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Autore: Gin92andTitty90    29/10/2006    8 recensioni
Due vite diverse, due persone diverse. Unite dai ricordi del passato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Ginny Weasley, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti

Ciao a tutti!! Siamo Gin 92 e Titty90 ed insieme abbiamo scritto questa ficcy! Buona lettura! ^^

°°°°°°°°°°

Ed eccomi qua.

A camminare in questa strada super affollata di gente, di ragazzi che devono tornare ad Hogwars, la prestigiosa Scuola di Mangia e Stregoneria, che anche io, qualche anno fa, frequentavo.

Quanti anni fa? Cinque?! Sei?! O anche di più..ormai non ricordo.

E infondo..perchè ricodare quei momenti? Perchè soffrire ancora? Perchè?

Perchè devo ricodare, perche voglio ricordare, perchè non si può non ricordare il passato. Il passato serve per non far nel futuro i vecchi errori.

Avrò imparato la lezione? No..non l'ho imparata.

Sono così maledettamente ingenua che ancora ci casco.

Fin dal mio primo anno a Scuola facevo l'oca, facevo l'arrogante, mi mostravo come tutti volevano che fossi. Una Serpeverde. La figlia dei Parkison, amici di vecchia data dei Malfoy, degli Zabini e dei Nott. Dovevo essere come loro, arrogante, stronza, menefreghista, figlia di papà. Dovevo mostrarmi così per sopravvivere. Ma...infondo, anche se odio ammetterlo, mi divertivo. Mi sentivo superiore, quando in realtà non ero nessuno. Come non erano nessuno tutti gli altri Serpeverde, eravamo ricchi, eravamo potenti. Ma ci comportavamo come degli idioti.

Per far sapere a tutti la nostra potenza. Ma solo ora mi accorgo di quanto potevamo sembrare stupidi, senza cervello. Nelle mani dei nostri genitori e dei loro preguidizi.

Durante il sesto anno incominciò, davvero, ad andare tutto male. A inizio anno Draco, il mio caro Draco, il ragazzo che è sempre stato nei miei sogni, mi baciò. Un baciò violento, come non me lo sarei immaginata. Ma..un bacio tira l'altro. E così persì la mia purezza con il ragazzo che credevo di amare, e che credevo mi amasse.

Invece, non durò niente. Neanche una notte. Mi cacciò subito dopo, mezza nuda e con le lacrime agli occhi.

Non riuscì a guardarlo per qualche giorno, ma poi mi ripresi. Mi dissi che non dovevo stare così per un ragazzo. Che dovevo essere io a sfruttarli e basta.

Ed ecco..lo sbaglio, o uno dei miei sbagli, maggiori.

Decidere di essere una cacciatrice, o meglio, la puttana dei Serpeverde.

Me li feci tutti, dal primo all'ultimo. Per divertirmi? Per il pure piacere di farlo?

No. Non lo feci per questo.

Lo feci per aver attenzioni da Draco..ma lui non me le prestò mia più. Cambiava ragazza ogni notte, non usando mai la stessa per più di una volta.

Intanto si organizzava per uccidere Silente, e non ci riuscì.

Fuggì con Piton e si lasciò uccidere da Voldemort.

Come del resto vennero uccisi tutti gli altri Serpeverde che avevano deciso di stare dalla parte del Signore Oscuro.

Uccisi o dal loro padrone o dagli Auror.

Io, dopo essermi resa conto dell'errore che avevo fatto, fuggì. Non lascia traccia di me.

Rubai molti soldi alla mia famiglia e me ne fuggì in America.

Finì gli studi nella scuola di magia Americana, con falso nome.

Rimasì lì, facendomi una nuova identità. Ma finita la Secoda Guerra Magica tornai qua in Inghiterra, non aveva più senso nascondermi.

Quì scoprì che Draco, Blaise, Theo e molti altri erano morti. Come i loro genitori e come i miei genitori.

Non piansi. Non mi disperai.

Avevano fatto la fine che si meritavano.

Ma anche in America feci lo stesso errore.

Divenni anche lì una cacciatrice, e anche lì ebbi la fama di puttana.

Ma dopo Draco non riusì più a divertirmi veramente.

Ed adesso eccomi qua. A camminare per Diangon Alley.

Ripensando al mio passato.

E guardando le vetrine dei negozi.

Aspetta un attimo..ma qualla non è Ginevra Weasley?

§§§§§§§

Cammino per le strade trafficate di Diagon Alley e mi stupisco di come la mia vita sia cambiata.

Molti anni prima anch'io percorrevo queste strade, carica di libri, e mi apprestavo a raggiungere la mia scuola.

Ero così contenta ogni anno di tornare in quel grande castello, dove la mia vita ha avuto inizio.

Ero solo una ragazzina quando sono uscita da Howgarts.

Non volevo più fare l'Auror, non volevo diventare neanche Medimago, così Luna mi ha offerto un posto al Cavillo.

Lei aveva ereditato il giornale da suo padre e io ho accettato. Non so perchè lo feci, a me non piaceva quel giornale. Era un piccolo lavoro, ero "la ragazza che prendeva appunti".

In un anno sono diventata la giornalista più in voga del momento. Trattavo soprattutto i gossip che riguardavano Harry. Essendo stato il mio ragazzo, Luna mi ha fatto capire che era mio "dovere" scrivere su di lui.

Anche se Harrry e io non siamo mai stati abbastanza compatibili. Lui era un'eroe, io la fan.

Me ne accorsi troppo tardi che quello che provavo non era amore.

Ma sono grata ad Harry, mi ha fatto sentire amata da qualcuno.

La mia bionda e stramba amica mi ha promosso a viceredattrice e mi sono trovata a scrivere su cose ancora più strambe, che se ci rimpenso mi chiedo perchè ho accettato quella promozione.

Dopo due anni passati in quel posto ho deciso di cercare lavoro altrove. E ho deciso di abitare da sola.

Avevo circa 22 anni e i miei non erano tanto d'accordo a lasciarmi andare ad abitare da sola.

Alla fine, però, hanno capito che lasciarmi libera di scegliere come spendere la mia vita era la cosa giusta.

Ho trovato un grazioso appartamento ad Hogsmeade e ho fatto domanda verso molti giornali famosi. E' stata dura, ma alla fine ho trovato lavoro presso un giornale che non trattava di pettegolezzi o cose inventate.

Ho trovato lavoro presso una redazione molto importante che tratta argomenti di vario genere.

Moda, politica, magia... Era un insieme di articoli messi a caso in circa una quarantina di pagine.

Ma forse era questo il segreto della sua fama.

Dopo aver scritto per un anno e mezzo sul Ministero della magia, la mia direttrice ha deciso di lasciare il posto a me.

Ricordo ancora le sue parole:

-Ho notato quanto impegno hai messo in questo giornale. Sei una brava ragazza, Ginevra, e sono sicura che diventare direttore del giornale potrà portare solo benefici.

Benefici. Sono grata a quella donna. Ha creduto in me fin dall'inizio e gestire quel giornale mi ha reso la vita più bella.

Adesso sono rispettata da tutti e non sono più la fan perdutamente innamorata di Harry Potter.

Adesso sono Ginevra Weasley. Solo Ginevra Weasley. Direttore di "Magazine Witch", il giornale che mi ha reso la fama.

Sono felice. Nessuno potrebbe rovinare la gioia che coltivo dentro di me da quando sono entrata ad Howgarts.

Gli anni di Howgarts sono stati i più belli della mia vita.

Guardo ancora una volta i giovani studenti di magia e sorrido. E' strano come i ricordi vengono a galla, spontaneamente.

E' come se, in realtà, io fossi ancora la ragazzina piena di sogni che voleva solo realizzare.

Ma non è così. I mei sogni li ho realizzati e la mia vita è meravigliosa.

Riprendo a camminare, cercando di scansare i tanti studenti che corrono eccitati da un negozio all'altro.

Leggo un'insegna ed entro in un piccolo e modesto negozio di vestiti. Comincio a gironzolare e poi, sentendomi osservata, guardo fuori dalla vetrina.

Accidenti! Quella donna assomigliava tantissimo a... Pansy Parkinson!

§§§§§§§

Noto lo sguardo della Weasley, mi ha visto.

Mi avvicino con passo lento, al piccolo negozio dove era entrata la rossa ed entro.

Mi guardo intorno, con sguardo scettico. Era un piccolo locale, pieno di vestiti abbastanza scialbi. La commessa, un'anziana signora, era seduta dietro il bancone e stava sfogliando un giornale, dando ogli tanto delle occhiataccie ai miei vestiti.

Come darle torto, è estate ed io sono l'unica vestita di nero.

La Weasley rimase ferma a guardarmi, in mano una gonna azzurrina.

Era vestita come una donna di classe, un tailer grigio. I capelli rossi raccolti in una coda un disordinata, un filo di trucco il resto erano gli occhi a farlo.

Grandi occhi castani da cerbiatta.

"Weasley. Ginevra Weasley" dissi lentamente, avvicinandomi a lei.

"Parkinson...Pansy Parkinson. Allora non mi sbagliavo, sei proprio tu." mi dice sorpresa.

La vedo osservarmi per qualche istante. Certo che anche lei è cambiata molto dai tempi di Hogwars. Sicuramente si sarà allontana dal mondo tutto dipinto di rosa dove è cresciuta. O almeno..spero per lei che sia così.

"Come mai una donna del tuo rango si abbassa a entrare in un negozio come questo?" mi dice, per poi posare la gonna.

Rimango ferma ed in silenzio a pensare.

Perchè sono entrata in questo negozio? Non lo so neanche io. So solo che vedendo la Weasley mi è venuta una strana voglia di entrare.

"Per vedere come si era ridotta la più piccola dei Weasley" dico sprezzante, so di aver risposto tardi. Ed anche lei se ne accorta.

Mi guarda male, so di non averle fatto ne caldo ne freddo. Ma..mi sono sempre divertita ha portare in giro.

"Che onore essere giudicata da Miss Parkinson." dice nervosa, prendendo di scatto una giacca nera, per poi dirigerisi in un camerino più vicino.

La guardo tra il sbalordito e l'irritato.

Come osa girarmi le spalle? Respiro per cercare di calmarmi.

Mi avvicino al camerino dove lei era entrata e mi appoggio al muro lì vicino.

Esce e si guarda allo specchio. La fisso con un sopracciglio alzato.

"Non so Weasley..ma non credo che quella maglia ti stia bene. Il nero non è per te, i tuoi occhi non vengono risaltati così." dico lentemente, sorprendendomi con me stessa per essere stata sincera. Quella ragazza mi fa dire cose strane...

"Non so Parkinson ma non credo che me ne faccia qualcosa del tuo consiglio. Ti sei vista allo specchio? E' piena estate e tu sei completamente vestita di nero. Ma non hai caldo?" mi dice nervosa, guardandomi male.

"A me sta bene il nero. E no, non ho caldo. Comunque, cara la mia Weasley, non era un consiglio. Era solo una mia osservazione. Di certo se vuoi un ragazzo, o se c'è l'hai già non so, con quella giacca non ti prenderà nessuno. Hai una bellezza unica e la sprechi con i colori neutri come bianco e nero. Ciao Weasley..e per una volta dammi retta." dico lentamente.

Mi stacco dal muro e mi avvicino alla porta, lancendo una breve occhiata alla commessa che non si è persa una parola della nostra conversazione.

"Mi vuoi aiutare?"

Mi volto sopresa. In volto un'espressione sopresa.

Mi ricompongo e senza aggiungere altro mi avvicino a lei. Mi guardo in giro e prendo dei vestiti. Colori pastello soprattutto.

"Prova questi" le dico, mettendole in mano un mucchio di vestiti.

Entra nel camerino e dopo qualche minuto esce fuori. Una minigonna rosa ed una camicia bianca che le arriva sopra l'ombellico.

Ha un corpo stupendo e rimango fissa a guardarla. Come incantanta.

Mi riprendo dopo qualche secondo, ingoiando il groppo che si era formato in gola.

Incomincio ad avere caldo.

"Si. Così va molto meglio." le dico calma, cercando rimanere fredda. Mi riesce bene, fortunatamente.

Mi osserva.

"Lo credi veramente? Io preferirei mettermi uno dei miei soliti tailleur. Lavoro come direttrice del "Magazine Witch". Non posso presentarmi così." mi dice, osservandosi scetticamente.

"Si. Stai molto bene così. Comunque..." mi fermo un secondo guardandola. "...conosco un posto dove vendono dei tailleur molto belli, ed a poco prezzo. Se vuoi te lo mostro un secondo. Però...questi vestiti ti consiglierei di prenderli. Ti donano molto e non ci dovrai andare al lavoro, infondo" le dico piatta. Ma cerco di fargli capire che sono sincera.

Non so perchè, ma la Weasley è cambiata. Non più la stupida ragazzina di un tempo.

"Ok, per me va bene. Vorrà dire che questi li prenderò. Per i talleur non lo so. E' lontano questo negozio? Fra quindici minuti devo trovarmi ad Howgarts." mi dice.

Impossibile. Ci vogliono quindici minuti per arrivarci da qui. Chissà cosa andrà a fare ad Hogwars. Va beh..non mi frega neanche tanto.

"No. Non si fa in tempo. Ci vogliono giusto giusto quindici minuti per arrivarci a piedi. E anche se ci smaterializzassimo non faremo in tempo a vedere niente. Comunque...se, un giorno, volessi passarci fammelo sapere." Mi dirigo verso l'uscita.

Sto per aprire la porta quando mi volto verso di lei.

"Ah, che sbadata. Abito in un viletta qui vicino. La riconoscerai subito. E' l'unica qui nei dintorni."

Esco dal negozio, e rischio immediatamente di essere investita da un gruppo di marmochietti.

Oh..che bei tempi quelli di Hogwars. Sospiro stanca.

§§§§§§§§

Deve aver visto che l'osservavo perchè entra nel negozio.

Si guarda in giro un po' scettica e, seguita dalle occhiataccie della padrona del negozio, mi raggiunge.

Mi scruta, lo sento che mi scruta. Sta cercando di capire se sono veramente io.

-Weasley. Ginevra Weasley.- dice calma.

-Parkinson Pansy Parkinson. Allora non mi sbagliavo, sei proprio tu.- dico con una nota sorpresa nella voce.

Non è cambiata così tanto dai tempi di Howgarts. Indossa un vestito nero, la cui gonna arriva fino alle caviglie e i capelli neri sono lasciati liberi sulle sue spalle.

Sicuramente è diventata molto più bella rispetto a prima, non ha più la faccia da carlino.

-Come mai una donna del tuo rango si abbassa a entrare in un negozio come questo?- le chiedo posando la gonna azzurra che avevo in mano.

Rimane in silenzio, fin troppo in silenzio, fino a quando si decide a rispondermi.

-Per vedere come si era ridotta la più piccola dei Weasley.

e pensa che mi offenda mi sbaglio di grosso.

-Che onore essere giudicata da Miss Parkinson.- dico afferrando una giacchetta nera a mezze maniche. Mi dirigo verso il camerino e lei è rimasta ferma a fissarmi

Entro in un camerino e incomincio a togliermi la giacca del mio tailleur grigio. Mi infilo la giacca e esco guardandomi in uno specchio.

-Non so Weasley..ma non credo che quella maglia ti stia bene. Il nero non è per te, i tuoi occhi non vengono risaltati così.

Mi dice una voce alle spalle.

Mi volto e vedo la Parkinson che mi fissa.

Ma che cavolo vuole da me? La mia vita procedeva a meraviglia e adesso arriva lei che mi da consigli di moda! Ma scherziamo?

-Non so Parkinson ma non credo che me ne faccia qualcosa del tuo consiglio. Ti sei vista allo specchio? E' piena estate e tu sei completamente vestita di nero. Ma non hai caldo?- dico guardandola storta.

-A me sta bene il nero. E no, non ho caldo. Comunque, cara la mia Weasley, non era un consiglio. Era solo una mia osservazione. Di certo se vuoi un ragazzo, o se c'è l'hai già non so, con quella giacca non ti prenderà nessuno. Hai una bellezza unica e la sprechi con i colori neutri come bianco e nero. Ciao Weasley..e per una volta dammi retta.- dice tranquillamente.

La guardo avvicinarsi alla uscita del negozio e, non so per quale motivo, dico:

-Mi vuoi aiutare?

Mi gira e mi fissa. Non riesco a decifrare la sua espressione. Ma chi me l'ha fatto fare?

Mi porge molti vestiti ed entro nel camerino. Indosso una minigonna rosa e una camicia bianca che arriva fino a sopra all'ombellico. Finalmente la mia pancia piatta può venire alla luce!!

Esco e vedo la ex-serpeverde che mi fissa. Aiuto! Ma perchè questi vestiti dovevo scegliere??

Mi guarda e poi deglutisce. Chissà perchè. Mah!

- Si. Così va molto meglio- mi dice con freddezza. Troppa freddezza.

-Lo credi veramente? Io preferirei mettermi uno dei miei soliti tailleur. Lavoro come direttrice del "Magazine Witch". Non posso presentarmi così.- dico guardandomi allo specchio.

-Si. Stai molto bene così. Comunque...- si ferma un secondo.

-...conosco un posto dove vendono dei tailleur molto belli, ed a poco prezzo. Se vuoi te lo mostro un secondo. Però...questi vestiti ti consiglierei di prenderli. Ti donano molto e non ci dovrai andare al lavoro, infondo"

La guardo. Forse ha ragione, prendermi dei vestiti informali potrebbe farmi bene. Oltretutto sono uno schianto così!

-Ok, per me va bene. Vorrà dire che questi li prenderò. Per i talleur non lo so. E' lontano questo negozio? Fra quindici minuti devo trovarmi ad Howgarts.- dico guardandomi ancora allo specchio.

-No. Non si fa in tempo. Ci vogliono giusto giusto quindici minuti per arrivarci a piedi. E anche se ci smaterializzassimo non faremo in tempo a vedere niente. Comunque...se, un giorno, volessi passarci fammelo sapere.- Si dirige verso l'uscita del negozio.

Si volto quando sta per aprire la porta.

-Ah, che sbadata. Abito in un viletta qui vicino. La riconoscerai subito. E' l'unica qui nei dintorni.- mi dice.

La guardo andare via. Cavolo, ma proprio oggi Silente doveva decidere di convocarmi alla mia ex-scuola? Rientro in camerino e prendo le mie cose. Non mi cambio nemmeno, ha ragione lei, sto proprio bene così. Vado alla cassa e mostro i prezzi, pago ed esco guardando i mille studenti che corrono. Con un sospiro mi incammino verso il castello. Ma noto subito una villetta. è molto classica, dev'essere la casa della Parkinson. Mi riprometto, dopo l'incontro con il mio ex-preside, di andarla a trovare.

§§§§§§§§§§§

Mi avvio verso casa mia. Non ci vuole molto, sono a pochi minuti da Diagon Alley.

Devo dire di averla scelta bene. E' di stile classico, isolata e non molto grande.

Mi fa uno strano effetto abitare da sola in una casa molto più piccola di un castello. Infondo ho sempre abitato al Maniero dei Parkinson. Ma alla fine della guerra quello è stato confiscato.

Sono arrivata avanti casa. Prendo le chiavi dalla tasca dei pantaloni ed apro la porta.

Come ogni volta mi aspetta il mio cane. Un pitbull nero. Un cane docilissimo. Ma se fa un torno alla sua padrona rischi di morire.

Salgo le scale e mi dirigo nella prima porta a destra, il bagno.

Mi spoglio e mi infilo sotto la doccia.

Quando ormai ero sotto la doccia da un buon'ora sento il campanello suonare. Alzo gli occhi al cielo scocciata e dopo essermi messa in usciugamano per coprire il corpo scendo di fretta le scale.

Apro di scatto la porta e mi ritrovo davanti Ginevra Weasley.

"Weasley...scusa stavo sotto la doccia.Entra pure." dico, nascondendo l'imbarazzo.

Entra un imbarazzata, cose che mi molto piacere, e le mostro il soggiorno.

"Volevo sapere se potevi mostrarmi il negozio di tailleur di cui mi hai parlato, ma se sei impegnata fa niente" mi dice, guardando tutto tranne che me.

Ci penso un secondo, guardando l'orologio.

"Weasley...sono le 12 e 37. Non ci conviene fare pranzo prima, che dici?" chiedo, come se nulla fosse.

"Per me va bene, dove vuoi andare a mangiare?" mi dice, osservando le mie foto di scuola. Noto il suo sguardo perplesso nel vedere la divisa non di Hogwars. Sorrido divertita.

"Mangiamo qua. Sono abituata a cucinare da sola, e no. Non ho servitori. E, visto che vedo che sei interessata, ti racconterò di quella divisa" sorrisi allo sguardo imbarazzato ed un colpevole.

Si volta di nuovo verso le foto, come se stesse aspettando qualcosa.

"Eh..quanta voglia di saperlo, eh Weasley!" le dico divertita. "Ma, forse è meglio che mi metta qualcosa che non sia solo un asciugamo sopra, oppure preferisci così?" non so perchè l'ho provocata, ma mi diverto. Oh..sisi..se mi diverto.

La vedo trattenere il fiato, dopo di chè mi fa un cenno con la mano.

Non capisco cosa vuole dire, ma visto che sono stronza di natura mi lascio solo l'asciugamano.

Mi avvicino a lei, finchè non mi sono posizionata alla sua spalla, proprio avanti le foto. Noto di essere sempre la più alta, e questo mi fa dannatamente piacere.

Inizio a parlare, come una filastrocca, senza sentimenti, come se quel periodo della mia vita fosse solo una storia noiosa, una lezione di Storia della Magia che non finisce mai.

"Finito il sesto anno ho deciso di fuggire, non mi conveniva rimanre qua. I miei mi avrebbero fatto marchiare, e non volevo proprio fare la fine dei miei compagni Serpeverde." mi interruppì un secondo, osservandomi gli avambracci, entrambi bianchi ed entrambi puliti.

"Fregai dei soldi ai miei genitori e mi trasferii in America, frequentando l'ultimo anno lì. Sono rimasta là fino alla fine della guerra, sono tornata da poco, ed ho saputo la morte di Draco, Blaise, Theo ed altri. Nonchè dei miei genitori" la mia voce si inclina un . Sperando che la Weasley non se ne accorga, continuo a guardare imperterrita le foto.

Così sei scappata. Non hai cercato di combattere ciò per cui eri destinata. Non hai cercato di aiutarci. Io invece ho combattuto in prima fila. Sono stata io ad uccidere Voldemort, sono stata io e non riesco ancora capire dove ho trovato la forza di farlo. Forse è per questo che non sono Auror Medimago, non me la sentivo di intraprendere un lavoro che stonava con ciò che ero diventata" mi dice velocemente.

Io all'inizio rimango in silenzio, assimilando bene tutte le parole.

Dopo di chè faccio una risata forzata, che suona stridula.

"E' inutile spiegarti. Non capiresti" dico lentamente, mi volto e salgo le scale che mi separano dalla mia camera. Devo vestirmi.

"Provaci, non sono così famosa solo perchè ho ucciso Voldemort e sono la redattrice di un giornale." la sento urlare dal salotto.

Io la ignoro, e mi dirigo in camera. Mi rivesto con calma, per poi tornare giù.

La rossa è rimasta lì, a guardare le scale su cui sono sparita.

"Vuoi che ti spieghi? Benissimo. Io sono la figlia di due mangiamorte...ero la figlia di due mangiamorte, ero una Serpeverde, ero la compagna di tutti i serpeverde, ero la promessa sposa di Draco Malfoy prima che io me ne andassi! Secondo te se mi ribellavo che facevano? Mi lasciavando andare? Mi avrebbero detto che facevo bene? Mi avrebbero capito? Si..certo. Mi avrebbero ucciso. Oppure sarei dovuta entrare nei Mangiamorte. E tra le due ho preferito fuggire. Mi sono rifatta una vita in America e credo di tornarci. Sistemerò alcune cose qua e me ne tornerò in America. Infondo non mi è rimasto nessuno." mi volto, nervosa più che mai. Dopo averle urlato tutto quello che pensavo. Mi vado a rifugiare in cucina, per preparare il pranzo.

"Così fuggirai ancora. So cos'è successo in America, Parkinson. So dov'eri, volevo vedere se avevi il coraggio di raccontarmi tutto. Sono o non sono una giornalista? Lì non ti è rimasto niente, come qui. Tanto vale crearti una nuova vita senza essere considerata la "cacciatrice" di ragazzi." mi dice, dopo evermi raggiunto.

Vado, non fa niente per i tauller.”

Se ne , senza lasciarmi il tempo di rispondere. Si, sono molto sorpresa. Sa tutto di me. Ma non ha scampo.

Vado, non fa niente per i tauller.”

Lascio le pentole e mi fiondo verso la porta, facendola voltare di scatto e sbattendola al muro, bloccandole il collo con la mano.

Mi avvicino al suo viso e le sussuro cattiva.

"Weasley...sarà anche come dici te, ma visto che eri una Grifondoro perché non hai aspettato che rispondessi? No, non mi è rimasto niente ne qua ne in America. Ma che cosa dovrei fare secondo te? Rimanere qua e farmi un'altra vita? E con chi? Da sola?"

Sento il suo tremolio. Ho esagerato. Le lascio il collo e faccio un passo indietro.

Lei crolla a terra, respirando a fatica e incominciando a piangere. Una morsa mi prende allo stomaco. Non riesco a vederla piangere.

"Sarò anche stata una Grifondoro, ma ti ricordo che io mi sono ricreata una vita grazie al giornale che possiedo. Io ho avuto il coraggio di guardare avanti, ma tu tu eri una Serpeverde, e un Serpeverde non sa cosa sia il coraggio e la voglia di fare" mi dice, alzandosi a fatica e approfittando della mia disrazione per fuggire.

Io la inseguo, corro come non ho mai corso e dopo pochi metri riesco ad affarrarle la maglia.

La faccio voltare verso di me e l'abbraccio.

Un abbraccio dolce, in segno di scusa. Stringedola forte.

Lei singhiozza, non ribellandosi.

"Si, so di essere una codarda. Ma sono così, sono nata in una casa dove l'affetto e l'amore non esistono. Te sei così fortunata..." dico piano.

"Potrei aiutarti a ricrearti una vita. Una vita tua. Io non sono mai stata fortunata. E' vero, ho avuto molti amici e una famiglia che mi ha sempre capito, ma ciò che ho fatto l'ho fatto da sola. Se vuoi puoi incominciare da zero, te ne offrò l'opportunità." mi dice, dopo aver sciolto l'abbraccio.

Smette di piangere e mi sorride.

Io la guarda, con un'irrefrenabile voglia di baciarla.

Annuisco piano, e la prendo per mano, trascinandola verso casa.

Passiamo la giornata insieme, dentro casa. Facciamo pranzo, giochiamo a scacchi. Sempre parlando, come se ci conoscessimo come Ginevra e Pansy. Non come Weasley e Parkison. Non come Grifondoro e Serpeverde. Devo ammetterlo mi piace. E voglio ancora baciarla.

E' sera quando se ne deve andare. L'accompagno alla porta.

"Grazie per la bella giornata. Quando vuoi passa pure al giornale, mi farebbe molto piacere." mi dice sorridendo.

Quel sorriso, quelle labbra.

Non resisto. So di sbagliare. So di rischiare di perdere tutto. So. Lo so.

Ma dimostrerò che io ho coraggio e so rischiare.

Mi avvicino e la bacio. Un bacio semplice, puro, casto. Mai dato un bacio così.

Rimango così, aspettandomi una schiaffo od altro.

Mi allontano. Le mi guarda, si avvicina e mi ribacia.

"Ciao Pansy. Ci vediamo." mi dice sorridendo dopo essersi staccata.

"Molto presto Gin. Molto presto." le dico, aprendole la porta.

Sorrido felice.

Forse la mia vita migliorerà.

§§§§§§§§§§§

Pazzesco. sono appena tornata dal colloquio con il mio ex-preside e mi ha chiesto di diventare la nuova professoressa di Trasfigurazione. Pazzesco!

Ma non credo che accetterò. Sono onorata per il fatto che mi ha concesso questa oppurtinità, ma sinceramente preferisco lavorare al giornale.

Cammino e, senza accorgermene, mi ritrovo davanti alla villa della Parkinson. Decido di avvicinarmi e di suonare.

Sento dei passi affrettati e compare davanti alla soglia una donna con solo un asciugamano intorno al corpo e i capelli bagnati.

-Weasley scusa stavo sotto la doccia entra pure.- mi dice.

Aiuto! Perchè ho questo groppo alla gola? Indubbiamente è diventata una bellissima donna. Divento rossa come un pomodoro e spero che lei non se ne accorgo.

Entro nella villetta e mi dirigo verso il soggiorno.

-Volevo sapere se potevi mostrarmi il negozio di tailleur di cui mi hai parlato, ma se sei impegnata fa niente.- dico cercando di sviare il mio sgurdo su qualcosa che non sia il suo asciugamano nero. E' proprio fissata con sto colore.

-Weasley sono le 12 e 37. Non ci conviene fare pranzo prima, che dici?

Cacchio, ha ragione. E' già ora di pranzo.

-Per me va bene, dove vuoi andare a mangiare?- dico alzandomi e guardando delle foto sopra il camino.

Rappresentano lei in divisa scolastica, ma non è quella di Howgarts. Strano.

"Mangiamo qua. Sono abituata a cucinare da sola, e no. Non ho servitori. E, visto che vedo che sei interessata, ti racconterò di quella divisa". La guardo imbarazzata e un po' colpevole del fatto che mi ha scoperta.

Sorride e io mi volto di nuovo verso le foto. Cosa aspetta a parlare?

-Eh..quanta voglia di saperlo, eh Weasley!- dice divertita.

-Ma, forse è meglio che mi metta qualcosa che non sia solo un asciugamo sopra, oppure preferisci così?- mi dice.

Immediatamente mi irrigidisco. Preferirla così?? Aiuto, il bello è che non dico di no, mi limito a farle un cenno con la mano, guardando ancora le foto.

Speriamo che non si sia accorta del mio totale imbarazzo sul fatto che non le ho dato una risposta precisa.

-Finito il sesto anno ho deciso di fuggire, non mi conveniva rimanre qua. I miei mi avrebbero fatto marchiare, e non volevo proprio fare la fine dei miei compagni Serpeverde." si interruppe fissandosi i bracci bianchi.

-Fregai dei soldi ai miei genitori e mi trasferii in America, frequentando l'ultimo anno lì. Sono rimasta là fino alla fine della guerra, sono tornata da poco, ed ho saputo la morte di Draco, Blaise, Theo ed altri. Nonchè dei miei genitori-

Ascolto tutto ciò che dice, fino all'ultima parola. Sento una nota di tristezza nella sua voce quando parla dei suoi ex-amici e dei suoi genitori, ma non glielo faccio capire.

-Così sei scappata. Non hai cercato di combattere ciò per cui eri destinata. Non hai cercato di aiutarci. Io invece ho combattuto in prima fila. Sono stata io ad uccidere Voldemort, sono stata io e non riesco ancora capire dove ho trovato la forza di farlo. Forse è per questo che non sono Auror Medimago, non me la sentivo di intraprendere un lavoro che stonava con ciò che ero diventata.- dico tutto d'un fiato.

Lei è ancora vicino a me e rimane in silenzio.

Crede che sia inutile spiegarmi perchè l'ha fatto. Sento che incomincia a salire le scale, forse per cambiarsi, ma io non sono d'accordo.

-Provaci, non sono così famosa solo perchè ho ucciso Voldemort e sono la redattrice di un giornale.

Speriamo che capisca.

-Vuoi che ti spieghi? Benissimo. Io sono la figlia di due mangiamorte...ero la figlia di due mangiamorte, ero una Serpeverde, ero la compagna di tutti i serpeverde, ero la promessa sposa di Draco Malfoy prima che io me ne andassi! Secondo te se mi ribellavo che facevano? Mi lasciavando andare? Mi avrebbero detto che facevo bene? Mi avrebbero capito? Si..certo. Mi avrebbero ucciso. Oppure sarei dovuta entrare nei Mangiamorte. E tra le due ho preferito fuggire. Mi sono rifatta una vita in America e credo di tornarci. Sistemerò alcune cose qua e me ne tornerò in America. Infondo non mi è rimasto nessuno.-mi dice appena tornata giù. Si dirige in cucina nervosa.

Ascolto ciò che ha da dire e poi mi dirigo anch'io verso la cucina. Sta trafficando con varie pentole ed è molto nervosa.

Una volta qualcuno mi ha detto di non far innervosire i serpeverde, ma si sa che io non ascolto mai i consigli degli altri.

-Così fuggirai ancora. So cos'è successo in America, Parkinson. So dov'eri, volevo vedere se avevi il coraggio di raccontarmi tutto. Sono o non sono una giornalista? Lì non ti è rimasto niente, come qui. Tanto vale crearti una nuova vita senza essere considerata la "cacciatrice" di ragazzi.

So che è sorpresa, non si aspettava che sapessi tutte queste cose, non se lo aspettava proprio.

-Vado, non fa niente per i tailleur.- dico uscendo dalla cucina e dirigendomi verso la porta principale.

Sento qualcuno correre e mi giro verso la fonte di tale rumore. In meno di un secondo mi ritrovo contro il muro e una mano intorno al mio esile collo.

Ho paura, forse aveva ragione quella persona che mi ha detto di non far innervosire i serpeverde.

-Weasley sarà anche come dici te, ma visto che eri una Grifondoro perchè non hai aspettato che rispondessi? No, non mi è rimasto niente ne qua ne in America. Ma che cosa dovrei fare secondo te? Rimanere qua e farmi un'altra vita? E con chi? Da sola?-, mi dice a meno di un soffio dal mio viso.

Incomincio a tremare, non riesco a respirare. Lei sembra accorgersene e fa un passo indietro ritirando la mano. Cado per terra tenendomi il collo con una mano e cercando di respirare.

Respiro affanosamente e dai miei occhi escono delle piccole lacrime, lacrime che stavo cercando di scacciare via per non farle notare quanto ho avuto paura.

-Sarò anche stata una Grifondoro, ma ti ricordo che io mi sono ricreata una vita grazie al giornale che possiedo. Io ho avuto il coraggio di guardare avanti, ma tu tu eri una Serpeverde, e un Serpeverde non sa cosa sia il coraggio e la voglia di fare.- dico respirando sempre a fatica.

Mi alzo in piedi approffittando del suo attimo di silenzio ed esco dalla porta correndo, ho paura di lei. Ho veramente paura.

Mi sento strattonare la camicia bianca comprata qualche ora fa e mi ritrovo abbracciata a Pansy. Strano, la chiamo pure per nome, forse per il fatto che è un abbraccio dolce, di come non ne ho mai avuti.

"Si, so di essere una codarda. Ma sono così, sono nata in una casa dove l'affetto e l'amore non esistono. Te sei così fortunata "mi dice piano.

Io singiozzo ancora, mi trovo con la testa sotto la sua spalla, indubbiamente è più alta di me. Lentamente mi stacco dall'abbraccio.

-Potrei aiutarti a ricrearti una vita. Una vita tua. Io non sono mai stata fortunata. E' vero, ho avuto molti amici e una famiglia che mi ha sempre capito, ma ciò che ho fatto l'ho fatto da sola. Se vuoi puoi incominciare da zero, te ne offrò l'opportunità.- dico piano e sorridendole mentre le mie lacrime cessano.

Annuisce e mi prende per mano portandomi in casa. Pranziamo come se non fosse successo nulla, come se ci conoscessimo da anni ed invece stiamo imparando a conoscerci solo in quel momento.

E' diversa da come me la immaginavo. Forse è un bene che sia entrata nella mia vita, mi serviva una scarica elettrica che mi ricordi ogni giorno che la vita non è mai semplice.

Parliamo per ore e ci dimentichiamo addirittura dei tailleur. Me ne vado quando ormai è sera e, avvicinandomi alla porta le dico:

-Grazie per la bella giornata. Quando vuoi passa pure al giornale, mi farebbe molto piacere.

Si avvicina e mi bacia. Ammetto di aver avuto la tentazione di baciarla anch'io, ma avevo paura che il legame che stavevamo creando si inceppasse.

E' un bacio dolce e semplice, di come non ne ho mai ricevuti. Si stacca e mi guarda, ha paura che la possa respingere, lo so per certo.

Mi avvicino a lei e la bacio di nuovo dopodichè le dico: "Ciao Pansy. Ci vediamo."

Sì, lo sento, è l'inizio di qualcosa di stupendo!

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Recensite in tanti! ^^

Ciao By Gin 92 and Titty90

  
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