CAPITOLO 16
Damon aveva tralasciato la parte
importante del discorso e si era concentrato solo su un’affermazione di Iuli.
Lei si fidava di lui. E la cosa più
incredibile era che lei ci credeva davvero. L’aveva capito dal suo tono, dal
suo sguardo, da tutto il suo corpo. Tutto era d’aiuto per far si che quelle
parole fossero intoccabili, anche da una come Rebekah, alla quale Damon non le
stava poi tanto simpatico. Il fatto però era proprio questo, non quello che pensava
Rebekah, ma quello che provavano tutti. Come sempre era stato, nessuno aveva
mai messo al primo posto Damon Salvatore. Ci si poteva fidare di Stefan: bravo
e cortese ragazzo, figlio, amante; ma non di lui, Damon. Lui era la pecora
nera, come ragazzo, figlio e amante. Il fatto che Iuli avesse colpito così
forte da crepare il sistema in cui il suo mondo girava, lo spiazzava. Poteva
essere felice, ma allo stesso tempo cauto, sospettoso. Quante volte nella sua
esistenza aveva provato a dare fiducia alle persone, e poi puntualmente venire
allontanato e lasciato ancora una volta, desolatamente solo? Tante, troppe
forse.
Avrebbe lui, Damon Salvatore, dato
ancora fiducia a qualcuno?
“Damon, tutto ok?”.
Iuli aveva posato dolcemente la sua mano
sulla guancia del vampiro, seriamente e visibilmente preoccupata per la strana
reazione da lui ricevuta.
Lui la guardò profondamente negli occhi,
e lei non si scompose, lo lasciò fare, anzi fece lo stesso. Mentre lui si
perdeva nei suoi occhi, lei si perdeva nei suoi.
Si, Damon Salvatore, avrebbe dato ancora
la sua fiducia!
“Se Klaus lo venisse a sapere, saresti
davvero in pericolo! Dobbiamo trovare un modo per tendergli una trappola, e
ucciderlo prima noi!”.
Prese la mano di lei e la strinse
dolcemente.
L’aria intorno a loro si era fatta
elettrica, tutti lo percepivano e di conseguenza si sentivano di troppo in
quella situazione stranamente mielosa, anche se a dire il vero, i due non
stavano facendo niente di così vistoso. Le loro emozioni però erano più forti
dei loro muscoli.
Elijah tossì cortese. Voleva prendere
parola, ma non troppo rumorosamente, però era anche vero che voleva quietare
quella situazione troppo romantica, di cui era protagonista proprio la sua
sorellina preferita e quel dongiovanni di un Salvatore, di cui sua sorella
sembrava provare, chissà come, interesse.
“Su questo penso siamo tutti
d’accordo.”.
Attese che tutti annuissero.
“Come faremmo a trovare la posizione
esatta dell’albero?”.
Kol sbuffò sonoramente.
“Spero proprio di non dovermi fare un
giro turistico per Mystic Falls, sinceramente, ci sono tanti alberi!”.
Damon rimasto in silenzio mentre era
rapito dagli occhi di Iuli, si era ricordato di una cosa, che in passato lo
aveva annoiato a dir poco, ma che ora, al pensiero, ringraziava i suoi antenati
per la loro mania del caricarsi di impegni cittadini.
Rebekah nel frattempo rispondeva ai suoi
fratelli.
“Kol, davvero? In un bosco cosa ci vuoi
trovare sennò, se non alberi, tanti alberi?”.
“Non è questo che intendevo
Raperonzolo!”.
Rebekah ruggì tra i denti.
“Come diavolo mi hai chiamata?”.
Kol stava per rispondere divertito per
aver irritato la sorella, ma Elijah si frappose tra loro.
“Kol, Bekah. Per cortesia, non mi pare
il momento!”.
“Elijah ha ragione. Fatela finita!”.
Anche Esther si era messa tra i due.
Kol si voltò sbuffando e mormorando un
“il solito guastafeste”.
Bekah si rimise in discorso,
dimenticandosi già dell’accaduto.
“Dovremmo cercare negli archivi dei
fondatori!”.
Damon ghignò.
“Cosa c’è?”.
Rebekah si era irritata al sorrisino
fuori luogo di Damon.
“Direi che forse sarebbe meglio guardare
nei registri della falegnameria!”.
Rebekah storse le labbra scocciata.
“E allora dato che fai tanto il
sapiente, fa tu allora!”.
La vampira si girò teatralmente, come
per chiudersi fuori dalla discussione.
“Dolcezza ritieniti fortunata che io sia
chi sono!”.
La bionda si rigirò con un sopracciglio
alzato.
“Cosa dovrebbe essere, una minaccia?”.
Il battibecco venne interrotto da una
risata.
Damon si voltò verso Iuli con un
sopracciglio alzato, ma si pentì subito, perdendosi in quella visione
celestiale che era lei, mentre rideva.
“scusa!”.
La ragazza ancora sorrideva sotto i
baffi, mentre cercava di trattenersi.
“scusa?”.
Ripeté Damon, un po’ scettico e un po’
sorridente, specchio della sua risata.
“Scusa, ma la battuta di Bekah, era
troppo bella!”.
Cosa che non era mai successa, Damon non
si arrabbiò. Normalmente il sue ego e il suo orgoglio, avrebbero già fatto
piantare i suoi canini, sul collo di colui o colei che avesse preso in giro la
sua persona, ma ciò non avvenne. Nel suo cuore questo lo rabbuiò, non era da
lui, non gli era mai successo… o forse
si. Era già successa una cosa simile quando era ancora semplicemente il Damon
umano, quando per la prima e anche ultima volta ,si era innamorato delle bella
dama Katherine… quando… un momento. Damon bloccò i suoi pensieri attorno ad una
parola che lampeggiava nella sua mente come un’insegna di Las Vegas. Innamorato?
Possibile, che il suo cuore potesse ancora provare quel sentimento, che tanto
l’aveva cambiato, che tanto l’aveva fatto soffrire, portando ad odiare tutto e
tutti, perfino se stesso, per essere quello che era, e non come un Stefan,
attaccato alla sua umanità? Possibile che si stesse innamorando di Iuli? E per
Elena allora cosa provava? Lui aveva creduto di amarla, ma più guardava Iuli,
più si rendeva conto, che non era Elena che aveva pensato di amare, ma che
ancora una volta lui aveva amato Katherine. La loro somiglianza era stata in
parte la sua rovina. Damon infine odiava Katherine, per tutte le sue prese in
giro, ma aveva provato un qualche sentimento per Elena, perché rivedeva in lei,
il suo amore per la vampira, e le belle qualità che la doppelgaenger umana
possedeva, erano quelle che Damon voleva che Katherine avesse, ma solo ora si
rendeva conto di quanto tutto ciò fosse assurdo e inverosimile. Solo ora si
accorgeva che lui per Elena, provava un affetto familiare. Si, perché alla fine
lei e Stefan erano diventati per lui la sua famiglia. Solo ora si rese conto di
quanto lui fosse stato stupido.
Ora si guardò in giro con occhi nuovi.
“Ovvio piccola Cullen. Tutto quello che
riguarda il sottoscritto è bello!”.
Lei sbuffò divertita e roteò gli occhi
al cielo, dandogli una pacca alla spalla.
“Dai Mr Mondo, a cosa ti riferivi prima?
Cosa centri tu con i registri della falegnameria?”.
Lui sorridendo sornione riprese a
parlare.
“Si da il caso che nei primi del
novecento tutte le falegnamerie erano di proprietà Salvatore. Onde per cui la
risposta alla nostra domanda, la troveremmo in casa mia, poiché i registri sono
tutti lì!”.
Mutismo stupefatto seguì quelle parole.
Nessuno parlava e Damon chiuse quella scenetta con una delle sue.
“Un ‘grazie
Damon per esistere’ penso possa bastare!”.
Tutti mossero in modo negativo la testa,
convincendosi che con quel vampiro non c’era proprio niente da fare, la sua
ironia era davvero infinita.
“Damon?”.
Iuli richiamò dolcemente la sua
attenzione.
“grazie per…”.
“si?”.
Era irretito da lei.
“… per abitare non molto lontano da casa
mia. Ci muoviamo?”.
Lo shock era palesemente visibile sul
suo voltò, che subito dopo cambiò assottigliando lo sguardo sorridendo di
traverso, sempre più colpito dal carattere di lei.
“dai piccola stronzetta, monta in
macchina!”.
Detto ciò lasciò la stanza.
Iuli si voltò versò la sua famiglia
tornando seria.
“semmai troveremo l’albero cosa
faremmo?”.
“Lo distruggeremo!”.
Era stata Rebekah a parlare in tono
combattivo.
Tutti erano d’accordo, anche Esther.
“Non possiamo rischiare. Dobbiamo essere
certi che non vi siano armi che possano essere un pericolo per voi tutti. Se
Niklaus lo sapesse, sarebbe un guaio! E se come pensiamo, si troverà una strega
è meglio sbrigarci!”.
Iuli annuì e raggiunse l’auto dove Damon
l’attendeva.
*
Klaus in pieno momento creativo stava
camminando avanti e indietro nel suo appartamento di Chicago. Non poteva
credere a quella che la strega gli aveva detto. La quercia bianca era stata
ripiantata. Doveva trovare assolutamente quell’albero. Doveva distruggerlo,
bruciarlo ancora una volta, ma non prima di aver rifilato lui stesso con le sue
mani cinque paletti, che avrebbe personalmente piantato nel cuore dei suoi
fratelli traditori. Per prima però avrebbe dovuto uccidere Iuli, lei era la sua
minaccia numero uno.
Si guardò in giro col suo sguardo
furioso, freddo e paurosamente felice.
“Tyler, è tutto pronto?”.
L’ibrido lo raggiunse dal salone.
“Si. Ho caricato l’ultimo pacco. La
macchina è pronta!”.
Klaus si voltò verso la finestra, che
dava sulla piazza sorridendo.
“Ho sempre detto che l’amore era per i
deboli… preparati Iuli!”.
*
“Hai mai pensato di trasformare casa tua
in una biblioteca pubblica?”.
Iuli si guardava affascinata in giro per
la stanza. Una volta arrivati alla pensione, i due si erano precipitati nella
biblioteca dei Salvatore.
Damon le si avvicinò porgendole un
bicchiere di Bourbon.
“A dire il vero, ho sempre immaginato di
trasformarla in una casa chiusa. Si additerebbe di più alla mia persona!”.
Iuli lo guardò con i suoi occhi pungenti.
“Stefan potrebbe non gradirlo!”.
Damon alzò il sopracciglio, sorpreso che
la vampira avesse menzionato il fratello.
“Uhm… vero! Ma Stefan è tornato ad
essere divertente, potrebbe darmi man forte!”.
“Non contarci!”.
Il diretto interessato era comparso alla
porta.
Iuli si voltò divertita verso Damon.
“Visto? Avevo ragione!”.
Lui le fece una smorfia socchiudendo gli
occhi, poi si rivolse al fratello.
“Stef, non dovresti stare dalla parte
della famiglia?”.
“Quando mai sono stato d’accordo con le
tue decisioni?”.
Damon sbuffò teatralmente.
“Si salvi chi può. Coniglietti di tutto
il mondo scappate, sta tornando di nuovo il coscienzioso ed educato Stefan!”.
Stefan sorrise ai modi di fare di suo
fratello.
“Ammettilo che ti piaccio di più così!”.
“Non mi arrenderò con te, fratellino! Ti
farò diventare divertente come me, vedrai!”.
Iuli affiancò Stefan guardando Damon
come se lo studiasse, con il viso corrucciato e una mano sotto il mento, e
iniziò a parlare al vampiro, come se ci fossero solo due nella stanza,
ignorando volutamente Damon.
“Si, perché sai lui si crede divertente!”.
Stefan seguì la sua scenetta.
“Già, ho provato a fargli capire che le
sue battute non fanno ridere, ma niente”.
“Dici che gli vengono improvvise o se le
studi di notte?”.
“sai, a volte penso che se le scriva
sulla mano…”.
“Dovremmo controllare non credi?”.
“EHI! Voi due! Fatela finita, non siete
affatto divertenti!”.
Damon si era allontanato di spalle dai
due infastidito. Loro forse potevano pensare che lo facesse perché non gli
piaceva essere preso in giro, ma la verità era che era geloso. Non voleva che
Iuli e Stefan avessero un rapporto, che lui agognava e ancora pensava di non
avere. Non doveva essere ancora ‘sempre e
solo Stefan’.
I due risero, e Iuli gli tirò pure la
lingua da monella.
“e dai… non farai mica l’offeso, vero? Sei
proprio permaloso!”.
Damon tuttavia non rispose. Si era
seduto su una poltrona, perso nei suoi pensieri.
Stefan allora cercò di spezzare la
tensione che si era andata inspiegabilmente a creare.
“ehi Iuli cosa stavate cercando?”.
“I registri della falegnameria che
parlano di…”.
La vampira stentava a continuare. Non sapeva
perché, forse perché lui non era Damon. Era una cosa stupida pensarci. Alla fine
lei sapeva che Stefan era una brava persona e affidabile, però chissà come gli
era stato più facile parlare di quella cosa davvero importante con Damon che
con lui. Il maggiore dei Salvatore, intanto, nel sentire l’incertezza che la
ragazza aveva nel confidarsi con Stefan, gli fece vedere uno spiraglio di luce.
Si alzò e si avvicinò mettendole una mano sulla spalle. Lei lo guardò e chissà perché,
riprese sicurezza.
“…di dove sia situato l’albero di
quercia bianca!”.
Stefan sbarrò lo sguardo.
“Cosa? Di cosa stai parlando?”.
Stefan guardò prima Iuli, poi il
fratello, poi di nuovo Iuli, in attesa di una spiegazione.
“Ho visto da Alerick le foto fatte nella
grotta dei Lockwood… e su una, i graffiti dicevano chiaramente che quando gli
antichi lasciarono le terre del nuovo mondo, l’albero fu ripiantato!”.
“Ma è una notizia magnifica!”.
“Già, basta che non lo scopra anche
Klaus perché potrebbe diventare un problema, soprattutto per Iuli!”.
Stefan annuì.
“Senti Stefan, puoi farmi un favore?”.
Il vampiro sorpreso annuì,in attesa di
sapere a cosa si riferisse.
“Puoi andare da Elena e raccontarle la
novità e scusarmi per essere fuggita senza dire nulla, né a lei né ad Alarick. Solo
che non sapevo che fare e mi sembrava giusto parlarne prima con la mia
famiglia!”.
Stefan annuì comprensivo.
“Certo, ci vado subito! E Damon? Io cercherei
dopo il primo decennio. Eravamo tornati entrambi qui nel 1912, e se non sbaglio
la falegnameria era piena di progetti in quell’anno.”.
Damon ritornò con la mente al passato
cercando di ricordarsi quell’anno.
“Hai ragione, tu cercavi di fare il
fratellino a modo, e la città cercava di costruire nuove strutture!”.
Dal nulla Stefan diventò triste e si
avvicinò a al fratello.
“Damon… potrai mai perdonarmi?”.
Stefan aveva ripensato ancora una volta
a quello che aveva fatto al fratello. L’aveva costretto a trasformarsi e a
vivere quella esistenza.
“Basta coi drammi, Stef. Pensiamo al
presente!”.
In passato Damon aveva giurato che
avrebbe fatto vivere a Stefan una vita d’inferno e soprattutto che non l’avrebbe
mai perdonato, ultimamente però si chiedeva spesso dove fosse finito tutto
quell’odio verso il fratello, che forse non era mai veramente esistito.
I due fratelli si guardarono, Stefan
annuì, poi salutò Iuli e lasciò la pensione.
Rimasti soli nella stanza, Iuli dopo
aver osservato lo scambio di pensieri dei due, poté scorgere un Damon
pensieroso e teso.
“Ne vuoi parlare?”.
Lui la guardò e sorrise fintamente.
“di cosa? Dai cerchiamo nei registri di
quell’anno!”.
Lei rimase ferma a fissarlo. Lui prese
il libro che gli interessava e poi la guardò nuovamente, vedendo che non si
muoveva.
“Che c’è?”.
Iuli aveva pensato più di una volta che
Damon non era poi il duro che cercava assolutamente di far credere agli altri. Si
era un cazzone, come anche lei gli aveva fatto notare, ma era una copertura e
allo stesso un’armatura, per difendersi dalle delusioni che gli altri gli potevano
riservare. Ai suoi occhi, ciò, era una cosa triste e la portò a chiedersi cosa
Damon avesse mai potuto passare nella sua vita per arrivare ad essere chi era
ora. Elena le aveva raccontato cosa avesse fatto Katherine, ma sicuramente un
conto era raccontare la storia, un altro averla vissuta in prima persona.
Mossa dal suo istinto lentamente lei si
avvicinò e sorprendendo il bel vampiro, lo abbracciò.
Damon rimase in un primo momento
spiazzato , voleva quasi allontanarla, perché quel contatto tanto agognato, ora
lo imbarazzava e lo impauriva contemporaneamente. Ma fu solo per un momento. La
parte umana di lui si svegliò e lo fece tuffare nelle braccia di lei, nascondendo
il viso tra i suoi capelli e ispirando il suo profumo profondamente.
Dopo quello che parve un minuto o un’ora
i due si staccarono, ma non perdendo il contatto visivo. Come sempre accadeva,
l’aria si fece elettrica intorno a loro e questa volta nessuno li avrebbe
interrotti. Come due pezzi perfetti di un puzzle, si unirono. Unirono le loro
bocche accorgendosi entrambi di come quella sensazione ora li appagasse
entrambi. Tutti e due si sentivano completi. Il bacio all’inizio fu dolce, ma
la passione crebbe sconvolgendoli entrambi. Il bacio divenne famelico, le loro
lingue si intrecciavano, i loro denti mordevano ognuno le labbra dell’altro. Si
accorsero che volevano sempre di più. Damon la sollevò appoggiandola alla
libreria, i loro bacini entrarono in contatto tra di loro e la voglia li assalì
all’inverosimile. Damon prese a baciarle il collo alternando i baci con la
lingua, Iuli gemeva in preda alla lussuria. Voltò la testa a destra per esporre
di più il suo collo, ma con gli occhi socchiuse vide una cosa che la portò
brutalmente alla realtà.
“D… Damon..”.
Affannata cercava di parlare.
“mmm..”.
Lui era troppo preso dal corpo di lei,
ma bastò una parola.
“il libro!”.
Il vampiro si bloccò immediatamente e
sbuffò sconsolato sul collo di lei. La fece scendere dalla sua morsa e la baciò
di nuovo, stavolta dolcemente.
“ancora due secondi e giuro, che anche
se fosse scoppiata la terza guerra mondiale, non mi avrebbe fermato nessuno!”.
Lei si morse un labbro ancora eccitata.
“davvero promettente!”.
“avanti, meglio mettersi sui libri o
giuro che ti prendo qui e subito!”
Lei si avvicinò sensuale e gli soffiò
sulle labbra: “sempre se non lo faccio prima io…”.
Poi gli passò oltre e come se nulla
fosse si mise a sfogliare il registro.
Damon stava letteralmente perdendo la
testa. Quella ragazza era fatta su misura per lui. Era dolce e buona, ma sapeva
essere anche cattiva e dannatamente sexy. Stavolta le cose sarebbero andate
diversamente. Niente gli avrebbe portato via la felicità. Klaus doveva morire.
“Ehi Damon guarda qui!”.
La ragazza indicava con l’indice un
puntò a metà pagina. Damon prima di guardare a cosa lei si riferisse, si perse
nell’ammirare la sua mano, il suo dito e perfino la sua unghia curata. Poi finalmente
lesse.
“Che fortuna sfacciata!”.
“Ma come facciamo?”.
“Alarick proprio stamani mi ha detto che
si stava occupando della scritta da mettere dopo la ristrutturazione del
Wickery Bridge! Arriva a proposito. Pare che stiano togliendo le vecchie assi
di legno per mettercene delle nuove!”.
“quindi abbiamo trovato l’albero!”.
Lui sorrise felice con lei.
“Si, abbiamo trovato l’albero!”.
Lei emise un gridolino di felicità e poi
saltò al collo del suo vampiro.
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Bene bene bene.
Finalmente Damon e Iuli si sono baciati,
e finalmente Damon sta mettendo chiarezza sui suoi sentimenti.
Klaus sta tornando a Mystic Falls, cosa
combinerà?? Niente di buono, su questo siamo sicuri!!
Ringrazio sempre di cuore voi che mi
seguite, e specialmente voi dears che mi recensite, mi date sempre nuovi spunti
per continuare la storia!!!
Un bacione
deba