiedo. Io ho avuto il coraggio di guardare avanti, ma tu
tu eri una Serpeverde, e un Serpeverde non sa
cosa sia il coraggio e la voglia di fare" mi dice, alzandosi a fatica e
approfittando della mia disrazione per fuggire.
Io la inseguo, corro come non ho mai corso e dopo pochi
metri riesco ad affarrarle
la maglia.
La faccio voltare verso di me e l'abbraccio.
Un abbraccio dolce, in segno di scusa. Stringedola
forte.
Lei singhiozza, non ribellandosi.
"Si, so di essere una codarda. Ma
sono così, sono nata in una casa dove l'affetto e l'amore non esistono. Te sei così fortunata..." dico
piano.
"Potrei aiutarti a ricrearti una vita. Una vita tua.
Io non sono mai stata fortunata. E' vero, ho avuto molti amici e una famiglia
che mi ha sempre capito, ma ciò che ho fatto l'ho fatto
da sola. Se vuoi puoi incominciare da zero, te ne offrò l'opportunità." mi
dice, dopo aver sciolto l'abbraccio.
Smette di piangere e mi sorride.
Io la guarda, con
un'irrefrenabile voglia di baciarla.
Annuisco piano, e la prendo per
mano, trascinandola verso casa.
Passiamo la giornata insieme, dentro casa. Facciamo pranzo, giochiamo a scacchi. Sempre
parlando, come se ci conoscessimo come Ginevra e Pansy. Non come Weasley
e Parkison. Non come Grifondoro e Serpeverde. Devo ammetterlo mi piace. E voglio
ancora baciarla.
E' sera quando se ne deve andare.
L'accompagno alla porta.
"Grazie per la bella giornata. Quando vuoi passa pure
al giornale, mi farebbe molto piacere." mi dice sorridendo.
Quel sorriso, quelle labbra.
Non resisto. So di sbagliare. So di rischiare di perdere
tutto. So. Lo so.
Ma dimostrerò che io ho coraggio e
so rischiare.
Mi avvicino e la bacio. Un bacio semplice, puro, casto.
Mai dato un bacio così.
Rimango così, aspettandomi una schiaffo
od altro.
Mi allontano. Le mi guarda, si avvicina
e mi ribacia.
"Ciao Pansy. Ci vediamo." mi
dice sorridendo dopo essersi staccata.
"Molto presto Gin. Molto presto." le dico, aprendole la porta.
Sorrido felice.
Forse la mia vita migliorerà.
§§§§§§§§§§§
Pazzesco. sono appena tornata dal
colloquio con il mio ex-preside e mi ha chiesto di diventare la nuova
professoressa di Trasfigurazione. Pazzesco!
Ma non credo che accetterò. Sono
onorata per il fatto che mi ha concesso questa oppurtinità, ma sinceramente preferisco lavorare al
giornale.
Cammino e, senza accorgermene, mi ritrovo davanti alla
villa della Parkinson. Decido di avvicinarmi e di
suonare.
Sento dei passi affrettati e compare davanti alla soglia
una donna con solo un asciugamano intorno al corpo e i capelli bagnati.
-Weasley scusa stavo sotto la
doccia entra pure.- mi dice.
Aiuto! Perchè ho questo groppo alla gola? Indubbiamente è
diventata una bellissima donna. Divento rossa come un pomodoro e spero che lei
non se ne accorgo.
Entro nella villetta e mi dirigo verso il soggiorno.
-Volevo sapere se potevi mostrarmi il negozio di tailleur
di cui mi hai parlato, ma se sei impegnata fa niente.- dico cercando di sviare
il mio sgurdo su qualcosa che non sia
il suo asciugamano nero. E' proprio fissata con sto
colore.
-Weasley sono le 12 e 37. Non ci conviene fare pranzo prima, che dici?
Cacchio, ha ragione. E' già ora di pranzo.
-Per me va bene, dove vuoi andare
a mangiare?- dico alzandomi e guardando delle foto sopra il camino.
Rappresentano lei in divisa scolastica, ma non è quella di
Howgarts. Strano.
"Mangiamo qua. Sono abituata a cucinare da sola, e
no. Non ho servitori. E, visto che vedo che sei
interessata, ti racconterò di quella divisa". La guardo imbarazzata e un
po' colpevole del fatto che mi ha scoperta.
Sorride e io mi volto di nuovo verso le foto. Cosa aspetta a parlare?
-Eh..quanta voglia di saperlo, eh Weasley!- dice divertita.
-Ma, forse è meglio che mi metta qualcosa
che non sia solo un asciugamo sopra, oppure
preferisci così?- mi dice.
Immediatamente mi irrigidisco.
Preferirla così?? Aiuto, il bello è che non dico di
no, mi limito a farle un cenno con la mano, guardando ancora le foto.
Speriamo che non si sia accorta del mio totale imbarazzo
sul fatto che non le ho dato una risposta precisa.
-Finito il sesto anno ho deciso di
fuggire, non mi conveniva rimanre qua. I miei
mi avrebbero fatto marchiare, e non volevo proprio fare la fine dei miei
compagni Serpeverde." si
interruppe fissandosi i bracci bianchi.
-Fregai dei soldi ai miei genitori e mi trasferii in
America, frequentando l'ultimo anno lì. Sono rimasta là fino alla fine della
guerra, sono tornata da poco, ed ho saputo la morte di Draco, Blaise, Theo ed
altri. Nonchè dei miei genitori-
Ascolto tutto ciò che dice, fino all'ultima parola. Sento
una nota di tristezza nella sua voce quando parla dei
suoi ex-amici e dei suoi genitori, ma non glielo faccio capire.
-Così sei scappata. Non hai cercato di combattere ciò per cui eri destinata. Non hai cercato di aiutarci. Io invece ho combattuto in prima fila. Sono stata io ad
uccidere Voldemort, sono stata io e non riesco ancora capire dove ho trovato la
forza di farlo. Forse è per questo che non sono nè Auror nè Medimago,
non me la sentivo di intraprendere un lavoro che stonava con ciò che ero diventata.- dico tutto d'un fiato.
Lei è ancora vicino a me e rimane in silenzio.
Crede che sia inutile spiegarmi perchè l'ha fatto. Sento
che incomincia a salire le scale, forse per cambiarsi, ma io non sono
d'accordo.
-Provaci, non sono così famosa solo perchè ho ucciso
Voldemort e sono la redattrice di un giornale.
Speriamo che capisca.
-Vuoi che ti spieghi? Benissimo. Io sono la figlia di due mangiamorte...ero la figlia di due mangiamorte,
ero una Serpeverde, ero la compagna di tutti i serpeverde, ero la promessa
sposa di Draco Malfoy prima che io me ne andassi!
Secondo te se mi ribellavo che facevano? Mi lasciavando
andare? Mi avrebbero detto che facevo bene? Mi
avrebbero capito? Si..certo. Mi avrebbero ucciso. Oppure
sarei dovuta entrare nei Mangiamorte. E tra le due ho preferito fuggire. Mi sono rifatta una vita
in America e credo di tornarci. Sistemerò alcune cose qua e me ne tornerò in
America. Infondo non mi è rimasto nessuno.-mi dice appena tornata giù. Si dirige in cucina nervosa.
Ascolto ciò che ha da dire e poi mi dirigo anch'io verso
la cucina. Sta trafficando con varie pentole ed è molto nervosa.
Una volta qualcuno mi ha detto di non far innervosire i
serpeverde, ma si sa che io non ascolto mai i consigli degli altri.
-Così fuggirai ancora. So cos'è
successo in America, Parkinson. So dov'eri, volevo vedere se avevi il coraggio di raccontarmi tutto. Sono
o non sono una giornalista? Lì non ti è rimasto niente, come qui. Tanto vale
crearti una nuova vita senza essere considerata la "cacciatrice"
di ragazzi.
So che è sorpresa, non si aspettava
che sapessi tutte queste cose, non se lo aspettava proprio.
-Vado, non fa niente per i tailleur.- dico
uscendo dalla cucina e dirigendomi verso la porta principale.
Sento qualcuno correre e mi giro
verso la fonte di tale rumore. In meno di un secondo mi ritrovo contro il muro
e una mano intorno al mio esile collo.
Ho paura, forse aveva ragione
quella persona che mi ha detto di non far innervosire i serpeverde.
-Weasley sarà anche come dici te,
ma visto che eri una Grifondoro perchè non hai aspettato che rispondessi? No,
non mi è rimasto niente ne qua ne in America. Ma che cosa dovrei fare secondo te? Rimanere qua e farmi
un'altra vita? E con chi? Da sola?-, mi dice a meno di
un soffio dal mio viso.
Incomincio a tremare, non riesco a respirare. Lei sembra
accorgersene e fa un passo indietro ritirando la mano. Cado per terra tenendomi
il collo con una mano e cercando di respirare.
Respiro affanosamente e dai miei
occhi escono delle piccole lacrime, lacrime che stavo
cercando di scacciare via per non farle notare quanto ho avuto paura.
-Sarò anche stata una Grifondoro, ma ti ricordo
che io mi sono ricreata una vita grazie al giornale che possiedo. Io ho avuto
il coraggio di guardare avanti, ma tu tu
eri una Serpeverde, e un Serpeverde non sa cosa sia il coraggio e la voglia di
fare.- dico respirando sempre a fatica.
Mi alzo in piedi approffittando
del suo attimo di silenzio ed esco dalla porta correndo, ho paura di lei. Ho
veramente paura.
Mi sento strattonare la camicia bianca comprata qualche
ora fa e mi ritrovo abbracciata a Pansy. Strano, la chiamo
pure per nome, forse per il fatto che è un abbraccio dolce, di come non ne ho
mai avuti.
"Si, so di essere una
codarda. Ma sono così, sono nata in una casa dove l'affetto e l'amore non
esistono. Te sei così fortunata "mi dice
piano.
Io singiozzo ancora, mi trovo
con la testa sotto la sua spalla, indubbiamente è più alta di
me. Lentamente mi stacco dall'abbraccio.
-Potrei aiutarti a ricrearti una vita. Una vita tua. Io
non sono mai stata fortunata. E' vero, ho avuto molti amici e una famiglia che
mi ha sempre capito, ma ciò che ho fatto l'ho fatto da
sola. Se vuoi puoi incominciare da zero, te ne offrò l'opportunità.- dico piano e sorridendole mentre le
mie lacrime cessano.
Annuisce e mi prende per mano
portandomi in casa. Pranziamo come se non fosse successo nulla, come se ci conoscessimo
da anni ed invece stiamo imparando a conoscerci solo in quel momento.
E' diversa da come me la
immaginavo.
Forse è un bene che sia entrata nella mia vita, mi
serviva una scarica elettrica che mi ricordi ogni giorno che la vita non è mai
semplice.
Parliamo per ore e ci dimentichiamo addirittura dei tailleur. Me ne vado quando ormai è
sera e, avvicinandomi alla porta le dico:
-Grazie per la bella giornata. Quando
vuoi passa pure al giornale, mi farebbe molto piacere.
Si avvicina e mi bacia. Ammetto di aver avuto la
tentazione di baciarla anch'io, ma avevo paura che il legame che stavevamo creando si inceppasse.
E' un bacio dolce e semplice, di come non ne ho mai ricevuti. Si stacca e mi guarda, ha paura che la possa
respingere, lo so per certo.
Mi avvicino a lei e la bacio di nuovo dopodichè le dico:
"Ciao Pansy. Ci vediamo."
Sì, lo sento, è l'inizio di qualcosa di stupendo!
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Recensite in tanti! ^^
Ciao By Gin 92 and Titty90