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Autore: Fiore del deserto    04/04/2012    1 recensioni
Dopo quattro anni, Sarah ha dimenticato tutto ciò che riguarda il Labirinto. Jareth, incapace di arrendersi all'amnesia di Sarah, per tutto questo tempo, non ha fatto altro che osservarla dalle sfere di cristallo. Ma un giorno, stanco dell'assenza della sua amata, decide di rapirla nel tentativo di farle riacquistare la memoria!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti... Probabilmente, questo capitolo sarà noioso ( ovviamente spero di sbagliarmi ), ergo vi chiedo scusa in anticipo! Un saluto a tutti e un ringraziamento a piso93! Baci e Buona lettura!


ABOVERGROUND
 
-Ma allora... – Sarah aveva gli occhi lucidi – era per questo che ogni volta che ti vedevo, sentivo il mio cuore  sussultare; ed io lo avevo preso per paura e odio. E quando rividi la città di Goblin... Per quattro anni la sognavo spesso. Dunque, non era solo un sogno, era un ricordo! –
Jareth interruppe il diluvio di parole di Sarah posandole dolcemente una mano alle labbra 
- Vieni via con me, mia preziosa... Vieni nel mio mondo! Sarai la regina di Goblin, anzi, sarai la mia regina! Non avrai che da chiedere, ed io, come ho sempre fatto, farò tutto ciò che vuoi! – le sussurrò Jareth
- Jareth... Io vorrei... Ma non posso...! – sospirò Sarah – Ci sono un sacco di cose a cui debbo badare... -
- I tuoi amici? La tua famiglia? – chiese Jareth; dal suo tono, Sarah intuì che il re si aspettava una risposta del genere. Lei annuì.
- Capisco. – rispose Jareth. Dalle sue dita si formò un cristallo – Tieni, Sarah...! –
- Cos’è? –
- Quando ti sentirai sola, mia preziosa, guarda dentro questo cristallo...! Vedrai i tuoi sogni...! – porse il cristallo alla sua Sarah - Ogni volta che desidererai vedermi, ti basterà solo invocare i miei gnomi e loro ti porteranno ad Underground...! –
- Che cosa dovrò dire esattamente, Jareth? – chiese Sarah con un filo di voce
- Sai bene cosa dovrai dire; di’ le parole magiche e ti ritroverai nel mio mondo, amore mio! – le mise una mano sotto il mento e l’attirò a sé per un bacio.
Jareth si avvicinò alla finestra, pronto a trasformarsi in barbagianni e tornare nel suo mondo. La aprì lentamente. Poi, si girò per guardare un’ultima volta la sua amata di persona
- E’ un tale peccato...! – sorrise beffardamente
- Sempre al solito, Jareth! - disse in tono seccato Sarah – Sai bene che non dipende da me, ma vuoi farmi pesare la cosa! Non è giusto!!! –
- Ricordati di me, Sarah...Ricordati di me...!-  Si voltò verso la finestra e, aperte le braccia, si trasformò in un batter d’occhio in rapace. Sarah lo vide fluttuare con grande grazia ed eleganza, cullato dal vento...! La voce di Jareth, le ultime parole da lui pronunciate, echeggiarono nella mente di Sarah, facendo nascere nel suo dolce viso un luminoso sorriso, accompagnato da una lacrima.
 
 
 
 
 
Erano seduti in una panchina un po’ nascosta del parco
- Dobbiamo solo invocarlo, è semplice! – propose infine Roy dopo una lunghissima discussione intervallata dalle imprecazioni di Leonard dovute ai dolori che gli provocavano le ferite. Avevano passato i giorni ad aggiornarsi su tutto ciò che riguardasse il mondo fatato ed ora erano pronti ad affrontarlo
- No, - intervenne Leonard – invocare proprio il re di Goblin sarebbe una follia: dobbiamo conoscere il nostro nemico e per farlo, dobbiamo prima studiarlo! –
- E come? – Roy aspirò il fumo della sua sigaretta – Hai qualche idea? –
 - Non lo so! – Leonard si alzò furioso – Dannazione! Ci mancavano solo le tue domande stupide! Dammi una mano, piuttosto... – si interruppe quando a pochi metri da loro si presentò una figura alquanto familiare
- Leonard! – esclamò Roy – E’ lei! E’ Sarah Williams! –
Leonard sorrise malignamente
- Bene! Questo rende tutto più facile! –
Erano all’incirca le sei del pomeriggio. Il sole non era ancora tramontato. Sarah, ignara di tutto, era sola in una cartolibreria; aveva deciso di comprare un blocco da disegno. Un’idea buona per poter allenare la sua fantasia. Una volta comprato il materiale, uscì dal piccolo negozio. Sobbalzò quando si sentì afferrare per un braccio
- Salve! – Leonard le lanciò un’occhiata tutt’altro che rassicurante – Ti ricordi di me? –
Sarah non ci pensò due volte a dargli uno schiaffo per potersi liberare, ma Roy le bloccò la mano
- Siamo manesche, eh? – Roy guardò Leonard con aria complice – Mi chiedo che fine abbiano fatto le ragazze con un briciolo di femminilità! –
- State lontani da me! – gridava Sarah
- Dai, Sarah! – insistette Roy togliendole dalle mani il blocco da disegno buttandolo via da qualche parte – Vogliamo solo invitarti a farti una scolata con noi! Non c’è bisogno di fare così!–
- Lasciatemi! – Sarah cercò di divincolarsi, ma la paura la paralizzava – Jareth... – riuscì a sussurrare
- Jareth? – chiese Leonard con aria divertita – E chi sarebbe questo Jareth? Il tuo fidanzatino? –
- O forse – continuò Roy – è quel tipo dai capelli assurdi che si trasforma in barbagianni! Dunque, Leonard, è questo il nome del re di Goblin! –
I due ragazzi si guardavano divertiti. Sarah impallidì! Com’era possibile che quei due sapessero di Jareth! Maledizione, pensava, questo non ci voleva! E adesso? Cosa avrebbe potuto fare?
- Come fate a sapere queste cose? – balbettò Sarah
- Non sono un sempliciotto, Sarah – rise Leonard – Se qualcuno mi fa un torto, non può passarla liscia, umano o fae non fa differenza! Tu ci condurrai dal tu amichetto e sappiamo che non farai storie! –
Sarah trovò il coraggio di rispondere a tono
- Che cosa vi fa pensare che vi aiuterò! Se pensate di conquistare la città di Goblin, siete fuori strada, e... –
I ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata
- Credi davvero che a Leonard interessi questo? – esclamò Roy tra una risata e l’altra
- Non mi interessano queste cose! La mia intenzione è quella di vendicarmi personalmente di quel fattucchiere! – il tono di Leonard si fece più serio - Tu ci condurrai da lui! – tirò fuori un coltellino e lo puntò alla gola di Sarah – Fai la brava bambina, Sarah! – Sarah divenne più pallida della luna
Roy rimase colpito dalla veemenza dell’amico
- Aspetta, Leonard! – intervenne Roy – Non c’è bisogno di arrivare a tanto! –
- Cosa ti aspettavi, Roy? – Leonard si rivolse a Roy
- Quando mi dicesti di volerti vendicare, non pensavo intendessi spargimenti di sangue. Non è necessario... –
 - Sei un idiota! – Leonard gli lanciò un’occhiataccia - Se hai così paura, non sei obbligato a venire con noi! –
Roy rimase senza parole. Non poteva credere che Leonard sarebbe stato capace di arrivare fino a questo punto. Credeva che volesse vendicarsi del re di Goblin solo umiliandolo. Odiava vedere un uomo grande e grosso come lui attaccare una ragazza, minacciandola addirittura con un coltello di dieci centimetri. Senza pensarci, Roy, con tutto il suo coraggio si buttò addosso a Leonard
- Lasciala andare, Leonard! – gridava Roy, facendo in modo che Leonard lasciasse andare la povera Sarah
- Tu sei un pazzo! – gridò Leonard tirandogli una gomitata violenta allo stomaco. Roy si accasciò a terra per il dolore, vomitava sangue. Osservò Sarah
- Scappa! – balbettò continuando a sputare sangue, formando per terra una pozza color rosso scuro. Sarah osservava la scena atterrita. Ma prima che potesse scappare, Leonard le afferrò un braccio
- No, tesorino! Allora non ci siamo capiti! Tu mi condurrai alla città di Goblin! Io e Jareth, o come diavolo si chiama, dobbiamo fare un bel discorsetto! – indicò Roy – Come vedi, non mi faccio scrupoli... – venne interrotto da un forte schiaffo lanciatogli da Sarah. Leonard, perse le staffe e, colpendola al viso con un pugno, la buttò a terra e le si mise sopra; le puntò il coltello al viso
- Sono stanco di giocare, Sarah! Di’ le parole magiche! – insistette Leonard spingendo il coltello sul collo di Sarah così forte che una goccia di sangue ne bagnò la punta. Alla fine Sarah si convinse. Non sapeva come, ma,  forse, nell’Underground avrebbe trovato una soluzione. O almeno, così si aspettava
<< Perdonami, Jareth...! >> pensava la giovane
- Desidero... – disse mentre Leonard le spingeva sempre di più il coltello
- Sì, brava...! – la minacciava Leonard
- Desidero che gli gnomi ci portino via... all’istante! –
E così dicendo, i due si trovarono in un battibaleno nel Labirinto della città di Goblin!
 
UNDERGROUND
 
- Brava bambina! – disse Leonard con aria soddisfatta, mentre con la mano destra reggeva l’arma da taglio e con la sinistra teneva ben stretto l’avambraccio di Sarah – Che strano luogo! Dimmi un po’, dove si trova il tuo amico? –
Sarah indicò il castello di Jareth, sospirò
- Quello è il castello del re di Goblin. Dobbiamo superare il Labirinto se vogliamo raggiungerlo...-
- Come sarebbe? – la strattonò Leonard facendole male – Dovremmo fare tutta quella strada? –
Grazie al cielo, Leonard non conosceva né il Labirinto, né gli immensi poteri di Jareth. Decise di approfittarne
- E’ l’unico modo! O il Labirinto o niente! – disse Sarah in tono deciso. Leonard sbuffò
 - E va bene! Indicami la strada e andremo molto d’accordo! –
 
 
- Maestà! Maestà! – gridò Lloyd entrando nella sala del trono di Jareth – Maestà! E’ un’emergenza! –
Il fae si voltò verso i nuovi arrivati
- Che c’è? – chiese in tono pacato
- Sire! Lady Sarah! -  tentava di dire il domestico
- Cosa? – il sidhe rimaneva calmo e composto
- Jareth! Lady Sarah è qui! Nel Labirinto! –
- E allora? Manda degli gnomi a prenderla per portarla qui, e... –
- No! No! Maestà! –
Jareth cambiò espressione non appena si rese conto che Lloyd era visibilmente preoccupato
- Maestà! Lady Sarah non è sola! E’ in compagnia di un umano! Non so chi sia, ma la tiene stretta a sé... ed è armato! –
Bastarono le parole “umano”, “stretta a sé” per far scattare Jareth
- Quell’umano è forse ferito al braccio? – chiese Jareth
- Sì, Jareth! Ha una fasciatura che gli parte dall’avambraccio fino alla mano destra, e Sarah lo sta conducendo qui! AL CASTELLO! –
Jareth andò su tutte le furie
- Quel maledetto! Non gli è bastata la lezione dell’ultima volta? – e adesso cosa avrebbe potuto fare? Doveva salvare la sua Sarah, questo era certo. Ma in che modo?
 
 
- Non mi prendere in giro! – Leonard colpì con uno schiaffo la guancia di Sarah – Sarà più o meno mezz’ora che continuiamo ad andare avanti dritto in questo Labirinto, se così si può chiamare dato che non ci sono né svincoli, né aperture! Comincio ad averne abbastanza!-
Sarah si massaggiò la guancia colpita e, guardando negli occhi Leonard, gli disse
- Il Labirinto è pieno di insidie, pericoli, complicazioni, puzzle e test! Se ti arrendi così facilmente davanti ad una piccolezza come questa, mi domando cosa farai di fronte al grande re di Goblin! – il coraggio di Sarah, purtroppo, le costò molto caro: Leonard, furioso, l’afferrò per la gola e la spinse contro un muro. Minacciandola col solito coltello e stringendole più forte la gola, Leonard le urlò
- Il tuo prestigiatore può baciarmi le scarpe! Se è davvero così potente come dici tu, perché non viene qui e ti salva? Ha forse paura di me? –
- Lui... – tentò di dire Sarah – Il re dei Goblin... non ha paura... di nessuno...! – la ragazza sentì una grande voglia d’aria. Era sul punto di svenire, chiuse gli occhi. Qualcosa le carezzo il viso, e non era una carezza piacevole. Sentì la lama del coltello poggiarsi alla sua guancia
- E questo – esclamò Leonard – che diavolo è? Da dov’è sbucata fuori questa sfera?–
Leonard vide una sfera di cristallo poggiata al suo piede.
 Improvvisamente, un forte vento si abbatté su di loro. Leonard liberò Sarah dalla stretta, facendola cadere a terra. Granelli di polvere filtrarono nei loro occhi, narici. Sarah tossì. Ambedue si ripararono il viso per proteggersi dal vento e dalla polvere. La giovane capì cosa stava accadendo. E infatti, aveva capito bene!
Quando aprirono gli occhi i due ragazzi si trovarono in una sala che Sarah riconobbe all’istante: la sala di Escher! Sarah alzò gli occhi verso una scala rovesciata, sorrise non appena lo vide
- Jareth! – chiamava a gran voce. Leonard si guardò intorno, spaesato. Nell’udire quel nome, il ragazzo si voltò
- Ma bene! – disse Leonard  - Eccoti qua! –
Indossava un mantello nero, la camicia setosa nera gli lasciava quasi scoperto il petto, facendo intravedere il ciondolo appeso al collo, dei pantaloni verde oliva e degli stivali neri lunghi fin sotto al ginocchio.
Jareth con un movimento leggiadro e graziato, scese dalla scala per poter avvicinarsi ai due. La sua espressione era minacciosa e terrificante. Si oscurava sempre di più nel vedere il collo e la guancia di Sarah segnati dalle mani di Leonard. Ma cercò di controllarsi. In una situazione del genere, doveva tenere i nervi saldi
- Bravo! – disse Leonard – Sei bravo con le magie, oh re di Goblin. Anche se l’abbigliamento si addice ad un pagliaccio! –
- Che cosa vuoi? – chiese Jareth meticolosamente – La tua ferita non è del tutto guarita, potresti farti molto male, ragazzo! –
Leonard rise
- Non c’è bisogno che tu ti preoccupi per me! So cavarmela benissimo anche con la mano sinistra! Te lo confido: sono mancino! –
- Capisco! – disse Jareth squadrandolo – Perché sei qui? –
A quella domanda, Leonard sghignazzò
- So tutto di te! So chi sei, cosa rappresenti e cosa sei in grado di fare! Ma non m’importa! Voglio vendicarmi! –
- Tu non puoi nulla contro di me! Sei un povero sciocco che prova rancore! Te lo dico con le buone: vattene ed io farò finta che non sia accaduto nulla! – Jareth iniziò a parlare a denti stretti – E’ già molto se non ti sto uccidendo per aver toccato Sarah un’altra volta! Segui il mio consiglio e nessuno si farà male! –
Sarah era sorpresa nel vedere Jareth comportarsi in questo modo. Si aspettava di vederlo più furioso che mai, invece si presentava calmo e paziente. Che avesse un piano?
Leonard scoppiò in una fragorosa risata
- E’ un tuo modo educato per dirmi che hai paura? – poi, preso di nervi, afferrò Sarah e la tenne a mo’ di ostaggio, puntandole il coltello al collo. Jareth era pronto a ricorrere alla magia, ma Leonard lo fermò
- No, no, Jareth! Il nostro dovrà essere un combattimento ad armi pari. Voglio proprio vedere se sei in grado di difenderti senza la tua magia! – lo provocò Leonard. Jareth aveva i pugni stretti.
- Tu vuoi bene a questa ragazzina, vero? – lo sfidò Leonard – Perché non le dimostri di essere in grado di proteggerla senza la tua stregoneria? –
Detestò farlo, ma Jareth ammise che quel Leonard aveva ragione. Sarebbe stato in grado di difendere la sua Sarah senza ricorrere ai suoi poteri?
- D’accordo! – accettò Jareth – Decidi tu come e dove compiere quest’assurdità! –
- Sei molto saggio! – rise Leonard – L’arma sarà la spada e il luogo deve essere un posto dove tutti potranno vederci! –
- Va bene! – disse fermamente Jareth – Come vuoi! –
E in un batter d’occhio, i tre si trovarono nella sala del trono di Jareth.
Il fae  e Leonard erano al centro e intorno a loro c’erano gli gnomi seduti sei gradini.
C’erano proprio tutti i sudditi! Ludo, Hoggle e Sir Didymus compresi.
Sarah era con loro
- Milady! – esclamò Sir Didymus – Di grazia, potrei sapere cosa sta accadendo? –
La giovane spiegò loro ogni cosa. Dopo aver terminato, si mise a singhiozzare
- E tutto questo... è solo per colpa mia...! –
- Non dirlo nemmeno! – la consolò Hoggle – Tu non c’entri niente! La colpa è solo di quel pazzo! Ma adesso asciugati le lacrime! Jareth ha bisogno del tuo sostegno! –
Sarah annuì. Si asciugò le lacrime col dorso della mano e guardò Jareth che squadrava Leonard. Si augurava che tutto potesse andare per il meglio!
  
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