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Autore: dragon_queen    02/04/2012    1 recensioni
Una reinterpretazione in chiave soprannaturale della storia della Bella e la Bestia. Una legge impone che ogni equinozio di primavera una fanciulla sia condotta al castello del signore. La vittima nn fa più ritorno. Toccherà anche alla povera Ariane lo stesso destino, ma qualcosa in lei è diverso, qualcosa in lei no la farà uccidere, ma diventare schiava. La ragazza possiede il sono di poter vedere in profondità nell'animo di chiunque, anche in quello di Dorian, il borioso signorotto. Riuscirà a far luce anche nel suo animo nero???
Spero ci piaccia. Saluti XD
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Padre, perchè Adele piange?- chiese la bambina, mentre l'uomo osservava dalla finestra il gruppo di uomini poco fuori la soglia di casa, illuminato unicamente dalla luce di qualche fiaccola.

In mezzo a loro stava una figura ammantata, minuta e leggera, la quale si stringeva tristemente nelle spalle.

-Padre?- chiese ancora la piccola, non capendo lo sguardo del genitore.

Quello continuò a non rispondere. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, quell'assurda legge sarebbe arrivata anche nelle campagne di quel triste villaggio.

Il paesino di Clair de Lune sorgeva alle pendici di una bassa collinetta. Aveva quasi cinquecento anni ed era uno dei più antichi. A sovrastare le povere case stava un nero castello, il quale pareva disabitato da molto tempo, dato che non si era mai visto nessuno di quelli che lo abitavano.

Si narrava che tra quelle mura risiedesse un potente signorotto, il quale era famoso per essere sadico e spietato. Qualunque cosa desiderasse la otteneva, che fossero soldi, terreni o donne. Un giorno semplicemente sparì. Si vociferava che fosse morto di qualche strana epidemia, ma c'è chi giura di averlo visto aggirarsi per il castello e le campagne circostanti nelle notti di luna piena.

Al villaggio giungevano notizie di qualche mercante o viandante che sparivano dalla strada, per poi venire ritrovati con l'aspetto di vecchie mummie, il sangue completamente scomparso dal corpo.

Poi toccò alle bestie iniziare a morire allo stesso modo e gli abitanti iniziarono a disperare.

Leggende di ogni tipo e provenienza serpeggiavano sulle bocche dei più anziani come se fossero verbo divino e la paura si impadronì di loro.

Una sera, la quale segnava l'equinozio di primavera, durante il quale il villaggio festeggiava con una gioiosa festa, una nera carrozza uscì dal castello e, con un rumore di zoccoli sempre più insistente e pesante, giunse fino alla piazza centrale.

Il tempo sembrò fermarsi. La porta della carrozza si spalancò e mise piede a terra un messo, il quale si schiarì la voce, leggendo il messaggio da parte del padrone del maniero.

Da quel momento in avanti, ad ogni nuovo equinozio di primavera, una delle fanciulle del villaggio sarebbe stata condotta al castello. Se ciò non fosse avvenuto, il signore avrebbe personalmente provveduto a distruggere il villaggio e coloro che lo abitavano.

Fu così che ebbe inizio quell'incubo.

Forse in principio qualcuno sperava che una delle loro figlie tornasse a casa, ma ciò non avvenne mai. Fu così che alcune famiglie cercarono di lasciare il villaggio, ma di loro si ritrovarono solo i corpi, malamente dissanguati.

Quella sera, dopo circa duecento anni che quei sacrifici venivano effettuati, il destino aveva voluto che toccasse alla sua Adele, così giovane e spensierata, bella e casta. Tutta la vita davanti a sé.

Ma era stata scelta e per quanto il padre avesse provato ad opporsi, non poteva farci niente.

L'unica cosa che aveva potuto fare era stata stringere la giovane a sé, baciarla sulla fronte e sussurrarle di essere coraggiosa. Lei aveva ricambiato il saluto e, con le lacrime agli occhi, si era abbassata sulla sorella minore e, abbracciandola caldamente, le aveva detto:

-Ricordami sempre così. Spero che il destino ti riservi una strada diversa-

Ora padre e figlia osservavano il gruppo che lasciava la loro abitazione. Un ultimo sguardo della povera Adele ai suoi cari e una lacrima argentea le rigò la guancia.

La carrozza nera l'attendeva. Una volta chiusa quella porticins, eri condannata. La frustata del cocchiere, il nitrire dei cavalli e il mezzo era sparito nell'oscurità.

Mentre il padre si allontanava dalla finestra, la bambina rimase a fissare l'oscuro palazzo, illuminato solo parzialmente dalla luna: stranamente sorrise.

Quella piccola era considerata un miracolo da un certo punto di vista, in quanto concepita da un utero ormai sterile. Ma non potevano fare a meno di provare anche diffidenza: infatti la bambina poteva vedere oltre le apparenze, scorgere ciò che ad occhio normale era escluso, concepire ciò che la ragione riusciva a vedere. Era come se i suoi occhi viaggiassero oltre il velo delle apparenze, mettendo a nudo ogni umano peccato.

Ed era quello che le era capitato fissando il maniero: su di esso aleggiava un'aura di malvagità, certo, ma la bambina riusciva a percepire anche una sorta di profonda tristezza insita in essa, un dolore che non c'era modo di risanare. In quel momento desiderò ardentemente essere lei la cura a quel male.




N.A. E qui comincia una mia nuova storia. 
I nomi sono francesi, anche se non sembra XD
Spero che piacerà. Saluti

  
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