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Autore: letbiebershine    05/04/2012    4 recensioni
Lei? una sedicenne buttata giù dal dolore. Lui? un sedicenne pronto ad affrontare tutto.
L'odio può trasformarsi in amore? scopritelo insieme a loro.
QUESTA STORIA NON LA CONTINUO PIU', E' SOLO UN RICORDO.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter fifteen.


Dovevamo già partire, lasciare questa casa. E io non voglio.
Sono davvero già passate due settimane?
Amo questa casa, l'odore che possiede, quel vissuto che la mia non ha.
Le foto di Justin e Pattie, della loro famiglia, i segni dell'altezza di Justin nel corso degli anni sulla porta del piccolo salotto, le tendine color pastello, le piccole piante vicino al camino.
Come quelle case di montagna che si vedono nei film, dove ci sono milioni di persone riunite per ogni festa o la domenica, dove i bambini corrono per i corridoi e le nonne cucinano.
La tavola bandita, le innumerevole cugine e cugini, gli zii e le zie. Così tanta gente che non ricordi nemmeno se lui è un tuo cugino o un amico, da dove viene e quanti anni ha.
Una casa vissuta, che ne ha passate tante, dove i divani e i quadri sono vecchi e sono stati passati da generazione in generazione.
Si sente l'amore, la cura, o sono solo io che sto impazzendo e la percepisco?
E' così differente dalla casa in cui vivo io, che non sento nemmeno mia. Troppo grande, troppo moderna, troppe televisioni all'ultima moda o divani in pelle super luccicanti.
Non basta riempire una casa di oggetti costosi, se poi non li senti tuoi, se non c'è qualcuno che in quella casa ti fa sentire bene.
E' come un colpo al cuore.
Sarebbe stato diverso se Lei, se mia madre, fosse ancora qui.
Avrebbe arredato diversamente la casa, mettendoci qualcosa di suo, il suo tocco delicato, la cura nei dettagli. Dopo il funerale tutte le sue cose sono sparite, tranne le foto.
Non so che fine hanno fatto i suoi oggetti personali, chiusi sicuramente in qualche scatolone nella soffitta.
Vorrei tanto capire perchè la persona che chiamo 'papà' abbia fatto questo. Abbia dimenticato sua moglie in questo modo, come se non fosse mai esistita.
Litigavano sempre tra di loro. Lui era troppo concentrato sul lavoro per occuparsi della moglie e lei, lei stava con me.
Riesco a ricordare poche cose di anni fa, quando lei ancora c'era.
E' dalla morte della mamma, che lo chiamo Luke. E' staccato, diverso, strano, anche se mi vuole bene. Ma, crede davvero che riempiendomi di soldi io possa essere felice?
Questo credeva e questo ha fatto. No Luke, no. Avevo bisogno di amore, di coccole, della tua presenza. Di un abbraccio prima di andare a dormire; avevo bisogno che tu venissi nel mio letto e mi raccontassi della mamma, di quando era giovane, di come vi siete conosciuti o del matrimonio. Avevo bisogno che mi ricordassi tutto ciò che era, del suo sorriso o del suo profumo.
Ma no, era troppo impegnato nel lavoro per ricordarsi che aveva una figlia che soffriva giorno dopo giorno.
O semplicemente, ricordarsi che aveva una moglie, che ha lasciato morire perchè non rispondeva alle chiamate di aiuto.
Siamo cambiati tutti da quella sera.
Non manca solo lei, manca anche Marcus.
Alzo gli occhi verso il soffitto, ma vedo solo del bianco. Vorrei vedere il cielo e ricordarlo, ricordare la pelle soffice e gli occhi miele. Il ciuffo biondiccio e lungo che spostava sempre dagli occhi. Gli dicevo di tagliarlo ma non mi ascoltava, per lui erano perfetti così. Quel suo piccolo sorriso che a soli dodici anni mi faceva battere il cuore. Non dimenticherò mai quando siamo scappati di casa perchè il giorno di Natale avevamo litigato con i nostri genitori. Ma eravamo cugini, le nostre famiglie erano unite più che mai, era impossibile tenerci lontani. Amavo sua madre, mia zia, che si è trasferita lontano da noi, lontano da tutti.
Non ho più una famiglia, persone su cui contare che ti facciano sentire amate.
Ho solo Justin, il biondino che assomiglia tanto a Marcus, che ora sta scendendo le scale e poggia le valigie sul pavimento e mi sorride.
Bello come il sole, con quel sorriso che mi fa stare bene.
Mi sta cambiando, mi sta facendo ritornare la bambina che ero. Mi sta ridando l'infanzia rubata, o semplicemente l'amore che non ho mai avuto.
Odiavo lui e Pattie, come potevo? Ho trattato malissimo sua madre, e non me lo perdono.
Era la rabbia, il fatto che papà era felice con un altra donna, solo tre anni dopo la morte di mia madre.
In realtà non ho mai saputo nulla, come ha conosciuto Pattie e perchè.
Ho solo saputo che aveva una donna, con la quale parlava al telefono più di tre ore al giorno ogni giorno e rideva felice a quel cellulare, e non capivo perchè.
La odiavo, senza averla mai vista. Chi era lei per prendere il posto di mia madre? Nessuno, doveva sparire, andare via e lasciare Luke.
Era il mio obbiettivo fisso. Era il mio obbiettivo anche farmi odiare da Justin, il suo caro figliolo che doveva vivere in casa mia.
Non sapevo chi fossero e perchè sarebbero dovuti entrare nella mia vita, ma dovevo rendere la loro permanenza un inferno, tanto da farli scappare via.
Ma è durata poco questa resistenza.
Perchè il caro Justin, mi ha fatto innamorare. Impossibile ma vero. E' ancora davanti a quelle scale che mi sorride, e non so che fare.
Voglio rimanere qua, non voglio tornare in quella casa.
Voglio la mia vecchia vita, voglio tutto indietro, ma voglio anche Justin.
Perchè, perchè tutto a me?
Mi alzo di scatto dal divano e in modo impulsivo abbraccio Justin, che mi stringe addosso a lui.
- Che succede? - mi chiede con quel tono pacato che amo tanto.
- Non voglio tornare a casa. -
- Nemmeno io. Ma non possiamo stare qua. -

Sbuffo rumorosamente, per poi staccarni.
- Tra quanto dobbiamo partire? - chiedo prendendo la valigia.
- Volevo passare da Ryan e Christian per salutarli, e dopo andare in aeroporto. Sono le dieci e il volo è alle quattro. -
- Allora. andiamo. -

Ne sono davvero convinta? Mh.
Justin inspira ed espira, alza lo sguardo e si guarda attorno sorridendo. Accarezza le scale per poi aprire la porta.
- Andiamo? - mi domanda accennando un sorriso.
- Mi mancherà sul serio questa casa. -
Gli sorrido anche io e mi avvicino alla porta, respirando quell'aria e scrutandola per l'ultima volta, sorridendo e chiudendo la porta alle mie spalle.
- Ci torneremo vero? -
Annuisce, per poi stendere un braccio sulla mia spalla.


***
 

- Justin! -
- Ryan, Chris, Chaz! Ma che ci fate tutti qui? -

Urla abbracciandoli tutti insieme e io sorrido a quella scena, alzando gli occhiali da sole sulla testa.
- Sapevamo che sareste partiti oggi e siamo venuti tutti da Ryan. - si intromette la sorridende e bellissima Caitlin.
Si avvicina a me e mi abbraccia calorosamente, quant'è bella. Magari avere un minimo della sua bellezza.
- Che aspettate ad entrare? - urla Ryan.
Scoppiamo tutti a ridere e ci buttiamo sul divano. Justin abbraccia Caitlin e parlano un pò, mentre i ragazzi sono tutti intorno a me.
- Allora, come va tra voi due? - Chaz.
- Mi ha chiesto di essere la sua ragazza da tre giorni. - rido insieme a Cait e Justin che si sono avvicinati.
- In tre giorni che non ci vediamo non ci dici niente, Bieber? - chiede in modo offeso Chris.
- Mi do da fare, non sono mica idiota come te! - risponde a tono Justin.
Ridiamo tutti. La madre di Ryan ci invita a pranzo, e accettiamo volentieri.
Justin mi prende la mano sotto al tavolo.
Tutti ridono e scherzano, parlano uno sopra l'altro e c'è tanto di quel cibo che sto per scoppiare.
Quanto mi mancheranno anche loro, gli ho visti quattro volte in due settimane, ma so che sono dei veri amici.
E' bello averne, è bello passare ore spensierati e a ridere.
Si vede quanto sono legati a Justin, e quanto Justin vuole bene a loro.
Mi sento quasi in colpa, per il fatto che Justin ha dovuto lasciare la sua bellissima vita per venire a vivere a casa mia e lasciando loro.
Avrei fatto una sorpresa a Justin, facendoli venire, sicuramente.
Ne parlo con Ryan mentre tutti sono in cucina ad aiutare mamma Butler.
- Lo faresti davvero? - risponde Ryan entusiasta.
- Certo! Siete speciali, e Justin vi vuole troppo bene per stare tanto tempo senza di voi. Casa mia è sempre aperta! -
- Verremo sicuramente! Grazie per l'invito Amber, Justin è davvero fortunato ad averti. -

Mi abbraccia calorosamente.
Ci raggiungono gli altri e giochiamo un pò alla play tra risate a caramelle varie, quando Justin controvoglia, lascia il joystick a Chaz e si alza sbuffando.
- Sono le due e mezza, piccola, dobbiamo andare. - sussurra avvicinandosi.
Mi lascia un leggero bacio sulle labbra e mi aiuta ad alzarmi.
- Ragazzi, dobbiamo andare. - dice Justin.
Si avvicinano tutti insieme, e ci abbracciano. Un bellissimo abbraccio di gruppo.
Salutiamo tutti per bene, promettendoci di vederci il prima possibile. Justin saluta tutti con la loro stretta di mano infallibile e usciamo da quella casa.
Justin sbuffa rumorosamente ed entra in macchina velocemente, per poi mettere a moto.
- Che succede Justin? -
Questo silenzio mi sta distruggendo.
- Nulla. -
Continua a guardare la strada.
- Lo so che ti manca, so che non vuoi partire, non possiamo farci nulla. Ti prego, non fare così. -
- Scusa. -

Sussurra girandosi verso di me. Mi stringe la mano e accellera verso l'aeroporto.





I passeggeri del volo CVG5754 sono pregati di imbarcarsi al gates 4.

- Dobbiamo andare. - dice Justin alzandosi dal sedile.
Prende la mia mano e la sua valigia.
Lo seguo a ruota, guardandomi intorno.
Porge i passaporti all'hostess, che ci indica il corridoio in cui dovevamo entrare.
Ci giriamo insieme all'indietro.
- Ciao Canada. - dico per poi camminare dritto con Justin.


 



OOOOOK SCUSATE PER L'ENORME E ASSURDO RITARDO.
HO AVUTO TROPPI PROBLEMI INUTILI.

SPERO CHE L'ATTESA SIA VALSA A QUALCOSA.
CONTINUATEMI A SEGUIRE E A RECENSIRE, VI PREGO, MI SCUSO TROPPO.
VI AMO.

  
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