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La
macchina di Tempe percorreva
velocemente il tragitto che la separava da Booth. Ad ogni chilometro
percorso,
si chiedeva se era giusto o no ciò che stava facendo.
Anzitutto, non era da lei
fare una cosa del genere.
Andare
a casa del
tuo partner solo per stargli vicino? Perché non si
può essere vicini ad una
persona anche con il solo pensiero o con una telefonata?
Scaccia
via
questi pensieri, antropologa molesta!
Lo
stava facendo di nuovo: tirarsi
indietro, scappare. Tutta colpa di Angela! Se non le avesse sbattuto in
faccia
quelle maledette verità, non avrebbe avuto tutti questi
problemi morali.
Sarebbe rimasta a risolvere crimini, indagando sui resti pervenuti allo
Jeffersonian. Almeno lì sarebbe stata così presa
dalle indagini da non dar peso
ai suoi stupidi pensieri personali.
Adesso
ti stai
dando della stupida?
Nulla
era razionale in quel momento.
Niente. Ad ogni occasione era tentata di spingere la scarpa sul freno e
fare
retromarcia. Ma ad ogni intenzione non lo faceva. E continuava a
torturarsi con
ogni pensiero più strano che le potesse venire in mente in
quel momento: cosa dirò quando
sarò lì? E se non mi vorrà?
Ancora
si incolpava per essere così
indecisa, e dovette sorbire anche un:
“Guarda
dove guidi, imbecille!”.
Sì,
era proprio un pericolo su quella
strada! Ma cosa poteva fare? I gesti che compiamo riflettono noi
stessi, come
siamo, e in quel momento lei era alquanto nervosa.
Nel
frattempo la meta era sempre più
vicina…
Ma
Booth è un
uomo forte! Continuava
a ripetersi nella speranza di trovare una
qualsiasi motivazione per tornare indietro. E’ sola e
terribilmente spaventata.
Aprirsi con qualcun altro…. Di cui potrebbe provare
attrazione.
Merda:
l’aveva ammesso! Potrebbe essere
innamorata di Booth. Potrebbe desiderarlo, volerlo suo. Ecco
perché voleva
tanto andare da lui, ecco perché era tanto indecisa!
Trovò
il posto di blocco più vicino e si
fermò accostando la macchina.
E’
sbagliato
stare qui solo per problemi strettamente personali. Probabilmente
qualcuno
avrà bisogno
realmente di una sosta,
perciò devo sbrigarmi.
Istintivamente
prese il cellulare per
chiamare Angela… riattaccò, pessima idea! Inutile
chiederle qualcosa che sapeva già.
Allora era vero? Con
ogni probabilità era attratta da lui?
Alcolici,
alcolici… no stava guidando!
Mancavano
pochi metri all’abitazione
dell’uomo. Doveva decidere una volta per tutte: andarci o
rinunciare. Era
tardissimo, quasi la mezzanotte.
Il
punto era che aveva così paura di
deluderlo… forse era meglio non provarci nemmeno. Come aveva
sempre fatto
fin’ora.
No,
è questo il
punto! Tirarsi indietro! Come sempre!
Nel
trambusto del traffico, il caos dei
pensieri e la ribalta dei sentimenti, non sapeva proprio come uscirne
fuori.
Menomale che a volte è il destino a darci una mano. Anche
più di una, in
verità. Il cellulare squillò e sul led comparve
il nome di Booth.
“Bones…
per favore, se non sei impegnata,
puoi venire da me? E’ importante”.
Angela
gliel’aveva
detto, la sua coscienza
gliel’aveva
detto, lui gliel’aveva
detto, il destino
gliel’aveva detto!
“Io
non posso assolutamente… rifiutare.
Dammi dieci minuti”.
Risalì
in macchina. Finalmente, con
qualche certezza in più.