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Autore: ItsLaylaHere    03/04/2012    1 recensioni
Biondissima, occhi azzurri, sono Erica, almeno questo è il mio nome; corto e bello. [...] Sono vissuta sempre qua, per quanto io possa ricordare, in questa famiglia di... strambi, ecco come ci chiama la gente; forse perché non seguiamo le mode del momento, forse perché a noi tutti piacciono generi come il rock, il metal e il punk. [...] C'è un gruppo, in particolare, che ci piace: sono gli Striped Cobra; non sono molto conosciuti, ma fanno musica decente e sono bravi, per quello che m'intendo di musica. Credo di essermi seriamente innamorata del cantante, Andy: impregna i testi delle canzoni di una forza tale da far impazzire chiunque; pensa di quelle cose che, all'inizio, sembrano assurde, ma poi, se ci rifletto un po', mi ci ritrovo perfettamente; ha due maledetti cristalli al posto degli occhi che mi fanno morire all'istante; e poi la voce, dio quanto l'adoro: quando canta normalmente mi fa sciogliere completamente, mentre quando fa lo screamo mi carica di un'energia nuova, un qualcosa che mi fa continuare nel miglior modo quello che sto facendo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le giornate passate con gli amici all'ombra degli alberi erano sempre qualcosa di positivo. Eravamo riuniti in cerchio, più o meno, io, Sierra, Jake, Lilian e la mia nuova amica Hayley. Lei era l'ultima arrivata nel nostro gruppo. L'avevo infatti presentata a tutti già quando l'avevo conosciuta, ma senza specificare come ci eravamo incontrate. In quella giornata di fine giugno indossava un paio di converse, dei pantaloncini ed una canottiera verde scuro con la margherita che compariva nella copertina di “Kerplunk!”, il secondo album dei Green Day. Si era dimostrata una persona sincera ed affidabile, era capace di ascoltare e comprendere le persone più di quanto potessi immaginare, ma non sapevo nulla della sua storia.
Rimanemmo a parlare là, al riparo dal sole, tutto il pomeriggio, senza accorgerci che ormai era diventata sera. Dopo le undici ognuno tornò a casa propria.

La mattina, o meglio: pomeriggio, del giorno successivo mi svegliai. Mangiai una fetta del dolce al cioccolato che avevo trovato in frigo e mi rintanai in camera davanti al ventilatore. Il caldo si stava facendo sentire molto, ma non ne ero veramente infastidita.
-Hey Erica! Tutto bene?-.
-Jake! Come hai fatto ad entrare?-.
-Danice!- mi sorrise.
-Capito.. Siediti pure sul letto o dove vuoi- gli sorrisi pure io. Si avvicinò a me e appoggiò al bordo della scrivania.
-Sono qua per parlarti-.
-Dimmi tutto..- la mia voce tremò un po': magari era venuto a dirmi che ero fuori dal gruppo. Ed ecco uno dei miei sogni svanire in un attimo. Si avvicinò sempre di più a me. Io ero più bassa rispetto a lui anche perché Jake era in piedi, mentre io ero seduta. Tremava come una foglia quando mi prese il mento con tre dita e ci unimmo. Mi baciò dolcemente, le sue labbra combaciarono con le mie. Mi sentii avvampare. Non so perché, ma mi piacque quel gesto. D'altronde non sarei mai riuscita a stare insieme ad Andy, lui era uno di quelle persone a cui non importa molto delle ragazzine urlanti. Non che fossi una di loro, ma io lo amavo comunque. Fu Jake, invece, a lasciarmi di stucco: stava con Lilian, si amavano; perché era venuto a casa mia solo per un bacio?
-Ma..- cercai di chiedere cosa stava facendo e, soprattutto, perché, quando mi alzò, mi strinse a lui e mi gettò a peso morto sul letto. Mi baciò con più foga mentre le sue mani si appoggiarono sui fianchi e iniziarono a fare un piacevole massaggio. I suoi pollici si muovevano in circolo sulla mia pelle nuda.
-Che fai?- insistetti. Proprio in quel momento piombò nella mia stanza Lilian. Sgranò gli occhi e scappò subito via, molto probabilmente in lacrime, dati i rumorosi singhiozzi.
Mi staccai da lui.
-LILIAN!- urlai e la seguii. Jake mi trattenne per un braccio, ma poi mi lasciò andare. Notai un mancamento delle sue forze. Rincorsi la mia amica fino ad un vicolo cieco, dove la bloccai. Stava ancora piangendo.
-La.. lasciami! Hai baciato Jake!- si dimenava per fuggirmi come un pesce attaccato all'amo.
-Ascoltami un attimo, hai frainteso. Sai che non potrei mai fare una cosa del genere-.
-Vi ho visti io!-.
Le spiegai della visita inaspettata e dei baci.
-Quindi è stato lui?-.
-Sì. Adesso vieni con me e chiarite, okay?-. Le asciugai le lacrime tamponandole le guance e l'abbracciai. I suoi zigomi erano rigati di nero, resti del trucco colato. Gli occhi rossi dal pianto in contrasto con il color pece dell'eye-liner la facevano somigliare ad un diavolo infuriato.
Tornammo a casa mia e andammo in camera. Jake era ancora là, sdraiato sul letto a pancia in su. Le sue guance erano inondate di sentimenti, un silenzioso pianto infinito si sentiva.
-Ora voi due parlate e chiarite- mi rivolsi ai due miei amici. Uscii dalla stanza e chiusi la porta.
Dopo una mezz'ora vidi Lilian e Jake uscire mano nella mano e intuii che tutto si era sistemato per il meglio.
-Allora?- chiesi loro.
-Grazie davvero Erica, sono stato un cretino. Ho visto Lil al bar con un tipo e si sono baciati, mi sono infuriato, ho mentito dicendole che tu la volevi e sono corso subito da te per baciarti e farmi vedere insieme a te. Volevo farla ingelosire. Scusami tanto- era davvero pentito, glielo leggevo negli occhi.
-Ma quel ragazzo era mio fratello, quindi abbiamo chiarito- continuò la mia amica. I due innamorati si scambiarono uno sguardo dolce e si baciarono.

Quella stessa sera mi concentrai su quale canzone inviare a Andy. Cercai in tutte le cartelle di musica che avevo nel computer. Non sempre riuscivo a trovare immediatamente qualcosa di decente da dedicargli, troppi testi erano sdolcinati o banali. Guardai i poster appesi al muro per un'eventuale ispirazione; niente. Rimandai quindi tutto al giorno dopo e continuai un disegno che avevo iniziato a malapena. Stavo copiando una foto di Christian Coma, meglio conosciuto come “CC”, batterista del famoso gruppo Black Veil Brides. Stavo abbozzando i lineamenti del viso quando un'idea mi illuminò improvvisamente come il lampo durante la tempesta: perché non mandargli una canzone loro? Sia il sound che le parole mi piacevano, ero a cavallo. Andai sulla casella di posta e gli spedii subito il brano per evitare che mi dimenticassi poi di farlo. Mi sentivo più sollevata, potevo continuare il disegno senza dover scervellarmi per decidere cosa spedire alla persona che amavo. Il ritratto stava venendo abbastanza bene: amavo disegnare quasi quanto cantare e suonare, prendevo la matita in mano quando volevo trovare un po' di tranquillità e isolarmi dal caos della mia città d'estate. La gente, i miei amici e la mia famiglia, diceva che ero bravissima nel fare ritratti di artisti e, in parte, ero d'accordo con loro: mi ritenevo discretamente abile, ma non così portentosa come mi descrivevano qualche volta.
Una volta finite le ombre appoggiai la matita sul tavolo e misi nell'album da disegno il foglio perché non volevo che si sporcasse. Mi buttai poi sul letto a peso morto sul letto. Finii con la testa affondata nel cuscino e, non curante della posizione chiusi gli occhi.
Era stata una lunga giornata occupata dalla piccola crisi di Jake e Lilian, due tra i miei migliori amici. Sarei stata troppo male se non fossero tornati insieme, erano praticamente perfetti. Per fortuna, però, tutto si era sistemato. Niente di rotto, niente da cercare di aggiustare. Le spine più pericolose erano state allontanate, i petali di rosa erano tornati a splendere come dolce cornice dei due innamorati.

 

   
 
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