Secret of your past you never knew
Domanda
Per quanto non
sia insolito che Chloe gli faccia visita in questo
periodo, Rush è sorpreso di vedere la ragazza che le è accanto
quando lui apre la porta.
Ricorda
vagamente di averla già vista, in uno dei corridoi, e che lei lo ha
fissato senza la paura che Jason ed Ellie hanno
manifestato nell’incontrarlo.
“Chloe.” Facendosi da parte, fa loro cenno di entrare,
e osserva da vicino le due giovani donne che si scambiano un’occhiata
prima di accettare il suo invito. C’è una strana tensione attorno
a loro e Rush non è sicuro di cosa farne. Tutti i suoi sensi sono
all’erta. “A cosa devo il piacere della tua visita?”
“Dobbiamo
parlare.” L’espressione di Chloe è
uno strano miscuglio di mestizia e simpatia mentre tende la mano, mostrando
un’unità di memorizzazione dati. “C’è qualcosa
che dovrebbe vedere.”
Sorriso
Rush alza un
sopracciglio e fa un cenno col capo verso la ragazza. “E lei cos’ha
a che fare con tutto questo?”
“Oh,
chiedo scusa. Questa è Jane.” La dimenticanza delle buone maniere
la fa arrossire mentre si rivolge alla compagna, che sorride timidamente in
risposta, e all’improvviso Rush ha come un déjà-vu, come se
avesse già visto quel sorriso. “L’unità dati è
sua, appartiene alla sua famiglia da molto tempo.”
“Davvero? Mmm...” Prendendole l’unità dalla mano,
Rush la esamina da ogni lato, ne sogguarda ogni piccolo segno prima di
restituirla a Chloe. “Tutto molto interessante,
ma perché volete che la guardi?” Incrocia le braccia, la sua solita
postura quando vuole comunicare che non è davvero interessato.
“Non
è l’unità in sé, ma ciò che è all’interno che vogliamo
mostrarle,” interviene Jane e la sua voce è sorprendentemente
forte se paragonata all’atteggiamento timido di poco fa.
Scelta Tua
“Per favore,”
lo supplica Chloe, gli occhi che brillano di
frustrazione per la sua mancanza di cooperazione, ma anche di
qualcos’altro. Percepisce l’esitazione di Rush, sa che è
già abbastanza difficile per lui constatare che un’intera
civiltà discende dai loro alter-ego tranne che dal suo, e che è
riluttante a lasciarsi coinvolgere di più – ma questa è una
cosa troppo grande perché resti segreta per sempre.
“Si
tratta...” La sua voce esita e Rush drizza la schiena, turbato
dall’evidente ansia di Chloe. Anche quando il
DNA alieno ha preso il controllo della sua mente e del suo corpo, non è
mai stata così angosciata.
“Chloe...” La sua espressione si ammorbidisce e
reagisce senza riflettere, prendendole la mano. Solo quando lei
s’irrigidisce al suo tocco, Rush si rende conto di cos’ha fatto, e
incontra i suoi occhi sorpresi e sconcertati.
Di solito non
è il tipo da instaurare contatti fisici ma, quando si tratta di Chloe, si ritrova a confondere i confini senza nemmeno
pensarci.
Fissandola
deliberatamente, le schiude con gentilezza le dita, le rivolta il palmo e
lascia che l’unità dati cada dalla mano di lei nella propria.
Un discreto
colpetto di tosse spezza l’incantesimo e Chloe
libera la mano di scatto, arrossendo furiosamente sulle guance, mentre Rush si
dirige svelto alla postazione dall’altro lato della stanza, dando le
spalle alle due donne e nascondendo così che anche lui è
avvampato.
Notte
Seduti attorno
alla consolle nella sua stanza, Chloe alla sua
sinistra, Jane a destra, Rush connette l’unità al sistema con
più fretta di quanta ne abbia avuta Eli e ben
presto lo schermo s’illumina, mostrando un’immagine scura e
granulosa, ma lui non fatica a riconoscere il volto che compare.
Rush guarda
interrogativamente Chloe, ma lei scuote la testa e si
limita a indicare lo schermo, mordendosi il labbro, così obbedisce al
suo ordine silenzioso.
Sullo schermo
l’altra Chloe,
quella di un tempo alternativo, parla tranquilla alla Kino,
circondata da un’aura di tristezza.
“... ne sa nulla, nemmeno T.J.,
ma dovrò dirglielo presto. Sono incinta. E non è di Matt.”
Sospira, passandosi una mano sul viso. “Non so neanche perché lo sto facendo. Sgusciare via nel buio con
l’unica Kino che abbiamo, a lasciarti un
messaggio che probabilmente non vedrai mai... Ma se Eli
ha ragione e un giorno tu, beh, noi torneremo, dovresti almeno saperlo, Ru– Nicholas.”
Opposto
Non ha mai
pronunciato il suo nome, e ora che glielo sente dalle labbra, anche se si
tratta dell’altra lei, è... strano, in mancanza di una parola
migliore; ma prima che possa riflettere sulle implicazioni, l’altra Chloe riprende a parlare.
“Non so se sei andato avanti nel tentativo di
sintonizzarti con la Terra o se hai finito col fare qualcosa di completamente
diverso, ma in ogni caso non posso essere sicura che le cose si ripeteranno
nello stesso modo, nel futuro.”
Sussulta e
mormora qualcosa che la Kino non riesce a cogliere,
prima di sedersi più composta. “Dovrò darmi da fare per impedire a Eli
di trovare questa registrazione nella banca dati, perciò credo che...”
La sua voce si spegne e lo sguardo si fa lontano, come se guardasse qualcosa
che lo spettatore non può e non potrà mai vedere.
“Ti ricordi i quindici minuti che il
colonnello Telford ci ha concesso, prima che gli
altri attraversassero lo Stargate? Tu mi hai presa da
parte e hai voluto sapere una cosa: perché avevo scelto di restare.”
Scuotendosi, fissa intensamente la Kino. “La mia risposta ha colto entrambi di
sorpresa e quello che c’è stato dopo sembra ancora un sogno, una
fantasia, eppure so che è successo davvero.” Con una mano si
accarezza dolcemente il ventre. “Dopotutto,
Nicholas, questo bambino è tuo.”
E poi lo schermo
si fa nero.
Fuori
Il sangue gli
romba nelle orecchie come una cascata, la mente è completamente vuota
e–
“Rush?”
È una di quelle
poche volte in cui si ritrova a corto di parole.
“Rush?
Sta... Sta bene?”
“Dammi...
solo un minuto, va bene?” La sua voce è rauca, chiaro segno
dell’impatto che la rivelazione ha avuto su di lui. A dirla tutta non
sente più la terra sotto i piedi.
“Forse
sarebbe, ah, meglio guardare il resto prima che...”
Volta la testa
di scatto, bloccando Chloe con uno sguardo incredulo.
“C’è dell’altro?”
“Un’altra
registrazione, una sola.” Si sporge al suo fianco, prendendogli la
decisione dalla mani, e preme il tasto ‘play’.
“Sono passati... cinque mesi dalla nascita di
mio figlio. A differenza del bambino di T.J., Nick
non è nato su ‘Novus’, ma su uno
dei pianeti che abbiamo visitato alla ricerca di cibo e altre materie prime
necessarie alla sopravvivenza.” Sorride sognante alla Kino. “Sì,
gli ho dato il tuo nome, Nicholas. Matt e il colonnello Young hanno protestato
un po’, ma se non fosse stato per te, probabilmente saremmo tutti morti.
E naturalmente c’è l’altro motivo, il più importante,
che mi ha spinta a chiamarlo Nick.”
La Kino trema, l’immagine si fa sempre più scura.
“Io non...” Sospira. “Il nostro futuro è incerto e... e
forse niente andrà come è andato, forse non vivremo mai quel
momento ma… Voglio che tu sappia che sei...”
Famiglia
Fissa il fermo-immagine
dell’altra Chloe, e non si fida ancora a
parlare. Ai margini del suo campo visivo Chloe si
agita e lui comprende il suo senso di irrequietezza. La pelle è troppo
stretta, troppo calda, vuole sbarazzarsene, i battiti sono più veloci
della Destiny
quando viaggia in FTL e la mente... la sua mente è sull’orlo di un
esaurimento.
Il suo altro
sé ha avuto un figlio. Ha avuto un figlio
con l’altra Chloe. Con l’altra Chloe. È
così... surreale.
“Rush?”
La mano incerta di lei gli sfiora il braccio e il contatto brucia sulla stoffa,
giù fin nella pelle, dissipando ogni dubbio su quanto questo sia reale.
“Tu sei
una discendente.” Non è una domanda; sapeva di aver riconosciuto
quel sorriso, di averlo già visto da qualche parte. È il suo.
“Sì.”
E la voce di Jane è assolutamente quella di Chloe.
“Ha
avuto...?” Le lancia uno sguardo.
“Dei
bambini? Sì. In effetti, lui e sua moglie ne hanno avuti molti.”
Jane si sposta verso la finestra mentre racconta la storia della sua famiglia,
dandogli spazio e tempo per respirare, e Rush gliene è grato.
Non sa per
quanto tempo potrà mantenere il controllo delle proprie emozioni,
diventa più difficile a ogni minuto che passa, e se non fosse per la
presenza tranquillizzante di Chloe e per la sua mano
sulla spalla, sarebbe già crollato. Ma vuole, no, deve sapere cos’è successo.
Fossilizzato
“Lo tenne
nascosto agli altri della Destiny e lo disse a suo figlio solo quando lui fu
abbastanza grande. Diciamo che è diventato il nostro scheletro nella Kino.” Nella voce di Jane risuona un sorriso e Rush
sente Chloe soffocare una risata. In risposta
c’è una fugace piega obliqua delle sue labbra, mentre a poco a
poco ricomincia a sentirsi se stesso.
“La
conoscenza delle loro origini e il messaggio nascosto nella Kino
furono tramandati di generazione in generazione, finché la tecnologia
non ci ha permesso di trasferirli in un’unità dati
distinta.”
“E nessuno
ha mai sospettato nulla?”
“No. T.J. pensò che il bambino fosse nato un mese prima
del previsto, e finì lì.” Lui sbuffa, mostrando chiaramente
cosa ne pensa, e Chloe gli stringe forte la spalla
come rappresaglia. “Per quanto, da quel che sappiamo, il signor Brody prese Nick particolarmente in simpatia, e quando lui
e gli altri decisero di fondare un loro paese, Nick andò con loro. Forse
il signor Brody sospettò qualcosa.”
“Brody è un tale so-tutto,” borbotta Rush a
mezza voce e subito le due donne scoppiano a ridere. “Cosa?” Non
gli piace essere escluso.
Ci vuole qualche
minuto perché si calmino, ma alla fine è Chloe
a spiegare. “Il cugino di Jane parla esattamente
come te quando parla della
discendenza di Brody.”
Rush sogghigna,
chiaramente fiero del proprio discendente, ma poi un pensiero orribile gli
sovviene.
“Aspetta: Brody ha procreato?”
Dolce
Il tempo vola
più veloce del previsto e ben presto Jane si alza per andarsene, dicendo
che deve tornare dalla sua famiglia e dai suoi amici, ma che le piacerebbe
cenare insieme a loro e presentargli gli altri. Suo cugino in particolare non
vede l’ora di parlare con Rush, aggiunge astuta.
“Oh, per
favore, no. Il suo ego esploderà comunque da un minuto
all’altro,” geme Chloe, ma il sorrisetto
che ha sulle labbra smentisce le parole, e Rush, seduto sul divano accanto a
lei, non può nascondere il compiacimento.
Stranamente non
c’è nessun imbarazzo quando la porta si chiude alle spalle di
Jane: solo un confortevole silenzio.
“È
fantastica, vero?”
“Già.”
La sente muoversi, finché non si fronteggiano.
“Pensi
che...?”
“Forse...
Ma, e Matt?”
Stringendosi
nelle spalle, lei abbassa gli occhi e sospira. “Io e lui non... Non
funziona più così tanto.”
“Chloe.” Le solleva il mento con un dito, così
che possa guardarlo negli occhi. “Se ne sei sicura, davvero sicura, possiamo sempre fare un tentativo e vedere dove ci
porterà.” Sta di nuovo confondendo i confini, ma questa volta non
intende fermarsi.
La mano le
percorre la guancia, lasciando una scia di fuoco dietro di sé, fino a
raggiungere l’orecchio dietro il quale sistema una ciocca di capelli.
“Tu mi piaci, Chloe. So di non essere la
persona più facile con cui avere a che fare ma... se sei davvero, se sei
del tutto...”
“Sì.”
Non c’è esitazione. Solo quella parola, che promette tutto un
mondo.
“Bene.”
Offrendole la mano, si alza dal divanetto. “Allora andiamo a fare
conoscenza con le nostre brillanti creazioni.”
La risata di Chloe fa voltare alcune teste mentre escono insieme dalla
stanza di Rush, ma loro ignorano quegli sguardi curiosi.
Hanno un posto
dove andare.