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Autore: Eloise_elle91    03/04/2012    2 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi con una nuovissima long fiction che è il continuo di Doppleganger Petrova, le origini.
Abbiamo lasciato Elena a Manhattan e Klaus che vuole costringere i nostri fratellini a uccidere la donna che amano... cosa succederà? Arriveranno nuovi personaggi forti e carichi di misteri e segreti.
Vi dico subito che la storia avrà un’impronta Delena e che ci sarà una loro storia d’amore, quindi vi prego di non offendere e di non linciare, ma anche se siete Stelena questa storia potrebbe fare per voi, perché ciò che racconto è legato anche alla storia della prima doppleganger e alla storia degli Originari. Vi auguro una buona lettura, spero che mi seguirete e che recensirete al meglio questa storia :) Vi aspetto!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   Ciao a tutti! Perdonate l'enorme ritardo nell'aggiornare il capitolo, ma volevo farlo venire davvero bene! Allora vi anticipo subito che ci sarà l'introduzione di tre nuovi personaggi, anche se qui ne vedremo solo due in azione, l'altro entrerà in scena nel 7 capitolo :)
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito la storia, tutti coloro che l'hanno messa tra le preferite e le seguite, e infine un grazie anche a chi legge in silenzio, anche se mi farebbe piacere un piccolo commentino anche da parte loro :)
Non vi rubo altro tempo, vi lascio al capitolo! Buona lettura! 
                                              





                                                    Capitolo 16: Alaya


                                                                                              Quattro mesi dopo

“Caro diario,
è giunto il momento di scegliere la fortunata ragazza che avrà l’onore di giocare con me nella mia battaglia personale per la sopravvivenza. Questa ragazza ha delle doti eccezionali delle quali è totalmente inconsapevole. Lei ha tutto ciò che io ho ereditato anche se manca di furbizia e perspicacia. Lei rappresenta quello che sono oggi, le sue scelte sono quelle che hanno reso la mia vita un inferno. Tutto ciò per cui lei ha combattuto è andato perso, mentre tutto ciò per cui combatto sono io. Combatto per me stessa e da oggi le cose cambieranno, perché sarò io a renderle diverse.

Un uomo una volta mi disse di non giocare con le Petrova, ma io sono famosa per non seguire i consigli di nessuno. Combatterò fino alla morte anche se questo vorrà dire mettere fine alla mia stessa generazione.

È giunto il momento di mostrarsi finalmente.”
                                                                                                ***

Negli ultimi quattro mesi a Mystic Falls erano cambiate tante cose: dopo la partenza di Jeremy per la sua sicurezza Elena decise di trasferirsi alla casa sul lago. La vita da allora era diventata davvero stressante, andare a scuola voleva dire alzarsi prestissimo la mattina dopo aver fatto una corsetta e un’ora di allenamenti con i pesi. Alaric si era offerto di farle compagnia nel suo solitario soggiorno, ma la ragazza declinò la sua offerta, in quanto non voleva dargli altri pensieri e poi a farle compagnia c’era Meredith e quasi tutte le sere Joey e Damon venivano a controllare la situazione.

In una delle tante sere in cui si era ritrovata sola con Meredith le aveva confidato chi l’aveva salvata in ospedale: Klaus. La giovane strega dai capelli rossi prese letteralmente fuoco all’udire di quella notizia.

“Klaus? Ma cosa dici? Che prove hai?” le aveva chiesto quella sera, ma Elena si era limitata a non dire nulla. Non poteva essere stato nessun altro, era questa la risposta più logica che riusciva a darsi. Non poteva essere stato nessun altro perché nessuno forse a parte Damon voleva salvarla per davvero. Era un bel problema lei e questo nessuno poteva più negarlo...
“Andiamo Meredith! Ma chi avrebbe potuto farlo? Nessuno voleva che  uscissi viva da quell’incidente, compresi voi tutti.”
La rossa non trovando altro modo per replicare alle parole dell’amica non disse nulla quella sera se non:
“Allora questo dimostra solo il suo egoista interesse nel tenerti in vita Elena, lui non può averlo fatto perché voleva, ma perché tu sei come oro per lui. Il tuo sangue è la chiave per creare un esercito contro noi tutti.”
“Meglio così che non essere considerati proprio...”

Nessuna considerazione neanche da parte di Stefan, ma ormai questo non le importava più di tanto. Era partito di nuovo dopo essere stato battuto sul campo dell’amore da suo fratello Damon, si era riunito di nuovo a Klaus per guadagnarsi la sua libertà e per portare avanti la sua battaglia contro Damon.
Di certo non erano migliori nemmeno le notizie che riguardavano Bonnie: anche lei si era ufficialmente unita al clan di Klaus. Odiava Elena per tutto quello che le era successo, la odiava perché ora era costretta a fare i conti con la parte più oscura di se stessa, quella che temeva sarebbe emersa prima o poi. La vendetta.
A parte Meredith e Aris, non avevano altre streghe: Abril era stata trovata morta sotto le rovine di Fells Church durante uno dei giretti notturni di Damon. A quanto pare qualcuno l’aveva fatta tacere, non c’erano armi e nessuna traccia di essere umano. Chiunque aveva agito, sapeva bene come muoversi e, come diceva Aris, conosceva le mosse di Abril. Un problema in meno, certo, ma la cosa peggiore (almeno secondo lo sceriffo) era il fatto che vi era ancora un assassino in libertà in città. L’attentatore della vita dei Gilbert vagava ancora a piede libro per la cittadina, anche se da allora non si era sentito più un solo indicente o “attacco di animale”.

Anche Charlotte era tornata a Mystic Falls e ad accompagnarla vi erano un mucchio di scatoloni pieni zeppi di ricerche fatte chissà dove sulla strega Originaria Skyler. La Petrova aveva trovato molte pergamene scritte in aramaico antico e da circa un mese era chiusa nell’appartamento di Alaric a studiarle e a decifrarle insieme a lui. Da quello che aveva raccontato a Joey, Charlotte era stata in tutti i luoghi in cui aveva vissuto più di mille anni fa la prima Strega, anche se era stata una ricerca difficile, e in ognuno di questi luoghi aveva trovato un indizio che parlava di lei, della sua vita e di tutte le cose che aveva fatto prima di giungere nella odierna Mystic Falls al tempo degli Originari.

Intanto anche sul fronte Caroline Forbes la situazione non era delle migliori: la biondina triste e sconsolata per la “scelta” di Bonnie di abbandonare i suoi amici, aveva deciso di prendersi una breve vacanza e partire per un po’. Inutili i convincimenti di Elena, la bambolina aveva deciso di andare via per iniziare una nuova vita, anche perché, come diceva ormai da mesi, non poteva vivere per sempre a Mystic Falls pur volendo.

Per non parlare della situazione con Damon. Avevano avuto un po’ di alti e bassi: alternavano baci e litigate sul presunto salvatore di Elena, poi si rilassavano di nuovo e si concedevano altri baci. In quel momento Damon rappresentava l’unica certezza per Elena, per lei rappresentava l’eternità che non l’avrebbe lasciata mai più. Ma non erano andati oltre, non erano psicologicamente pronti e la cosa spaventava la giovane doppleganger perché se era vero che si erano cercati, desiderati e trovati così tanto allora perché non c’era ancora quella spinta in più ad andare avanti e rendere la cosa ufficiale? Ma ufficiale a chi? Loro stessi? Damon dal canto suo, sembrava estremamente fiero di avere Elena finalmente tutta per se e si sentiva il vampiro più felice della terra. Quanti baci si erano dati negli ultimi quattro mesi? Di sicuro oltrepassavano le centinaia di migliaia! Eppure sembrava tutto troppo bello per essere vero, infatti Elena temeva che prima o poi qualcosa o qualcuno avrebbe provato a dividerli, strappandole così anche l’ultimo soffio di felicità che le era stato concesso.
Lo desiderava più di ogni altra cosa, non aveva paura di ammettere di essere innamorata di lui, solo di lui. Damon Salvatore. Il suo principe delle tenebre che quando la guardava e bramava ogni centimetro del suo corpo con i suoi vispi occhi azzurri, lei si sentiva immersa in un vortice di felicità e di dolcezza, di sicurezza. Non era più una bambina indifesa che aveva bisogno del ragazzo che la proteggeva o per vantarsi davanti a tutta la scuola, ora era una vera donna e di certo affrontare la morte da sola come aveva fatto pochi mesi fa, aveva contribuito ad aumentare la sua maturità, perché stavolta ricordava tutto. L’incidente, le ferite aperte, suo fratello che gridava aiuto... la sua mente vagava ancora a quella sera e soprattutto su chi avrebbe mai voluto tutto il suo male, a parte Klaus. Ma lui le aveva salvato la vita alla fine, perché? Aveva fatto un passo indietro?
Perché mi hai salvata?Avrebbe tanto voluto chiederglielo, ma non aveva avuto il coraggio di andare a farsi quella chiacchierata a cui l’aveva invitata senza un giorno prestabilito o un’ora prefissata. Ciò presupponeva che poteva recarsi quando voleva.Per patteggiare con un ibrido che ti ha distrutto l’esistenza? Ripeteva a se stessa tutte le volte che guardava la sua immagine allo specchio, ma poi sorrideva, perché quel brutto pensiero veniva sostituito dall’immagine di Damon che puntuale appariva dietro di lei tutte le sere alla stessa ora. Tutte le sere prima di abbandonarsi al mondo dei sogni lui non voleva semplicemente sentirla a telefono, voleva vederla, abbracciarla, baciarla e sussurrarle quanto teneva a lei, quanto l’amasse...
Eppure non riuscite ad andare oltre!Eccola di nuovo! Maledetta voce nella testa! Perché deve sempre infilare il dito nella piaga? Volevano andarci piano, mica era un reato?
Lui era il suo cavaliere che tutte le sere si curava della sua damigella, la aiutava a sistemare le cose e restava con lei fino a quando non si addormentava profondamente. La riempiva di baci, di carezze e di abbracci. Adorava guardarla dormire assopita, perché sembrava una bambina indifesa. Amava poggiare le sue labbra sul suo collo per poi chiudere gli occhi e abbandonarsi insieme a lei in quella dolce alchimia. Era la sua principessa e nessuno gliel’avrebbe portata via mai più.
                                                                                                    ***
13 gennaio, mattina.

Elena si svegliò presto come al solito. Doveva aspettare Caroline per andare per l’ultima volta a scuola insieme, infatti la bionda sarebbe partita nel tardo pomeriggio, con la promessa che si sarebbe fatta viva non appena Elena avrebbe avuto bisogno di lei. D’altro canto Elena non aveva il coraggio di fermare la sua migliore amica e non farla partire per un suo interesse, ovvero non perdere un’altra amica. Se Caroline aveva deciso così, era giusto, era la soluzione migliore.
Scese giù a fare colazione e con grande sorpresa vi trovò una strana Meredith che indossava un grembiule da cucina e, a giudicare dal buon odore, stava preparando le frittelle al cioccolato.

“Buongiorno Elena!” disse la strega dai capelli rossi voltandosi appena vide Elena scendere. Era davvero buffa: aveva i capelli raccolti in una frettolosa coda e i suoi lunghi boccoli rossi scendevano leggeri lungo la schiena ed erano in perfetta tinta con il grembiule rosso che le aveva regalato Elena per Natale. Sapeva che la sua amica aveva una sfrenata passione per la cucina, soprattutto per i dolci, il che rendevano ancora più dolciosa la permanenza alla casa sul lago.

“Ciao Meredith, tu così però mi vizi troppo!” disse Elena sorridendo.

“Le ho fatte anche per Caroline, cioè lo so che è una vampira, ma ho pensato che le avrebbe fatto piacere, così si sarebbe ricordata che per noi lei è sempre la bellissima, dolce e svampita Caroline. Insomma voglio farla sentire quanto più umana possibile!”

Come aveva fatto ad odiarla? Meredith era una persona eccezionale e tutto ciò che aveva fatto era stato per proteggere Elena, era sola proprio come lei, non aveva una famiglia e il Circolo per lei rappresentava un po’ gli affetti che le erano mancati. Aris era ritornato a Manhattan per fare delle ricerche sull’assassino di Abril e ormai era più di un mese che non avevano sue notizie, a parte qualche telefonata. Ora Meredith era l’unica amica che le restava e per quanto avesse desiderato strangolarla qualche mese fa, negli ultimi quattro mesi si era rivelata la persona più dolce e sensibile che avesse mai conosciuto.
“Hai ragione, dovremmo organizzare una sorta di pigiama party pomeridiano prima della partenza!” disse Elena.
“Notizie?” chiese la rossa.
“No, nemmeno una singola minaccia. Tutto questo silenzio da parte di Klaus mi spaventa...”
“Già, forse è andato a farsi un viaggio alle Hawaii?” disse Meredith ironicamente.
“Beh, magari un tsunami potrebbe risucchiarlo una volta per tutte” rispose Elena ironica anche lei, dopodiché le due amiche scoppiarono a ridere al solo pensiero di Klaus seduto su una sdraio in una spiaggia hawaiana e poi scaraventato chissà dove da un improvvisa onda anomala!
“Ok ok” disse Elena asciugandosi gli occhi dalle lacrime per colpa della risata interminabile “torniamo serie! Caroline arriverà a momenti per andare a scuola...”
                                                                                                ***
Caroline aveva appena parcheggiato la sua macchina qualche metro prima di giungere alla casa sul lago di Elena. Era molto piacevole camminare di prima mattina intorno a quel lago che doveva essere davvero freddo, ma non lo avrebbe mai avvertito. Ormai era un anno che lei non avvertiva e non sentiva più niente, per quanto si sforzasse ogni giorno doveva combattere con l’impulso maggiore: la fame, l’uccidere le persone. Con gli amici aveva imparato a controllarsi, aveva anche tentato di salvare la vita di Jeremy quando venne sparato accidentalmente, ma sentiva che mancava qualcosa dentro di se. La pace. Quel senso di serena quiete che non aveva ormai da un po’ e che l’essere diventata un vampiro le aveva portato via senza preavviso. Voleva festeggiare il suo compleanno con le amiche, voleva diplomarsi con le sue amiche e organizzare un mega party in cui ubriacarsi fino a non reggersi in piedi, voleva divertirsi, andare a ballare. Vivere la vita e in certo senso poteva ancora farlo, se fosse stata attenta a non farsi ammazzare avrebbe vissuto in eterno le meraviglie del mondo. La sua condizione ora le permetteva di viaggiare e di visitare il mondo intero senza mai fermarsi; poteva conoscere nuovi paesi, visitare Parigi, Londra e chissà quante altre città bellissime, ma sola. Sola per sempre, perché le sue amiche sarebbero invecchiate prima o poi, avrebbe assistito alle loro morti. Chi le avrebbe fatto compagnia?
Scacciare questi pensieri dalla mente non era facile per Caroline, perché dentro di se sentiva di essere diventata davvero forte e di poter affrontare qualsiasi anomalia, ma sarebbe stato comunque difficile perché in un modo o nell’altro, lei sarebbe rimasta da sola per sempre...

Un rumore. Dei passi. Ecco il vantaggio di essere un vampiro: poter captare se c’era qualcuno alle calcagna e a quanto pareva Caroline non era sola. Non potevano essere ne Meredith ne Elena, le avrebbe riconosciute, la scia era diversa. Lupo?... no... vampiro?
“Tyler?” chiamò Caroline incerta se fosse davvero lui oppure no, poi ad un tratto si girò e lo vide. Era proprio lui Tyler Lockwood, il primo ibrido trasformato da Klaus e del quale non aveva notizie da mesi...
“Ciao Caroline”
“Come mi hai trovata?” disse la bella vampira sospettosa. Per quanto felice di rivedere un amico, di certo la visita di cortesia non era casuale, soprattutto perché non si erano ritrovati al Grill o in un qualunque bar di Mystic Falls. Erano alla casa sul lago e la cosa spaventava non poco Caroline.
“Ti ho seguita, appena sono arrivato ho provato ad andare a casa tua, ma li non c’eri...”
Soggiogato? Asservito? Pensò Caroline.Cos’era diventato Tyler? Lavorava per Klaus e l’aveva seguita per un motivo preciso...
“Oh, beh... io ero venuta qui a fare una passeggiata...” mentì Caroline.
“A quest’ora? E proprio alla casa sul lago dei Gilbert?” rispose Tyler avanzando.
Caroline restò immobile e impassibile, cercando di trattenere con tutte le sue forze l’impulso di fuggire. Se lavorava per Klaus doveva impedire che arrivasse ad Elena, doveva inventarsi qualcosa oppure agire in fretta.
“Cosa vuoi Tyler? Lavori per Klaus ora? Dove sei stato in tutti questi mesi?”
“Cosa voglio? Ma... hai paura di me Caroline? Io e te siamo amici...”
“No, se non mi dici perché sei venuto qui! Tu non sei mio amico...”
Si guardarono per un attimo in silenzio. Lo sguardo di Tyler non era più quello di un ragazzo spaventato dalla sua stessa maledizione, era diverso. Più forte, deciso e pronto a combattere. Combattere? Cavolo! Pensò Caroline in fretta: non aveva armi per difendersi, non aveva niente.

Senza neanche esitare Tyler si fiondò sul Caroline catapultandola tre metri più in la rispetto a dov’erano. Caroline non poteva crederci: Tyler l’aveva attaccata davvero, ora doveva difendersi da sola. Caroline ebbe giusto il tempo di lanciare un sonoro fischio augurandosi che le sue amiche l’avessero sentito.
La bionda vampira si rialzò subito da terra e stavolta schivò l’ibrido che le stava venendo addosso, ma non era abbastanza forte e allenata, perché si ritrovò di nuovo a sbattere con la testa per terra, intontita e stranita. Le forze le stavano venendo meno quando Tyler la prese con forza per il collo strangolandola quasi e disse:

“Non sono io Caroline! Non voglio farti del male, ma devo!”
Caroline non aveva modo di rispondere in quanto cercava con tutte le sue forze di sbloccare la presa di Tyler, ma sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta. Sentiva le ossa del collo spezzarsi e non riusciva quasi più a tenere gli occhi aperti...
Ma all’improvviso si ritrovò libera dalla presa e vide Tyler fronteggiato da... un lupo bianco. Questo lupo gli saltò addosso cercando di farlo scappare, ma l’ibrido sembrava ostinato nel portare avanti la sua missione.
Caroline vide Meredith ed Elena accorrere da lontano: avevano chiaramente assistito all’ultima scena, quel lupo stava dando del filo da torcere a Tyler. La sua agilità e il fatto di avere quattro zampe di sicuro aiutava, ma la domanda fondamentale era come? Non c’era la luna piena eppure ecco li davanti a loro un lupo a tutti gli effetti! Semplice istinto animale? Ma in quella zona non c’erano lupi...

Ad un tratto le tre ragazze compreso Tyler sgranarono gli occhi: l’animale si stava lentamente trasformando e stava prendendo forma umana. Una ragazza di diciotto anni all’incirca vestita con una strana uniforme che sembrava una tuta, estrasse una pistola e la puntò contro Tyler e disse guardandolo dritto negli occhi:
“Vai via! Prima che io metta fine alla tua misera vita!”
Tyler non sembrava padrone delle sue azioni: scappò via non facendoselo ripetere due volte. La ragazza ripose la sua arma, poi rivolse il suo sguardo verso Caroline e disse:

“Come stai Caroline?”

“Bene, ma tu chi sei?” disse Caroline raggiunta dalle sue due amiche che sembrava disorientate almeno quanto lei.
Ora potevano vedere meglio la misteriosa ragazza: aveva un viso tondo, ma molto dolce, occhi di un colore ambrato che davano un tocco di luce a quel viso già troppo bello. Capelli raccolti in una lunghissima coda, biondissimi e liscissimi con qualche ciuffo ribelle all’altezza delle sopracciglia. Le sue labbra erano carnose e rosse come quelle di una ciliegia e il suo portamento era fiero e sempre sull’attenti. La ragazza le guardò in modo strano, prima di rilassarsi del tutto e sorridere.
“Io mi chiamo Alaya e sono venuta qui per tenervi d’occhio”

“Per tenerci d’occhio?” disse Meredith “Chi ti manda?”

“Nessuno, io non sono di queste parti.” Rispose senza togliere lo sguardo da Elena.

“Tu devi essere Elena Gilbert, giusto?” disse di nuovo rivolgendosi a Elena sempre, che non sapeva cosa fare. Da dove usciva fuori questa? E perché non l’avevano mai vista? Un lupo che si trasforma senza la luna piena...?

“C-come hai fatto a trasformarti?” chiese Elena.

“E’ una lunghissima storia e credetemi, non è il caso di parlarne qui fuori.”

“Come facciamo a fidarci di te?” chiese Meredith.
“Ho la salvato la vita di Caroline e stavo cercando voi, non dovrebbe bastarvi questo?” disse la ragazza spostando il suo sguardo da Elena a Caroline.
Le tre ragazze si guardarono per qualche secondo e a prendere parola fu Elena che disse:
“Seguici.”
                                                                                                        ***
La casa sul lago era calda e accogliente, c’era ancora il camino acceso e Elena stava preparando il tè, mentre Caroline e Meredith non facevano altro che scrutare Alaya in ogni movimento che faceva. La ragazza di tutta risposta si sedette su una poltroncina accanto al camino di fronte alle ragazze e quando anche Elena prese posto accanto alla sue amiche, Meredith cominciò a parlare:
“Allora, Alaya chi sei veramente?”
“Cercherò di essere quanto più chiara possibile. Come vi ho già detto io non sono di queste parti, anzi a dire la verità non sono neanche di questo mondo...”
“Cosa?” disse Elena fissandola attentamente.
“Ecco, io appartengo ad una razza di lupi che in questo mondo non è ancora ben sviluppata. Come avete visto io posso trasformarmi senza la luna piena e non so se ci avete fatto caso, ma la mia pelliccia è bianca...”
“Sei un lupo bianco?” chiese Meredith “Ma quella razza umana di lupi è completamente estinta...”
“Non completamente, c’è un piccolo gruppo che in questo periodo si nasconde nelle montagne della Norvegia, siamo una razza a cui piace il freddo.”
“Quindi sei venuta dalla Norvegia solo per salvare Caroline?” chiese Meredith.
“No, in realtà è già da un po’ che vi osservo, sono più di sei mesi che vivo a Mystic Falls...” disse Alaya interrompendosi per sorseggiare un po’ di tè, ma quando vide che nessuna delle tre ragazze era intenzionata a proferire parola continuò dicendo:
“Non sono sola. Siamo tre ragazze che sono tornate indietro per rimettere le cose a posto.”
“Tre?” chiese Elena “Ma qui ci sei solo tu, dove sono le tue compagne?”
“Ci sono solo io perché mi sono offerta volontaria per proteggere quest’area, ma la nostra strega sta per arrivare...”
“Da dove vieni tu?” chiese piano Elena, quasi con un sussurro di voce.
“Io vengo dal futuro.” Rispose Alaya.

Elena trattenne rumorosamente il fiato, a Caroline andò quasi di traverso il tè, mentre l’unica che rimase impassibile fu Meredith, la quale si limitò a fronteggiare la ragazza dicendole:
“Come hai fatto ad aprire il portale del tempo?”
“Meredith, andiamo! Non crederai seriamente...” cominciò a dire Elena, ma Meredith la zittì con la mano. Era chiaro che era l’unica a credere alle parole della ragazzina bionda, che sorrise quasi trionfante per aver ottenuto quella reazione.
“Non l’ho aperto io, è stata la nostra strega, Valéry”
“E dov’è ora?” chiese Meredith sempre più interessata.
“In giro, con l’altra mia amica. Stanno tenendo d’occhio la villa di Klaus.”
Elena si voltò di scatto impietrita: non era possibile. Alla villa di Klaus c’era Joey di guardia, avrebbe captato la presenza di qualcun altro...
“Sembri sorpresa Elena” disse Alaya sorridendole “Ma per darvi una prova che sto dicendo la verità, fra un po’ suoneranno alla porta e quando andrai ad aprire ti ritroverai Damon e Joey.”

Driin. Il campanello suonò per davvero. Elena guardò le sue amiche con un misto di paura e curiosità, incrociò lo sguardo di Meredith che le fece cenno col capo di andare ad aprire, mentre Alaya fissava la scena immobile e sempre con il sorriso sulle labbra. Così Elena andò ad aprire la porta e sgranò gli occhi. Di fronte a lei c’erano proprio Damon e Joey; Alaya aveva ragione, ma come faceva a sapere che sarebbero arrivati proprio in quel momento? Non era possibile, queste cose non esistevano davvero! Anche se Elena aveva imparato che orami da un anno tutto era possibile se abitavi a Mystic Falls e avevi per fidanzato un vampiro e per migliore amica una strega.
“Oh Damon...” disse Elena.
“Hey principessa cos’hai?” rispose Damon rivolgendole uno sguardo interrogativo, ma Elena non gli rispose, si limitò ad abbracciarlo e a poggiare la testa sul suo petto coperto da solito giubbotto di pelle nero. Joey entrò in casa, seguito da Damon ed Elena, che chiuse la porta alle sue spalle e quando arrivarono in salotto i due vampiri si ritrovarono di fronte a quella strana ragazza proveniente dal futuro.

“Tu devi essere il famoso Damon Salvatore” disse Alaya indicando con il dito dritto verso di lui, poi spostò il dito contro Joey e sempre sorridendo disse “E tu sei l’Originario Joey, devo dire che nel futuro sei proprio un ragazzaccio...”

“Ma cosa sta dicendo! Chi è questa?” disse Joey lanciando uno sguardo interrogativo a Meredith che si limitò a dire:
“Dice di provenire dal futuro...”

“COSA?!” chiese Damon lanciando l’urlo più forte che Elena avesse mai sentito. Le aveva quasi rotto i timpani, poiché era proprio vicina a lui e gli teneva la mano.

“Sapete vi credevo più furbi... comunque sto dicendo la verità. Io vengo dal futuro, più precisamente trent’anni più avanti, ovviamente siete liberi di non credermi.”

Alaya si alzò e si avviò verso la porta, attraversando il salotto sfiorò casualmente, o forse no, Elena, che avvertì una strana sensazione. Tutto d’un tratto quella stanza era diventata azzurra come il cielo e davanti a se non c’era nient’altro, solo l’infinito azzurro che aveva preso il posto della stanza e dei presenti. Si costrinse a chiudere e ad aprire gli occhi  e velocemente si ritrovò di nuovo nella stanza con Alaya al suo fianco che le sorrideva per poi oltrepassarla andando ad aprire la porta.
“Aspetta!” disse Elena. Tutti si voltarono a guardarla mentre si avvicinava sempre di più ad Alaya, anche Damon provò a fermarla, ma non ci fu verso di farla tornare indietro.
Quando si avvicinò alla ragazza notò che le sorrideva ancora, era fortemente strana, ma nello sfiorarsi con lei aveva avvertito una sensazione di felicità e pacatezza. La guardò negli occhi, voleva provare a entrarle nella mente, ma non ci riusciva. L’unica cosa che riuscì a intravedere fu una bambina in fasce abbandonata sull’uscio di vecchia catapecchia. Qualcosa di molto forte la fece ritornare nella realtà: Alaya si era opposta alla sua empatia, aveva qualcosa di magico o forse era solo autocontrollo, ma non era malvagia.
“Perché sorridi sempre?” chiese Elena.
“Perché la vita è breve Elena e tu sei la fortunata ragazza che potrebbe cambiare la vita di molti di noi nel futuro.”
“Da quale anno provieni?”
“2042. Un anno difficile, la tecnologia si è evoluta parecchio!”
“Secondo me sta dicendo la verità” disse Elena rivolgendosi ai suoi amici e in modo particolare verso Meredith, poi disse “Cosa ne dici tu?”
“Si lo penso anche io, l’anello che porta al dito è il simbolo di un sigillo temporale, serve per viaggiare nel tempo in gruppo, in questo caso gli anelli sono tre, ma qui ce ne è solo uno e questo deve voler dire per forza che ci sono altre due persone provenienti da un'altra epoca che gironzolano tranquillamente per Mystic Falls...”
“Non gironzolano, preservano la vostra incolumità, anzi da parte di una di queste ti chiedo scusa per l’incidente d’auto...”
“Cosa?? Siete state voi?” disse Damon scagliandosi contro Alaya, ma Joey lo bloccò appena in tempo.
“No, è stata una mia compagna, ma aveva i suoi buoni motivi. Doveva costringere Klaus a fare un passo indietro e a quanto pare ci è riuscita! Ma è sempre stata accanto a te, se le cose fossero andate storte ti avrebbe salvato la vita lei stessa...”
“Chi è questa? Dove si trova ora?” chiese Elena.
“Te l’ho detto, lei e Valéry stanno tenendo d’occhio la villa di Klaus...”
“Senti bambolina” disse Damon avanzando il passo e posizionandosi di fronte a lei “ O mi dici cos’hai in mente oppure la tua bella testolina finisce dritta dentro il camino...”
“E tu saresti morto prima di mettere in atto la tua insulsa minaccia. Ci tieni davvero ad essere morso di nuovo da un lupo?” replicò Alaya sorridendo al belloccio dagli occhi azzurri.
“Lupo, avrei dovuto sentire la puzza quando sono entrato” disse Joey “Dove sono le tue compagne allora?”
“Sei di coccio, beh lo sei sempre stato e lo sarai per sempre. Comunque i guai sono appena cominciati... mentre voi raccontate di come il cucciolo Tyler abbia attaccato Caroline e come  le ho salvato la vita, io vado a fare una telefonata. Torno subito...”

Caroline raccontò brevemente a Joey e Damon quello che era successo, mentre Elena che guardava fuori alla finestra non perdeva di vista neanche per un secondo la ragazza, che più che fare una telefonata sembrava che stesse mandando un messaggio, sicuramente per non farsi sentire. Così mentre Damon litigava con Caroline sulla sua incapacità di non farsi pedinare, Elena ne approfittò per uscire e raggiungere Alaya.
“Mandi un messaggio per non farti sentire?”
“No, lo faccio per la loro incolumità. Sai Caroline a quest’ora dovrebbe essere morta e il fatto che io le abbia salvato la vita porterà delle conseguenze alle quali non posso dare una previsione” disse Alaya voltandosi a guardare Elena.
“Tipo?”
“Beh, sicuramente Tyler sarà ritornato dal suo padrone a riferirgli del suo fallimento e Klaus manderà qualcun altro a cercare di far fuori qualcuno. Per lui, in questo tempo, voi tutti siete le sue pedine di gioco. Non importa chi dei tuoi amici morirà, lui ne colpirà uno a caso solo per far si che tu lo assecondi con i suoi piani. Per questo invece di litigare li dentro dovremmo organizzare un piano per proteggere questa casa, ricordati che c’è uno squartatore a piede libero che non vede l’ora di uccidere suo fratello...”
“Cosa proponi di fare? Scappare chissà dove?”
“Io sono sempre per il combattimento all’ultimo sangue e se qualcosa dovesse andare storto ti assicuro che avrai tutta la mia protezione”
“Forse è meglio se entriamo, no?”
Alaya però non si mosse, ma intimò ad Elena di tacere: aveva sentito qualcosa. La biondissima Alaya guardava dritta di fronte a se, ma non c’era nessuno, così prese Elena per un polso e in fretta entrarono in casa.
“Cosa succede ora?” chiese Damon.
“C’è qualcuno la fuori, probabilmente qualcuno che è venuto a finire il lavoraccio di Tyler” rispose Alaya.
Attimi di silenzio che durarono si e no cinque secondi, fino a quando non sentirono una voce parlare:
“Damon!”
Damon scattò subito davanti ad Elena per proteggerla, quella voce inconfondibile non l’avrebbe mai dimenticata: Stefan.

“Stefan?” ripeté Elena in un sussurro “cosa ci fa qui?”
“Credo che sia qui per Damon” disse Alaya “E questo è un bel problema...”
“Perché? Siamo al sicuro qui...” disse Caroline.
“Stefan ha il permesso di entrare qui, Caroline” disse Elena in un sussurro.
“Dobbiamo uscire” disse Alaya “O questa casa non sarà più un rifugio sicuro per Elena. Dobbiamo uscire tutti, piano, senza fare passi falsi. È un folle, non ce lo dimentichiamo.”

Così uscirono tutti lentamente dalla casa, tranne Joey che rimase dentro con Elena. Alaya tirò fuori la stessa pistola che aveva puntato contro Tyler per farlo andare via, mentre Damon fu il primo a scendere le scale della veranda e andare dritto contro suo fratello. Eccolo li, Stefan Salvatore: gli occhi verdi pieni di odio nei confronti del fratello, soggiogato ad odiarlo per volere di Klaus. Quanto contraddittorio poteva mai essere quell’ibrido? Salvare la vita di Elena e poi ammazzare tutti coloro che meglio potevano proteggerla? Qual era il suo malefico piano?
“Hai un piano malefico fratello? O Klaus ti detta anche come vestirti la mattina?” disse Damon.
“Certo che ho un piano, anzi abbiamo un piano malefico, ma non te lo dico.”
“Bambino cattivo, non cambierai mai Stefan. Cosa ne hai fatto del discorso di quattro mesi fa?”
“Buttato, cancellato. Sai fratello, la vita è fatta per essere vissuta, soprattutto se la vita è l’eternità.”

Non avevano via d’uscita, sembrava davvero un toro pronto ad attaccare nell’arena. Alaya si era nascosta dietro il porticato della veranda, la pistola sempre puntata su Stefan, mente Meredith stava tentando un incantesimo non verbale, ma era visibilmente agitata e il freddo non l’aiutava a concentrarsi e quando lo squartatore cominciò ad attaccare suo fratello, non poté fare niente se non proteggere la casa e intimare a Caroline di scappare, ma la bionda vampira non si mosse nemmeno per un istante. Lo scontro tra i due fratelli era una cosa epica, entrambi che si battevano corpo a corpo, era difficile dire chi avesse la meglio sull’altro. Di sicuro Stefan era un po’ più in vantaggio perché sotto la mercé di Klaus, ma Damon sapeva reggere bene il confronto contro suo fratello, ma proprio quando Damon si ritrovò a terra immobile, la mano di Stefan penetrò dritta verso il suo cuore. Il vampiro dai capelli corvini urlò di dolore, un breve e intenso urlo, soffocato da un altro urlo: quello di Stefan, morso all’altezza del collo dal lupo bianco che prese le sembianze umane di Alaya. Caroline si precipitò da Elena e Joey dentro casa, mentre Meredith andò ad aiutare Damon. Alaya invece prese la sua pistola e sparò un colpo sulla spalla a Stefan che urlò ancora di più, dissanguato dal dolore.

“Cosa hai fatto?!” chiese Damon rialzandosi sorretto da Meredith.

“La pistola contiene verbena, serve a immobilizzarlo, mi dispiace per il morso, ma se ti avesse ucciso...”

Ma prima di proferire parola, su una grossa moto grigia scese una ragazza dai capelli ramati, diretta verso la scena con in mano una strana pietra bianca.

“Valéry!” disse Alaya correndo verso l’amica, era lei la strega che aveva aperto il sigillo temporale. Corse subito verso Stefan, che si contorceva dal dolore. Non era un morso di lupo normale...
Quando arrivarono Joey ed Elena, la doppleganger ebbe la stessa sensazione che aveva provato con Alaya, come se l’avesse già conosciuta...
“Dobbiamo portarlo dentro!” disse Valéry
“Ma sei pazza! Con tutta la fatica che abbiamo fatto per tenerlo lontano! Damon stava quasi per morire!” disse Caroline.
“Questa è una delle conseguenze di cui ti parlavo, Elena” disse Alaya “e alle quali io non ho predisposizione a correggerle.”
                                                                                                     ***
Valéry era una ragazza non molto alta, abbastanza robusta, ma nel giusto. Aveva i capelli ramati e gli occhi... viola chiaro; aveva una pelle molto chiara e indossava anche lei la stessa tuta di Alaya, solo che al posto del pantalone aveva una gonna a palloncino con delle calze nere molto scure e un paio di stivali bassi. Era la strega più strana che Elena avesse mai visto, in mano aveva una boccetta piena di uno strano liquido dorato che riversò nella bocca di uno Stefan quasi dormiente.

“E’ essenza di narciso, gli donerà delle ore di sonno indisturbate. È una delle poche essenze in grado di rendere meno dolorosa la morte per il morso di lupo mannaro.”

La sua voce era calda, dolce quasi come quella di una bambina, in ogni nota che pronunciava si sentiva il senso di colpa del non essere arrivata in tempo per impedire l’inevitabile. Si rivolse verso Alaya e le disse:
“L’hai chiamata?”

“Si, le ho inviato un messaggio. Sta arrivando” disse Alaya che rivolgendosi verso Damon disse “scusami, non era mia intenzione morderlo, ma non ho avuto scelta. Ma guarirà.”
“E come?” rispose Damon.
“La nostra amica sta portando la cura, state tranquilli” disse Valéry “Non vogliamo che Stefan muoia, se lo avessimo voluto non saremmo intervenute e non saremmo qui da sei mesi se non tenessimo alle vostre vite.”
“Tu sei quella che ha aperto il sigillo vero?” disse Meredith, ma non ottenne alcuna risposta, se non uno sguardo che la penetrò fin dentro il profondo dei suoi occhi. Fu così che gli occhi viola di Valéry si incontrarono con quelli castani di Meredith.

Fine capitolo 6


 Angolo autrice:
Heilà! spero che il capitolo sia piaciuto a tutti e che vi abbia fatto piacere l'introduzione di questi nuovi personaggi, l'ultimo lo vederete nel capitolo 7;
-Alaya e Valéry sono personaggi creato SOLO DA ME per questo sono soggetti al copyright e ai diritti d'auotre, quindi NON SI PRENDONO/RUBANO ;)
-Il prossimo capitolo si intitola "Angeli dal futuro";
-Aggiornerò prima di pasqua;
-Non so che altro dirvi se non GRAZIE di seguirmi <3
Un bacio a tutti...Ely.

  
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