(Come what may, colonna sonora del film Moulin Rouge)
Premetto
che questa storia è una delle prime che ho scritto, quindi,
ancora una volta,
vi prego di essere clementi!!! Grazie!
Per
tutti coloro che passeranno di qui e stanno seguendo “Tra
sogno e realtà”:
raga, è in arrivo il prossimo capitolo! Entro questa sera
dovrei riuscire a
postarlo!!
Grazie
a tutti quelli che mi hanno lasciato commenti alle precedenti storie, e
a tutti
coloro che leggeranno questa(spero vogliate anche lasciarmi almeno un
commentino…).
Un
bacio,
Blaise
Never knew I could feel like this
Like I've never seen the sky before
I want to vanish inside your kiss
Every day I'm loving you more and more
Listen to my heart, can you hear it sings
Telling me to give you everything
Seasons may change, winter to spring
But I love you until the end of time
Mi sono sentito inutile, assolutamente
distaccato da questo mondo. Tutti mi odiano, i miei presunti amici mi
girano
attorno soltanto per il mio denaro e la paura del mio nome. Tranne
Blaise
Zaini. Devo dire che soltanto lui ha dimostrato di essermi veramente
amico. E
adesso è morto, perché si era ribellato, ucciso
dal mago oscuro che tutti
temono, che mio padre serve, e che servirò anche io, un
giorno. Non per mia
volontà. Non seguirò mai quel pazzo di Voldemort
per mia spontanea scelta. Lo
odio. Non sono proprio cattivo come si dice in giro… ma se
dovessi seguirlo lo
farei soltanto
perché l’ alternativa
sarebbe la morte. Ma chissà, un giorno potrei anche cambiare
gloriosamente idea
e morire da eroe rifiutando Lord Voldemort…
Dopo la morte di Blaise, ho persino
accarezzato l’ idea di suicidarmi. In fondo, che ruolo ho io
in questo mondo?
Cosa ci fa esattamente Draco Malfoy su
questa terra? Perché non posso essere un ragazzo normale
come gli altri?
E soprattutto, perché non posso guardarti
tranquillamente senza destare sospetti?
Già, perché è dalla prima volta che ti
ho
visto che mi sei piaciuto.
Ho adorato i tuoi capelli ribelli, i tuoi
occhi color della giada. Ma all’ inizio ti odiavo, ti odiavo
con tutto me
stesso perché ero indotto a farlo.
Poi ho capito.
Ho capito che mi piaci. Adoro il tuo viso,
i tuoi occhi, il modo in cui ti tormenti il labbro con i denti quando
pensi.
Adoro quella piccola fossetta che si forma sulla tua guancia destra
quando
sorridi.
Ed è da quando ho scoperto questi miei
sentimenti per te che sono cambiato.
Vedo il mondo sotto una luce diversa,
migliore.
Ho trovato la mia ragione di vita, l’ unica
persona per cui vale la pena continuare a stare in questo mondo.
Quella persona sei tu, Harry.
Certo che è strano, però…
Il grande e temuto Draco Malfoy che si
innamora della sua nemesi Harry Potter?
È strano, ma al cuore non si comanda. Non
puoi scegliere chi amare.
Quanto vorrei baciarti, Harry. Accarezzare
quelle labbra rosse con le mie, color pesca. Vorrei sentire le nostre
lingue in
contrasto, che lottano in una dolcissima battaglia che non
vedrà né vincitori
né vinti. Vorrei sentire il tuo sguardo smeraldino posarsi
su di me, almeno una
volta. Vorrei poterti accarezzare il viso abbronzato, le mani. Vorrei
baciarti
gli occhi, vorrei sentirti fremere sotto il mio tocco titubante. Vorrei
amarti
liberamente, senza dover avere paura di cosa potrebbero pensare gli
altri.
E vorrei che anche tu mi amassi, che
ricambiassi questo mio sentimento che mi tiene in vita e mi divora.
Sento il mio amore crescere ogni giorno di
più, lo sento scaldarmi il cuore e l’ anima.
Mi sento arrossire ogni volta che ti vedo,
dovrei mantenere il controllo e trattarti con il solito atteggiamento
sprezzante, ma non ci riesco. Penserai che sto soffrendo per la perdita
di
Blaise? No, certo che no. Come potrebbe soffrire quella serpe di Draco
Malfoy
che al posto del cuore ha soltanto un cubetto di ghiaccio?
Perché è questo che
tutti pensano di me. Sbagliano. Ma poco importa. Mi importa solo
ciò che pensi
tu, mio dolce Harry. Penserai che mi sono rammollito?
Chissà, forse è così.
E, mentre cammino per i freddi corridoi
della scuola dirigendomi al prato, penso che mi sono davvero
innamorato. Per la
prima volta nella mia vita.
Saranno le due di notte. Io non riuscivo a
dormire, così sono uscito per una passeggiata notturna.
Proprio come fa spesso
il mio caro e dolce Potter.
Finalmente arrivo al prato. Mi guardo
intorno. Sono solo. Bene.
Il grande albero vicino al lago dove è
solito sedersi Harry mi aspetta. Mi siedo lì sotto. Mi
sembra quasi di sentire
la tua voce, amore. La tua risata cristallina, il tuo profumo.
E penso che tu non saprai mai ciò che provo
per te. Non potrò mai dirtelo.
Come what may
I will love you until my dying day
Ma,
comunque vada, ti amerò fino alla fine
dei miei giorni, mio dolce grifone…
_________
Suddenly it moves with
such a perfect grace
Suddenly my life doesn't
seem such a waste
It all revolves around
you
And there's no mountain
too high
No river too wide
Sing out this song I'll
be there by your side
Storm clouds may gather
And stars may collide
But I love you until the
end of time
E tu eri veramente bello. I tuoi capelli
biondi, la tua pelle diafana, i tuoi modi perfetti, il tuo sorriso
stupendo…
Solo che, purtroppo, avevi un carattere
terribile da moccioso viziato. E io odio i ragazzini viziati, mi
ricordano mio
cugino Dudley.
Ma tu… eri diverso. L’ ho capito soltanto
un paio di anni dopo. Non eri un bambino viziato, ma un bambino solo. Lo si capiva dai tuoi sguardi
quando vedevi qualcuno dei tuoi amici ricevere un pacco da casa con un
mare di
dolci e una lettera da cui traspariva tutto l’ amore di una
bella famiglia.
I tuoi occhi diventavano lucidi, poi vacui
come se stessi guardando qualcosa che solo tu puoi vedere, e infine
riacquistavi i tuoi soliti modi spavaldi.
Credo proprio che tu non sia come vuoi far
credere, Draco. E credo anche che noi due siamo più simili
di quanto crediamo.
Ed è da un po’ di tempo a questa parte che
ti penso spesso. Sei solo, come lo sono io. Sei triste, come lo sono
io. Hai
perso il tuo migliore amico, e stai male. Lo capisco.
Tutta la scuola, invece, dice soltanto che
ti sei rammollito, o che sei al servizio di Voldemort e che devi
combinare
qualche cosa a scuola. Ma io non ci credo. Sono soltanto dicerie. Tu
sei buono,
Draco. E non so perché non l’ ho capito prima.
Da un po’ mi ritrovo anche a sognarti. E
nei miei sogni, tu mi baci, mi vuoi.
E credo di volerti anch’ io, Draco. No, non
credo. Ti voglio. Ne sono sicuro.
Ogni volta che ti vedo il cuore va a mille,
mi tremano le gambe. Non riuscirei a risponderti a tono, ma per fortuna
non ce
n’ è bisogno.
Tu non mi provochi più, e io non voglio più
sfidarti.
Non è che anche io ti piaccio? Almeno un
pochino?
Ma che diamine dico! Sto blaterando…
E già, il grande Harry Potter inizia a
perdere colpi.
Chissà, forse sto impazzendo.
Sai, Draco, credo di amarti…
E da quando ho capito cosa provo per te,
improvvisamente il mondo sembra migliore. Improvvisamente ho capito che
c’è
davvero qualcosa di bello a questo mondo per cui valga la pena vivere!
La mia
vita non è più sprecata, come credevo che fosse.
Ho finalmente trovato un senso a questo mio
andare avanti, e questo senso sei tu Draco…
Solo per te vado avanti, se non ti amassi
avrei messo fine alla mia insulsa vita già da molto tempo.
Odio la mia vita, il
mio destino di uccidere o venire ucciso, odio avere le aspettative
dell’ intero
mondo magico sulle spalle…
Adesso, la mia vita, il mio intero mondo
ruota attorno a te. Proprio tu, mio dolce e diabolico angelo biondo sei
il
fulcro dei miei pensieri, l’ ingranaggio che riesce a mandare
avanti la mia
vita.
Vorrei solo che lo sapessi, Draco. Vorrei
che sapessi che ti amo, e che vorrei stare insieme a te, sentire il tuo
respiro, il tuo profumo dolce, guardare i tuoi occhi, il tuo viso; mi
piacerebbe poterti accarezzare, poterti abbracciare, baciarti, e dirti
che per
me sei tutto.
Come what may
Come what may
I will love you until my dying day
Vorrei
dirti che io ti amerò e sarò con te
comunque vada. Qualunque cosa accada, io ti sarò accanto, se
avrai bisogno, io
sarò con te. Ti aiuterò nei momenti difficili. Io
ci sarò.
E non basteranno montagne troppo alte o
fiumi troppo profondi a fermarmi. Ovunque sarai, se avrai bisogno ti
basterà
chiamarmi e io sarò da te per aiutarti, e amarti, e
stringerti a me.
Oh, quanto vorrei dirti tutte queste cose!
Vorrei davvero farti sapere come mi sento…
Ma tu sicuramente mi rideresti in faccia,
mi odieresti ancora di più. E, sinceramente, preferisco che
questo non accada.
Preferisco continuare a soffrire, in silenzio, ma almeno
così potrò continuare
a guardarti furtivamente e ad aiutarti di nascosto se ne avrai bisogno.
Sto male, amore mio. Male perché non potrò
mai averti e sentirti totalmente mio…
Adesso non mi va più di restare in questo
letto. Ho bisogno di una passeggiata. E di una sigaretta.
Prendo il pacco di Marlboro light, mi copro
con il mantello dell’ invisibilità ed esco.
Saranno sì e no le due di notte. Poco male,
almeno a quest’ ora non c’ è nessuno in
giro.
Mi dirigo verso il prato.
Ho una strana sensazione, come se il
giardino di Hogwarts mi stia chiamando, attirandomi passo dopo passo
verso di
lui.
«Come vorrei che fossi qui, Harry… vorrei
parlarti, e dirti finalmente tutto ciò che
provo…», sussurrò Draco lasciando
che una lacrima argentea gli solcasse il viso.
L’ aria fredda della notte era una specie
di consolazione per il biondo serpeverde. Stare lì fuori, al
freddo e al buio
era la cosa migliore che avesse potuto fare in quel momento.
Seduto dal lato opposto all’ entrata della
scuola, era perfettamente coperto e non poteva essere visto da nessuno.
Lì
seduto, perso nei propri pensieri, non sentì i passi leggeri
di un ragazzo che
si stava avvicinando, ignaro, al suo giaciglio.
Harry uscì fuori e si diresse verso il suo
albero preferito, lasciandosi alle spalle l’ imponente
portone in legno della
scuola. Quando arrivò sotto le chiome dell’
albero, si tolse il mantello e si
sedette poggiando la schiena al tronco. Lasciò il mantello
dell’ invisibilità
piegato per terra accanto a lui.
Pensò ai suoi sentimenti verso quell’
adorabile biondo. Si lasciò sfuggire un sospiro.
«Chissà dove sei adesso… mi piacerebbe
averti qui, e parlarti, e confessarti tutto…»,
sussurrò il grifone.
Una goccia salata gli accarezzò una
guancia. Sentì gli occhi divenire umidi e lucidi,
sentì il dolore farsi più
forte e le lacrime sgorgargli liberamente sul viso.
Non riuscì a trattenersi. Sapeva che se lo
avessero scoperto sarebbero stati guai, ma non poteva continuare
così.
Un canto uscì dalla sua gola per
dissolversi nell’ aria fredda della notte.
Come
what may
Come what may
I will love you until
my dying
day
Decise, contro ogni sua normale regola di
comportamento, di unirsi a quell’ anima infelice che stava
provando gli stessi
suoi tormenti.
Oh, come what may, come what may
I will love you, I will love you
Suddenly the world seems such a perfect place
«Sì, perché comunque vada io ti
amerò per
sempre, Draco», disse Harry in un sussurro ignaro che il
ragazzo seduto al lato
opposto al suo stava pronunciando le sue stesse parole.
«Sì, perché comunque vada io ti
amerò per
sempre, Harry».
Come what may… I will love you,
until the end of time…
Quindi
rimise il mantello dell’
invisibilità e si sdraiò sotto l’
albero per guardare le stelle. Dopo un po’
chiuse gli occhi, visualizzando il volto di Draco nitido nella sua
mente.
Draco si asciugò una lacrima. Poi si alzò,
domandandosi chi era che conosceva quella canzone babbana e pensando
che
avrebbe perso la faccia se si fosse scoperto in giro che il mondo
babbano gli
piaceva. Fece il giro dell’ albero nel massimo silenzio.
Alzò gli occhi al cielo
per sbirciare le stelle. Inciampò in qualcosa.
«M- malfoy..?», fece
Harry titubante. Non
poteva
crederci. No, doveva essere un sogno, tutto frutto della sua
immaginazione.
Draco Malfoy non andava a passeggiare per il prato di notte…
«P- potter..?», fece Draco scombussolato.
Perché Harry doveva trovarsi lì proprio in quel
momento? Si, okay, avrebbe
voluto che fosse lì per dirgli tutto, ma… non
così!
Miracolosamente, il biondo riuscì ad
alzarsi. Poi tese una mano all’ altro ragazzo.
Harry strinse quella mano così candida e
forte. Si alzò.
I due si guardarono negli occhi. Entrambi
avrebbero voluto dire tutto, urlare i propri sentimenti, ma la voce
sembrava
proprio non voler uscire.
Harry fece l’ unica cosa possibile da fare
in quel momento. Estrasse il pacco di Malrboro light e si accese una
sigaretta.
«Vuoi?», chiese poi titubante al biondo.
Draco accettò. Prese una sigaretta dal pacchetto che
l’ altro gli porgeva.
Harry gli avvicinò l’ accendino per farlo
accendere. La fiamma stava bruciando
l’ estremità della marlboro quando le mani dei due
ragazzi si sfiorarono. Si
guardarono. Harry decise di sedersi, prima di combinare qualche
cazzata.
Ripiegò con cura il mantello di suo padre, che nel frattempo
gli era scivolato
via. Draco lo imitò, sedendogli accanto.
«mm… potrei chiederti che ci fai qui fuori
a quest’ ora?», domandò Harry,
lentamente. Poi fece un lungo tiro dalla
sigaretta. Draco buttò fuori il fumo e lo guardò.
Cazzo, se era bello…!
«Potrei farti la stessa domanda, Potter. E
comunque, non riuscivo a dormire…», rispose
abbassando lo sguardo.
«Anch’io», fece il grifondoro
semplicemente. Il biondo lo guardò, interrogativo.
«Anche tu…cosa?», gli chiese, stordito.
La
vicinanza del moro gli faceva questo effetto…
Harry tirò ancora dalla sigaretta.
«Anch’io non riuscivo a
dormire…», rispose
gettando il fumo dalla bocca.
«Ah…», fece Draco. Rimasero qualche
istante
in silenzio, fumando, entrambi assorti nei propri pensieri. Draco si
riprese
per primo.
«E- eri tu che…cantavi?», chiese
evitando
accuratamente di guardare l’ altro negli occhi.
Harry assunse una splendida sfumatura
bordeaux.
«S- si…ero io. E tu…conosci questa
canzone?», chiese il moretto distogliendo lo sguardo e
sperando che il viso gli
tornasse normale.
Draco spense la sigaretta con il piede.
«Si…la conosco», disse semplicemente,
pensando che ormai il peggio era fatto. Adesso, avrebbe rischiato. Si
sarebbe
fatto coraggio e avrebbe detto ad Harry tutto ciò che
avrebbe voluto dirgli da
tanto tempo.
«E com’è che la conosci,
scusa?», domandò
il moro cercando di non balbettare. Draco gli piaceva un casino, ma
perché
doveva essere così nervoso?
Le guance del biondo si colorarono di rosa.
«Bè… io…»
«Su, dai, a me puoi dirlo!», lo spronò
il
grifondoro.
“Non sai quante cose vorrei dirti, Harry,
davvero…”, pensò il biondo prima di
rispondere.
«Veramente… ho il cd con le canzoni del
film…», sussurrò. Poi
abbassò gli occhi. Ecco, era pronto. Harry l’
avrebbe
deriso sicuramente, avrebbe spiattellato tutto all’ intera
scuola. E lì avrebbe
perso tutto. Non che non avesse già rovinato tutto, anzi era
da molto tempo che
la sua vita aveva iniziato a deteriorarsi.
«Malfoy… non sapevo che ti piacesse la
musica babbana… davvero hai visto il film?»,
chiese curioso il grifondoro.
«Si. E ho il cd… lo dirai a tutti,
vero?»,
chiese Draco attendendo.
«Perché dovrei farlo? Voglio dire, non
credo ci sia niente di male ad ascoltare un po’ di
musica…», fece Harry.
«Si, ma forse non ti sei accorto che IO
ascolto musica babbana, e che IO sono Draco
Malfoy…». Draco guardò il suo
compagno. Cazzo, se era bello…! Gli occhi dolci lasciavano
trasparire tutta la
forza di Harry, tutto il suo ottimismo, la sua speranza. I suoi capelli
facevano pensare al colore del mare, la notte, quando è in
tempesta. E quella
cicatrice… segno del passaggio dell’ Oscuro
Signore… non avrebbe dovuto
soffrire così tanto, no. Voldemort non avrebbe dovuto
uccidere i suoi genitori,
il suo padrino, quel Black, non sarebbe dovuto morire.
Perché Harry era solo,
adesso. E Draco avrebbe voluto aiutarlo, consolarlo… invece
se ne restò lì,
seduto e zitto, ad aspettare che il moro parlasse.
«E cosa credi che me ne importi se ti
chiami Malfoy, o se sei un purosangue, o quale musica
ascolti?», disse Harry
infervorandosi. Poi si accorse che forse aveva lasciato troppo
trasparire le
sue emozioni. Si voltò a cercare ancora una volta il
pacchetto di sigarette
perso nelle tasche del mantello.
Draco lo guardò attentamente. Davvero a lui
non importava? Decise comunque di cambiare argomento, dato che il suo
compagno
sembrava in imbarazzo.
«E tu… cosa mi dici?», chiese il biondo
prendendo la sigaretta che l’ altro aveva già
acceso per lui.
“Non sai quante cose vorrei dirti, Draco,
davvero…” pensò il bel grifondoro
facendo un tiro alla sigaretta.
«Cosa posso dirti? Anch’ io ascolto musica
babbana. E vado in giro di notte perché camminare e stare
qui all’ aria aperta
mi schiarisce le idee…», rispose Harry guardando
prima il biondo, poi il lago.
Draco rimase fermo, a fissare l’altro. Lo
sguardo di Harry era assente.
«Potter?», domandò il biondo dopo un
po’.
Harry si voltò.
«Scusa. Stavo pensando…», rispose il
moretto perdendosi negli occhi grigi del compagno.
Harry sorrise tristemente. Lui e Draco
erano così simili…
Ma non sarebbero mai stati amici.
Nonostante stessero parlando normalmente,
soltanto come due semplici ragazzi, Harry comprese che loro due non
avrebbero
mai potuto essere amici.
Mai.
«Che ti prende, Potter?», gli chiese Draco.
Harry sorrise di nuovo.
«Ti capita mai di pensare che non sei adatto
per questo mondo? Di desiderare di essere nato in una famiglia diversa,
di
essere qualcun altro? Ti capita mai di pensare che la tua vita
è sprecata,
senza uno scopo? E che le persone che ti stanno attorno non sono quelle
che
vorresti veramente avere vicine?», disse lentamente. I suoi
occhi verdi
luccicarono alla luce della luna.
In quei pochi minuti trascorsi con Draco,
aveva capito tutto.
Il biondo serpeverde annuì.
«Bè, Potter, hai appena descritto la mia
intera esistenza!», rispose Draco senza pensarci. Un secondo
dopo si morse la
lingua. Non avrebbe dovuto dirlo. Si era aperto ed esposto troppo.
Lui amava Harry, okay, ma non avrebbe
dovuto rivelargli così tanto di sé. Non era
neanche pronto per dirgli che gli
piaceva, figuriamoci per una confessione di quell’importanza!
Harry intuì ciò che Draco stava pensando.
Il dolore che aveva nascosto durante quella
chiacchierata al chiaro di luna tornò a farsi sentire,
forte, quasi violento.
Il grifone capiva perfettamente
quell’adorabile serpe.
«Malfoy, non credo che fosse la descrizione
della tua esistenza. Più che altro della mia»,
disse. Draco lo guardò e
sorrise. Harry aveva capito. Probabilmente, il grifone conosceva il suo
stato
d’animo, ma aveva fatto finta di niente. Proprio
perché Harry lo conosceva. E
sapeva che lui non poteva permettersi di lasciarsi andare.
Non gli aveva fatto perdere la sua maschera
da serpeverde perfetto.
E fu allora che anche Draco capì tutto.
«Sai, Potter…non credo che ricapiterà
un’altra notte come questa…», disse il
biondo guardando il cielo stellato. In
realtà non si riferiva solamente al cielo…
Harry rivolse lo sguardo alla pallida luna
che li sovrastava.
«Sai, Malfoy… credo di essere d’accordo
con
te…».
E allora rimasero in silenzio, a fissare il
cielo. Pensando entrambi a quella tremenda verità che era
piombata loro
addosso, schiacciandoli con il proprio peso.
Entrambi si erano illusi. Entrambi avevano
creduto che tra loro sarebbe potuta sbocciare la vera amicizia e il
vero amore.
Entrambi si amavano, ma avevano capito che
il loro sarebbe rimasto solamente un sogno.
I loro destini non erano destinati a
incrociarsi.
Le loro vite si sarebbero separate per
sempre, dopo la scuola.
O l’uno avrebbe dato la caccia all’altro
fin quando non fosse riuscito a ucciderlo.
Era questo il loro destino: l’odio.
O l’Amore che non può compiersi, che non
riesce ad avverarsi. L’Amore che deve rimanere una cosa
solamente platonica e
nascosta agli occhi di tutti gli altri. L’Amore doloroso,
difficile, triste,
beffardo. L’Amore dolce ma pur sempre malinconico.
L’Amore così forte che è
destinato a rimanere vivo e puro anche dopo la morte, che riesce a
resistere a
qualsiasi tipo di forza opposta che tenta di sradicarlo.
Perché quell’Amore, il Vero Amore, è
destinato a vivere in eterno, anche se costretto a farlo
nell’ombra.
E loro due lo avevano capito. Avevano
davvero capito tutto.
Non ci sarebbe stata, per loro, un’altra
notte splendida come quella.
Il giorno seguente sarebbero stati
nuovamente Potter e Malfoy, nuovamente nemici. Avrebbero sfoggiato un
nuovo e
intenso odio l’uno per l’altro, avrebbero
continuato a recitare la loro parte
nel grande teatro che è la vita.
Avrebbero continuato con il solito,
snervante e noioso Potter-odia-Malfoy-e-Malfoy-odia-Potter, celando
invece il
profondo Amore che nutrivano l’uno per l’altro.
Nascondendo quell’amore
impossibile, ma continuando a portarlo sempre nel cuore e a custodirlo
come la
cosa più preziosa al mondo.
Ma quella notte…
Quella notte erano solo due ragazzi.
Solo Harry e Draco.
Solo due anime sofferenti nella notte
fredda e stellata.
Ma almeno quella notte avevano capito che
la cosa più grande, l’unica che li avrebbe tenuti
in vita e sostenuti durante
tutti gli anni che li attendevano era l’immenso amore che
risiedeva nei loro
cuori…
Si dice anche che, anni e anni dopo, il
grande Auror Harry James Potter catturò e uccise, in seguito
a dimostrazione di
resistenza, il più grande Mangiamorte al servizio di
Voldemort, Draco Lucius
Malfoy.
C’è anche chi sostiene che, da quel giorno,
Harry Potter non sia più stato lo stesso, e che si sia
chiuso a trascorrere gli
ultimi anni della sua vita nella sua casa di Grimmauld Place.
Cosa successe realmente, nessuno lo sa.
Ma ancora oggi, gli allievi di Hogwarts
leggono incuriositi un’iscrizione su un albero, leggermente
sbiadita dal tempo.
Un’iscrizione che trasmette amore e dolore.
E alla fine della frase, due lettere divise
da un cuore spezzato.
Ancora oggi, gli allievi di Hogwarts si
chiedono chi abbia potuto scrivere quella frase.
Come what may… I will love you,
until the end of time…
E chi saranno stati H. e D.?