Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Iwantasmile    05/04/2012    4 recensioni
Non esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo sempre bisogno delle cose giuste.
La persona sbagliata ti fa perdere la testa, fare pazzie, scappare il tempo, morire d'amore. Verrà il giorno in cui la persona sbagliata non ti cercherà e sarà proprio in quel momento in cui vi incontrerete che il vostro donarsi l'un l'altra sarà più vero. La persona sbagliata è, in realtà, quello che la gente definisce una persona giusta. Quella persona ti farà piangere ma un'ora dopo ti asciugherà le lacrime. Quella persona ti farà perdere il sonno ma ti darà in cambio una notte d'amore indimenticabile. Quella persona forse ti ferisce e dopo ti riempie di gentilezze chiedendo il tuo perdono. Quella persona potrà anche non essere sempre al tuo fianco ma ti penserà in continuazione..
Io ho trovato quella persona.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Mentre abbandonavo la terrazza, mi fermai sulle scale e mi tastai le labbra..
Non era stato il mio primo bacio quello, tuttavia, mi rubò l’anima.
Continuai a scendere, e quando, una volta arrivata giù dove tutti ballavano, mi accorsi che mia sorella stava dando spettacolo con un gruppo di ragazzi, la afferrai da un braccio e la tirai fuori.
“Samantha ma se stupida per caso? Rimettiti in sesto e smetti di dare spettacolo, tra un po’ torniamo a casa..” dissi girandomi per allontanarmi.
“Eva cosa ti fa credere che io ti obbedisca? Sei mia sorella minore.
Mi girai e la guardai sconcertata.
“Mi obbedirai e sai perché? Uno perché non ti reggi in piedi, due perché sai che ho ragione e tre perché giudo io..” dissi mostrandole le chiavi della mia macchinina.
Fece una smorfia dopodichè la vidi allontanarsi verso il bagno.
Ripensai tra me e me al bacio con Justin, probabilmente era davvero fuori di se anche lui, a tal punto da provarci con me.. Anche se devo ammettere che non mi era dispiaciuto. Non lo avrei detto a Sam, nonostante tutto è mia sorella e non voglio che soffra, per un incidente di percorso.
Dopo dieci minuti ritornò assieme a Justin che la reggeva da un braccio.
Il cattivo odore che proveniva dal suo vestito mi fece capire subito che probabilmente aveva dato di stomaco.
La guardai facendo qualche smorfia..
“Eva tu va a casa.. a lei la riaccompagno io tra poco ok?”
“Ehi maniaco scordatelo, secondo te cosa dirà mio padre quando tornerò senza di lei?”
“Non so dille che si è fermata da una sua amica..”
Sam alzò lo sguardo e mi disse:
“Eva per favore, di a papà che dormo da Giusy.. Vedrai che non farà problemi.”
“Sam resterai a dormire qui con questo pervertito?” dissi indicando Justin.
Lui fece come per ribattere, ma gli lanciai uno sguardo che alludeva al bacio di prima, così si sottrasse dalla discussione.
“Ehi è il mio ragazzo, tu fai come ti ho detto, io domani mattina rientrerò prima che tu te ne accorga..”
Mi voltai e senza salutare salii in macchina..Misi in moto e partii, sotto gli sgaurdi di mia sorella e di Justin.
Appena arrivata a casa, cercai di non fare rumore, in modo che mio padre non si accorgesse dell’assenza di Sam..
Aprii la porta e mi intrufolai dentro casa mia come una ladra. Trovai mio padre seduto sulla poltrona del salotto con le mani conserte..
“Papà..” Feci in tempo a dire..
“Era  ora signorine..” Poi non vedendo Sam mi guardò con uno sguardo severo.
“Papà, Sam è rimasta a dormire da Giusy..” feci in tempo a dire prima che la sua mano ricoprisse il mio volto, con uno schiaffo che mi spaccò il labbro inferiore.
Era solito da mio padre, sfogarsi su di me quando Sam combinava qualcosa.
Davanti ai suoi colleghi di lavoro era un santo, poi una volta tornato a casa diventava un tiranno sia con me che con la mamma… Ma con Sam no, Sam era la sua punta di diamante..
Ormai ero abituata a ricevere i suoi colpi da quando avevo 12 anni, e Sam 13.
Mi tastai il labbro e mi asciugai il sangue.. Poi lo fissai negli occhi..
“Hai lasciato che tua sorella stesse con chissà quale altro ragazzo… Va nella tua stanza Eva, buonanotte.” Disse senza gaurdarmi in faccia..
Feci come mi aveva ordinato, salii nella mia stanza.
Una volta entrata mi guardai allo specchio e mi disinfettai la ferita, poi mi misi in pigiama e mi sdraiai nel letto.
Non presi sonno fin quando i primi raggi solari non invasero la mia stanza, poi dormii profondamente fino alle 11:00 quando mia sorella entrò nella mia stanza.
“Ehi Eva, sei sveglia?”
“Ora si..che vuoi?” chiesi rigirandomi nel letto.
“Com’è andata ieri sera?”
“Bene..” mentii, alzandomi dal letto.. Lei si accorse della ferita che avevo sul labbro e mi disse:
“Papà?..”
Feci cenno di si con la testa.
“Deve smetterla di toccarti. Ora mi sentirà. Ti giuro che scendo sotto, e gliene dico quattro..” La afferrai per la mano.
“Fermati, ormai quel che è fatto è fatto. Se scendi giù peggiorerai solo la situazione. E poi è un piccolo taglio, passerà subito. Come ti è andata a te sta notte?”
Si sedette accanto a me..
“Male. Quando tutti se ne sono andati, ho carcato di provocarlo sessualmente.. come dire.. volevo farlo con lui.. Invece lui, se n’è andato a dormire in camera sua, dandomi un bacio sulla fronte e dicendomi di non fare rumore all’indomani mattina quando sarei uscita di casa..”
Deglutii.. Non saprei spiegare perché, ma dentro di me sentii una piccola punta di soddisfazione farsi sempre più avanti.
“Magari non se la sentiva..” azzardai.
Lei si voltò e mi lanciò uno sguardo glaciale. Poi si alzò e scese al piano di sotto a fare colazione.
Io restai nel mio letto il tempo necessario, per svegliarmi come si deve, dopotutto potevo permettermelo… Era estate.
Tuttavia dopo mezz’ora mi alzai, mi vestii scesi al piano di sotto, e uscii per fare colazione al bar.
Mi diressi nel mio bar preferito, al centro della città. Mi è sempre piaciuto per il suo nome: Eva.
Già, bar Eva, sembrerà strano ma stando a quanto mi ha raccontato un cameriere, è il nome della figlia del proprietario.
Dopo aver ordinato un caffè e una brioche vuota, mi sedetti al mio solito tavolo, che affacciava sulla piazza.
Risposi a qualche messaggio mandatomi dalle mie amiche, e iniziai a bere il mio caffè sotto lo sgaurdo sorridente e pacifico di un uomo, che mi osservava sorridendo.
Poco dopo si avvicinò a me..
“Ciao Eva, come stai..?”
“Scusi ci conosciamo già? ” chiesi sorridendo, senza lasciare intravedere il mio stupore.
Sono il proprietario.. Scusami, non mi sono presentato.. Mi chiamo Simone..”
Strinsi la mano di quell’uomo che mi fece compagnia per il resto della mia permanenza in quel bar. Solo dopo aver abbandonato il locale mi resi conto che conosceva il mio nome senza che io mi presentassi, e che nel suo sguardo, c’era qualcosa di familiare..

:D Ehiii ragazze :D
Che ne pensate? Vi piace? Fatemi sapere..
Vi voglio bene.
-Erika
  
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