Stavo guardando il tramonto dalla finestra di casa mia quando mi accorsi che la cenere della mia sigaretta stava per cadere. La feci cadere giú dal balcone con un movimento secco, il filtro era leggermente consumato, odiavo quel mio piccolo difetto. Tornai dentro casa e accesi il pc mentre mi stringevo nell'accappatoio. Faceva freddo quel giorno e io ero impaziente che arrivasse l'estate. Presi il cellulare e composi l'unico numero che sapevo a memoria a parte il mio. La sua voce pacata mi portò un'ondata di malinconia dentro.

-Pronto?
Deglutì rumorosamente, sentivo gli occhi pungere, le lacrime scendere.
-Janet? Sono io.
Non sentí piú nulla;
-Tutto bene?
-No - tirai su con il naso -Ho bisogno di te.-

Ora, facciamo un passo indietro. Tutto era iniziato quando Janet, la mia migliore amica, venne a casa mia e mi disse che si sarebbe trasferita a Londra. Ero felice per lei ma non le avevo mai ammesso che in quel momento mi sono sentita morire...Janet era la mia salvezza, la conobbi tre anni prima quando la mia vita in casa ha cominciato davvero a far schifo; certo, ora c'era Ian a farmi compagnia e migliorare le mie giornate ma...anche con tutto l'amore che provavo per lui Janet sarebbe rimasta sempre l'unica a capirmi davvero. Mentre pensavo al mio rapporto con Jan mi preparavo per andare a scuola, scesi in fretta le scale perchè ero in ritardo. Jan sarebbe partita il giorno dopo e questo era il nostro ultimo giorno insieme. Baciai Eveline sui capelli biondi e corsi fuori in giardino. Amavo la mia sorellina, era la bimba più buona che conoscevo. Vidi Janet che mi aspettava. Sorrisi.