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Autore: Idra    29/10/2006    8 recensioni
Questa è una one-shot tragi-comica che ho scritto qualche tempo fa. Draco è in procinto di commettere un gesto estremo, ma qualcuno gli farà cambiare idea. Questa storia non tiene conto degli avvenimenti di HBP.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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storia                                                                                                         L'arcipelago                              

Indugio. Sono sull'orlo del precipizio e non so se buttarmici dentro. Beh, in realtà, sarei sull'orlo del cornicione, ma era per usare un eufemismo, per non essere proprio diretto, capite?
Sì, sono in procinto di fare un salto di circa 20 metri. Ma, più che in procinto, sono indeciso se fare un salto di ben 20 metri! Il dilemma sta tutto qui:mi butto giù o non mi butto giù? Amletico? Decisamente, anche se il quesito non è proprio lo stesso. L'aria fredda della notte mi sferza il viso, scuote i miei capelli, agita i miei abiti pesanti. Non so se resisterò a lungo al gelo. Devo prendere una decisione. Quando sono giunto qui , in guferia, ero armato, oserei dire, delle migliori intenzioni. Ero ben determinato a porre fine a tutto quanto. Ma adesso, adesso che è giunto il momento cruciale, proprio non riesco a lasciarmi andare, a staccarmi dal cornicione, a rimanere solo un ricordo. Oh, ma chi prendo in giro? Chi diamine mi ricorderà? Chi si prenderà la briga di ospitarmi nei suoi pensieri di tanto in tanto? Che domande?! Nessuno! Perfetto, questo è un motivo in più per sparire per sempre. Dai, sì, mi butto! Oh cazzo quanto è alto! Non devo guardare giù, non devo assolutamente guardare giù! 1,2,3...NOOO! Mi si contorcono le viscere. Ma come mi è venuto in mente di salire quassù?  Potevo avvelenarmi, no? Potevo tagliarmi le vene dei polsi, potevo auto-scagliarmi un Avada Kedavra, potevo impiccarmi...e che diamine! Le cose semplici proprio non  mi piacciono, devo fare diventare ogni impresa più ardua di quanto non lo sia già...Buttarmi, io, che soffro di vertigini da quando mio padre  ha tentato di farmi volare dalla finestra a 5 anni...senza scopa! Per cosa mi aveva preso, per una rondinella?
Bando alle ciance,devo scendere di qui. E non per spiaccicarmi al suolo, bensì, per trovare, una volta messi i piedi per terra, un metodo suicida alternativo. Adesso, il problema è: come mi ammazzo. Ma,  prima di pensarci, devo tornare sulla terraferma. Ora mi volto e torno sul balcone. Ce la posso fare, questo sì...Oddio cado!
No, sono rimasto impigliato a qualcosa. Ma và proprio adesso che era la volta buona!
"Che cazzo tentavi di fare?"
Potter? Che ci fa Potter, qui? Non è che sono morto e mi ritrovo già...all' inferno?
"Quanto diavolo pesi, Malfoy?"
"Ma che ti frega quanto pe-" D'un tratto, realizzo che è stato lui a trattenermi e deve essere abbastanza sporto oltre la balconata. Alzo il  capo e noto il suo viso contratto per lo sforzo. Mi solleva ulteriormente, fino a portarmi seduto sulla balaustra.
"Scendi di lì, coglione!"
Lo guardo di sbieco, ma faccio come ha detto. Per le vertigini, se non altro. Poggio finalmente i piedi per terra. Una dolce sensazione di sollievo mi prende e mi scuote. Mi seggo per terra. Solido. E comodo. Quasi quasi mi è passato il proposito  di uccidermi, dato lo spavento preso.
"Allora?"
"Allora che?"Domando. Mi è già tornata la voglia di farla finita. Che piaga, stò Potter!
"Che volevi fare?" Insiste l'occhialuto.
"Non era forse palese?" Ribatto seccato.
"Sì, fino a quando non hai cercato di tornare sul balcone, sei inciampato e ha lanciato un urlo spaccatim-"
"Io non ho urlato!" Sostengo, indignato. O forse sì?
"Certo, hai ragione tu. In ogni caso, perchè volevi...perchè volevi ucciderti e perchè ci hai ripensato?"
"Ti sei dato al giornalismo, Sfregiato? Comunque, non volevo, voglio, e non ci ho ripensato!"
"Ah, no? Sembrava di sì." Il suo cipiglio diventa corrucciato."Allora ho sbagliato a trattenerti?"
Oddio, che tale idiota! "Sì" Affermo. Non si fa mai i fattacci suoi, San Potter.
"Se vuoi,per rimediare, ti aiuto a buttarti!" Adesso, fa il sarcastico! Che perfetto stronzo!
"No, faccio da me, Potty." Faccio acido. Cosa aspetta questo qui ad andarsene e lasciarmi in pace?
" Che aspetti allora?" Chiede.
"A fare?"  
"A buttarti giù, no?"
"Ma io non voglio buttarmi!"
"Ma se hai appena detto che vuoi ucciderti?"
"Sì, infatti."
"Allora ti vuoi buttare giù?"
"No!"
"Ma al-"
"VOGLIO UCCIDERMI,MA NON BUTTANDOMI GIU, VISTO CHE SOFFRO DI FOTTUTE VERTIGINI!" Sbraito.Ci vuole pazienza con lui. "Quanto sei tocco. Le sorti del mondo sono affidate ad un pirla!"Sbuffo.
"Non hai risposto alla mia domanda di prima,Malfoy." Dice il Bambino-che-è-Sopravvissuto-ma-che- evidentemente-ci-ha-rimesso-una-porzione-di-cervello.
"Ho risposto anche a troppe tue domande, Potter." Che parassita!
"Perchè vuoi...ucciderti, Malfoy?" Domanda, con un espressione strana stampata sul volto.
"Affari miei!"
"E dai!" Insiste. "Me lo dici?" Ha assunto, di proposito, un tono petulante, da bambino. Ha un'espressione tenera...oddio no, non tenera. Intendevo dire ebete. Decido,a questo punto,di rispondergli. Che ho da perdere?
"Sono stanco, Potter. Stufo marcio.  Presente?"  
Lui annuisce piano,in attesa di un seguito. Non avevo previsto un seguito, ma vabbè...
 "Non ho stimoli che mi inducano a scegliere di vivere. Non ho un ruolo in questo mondo e temo non lo avrò mai. E poi, mi sento prigioniero. E sai chi è il mio carceriere?" Scuote il capo. Le ciocche nere, ribelli, ondeggiano. "Il mio nome"
Potter rimane in silenzio, guarda per terra. Apre la bocca per parlare, poi si ricrede. Lo osservo. Il suo sguardo smeraldino incrocia il mio.
"Ti capisco,  perfettamente. Sai, anch'io ci avevo pensato."
"A che?"
"Al suicidio"  
"Davvero?" Il mio tono risulta  troppo entusiasta. Come se mi avesse rivelato di avere la mia stessa passione per Shakespeare.
"Sì, Malfoy. Sorpreso?"
"A dire la verità, no." Eppure...
"Potter, tu avresti, però, dei motivi validi per vivere, no?"
"Cioè?"  
"Ad esempio i tuoi due amici" Faccio una pausa "Per quanto pezzenti, te li invidio." Già. Scioglierei Tiger e Goyle nell'acido, se potessi.
"Sorvolo sui pezzenti." Mi dice, sorridendo appena. Poi aggiunge. "Ho due amici fantastici, lo riconosco. Ma ciò non toglie che io sia solo , profondamente solo. Con me stesso e col mio destino. Questo sì che fa male."Sospira" Vedi, Malfoy, ogni uomo è un'isola. E, per me,non è una frase retorica questa, un luogo comune. Una frase più vera non è mai stata detta" Conclude amaro.
Soppeso il significato delle sue sue parole. Che Potter non sia lo stolto che ho sempre creduto?
"Hai solo pensato o hai anche tentato di farlo?" Domando.
"Ci ho provato. Un paio di volte."  
"E ti ha salvato in extremis un angelo custode?" Lo considero un angelo custode? Ma se è solo un guastafeste!
"No, mi sono fermato giusto in tempo. Ho pensato alle mie responsabilità."  
Le sue responsabilità! Ora ditemi, è normale che su un ragazzo della nostra età gravi un peso così ingombrante?
"E dimmi, Potter." Scaccio i miei pensieri sulle responsabilità  di Potter, per il momento."Come ci hai provato? Rasoio, corda veleno?"
"Malfoy, che domande!"
"Dai, ho bisogno di un suggerimento!"
Lui ridacchia. Viene a sedersi accanto a me.
"Tanto non lo farai"
"Sì, invece."
"No"
"Sì"
"No"
"Sì"
"Sì"
"No"
Cazzo, che imbecille che sono!
Potter mi da una pacca sulla spalla."Hai cambiato idea, visto?"
"Fanculo!"
Ride. Appoggia la sua testa sulla mia spalla. Oh mio Dio, sarà svenuto?
"Mi stai simpatico, Draco"
"Ohhh, anche tu Harry"
Adesso siamo Harry e Draco. Bene! Da quando?
"Comunque, ho una teoria" Sussurra.
"Ovvero?"Probabile sia impazzito.
"Ogni uomo è un isola, giusto?" Si aggrappa al mio braccio. Sarà l'irritazione che accellera i battiti del mio cuore? Sì, magari si tratta di una cosa cutanea. "Lui continua. " Ma, un'isola, può unirsi a un'altra isola, e poi a un'altra e a un'altra ancora. Si formerebbe un arcipelago. E tutte le isole si farebbero compagnia a vicenda." Mi guarda negli occhi. Ho saltato un battito. No che devo morire di infarto, eh? Proprio adesso che mi stavo convincendo ad usare un veleno!
"Sì,Harry."Deglutisco rumorosamente.
 “Non sei d’accordo?” Domanda dolcemente, cingendomi la vita con un braccio. Perché non mi preme di staccarlo? Forse perché fa freddo e noi due vicini ci riscaldiamo per bene?
“Sono d’accordo. Il tuo ragionamento non fa una piega. Ma è tutta farina del tuo sacco?”
“Non mi prendi sul serio” Si stacca di scatto. No, mi scaldavi, Harry, non lasciarmi!
Lo riafferro e lo circondo con le braccia. Lui si ammorbidisce all’istante.
“Tutto ciò che hai detto è bello, è vero. Sei un genio, Harry. Mi devo ricredere.”
Ride ancora, e ancora, e poi piange. Sento le lacrime bagnarmi il palmo della mano.
No. Non puoi piangere Harry. Non tu. Gli alzo il mento. Asciugo il suo volto con il dorso della mia mano.
“Harry, posso far parte del tuo arcipelago?”
Lo bacio e d’improvviso so di aver risolto ogni mio problema.
  
  
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