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Autore: Kyoya Ootori    04/04/2012    0 recensioni
C’era una volta, in un testo molto lontano, un Periodo che, troppo occupato a badare alla morfologia, non curava la sintassi delle proposizioni, sue figlie. Esse, perciò, risultavano sì curate dal punto di vista grammaticale ma disordinate e senza nome.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta, in un testo molto lontano, un Periodo  che, troppo occupato a badare alla morfologia, non curava la sintassi delle proposizioni, sue figlie. Esse, perciò, risultavano sì curate dal punto di vista grammaticale ma disordinate e senza nome. C’era una proposizione che fra tutte spiccava per la sua forza e per il suo senso compiuto che prese il nome di Principale, altre due che andavano molto d’accordo e giravano sempre a braccetto che si fecero chiamare Coordinate e, infine, un gruppetto di proposizioni più  fragili e chiuse, che la Principale, che si occupava di loro per far sì che il Periodo avesse senso, chiamava Subordinate. All’interno del Periodo, però, le proposizioni non avevano ancora stabilito un ordine: c’era la Principale che diceva di dover essere per forza la prima, perché lei era l’unica ad avere senso da sola,  mentre le Subordinate obiettavano, seppur timidamente, che una di loro avrebbe dovuto per forza essere la prima, perché altrimenti il Periodo non avrebbe avuto un significato; inoltre, continuavano, se la Principale fosse stata la prima, una di loro, quella che avrebbe dovuto precederla, sarebbe stata esclusa dalla comitiva. Alle Coordinate poco importava, a loro bastava stare insieme.

Alla famiglia si aggiunsero le congiunzioni, che premevano sulla Principale affinché si decidesse a stabilire l’ordine delle proposizioni. La proposizione, che se presa da sola diveniva una semplicissima frase, fu lì lì per ritirarsi, scoraggiata,  quando il suo predicato, che era sempre disposto a sorreggerla, le fece notare che senza di lei tutto il Periodo avrebbe perso significato e che, anche se non fosse stata la prima, sarebbe rimasta la Principale.

Fu così che le proposizioni si misero d’accordo fra loro e la piccola e timida Subordinata precedette la Principale, che si convinse ad accettare di buon grado il suo stato di “seconda” e a sorreggere al meglio la Subordinata leggermente spaesata; essa, infatti, non aveva mai creduto di poter arrivare addirittura a precedere la sua reggente, e dentro di sé esultava, trattenendosi a stento dal versare “lettere” di commozione.  Erano proprio queste a darle coraggio, dicendole che ognuna di loro era al proprio posto e che anche le congiunzioni si erano sistemate, insieme alle virgole e ai punti. 

   
 
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