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Autore: Sakura00    03/04/2012    4 recensioni
Ok, ora basta prendere frammenti dai capitoli che scrivo! Non troverò mai una intro per questa maledetta fan fiction. Mi toccherà scriverla di mio pugno! (*tossisce*)
Questa è una storia molto complicata, i cui fili si districheranno molto lentamente. Ci sono Ranma e Akane, ci sono il loro amici, c'è anche Soun, c'è Ranko, c'è Ryoga e un sacco di altre persone. Personalmente la storia mi piace dal capitolo 10, ma lascio a voi commenti ;)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 9


Quando il sangue mutato

di entrambi i prescelti sarà versato

il segreto rivelato si scioglierà dal suo sigillo

e Il vecchio tornerà arzillo.

    - Diario degli scritti segreti; Kodachi Kuno, La Rosa Nera -


There I was again tonight
Forcing laughter, faking smiles
Same old tired, lonely place.
Walls of insincerity
Shifting eyes and vacancy
Vanished when I saw your face
All I can say, is that it was enchanting to meet you”

[Tailor Swift]



Sospirai guardando il cortile della scuola dalla finestra. Sembrava un sogno, di quelli irreali. Mi continuavo a ripetere di essere tornata alla vita di sempre, ma a me sembrava tutto il contrario.
Mi guardavo ancora in giro con occhi sospettosi e mi sentivo scoperta senza nemmeno un arma addosso. Per non parlare della scomodissima gonna verde-acqua della divisa scolastica...

La pigra voce del professore che spiegava un metodo di risoluzione per la matematica, mi sembrava totalmente fuori luogo.

Ogni cosa sembrava fuori luogo. Me compresa. Non mi sentivo più appartenere a quel mondo, così diverso da Nerima. Così diverso da lui. Sospirai.

Lo scacciai subito dalla mente, spostando lo sguardo e cercando di seguire la lezione, ma probabilmente sarebbe stato più facile far prendere il volo al banco con la forza della mia frustrazione.

La campanella. Un altro rumore fastidioso e fuori luogo, ma che almeno m'informava che la prima metà della giornata era finita. Mi alzai pigramente dalla sedia, facendola grattare rumorosamente contro il pavimento.

Il tempo sembrava aver perso senso, mi trascinavo avanti per i giorni che passavano. Come se stessi aspettando un svolta, che mi riportasse alla mia normalità...

Ma cosa diavolo trovavo di normale nel vagare per una landa desolata?!

«Ehi, Akane! Torniamo a casa insieme?» Yuka e Sayuri erano lì davanti a me, ammetto che le miei amiche mi erano mancate.

«Certo.»

Sulla strada di casa non fecero altro che parlarmi di tutto ciò che era successo durante il mio “viaggio”. Non che mi importasse molto che ad esempio delle ragazze di primo anno avessero trovato Akira e Kazuho a pomiciare nel ripostiglio delle scope, ma era comunque un argomento piacevole.

«E tu Akane?» Fece Yuka con fare malizioso.

Cercai di evitarla facendo l'ingenua. «E io cosa?»

«Oh, andiamo! Non vorrai dirci che non hai incontrato nessun ragazzo!» Intervenne Sayuri, enfatizzando non poco sulla parola ragazzo.

L'immagine di me in braccio a Ranma mi investì con la stessa forza di tir carico di merci pesanti. Abbassai lo sguardo. «N-no. N-nessuno.»

Sayuri sgranò gli occhi. «Oddio! Ti sei innamorata!»

«Non è vero!» Sbottai con lo stesso tono di una bambina che batte i piedi per terra.

«E invece si! Guardala com'è rossa!»

«Dai! Dicci com'è!»

Guardai i loro occhi carichi di aspettative, mi chiesi cosa c'era di male a parlarne con due amiche. Sospirai.

«È alto più meno così.» Feci un segno con la mano sopra la mia testa. «Ha diciannove anni. Conn i capelli neri, raccolti in una treccia, porta abiti cinesi, ma è giapponese. Poi ha degli occhi...»

Mi resi conto di avere uno stupido tono sognante, arrossii. «Ha gli occhi blu ed è... molto bello e atletico.» Ammisi a malincuore.

«Wow! Che belloo! E come vi siete conosciuti?»

«Beh, noi...» Invece di come ci eravamo conosciuti mi venne in mente a come ci eravamo “lasciati”. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime.

«Scu- scusate, ma oggi dovevo fare la spesa.» Imboccai il primo angolo senza guardarle. «Ciao! A domani!» Continuai a voce alta, mentre mi asciugavo febbrilmente le guance.


Arrivata a casa mi tolsi le scarpe nell'ingresso di casa mia. «Sono tornata!»

Dovevo smettere di mentire a me stessa, ecco la verità. Ranma. Pensavo solo a lui, era estenuante.

Anche perché non ci ricamavo sopra altri pensieri. Solo che ogni tanto, ecco che il suo nome si infilava qua e là per la mia testa, come un flebile sussurro.

Un esempio? Stavo facendo la spesa e controllavo la lista in tutta tranquillità, quando all'improvviso: Ranma. Così improvvisamente che mi tolse il respiro, quella volta avevo anche lasciato cadere il blocco note a terra. Tutte le volte era così.

Poi ripensavo al tempo che ci avevo trascorso, 2 giorni, e mi arrabbiavo prepotentemente con me stessa. A pensarci bene potevano pure non essere state 24 ore intere!

Qualche sera pensando a lui c'era scappata anche qualche lacrima... Ma solo una... Massimo due...


Entrai in sala da pranzo e sentii rialzarsi quella sorta di barriera impenetrabile che si era formata tra me e la mia famiglia. Cioè solo mio padre. Prima abitavamo con mia sorella Kasumi e Nabiki, ma la prima si era sposata e la seconda... Nabiki era scappata via di casa, subito dopo che ebbero prelevato papà e poco prima di quando io ero partita. Quindi naturalmente in presenza di mio padre lei era diventata argomento tabù.

«Bentornata cara.» Disse papà con tono carezzevole, mentre passavo di lì per scappare in camera mia.

«Grazie, papà.» Risposi automaticamente, mentre un malinconico sorriso gli stirava le piccole rughe sul volto. Da quando eravamo così formali tra noi?

No, decisamente non potevo continuare così, mi dissi mentre salivo a due a due le scale per andare in camera mia.



I wonder, how am I supposed to feel when you're not here.
'Cause I burned every bridge I ever built when you were here.
I still try holding onto silly things, I never learn.
Oh why, all the possibilities I'm sure you've heard.

That's what you get when you let your heart win


[Paramore]


Faceva freddo. Era scomodo.

Non riuscivo a estrarre nient'altro dal vortice che avevo in testa in quel momento.

A un tratto percepii un suono, uno strano uggiolio. Ma mi sembrava così lontano che avrebbero potuto semplicemente fischiarmi le orecchie.

Sentivo lentamente tornarmi la consapevolezza di me stesso. Come ad esempio il fatto di avere due braccia, una delle quali schiacciata dal mio corpo. Pensai che si fosse sicuramente addormentata.

Cercai di muovermi, ma sentivo addosso i dolori di quando dormi per troppo, fermo e nella stessa posizione.

Strascicai un gemito mentre cercavo di far passare il braccio desensibilizzato da sotto il busto. Non ebbi molto successo e soffocai un altro gemito girandomi supino. Ascoltai per un po' il fiatone che mi aveva colto per quelle piccole stupide azioni, mentre cercavo di capire se riuscissi a muovere il braccio o no. Appurai che non sentivo solo le dita, nel resto dell'arto già cominciava il familiare formicolio del sangue che rifluiva.

Aprii lentamente gli occhi, ma mi prese un forte capogiro che me li fece subito richiudere. Con l'altra mano cominciai a massaggiarmi quella intorpidita, mentre il mio cervello arrancava in ragionamenti. Cos'era successo? Avevo incontrato mia sorella, si. Poi un'altra ragazza, Akane. Altri due ragazzi, Ryoga e Shinnosuke, dopo essere scappato da...

Improvvisamente consapevole del pavimento freddo e umido sul quale ero steso, mi strisciò un velato terrore nello stomaco. Più i ricordi erano recenti, più sembravano opachi e confusi. E se fossero stati tutti un sogno? E se fossi ancora nella postazione oscura?

Aprii di scatto le palpebre e mi sedetti con altrettanta velocità, procurandomi un giramento di testa talmente forte che per poco non ricaddi a terra. Poi come un chiodo in ogni tempia avvertii un feroce mal di testa, ma non volli arrendermi.

Mi posai un attimo la mano sulla fronte, come per cercare di contenere il dolore, e mi guardai attorno. Un misto di sollievo e confusione s'impossessò di me: non ero nella postazione oscura, ma allora dove?

Era una stanza quadrata completamente spoglia tranne che per un gabinetto, al posto di parete c'era una fila di sbarre procurandogli in tutto e per tutto l'aspetto di una prigione. Anzi probabilmente lo era.

Ricominciarono gli uggiolii e stavolta ebbi la certezza che si trattava di qualcuno. Piagnucolava piano, ma con una disperazione tale da farmi salire le lacrime agli occhi.

Sempre con la mano stretta sulla fronte mi alzai, ma non appena fui in piedi il dolore alla testa aumentò ancora di più. Come faceva a non esplodere?

«Ah!» Caddi in ginocchio, stavolta mi strinsi la testa forte con entrambe le mani gridando un imprecazione.

Mi accorsi a malapena che il piagnucolio si era fermato, ma dopo un po' arrivò una voce. Familiare, ma talmente debole e spezzata che feci fatica a capire le parole. «R-ran-ma, sei t-tu?»

Il mal di testa sembrava stesse allentando la presa, così sporsi più che potevo il viso tra le sbarre. «Ranko?»

Avevo la voce piuttosto impastata, ma non me ne curai. Ero piuttosto agitato perché non la vedevo, doveva stare nella cella accanto alla mia. Schiacciai ancora di più il viso contro le sbarre.

«Si.» Singhiozzò.

«Ma che ci facciamo qui? Che succede?»

Ricominciò a piagnucolare. «Io... Io non... E Ryoga...»

La lasciai perdere, cosciente del fatto che in piena crisi di pianto non avrebbe detto nulla di comprensibile.

Mi rimisi seduto per terra e cercai di ricomporre i miei pensieri in un'idea. Del mal di testa era rimasto un debole battere, così sarebbe stato più facile ritrovare lucidità.

L'ultima cosa che ricordavo? Molta confusione. Ok, a parte quello? Una... città. No, il nome non me lo ricordavo assolutamente, ma poi? All'improvviso il viso di Akane mi colpì come uno schiaffo. Aveva un'aria così triste e aveva detto “Mi dispiace, Ranma”. Ci aveva portato lei in quel posto, era una trappola! Ma... Perché? Cosa diavolo stava succedendo?!



Già, cosa starà succedendo?

Ehilà! Scusate tantissimo per l'enorme ritardo, ma è causato da forze maggiori (mancanza di ispirazione).

Ringrazio caia e LoveAnimeManga89 per le recensioni e naturalmente anche tutti gli altri per la lettura.

Vi ricordo che non vi libererete così facilmente di me, se ritardo è sicuramente perché non ho una ceppa da scrivere.


Baci, al prossimo capitolo


Sakura*



  
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