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Autore: Sarinne    04/04/2012    7 recensioni
Inghilterra 21 Giugno 1805. Il corpo della nobile ventenne Catherine Harling viene trovato riverso per terra in una pozza di sangue sotto il suo balcone del terzo piano. E' stato un suicidio?
Nascosta in quelle ombre. Nascosta dietro i muri dalle classiche decorazioni aristocratiche. Nel soffitto bianco. Nello specchio.
Lei era dappertutto.
Avvertiva la sua presenza nell’oscurità della stanza. Si nascondeva, forse strisciava nel pavimento come un verme, le sfiorava i piedi. Avvertiva il suo respiro, leggero e gelido sulla pelle. Costantemente a ricordarle che lei c’era ancora. Che non se ne sarebbe mai andata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo I 
Specchio











Edith prese a mescolare il latte ed il thè nella piccola tazzina Wedgwood* decorata in minuscoli fiorellini blu, come se qualcuno avesse spruzzato la tempera del pennello in modo da formare una deliziosa decorazione floreale.
Il latte iniziò a fondersi lentamente con il the creando un profumato liquido mielastro.
Miss Earleen tossicchiò richiamando allattenzione il suo sguardo perso nella tazzina. Edith la fissò interrogativa senza che il polso smettesse di miscelare.
<< Sarebbe ora di parlare di>> la nobildonna si sistemò meglio sulla poltroncina producendo rumori goffi quasi quanto i suoi movimenti
Troppe vesti, corpetto troppo stretto, acconciatura troppo alta
Si ritrovò razionalmente a pensare la giovane sistemata comodamente nei suoi abiti maschili.
Miss Earleen riuscì, finalmente, a trovare una posizione comoda tra le braccia ed i cuscinetti di velluto rosso stritolante di quella che sembrava più un ammasso di stoffe imbottite preziose che un semplice oggetto su cui la signora avrebbe dovuto posare il suo sedere reale.
Dalle labbra tinte di rosso della donna fuoriuscì un sospiro esausto mentre si rassettava le pieghe della gonna verdastra. Gli occhi verdi fissarono la figlia severi e risoluti, brillavano della consapevolezza di un leone che sa che la sua preda non potrà sfuggirgliquella volta.
<< Matrimonio >>
Silenzio.
Il tintinnio vivace del cucchiaino dargento contro la pregiata ceramica della tazzina coprì i loro respiri regolari.
Earleen la guardava severamente aspettando la risposta tanto agognata in lunghi mesi in cui aveva cercato di incastrare la figlia in quel discorso così importante quanto frettoloso.
Edith, dal canto suo, la osservava con un sopracciglio alzato, la classica espressione che rivolgeva a sua madre quando le diceva cose del tipo "acconciati i capelli" "va a quel ballo" "trova un ricco nobile da sposare" eccetera, eccetera (ecceteraeccetera ed ancora eccetera).
<< Matrimonio? >> la giovane non riuscì a coprire il sarcasmo che impregnava la sua lingua
La madre annuì decisa, la schiena ritta e le mani composte in grembo.
<< Matrimonio >> calcò in modo del tutto superfluo ogni sillaba di quella parola letale.
Edith roteò esageratamente le iridi cristalline.
<< E vestiti come una signora ogni tanto! >> il tono isterico lasciava trapelare il nervosismo che in quei giorni Earleen aveva dovuto soffocare davanti agli ospiti. Quando quei nobiluomini e nobildonne (con figli in età da matrimonio ricchi almeno quanto loro) venivano a farle visita trovavano sua figlia in vesti da uomo sporca di fango o acconciata come una semplice donnaccia di terza classe. E quellinchino da saltimbanco regale, che mostrava agli ospiti sgomentati dal suo abbigliamento era irritante almeno quanto il sorriso beffardo che rivolgeva ai presenti, soffermandosi sui suoi occhi di fuoco e sui pugni stretti convulsamente attorno alla veste e poi quella frase, che ripeteva ogni santissima volta per non far in modo che lei mentisse tranquillizzando gli ospiti con la buona notizia che quella ragazza era soltanto una sguattera e non sua figlia , ho.. buongiorno madre!. Erano quegli gli attimi in cui odiava sua figlia in modo quasi mortale.
Era la rabbia che gli schiumava nelle vene, che le colpiva a fondo il petto e le rodeva il viso rendendolo paonazzo, la stessa rabbia generata costantemente da quella figlia indisciplinata che non avrebbe mai seguito il buon esempio della sorella maggiore, la stessa rabbia che la faceva vomitare sul retro del giardino con una scusa ogni volta che qualche Milady le faceva battute sarcastiche sulla casa piccola per una del suo rango, sui vestiti troppo sobri e lacconciatura troppo bassa.
Si, quella rabbia un giorno lavrebbe uccisa, avrebbe solcato pesanti rughe sul suo volto un tempo perfetto ed avrebbe fatto colare verso il basso ogni sua forma un tempo generosa.
siete troppo sensibile madre la frase che le ripeteva sempre quella figlia screanzata che col passare degli anni aveva finito per cancellare lamore materno nel suo ventre e sostituirlo con rabbia e vergogna per il suo stesso essere, carne della sua carne.
<< Non guardatemi così, mia principessa >>  La supplicarono in tono melodrammatico le labbra struccate della ragazza.
Guardò il viso di sua figlia. La sua copia. Il suo specchio degli anni migliori in cui la sua bellezza così chiara e lucente faceva brillare le corti del palazzo. Ma quella luce si era spenta con il passare del tempo: gli splendidi e setosi capelli biondi nascondevano fili bianchi come cotone, gli occhi azzurri e splendenti come stelle nella notte più buia non erano altro, ormai,  che pietre grigie e tristi.
<< Non mi sposerò, non lo avete ancora capito? >> sospirò esausta accasciandosi scompostamente sulla sedia.
<< Visto che siamo in tema damore >> Earleen la indicò severamente << Mi direte anche perché
mentre la mia cara amica Abigayl percorreva in carrozza quellorrenda via popolani piena di locande di barbari vi ha vista uscire in compagnia di due bei giovani di terza classe?! Hai idea di quanto io mi sia vergognata? >>
<< Amore? >> Edith tirò le labbra carnose in un sorriso malizioso, le parole piene di sottintesi che uscirono dalla sua bocca furono come coltellate penetrate a fondo nel cranio << A me interessa solo la parte divertente dellamore >>
Earleen rimase un attimo con la bocca dischiusa a mezzaria, sbigottita dalla sfacciataggine della figlia. Poi la rabbia esplose. Si alzò di scatto, le pieghe della gonna frusciarono come le catene di un prigioniero, indicò la figlia come si indica il colpevole di un cruento reato.
<< Avrei dovuto credere a vostra nonna ed impiccarvi allalbero sul retro appena nata, i vostri sono i capelli del diavolo! >> gli occhi le bruciavano dira repressa, erano lo specchio della miscela di disperazione, frustrazione, vergogna e rabbia che schiumava nelle sue viscere << Il diavolo risiede nel vostro corpo! >>
<< Mi sembra daver affrontato già il discorso il diavolo è dentro di te >> la calma beffarda con cui Edith le rispose le fece venir voglia di schiaffeggiarla fino a farle uscire il sangue dalle guance, dal naso, dalle orecchie, dagli occhi, e quando avrebbe avuto le mani piene del sangue della sua creatura si sarebbe sentita calma e rilassata. Ma sua figlia era troppo forte, abbastanza forte da tener testa ad un uomo, avrebbe osato dire.
<< Ricordate madre? Avevo quindici anni e voi mi sventolaste con mani tremanti un crocifisso sotto il naso mentre urlavate che i capelli rossi sono i capelli del diavolo e che sarei bruciata allinferno >> sottolineò le ultime parole con un sarcasmo dobbligo per quellaffermazione tanto assurda.
<< Eravate nella mia camera, nel mio letto a rotolarvi tra le mie coperte con il figlio del cocchiere!>>
<< Lo spaventaste a morte >> le ricordò ridacchiando sfacciatamente << Il poveretto sgattaiolò via dalla finestra spaventato dalla vostra collera >>
Si alzò sgranchendosi le braccia sotto gli occhi attoniti della madre ed i suoi respiri affannati
<< Ironia della sorte madre: Satana sembravate voi in quellistante >> sorrise.
Earleen non ricambiò il sorriso, di conseguenza anche il sorriso di Edith scomparve
<< Ho bhe>> fece spallucce << Io ci ho provatoqualche volta sorrideteops! >> si portò teatralmente una mano sulla fronte << Avete paura che vi vengano le rughe per caso? >> si avvicinò al viso della madre, i loro nasi si sfiorarono, gli occhi azzurri della rossa divennero due fessure cristalline, sollevò lindice e lo puntò allangolo delle labbra sottili della donna << Ho guardate! Ce nè una qui >>
La superò dopo averle dato una pacca di consolazione sulla spalla nuda.
Non ebbe il coraggio di girarsi e urlare contro che lei non stava invecchiando perché le dita gelide e tremanti salirono verso la pelle indicata dal diavolo.
Fece scivolare la mano costringendola a non sfiorare quel punto.
Edith scherzava probabilmente. Come succedeva sempre, del resto.
Le pupille cercarono meccanicamente lo specchio
Ho! Dannazione
Era allangolo del grande salone e la superficie rotonda non riusciva a riflettere la sua immagine.
Sarebbe bastato avvicinarsi, scrutare il suo viso per un attimo e constatare se il diavolo diceva il falso o (nel peggiore dei casi) la semplice verità.
Qualche passosolo qualche passo
NO!
Scosse il capo energicamente, negli occhi brillò una lingua argentata di testardaggine: non doveva cedere alla tentazione! Doveva dimostrare dessere forte, una donna determinata che sa imporsi dei limiti. Erano finiti i giorni in cui passava mattinate intere a fissare il suo magnifico riflesso nello specchio o a pettinarsi centinaia di volte la chioma sbiadita.
Erano finiti per sempre.
Le sue buone intenzioni svanirono nel vuoto quando i polpastrelli sfiorarono langolo della sua bocca sentendo qualcosa che non doveva esserci. Corse allo specchio, rischiando di finirci dentro quando si inginocchiò davanti alla superficie illuminata dal sole. Esaminò attentamente il centimetro quadrato di pelle marmorea incriminato.
Una ruga
Una minuscola, piccola ruga ma che a lei sembrò un solco profondo miglia.
Vomitò sul pavimento lucido, appena lavato dalla cameriera, ai piedi dello specchio.
Si rialzò asciugandosi le labbra sporche e gli occhi dai capillari rotti, ricolmi di sangue.
Ansimò reggendosi alla cornice di marmo bianco di quelloggetto infernale.
Specchio.
Sarebbe stato il suo peggior nemico.
 
* storica fabbrica inglese di ceramiche pregiatissime ed estremamente costose. 







In teoria dovrei aggiornare una volta a settimana tutti i Venerdì, ma ho deciso di fare un piccolo strappo alla regola e farvi leggere il capitolo prima, non solo perchè non pensavo che qualcuno avrebbe lasciato una recensione (GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!) ma anche perchè questo è un capitolo senza molta azione o Horror, solo per conoscere quelle che saranno le due protagoniste. 
Non ho voluto che il loro rapporto fosse perfetto e ne che loro lo fossero, bhe...non sono certo il massimo della simpatia, ma spero che vi piacciano.
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni, non credevo davvero che avrei avuto qualche parere positivo!


Sarinne



Avviso: purtroppo questo venerdí non riusciró ad aggiornare causa rottura pc (mi sto colegando con il cellulare) confido nel riuscire a postare domani e per farmi perdonare del ritardo la settimana prossima metteró due capitoli.
Spero che non me ne vogliate.
Sarinne
  
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