E adesso mi chiedo se è successo veramente o se è stato solo un sogno… un bellissimo sogno!

So per certo che prima della fine della scuola, avevo già organizzato tutta la mia estate; i miei genitori erano contrari al fatto che passassi tre mesi interi all’estero, ma io avevo bisogno di cambiare aria per un po’. Loro lo sapevano e alla fine decisero che mi avrebbe fatto solo bene un po’ di tempo solo per me, per fare quello che volevo… così mi lasciarono partire!

E così, una settimana dopo la fine della scuola (esattamente il 16 giugno), ero pronta a partire. Quella mattina la sveglia era fissata per le sette in punto, ma alle otto stavo ancora beatamente dormendo nel mio letto. Alle nove partimmo da casa per andare all’aereoporto di Verona. In mezz’ora eravamo arrivati, e appena scesa dalla macchina trovai tutta la famiglia al completo a salutarmi. Appena li vidi sbarrai gli occhi e pensai “ma cosa ci fanno qui tutti questi? Sto via per tre mesi, non per tutto il resto della mia vita”, ma sotto sotto mi fece piacere vedere che tutti loro ci tenevano molto a salutarmi prima della mia partenza. Salutai tutti: dai nonni agli zii, dai cugini a tutti gli altri presenti. Lasciai per ultimi i miei genitori, i miei fratelli e mia cugina, ovvero la mia migliore amica. Abbracciai mamma e papà, diedi un bacio alle mie due sorelle e poi tirai un pugno sulla spalla a mio fratello in segno di affetto (tra noi due funzionava così). E alla fine diedi un mega abbraccio a mia cugina Teresa e le disse all’orecchio

- “Mi spiace che tu non possa venire con me… veramente tanto!”

Era il nostro sogno andare in Inghilterra insieme, ma purtroppo i suoi genitori, ovvero i miei zii, non la ritenevano abbastanza responsabile e matura da poter andare in Inghilterra da sola o comunque con un’altra ragazza minorenne.
Tornando a quel mega abbraccio, mi diede una pacca sulla spalla dicendomi:

- “Faremo l’anno prossimo, visto che l’anno prossimo” e mentre lo diceza alzò il tono della voce e si girò verso i suoi genitori “la Celeste sarà maggiorenne!”

Mi venne da ridere e le feci sì con la testa. Presi la mia valigia, mi avviai verso le scale e, girandomi verso la famiglia, feci un cenno di saluto con la mano. Tutti ricambiarono il mio saluto.
Il mio viaggio in aereo non fu proprio così noioso: ebbi giusto il tempo di mettermi comoda sul sedile ascoltando un po’ di musica, che eravamo già arrivati. Non mi sembrava ancora vero che ero in Inghilterra!

In pochi minuti scesi dall’aereo, presi il mio bagaglio e cominciai a guardarmi intorno cercando una porta con su scritto EXIT, ma niente. A forza di girare su me stessa in cerca di quella porta, cominciò a girarmi la testa. Dovevo sedermi se non volevo cadere per terra e fare una bruttissima figura in un aereoporto di Londra, ma non feci in tempo… stavo ancora girando su me stessa quando vidi delle sedie blu appoggiate alla parete, così decisi di andare a sedermi lì, ma nel “viaggio” mi scontrai con un ragazzo che stava correndo. Cademmo entrambi a terra e quando alzai gli occhi rimasi, come dire, pietrificata.