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Autore: Briseis Sophie J    04/04/2012    0 recensioni
Anno 11. Sulla città di Vector City alleggia una minaccia.La terra è stata colpita dalla Grande Catastrofe, che ha ridotto drasticamente la sua popolazione. Questa catastrofe ha portato ad un aumento delle temperature, che hanno causato lo scioglimento di buona parte dei ghiacci della calotta polare, che hanno portato alla luce la sopita Città del Sole, luogo dove dimorano gli Angeli delle Tenebre. Solo gli Element possono fronteggiare questa minaccia, mettendo a disposizione dell'umanità le loro straordinarie caratteristiche fisiche e psicologiche. Grazie ad un sistema di miglioramento delle qualità del corpo umano, chiamata Procedura, che lo rende più resistente a ferite e danni di altro genere, gli Element possono affrontare questa calamità.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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-Hai trovato qualcosa, Hanna?-
Apollo le si avvicinò, fiutando l’aria in cerca di potenziale cibo, che non fosse già scaduto.
–Si! Ho trovato due scatolette di mais e dei pomodorini sottaceto.-
Era il loro solito giro di perlustrazione nei molti magazzini abbandonati di Vector City. La Comunità gli aveva affidato il turno di ricerca di viveri e materiali di costruzione, indumenti vari, in buone condizioni ,ma non necessariamente di buona fattura, e giocattoli per i Bambini della Primavera. Si erano spinti verso la parte più centrale della città, precisamente nel secondo girone del centro. Era la zona più pericolosa, perché maggiormente controllata dai Guardiani, unità robotiche avanzate, di cui i Paladini si servivano per mantenere l’ordine nella capitale.
Apollo fiutò una scia d’aroma particolarmente invitante e si diresse velocemente verso il reparto da cui proveniva. Odorava di rosmarino e cannella, ma non ne era certo al cento per cento. Comunque era una prelibatezza da ricchi, cosa che non si sarebbe ma potuto permettere, entrando in uno di quei tanti empori, in cui solo gli agiati si recavano per uscirne con un’infinità di sporte e regali.
Imboccò un corridoio particolarmente buio e inciampò più volte su confezioni  di cibo, schiuse da precedenti avventori. Corse fino  a metà del reparto e poi si fermò, fiutando nuovamente l’aria in cerca di quella preziosa scia, che avrebbe fornito il sostanzioso pasto di quella giornata. Cercò freneticamente tra gli scaffali e finalmente trovò sei confezioni di pollo arrosto liofilizzato alle patate cannellate. Gli occhi gli scintillarono e le sue labbra si dischiusero in un sorriso di gioia. D’altronde era sempre una conquista trovare cibo buono e di ottima qualità, in quei magazzini in decadenza. Si, perché le riserve di cibo ,nella capitale, erano spostate di continuo attraverso un articolato sistema di trasporto sotterraneo. I magazzini, quei pochi che c’erano, perché ormai non se ne vedevano più tanti, o demoliti per far posto a nuovi empori o incendiati da atti di vandalismo, erano l’ultima frontiera della sopravvivenza.
-Apollo, sei grande!- si profuse Hanna, dando una pacca sulla spalla all’amico e congratulandosi per il successo conseguito. Lei ,invece, non era altrettanto abile nel cercare provviste. Il più delle volte si faceva cogliere con le mani nel sacco, intenta a rubacchiare o smangiucchiare dagli scaffali. Non era neppure un’abile bugiarda, e non si cavava d’impiccio con facilità. Era grazie a tipi come Apollo, che si tirava sempre fuori dai guai.
-Non è stato nulla di che! Piuttosto, cerchiamo qualcosa che tu possa portare alla Comunità, se ti vedono ritornare a mani vuote, sono sicuro che andrai a letto senza cena. E siccome ho trovato questo ben di dio, sarebbe un peccato che tu non ne potessi assaggiare neppure un boccone.-
-D’accordo! Ma lo sai che avrò bisogno della tua completa supervisione per trovare qualcosa!-
Tradotto in parole povere: sarebbe stato Apollo a fare tutto il lavoro e lei se ne sarebbe rimasta in disparte, per non intralciarlo. Ogni volta che cercava di essere disponibile e dare una mano, finiva solo per peggiorare ancora di più la situazione.
Apollo le strinse una mano con gentilezza e la guidò verso una zona remota del deposito. Era un’area molto ristretta, in cui non si erano mai avventurati per le poche possibilità di fuga. Peggio che una trappola per topi!
L’ultimo Postino della Comunità, che si era avventurato in quella parte del deposito , era stato mandato nei Campi di Lavoro forzato nelle campagne circostanti. E tutti sapevano che fine si faceva in quel posto.
 Era la peggior macchina di tortura mai concepita: a seconda della gravità del reato, i Colpevoli venivano smistati in tanti livelli di “purificazione”. Per chi commetteva piccoli furti, la punizione era benevola: raccogliere frutta nei campi, costruire infrastrutture, lavorare nelle fabbriche tessili. Ben peggiore era la pena per gli assassini e i colpevoli di lesa maestà: i primi mandati nelle miniere o a spaccare le rocce sotto il sole cocente, i secondi ,imprigionati in cubi tridimensionali di elettricità, venivano costantemente sottoposti ad illusioni presunte o reali, che rievocavano non solo le loro paure o fobie effettive, ma anche le loro angosce, vegetanti nel loro subconscio. Ciò che la loro mente diabolica creava, diventava la loro pena, e ci furono spesso in passato, casi in cui i delinquenti desiderassero la propria morte, ottenendola. Questa clausola è stata tolta recentemente, in modo da rendere più duraturo il supplizio a cui erano sottoposti.
Il sistema giudiziario era chiaro e oggettivo: ad una azione illecita, corrispondeva una pena uguale e contraria. La crudeltà e l'efficienza della Giustizia avevano fatto sì, che i reati diminuissero drasticamente, spinti da una politica di propaganda televisiva e dall'incessante avvertimento della Stampa.
Ogni giorno, nell'ultima pagina di A-Times, il quotidiano più seguito della nazione, precisamente, nella pagina riservata alle nuove direttive impartite dal Senato, erano pubblicate le nuove leggi, le nuove pene, comunicazioni generali e quant'altro servisse, affinché un condannato non potesse dire, nel momento del giudizio, di non essere venuto a conoscenza di una determinata legge infranta e di non essere consapevole della pena che ne consegue.
Apollo setacciò la zona da cima a fondo, senza trovare nulla. Si spostò nel reparto a fianco, speranzoso di trovare un qualche cosa, che permettesse loro di andarsene via di lì. Ma ottenne lo stesso risultato: i topi si stavano cibando del contenuto di scatole, precedentemente aperte da qualche passante abusivo, capitato lì per puro caso o per sentito dire. A nulla erano i valsi i tentativi della Comunità di rivendicare come proprio quel deposito decadente: la fame di faceva sentire per tutti e, come c'è da aspettarsi, in quei luoghi vi si recavano loschi individui e anche personaggi facoltosi, caduti in rovina.
Hanna ormai si era rassegnata: appena giunta al Rifugio, avrebbe ricevuto l'ennesima strigliata e sarebbe andata a letto senza cena. E questa era la parte meno peggiore. Avrebbe dovuto fare i conti con il disprezzo dei suoi compagni, che da tempo l'avevano presa di mira. I suoi insuccessi si ripercuotevano sulla Comunità come un effetto domino: il non portare a casa nulla di sostanzioso o materialmente utile era una delle cose più infamanti per un Postino. Significava un altro giorno di digiuno per tutti, ma la gravità era che questo "tutti" comprendeva donne incinte e bambini, i più bisognosi di sostanze nutritive.
-Dai Apollo, torniamo a casa. Anche oggi...-
-Hanna, vieni! Fa presto! Credo di aver trovato qualcosa!-
Eh già, perché Apollo non aveva trovato semplicemente "qualcosa", aveva trovato quattro sacchi di patate e tre barattoli di conserva di fragole!
Hanna urlò di gioia e corse ad abbracciare il ragazzo, anzi, a dire il vero, gli saltò letteralmente addosso e cominciò a riempirlo di baci di ringraziamento. Un po' sorpreso e parecchio compiaciuto, Apollo allontanò affettuosamente l'amica, sciogliendosi dall'abbraccio e cominciando ad ammassare il piccolo bottino su un carretto a ruote. Hanna rimase sorpresa e allo stesso tempo confusa, poi si ricordò: già, ad Apollo le effusioni di affetto non piacciono molto. È sempre stato un tipo schivo e solitario. L'ho sorpreso varie volte a cacciare di primo mattino nei boschi, confinanti con il Rifugio. Se ha sviluppato il suo olfatto incredibile, è solo grazie alla sua costante pratica all'aperto. Sicuramente è un elemento indispensabile per la Comunità, senza di lui, probabilmente, saremmo ancora tutti a girovagare per il centro-città, chiedendo elemosina e rischiando solamente di prendere una doppia razione di bastonate.
 Hanna sospese queste considerazioni, rimandandole ad un momento più consono, e si dispose a seguire l'amico, che nel frattempo, si era già allontanato di una decina di metri dal posto in cui si trovava la ragazza.
Beh, se non altro, anche oggi si potrà mettere qualcosa sotto i denti.
Sentirono un segnale di sottofondo, che aumentava sempre più di intensità. Era stridulo e spaccava i timpani, come quando in una via passava un Salvavita, che cercava disperatamente di battere il tempo e strappare il paziente dalla morte, portandolo il prima possibile negli ospedali.
E poi videro le caratteristiche luci rosso e blu. Apollo si strinse nelle spalle, non gli piacevano i Paladini. Lo avevano sempre visto di cattivo occhio e lo avevano già schedato nei propri fascicoli.
Hanna si tirò dietro il piccolo carrello, dal contenuto così prezioso, quanto raro e partì verso l’uscita. Fu inseguita da due Guardiani, che avevo captato il suo calore corporeo. La ragazza accelerò il più che poté, ma non aveva alcuna possibilità contro quelle unità robotiche, dotate di motore. Erano già a pochi metri di distanza e Hanna riusciva già a sentire i loro bracci meccanici tentare di afferrarla, quando Apollo si inframmise, seguito dal suo migliore amico.
-Guarda un po’, Baron. Questi cosi se la prendono con i più deboli. Che dici,- e lanciò uno sguardo d’intesa all’amico - ci divertiamo?-
-Con immenso piacere!-
I due si lanciarono contro i due Guardiani. Baron si servì di una spranga di ferro per colpire ripetutamente il primo, e usando la spranga a mo’ di leva, divelse la testa del robot. Apollo invece con aria seccata, si dispose a sistemare il secondo. Stava mangiando una focaccina di riso soffiato, che gli aveva portato Baron, come spuntino.
Il Guardiano si lanciò a tutta velocità verso Apollo, cercando di colpirlo con una punta elettrificata, in modo da stordirlo. Ma Apollo aveva intuito la mossa e semplicemente si spostò di lato, quando quell’ammasso di ferraglia gli passò di fianco. Il robot rimase interdetto, si girò verso il ragazzo, lo mise a fuoco con quell’unico occhio rosso, che si serviva per individuare il colpevole e analizzarlo come uno scanner. Poi ripartì a tutta birra. Baron, stanco dei soliti giochetti di Apollo, intervenne e mise al tappeto il Guardiano.
-Ce l’avrei fatta anche da solo! Perché sei intervenuto?-
Baron fece un’alzata di spalle e rispose: -Ci sono parecchie bocche da sfamare alla Comunità. Non mi sembra giusto infliggere ai Bambini una sofferenza così insostenibile, come la fame, per uno stupido divertimento personale. A volte, Apollo, dovresti prendere con maggiore serietà il tuo compito.-
Hanna li raggiunse e si fermò a guardarli. L’aria era carica di tensione.
-Beh, non voglio sapere quale sia l’oggetto della contesa, ma forse è meglio avviarsi. Il sole sta tramontando e gli ultimi Aircraft stanno per partire.-
Ancora alterati i due giovani si avviarono, tenendosi a debita distanza l’uno dall’altro.
Proprio non li capisco. Sono come cane e gatto. Un momento prima sono amichevoli e pronti a ridere su tutto, poi rabbiosi e pieni d’astio reciproco. Non lo capirò mai questo loro rapporto di amore ed odio.
-Hey, ragazzi! Aspettatemi!-
E corse dietro agli amici, temendo di rimanere indietro.

Ciao!
Salve a tutti! Questa è la prima mia fanfiction che incrocia i personaggi di Aquarion e alcune sue dinamiche con una realtà di mia totale invenzione. Ho scelto alcuni personaggi già esistenti ed altri invece creati appositamente per la storia. Apollo mi ha sempre affascinato quindi sarà uno dei personaggi di spicco della storia. Ma ne vedrete altri che mi hanno colpita, quando quell'anime mi ha affascianto, sedotto, catturato.

Spero che vi piaccia. 

Briseis Sophie J

   
 
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