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Autore: Eevaa    05/04/2012    2 recensioni
La primavera stava oramai bussando alle porte della cittadina e le giornate, frenetiche, andavano sempre più allungandosi sotto il timido sole di aprile.
Alti grattacieli di vetro circondavano le strade percorse dal principe, riflettendo la luce rossa del tramonto sul suo viso scuro.
Una vetrina piena di libri attirò la sua attenzione, in particolare una raccolta di storie dalla copertina fiorata situata in bella esposizione nella vetrina.
Vegeta si portò una mano tra i corti capelli a spazzola scompigliandoseli, arrestando così il suo cammino per qualche secondo.
Un ricordo percorse la mente del saiyan, trasportandolo in un secondo a tanti, tanti anni prima.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 
Le immagini non mi appartengono.
Nessun copyright si intende violato.
 

Premessa: se state cercando un grande classico, questa è la storia che fa per voi.
Questa è la mia versione dei fatti su come questa intramontabile coppia abbia fatto ad avvicinarsi fino a divenire ciò che conosciamo ad oggi.
La storia è narrata a partire da tanti anni dopo i fatti e si basa sui ricordi di Vegeta. 
Le parti scritte in corsivo sono quelle "attuali"... tutto il resto fa parte, appunto, dei suoi ricordi del passato.
Buona lettura!

 

PRINCE'S MEMORIES
CAPITOLO 1 - UN TURBOLENTO INIZIO
 
 

 

I passi del principe si fecero lunghi e decisi, le suole delle sue scarpe nere da ginnastica si adattavano perfettamente al marciapiede appena ristrutturato della Città dell'Ovest.
La primavera stava oramai bussando alle porte della cittadina e le giornate, frenetiche, andavano sempre più allungandosi sotto il timido sole di aprile.
Alti grattacieli di vetro circondavano le strade percorse dal saiyan, riflettendo la luce rossa del tramonto sul suo viso scuro.
Una vetrina piena di libri attirò la sua attenzione, in particolare una raccolta di storie dalla copertina fiorata situata in bella esposizione. 
Vegeta si portò una mano tra i corti capelli a spazzola scompigliandoseli, arrestando così il suo cammino per qualche secondo.
Un ricordo percorse la mente del saiyan, trasportandolo in un secondo a tanti, tanti anni prima. 
 
•••
 
La donna dai capelli turchini si spostò una ciocca riccia dal viso con un piccolo soffio. Con la mano accarezzò delicatamente la copertina del libro che stava leggendo oramai da parecchi giorni. Si era immersa in quelle pagine come in una bolla di sapone e niente, niente avrebbe potuto distruggere la sua quiete. Niente... se non fosse stato per lui.
Alla sua destra, stravaccato mollemente sul divano, il suo fidanzato sbuffò sonoramente cambiando repentino i canali in televisione.
«Cosa ci troverai mai nella lettura, guardare la tv è molto più comodo» commentò Yamcha indicando l'apparecchio televisivo di fronte a sé mettendosi ancora più scomposto.
«Com'è possibile che tu possa essere così ignorante?!» rispose Bulma con voce acuta, attirando l'attenzione del principe dei saiyan che, pochi metri più distante, era assorto già da parecchio tempo a guardare fuori dalla finestra aspettando la cena.
«Vorrei ricordarti che se la sottoscritta passasse tutto il giorno davanti alla televisione come te, col cavolo che potresti usufruire di tutte le invenzioni tecnologiche di questa azienda!» puntualizzò poi la ragazza inviperita all'ennesimo sbuffo e scrollata di spalle del suo fidanzato.
Stavano per litigare di nuovo e Vegeta non sopportava di sentire la voce stridula della donna, la quale si ostinava a rispondere alle provocazioni dello stupido insetto terrestre che era il suo ragazzo; decise quindi di allontanarsi dal salotto per dirigersi verso la cucina, nella quale la madre della scienziata stava preparando qualcosa da mangiare. Tuttavia era ben conscio che, per discostarsi dai battibecchi dei due piccioncini, non sarebbe stato sufficiente nemmeno prendere la prima navicella per Neo Namek.
«Sbrigati, donna. Ho fame» borbottò Vegeta rivolto a Bunny la quale, con gli occhi luccicanti, iniziò a mescolare il riso più velocemente elargendo una sfilza di inutili complimenti verso il bel saiyan entrato in cucina. 
Un'altra consueta giornata stava per concludersi in casa Brief, nella quale il principe era ospite da oramai un mese. Erano trascorsi all'incirca trenta giorni dall'apparizione del ragazzo dai capelli lilla il quale aveva preannunciato l'arrivo dei malvagi androidi, e Vegeta da allora non aveva fatto altro che allenarsi nella camera gravitazionale costruita dal padre della donna dai capelli turchini. 
Proprio pochi giorni prima ci aveva quasi lasciato un'altra volta le penne per via di un'esplosione causata da lui stesso e ci sarebbero voluti almeno altri tre giorni prima che la donna riuscisse a ripararla. Era riuscito a convincerla ad aiutarlo promettendole che sarebbe stato a riposo fino a quando non avrebbe ricostruito la gravity room, ma i giorni di convalescenza si stavano facendo lunghi e snervanti, soprattutto per via dei litigi poco pacati dei due fidanzatini.
 
La notte portò consiglio al saiyan, il quale si riposò serenamente in attesa del giorno seguente. Al diavolo quella donna e le sue sciocche preoccupazioni! Avrebbe ripreso segretamente gli allenamenti da un'altra parte in attesa che essa concludesse le sue riparazioni. Una voce acuta e stridula, però, svegliò il principe un'ora prima rispetto al tempo prestabilito.
Bulma era furiosa, stanca e umiliata. Grosse lacrime sgorgavano come diamanti dai suoi occhi occhi celesti, il viso era rosso di rabbia.
«Come hai osato farlo?! Sei un povero imbecille!» urlò la donna in faccia a Yamcha tentando di spingerlo verso la porta scorrevole.
«Dai tesoro, andiamo. Non volevo farti arrabbiare. Pensavo che buttare via quel libro avrebbe potuto farti stare un po' di più con me! Ultimamente non fai altro che leggere e devo sempre starmene da solo a guardare la tv» si giustificò colui che era stato soprannominato settimane prima da Vegeta l'Inutile Invertebrato.
«Ma ti rendi conto di quanto sei infantile?» sbraitò Bulma paonazza «io non voglio più passare il mio tempo con un bambino! Io ho bisogno di qualcuno che apprezzi il mio lavoro, le mie passioni. Non ho bisogno di uno come te!»
«Ma le tue passioni non devono diventare anche le mie! Le reputo sciocche! Non puoi buttar via la nostra storia per uno stupido libro!» replicò il ragazzo con un tono decisamente più alto.
Ma per Bulma quello fu davvero troppo. Con uno scatto nervoso la donna tentò di colpire in piena faccia Yamcha con uno schiaffo, tuttavia il gesto costò caro alla donna, la quale ritirò la mano urlando di dolore: il ragazzo, solo per difendersi, aveva afferrato il polso di Bulma, provocandole accidentalmente una distorsione non dosando a dovere la sua forza che, per quanto non fosse pari a quella di un saiyan, andava ben oltre a quella di un comune terrestre.
«Sei impazzito per caso?! Vattene subito di qui! Io non ti voglio più vedere il vita mia! Io non voglio aver più a che fare con te!» berciò la donna tenendosi il polso con una mano, facendo segno al combattente di prendere immediatamente la via dell'uscita.
Proprio in quel preciso istante Vegeta scese dalle scale correndo, visibilmente inferocito dalla loro sciocca discussione mattutina.
«Si può sapere cos'è questo baccano? Io stavo tentando di dormire! Insulsi terrestri, dovrei uccidervi per-» sbraitò sua altezza ma, non appena fu abbastanza vicino da rendere la sua presenza ancor più minacciosa, lo sguardo del sayan si posò immediatamente sul polso ferito della terrestre. 
E, non riuscì nemmeno a capire il perché, il principe iniziò ad avvertire una rabbia proveniente dal profondo dello stomaco.
 «Vattene» sussurò Vegeta rivolgendosi al mollusco di fronte a se.
«Non ho fatto apposta, non volevo farle male! Lei mi ha tirato uno schiaffo ed ho cercato di fermarla, non è colpa mia se sono troppo forte!» si giustificò Yamcha indietreggiando a passi insicuri.
«Vattene via prima che ti faccia vedere io cosa vuol dire essere troppo forti» ringhiò il sayan a pochi centimetri dal viso di Yamcha il quale, pallido come un cencio, fuggì spaventato dalla porta sotto gli occhi allibiti di Bulma.
«Vegeta... ti ringrazio» bisbigliò la donna asciugandosi con una manica le lacrime dal viso. 
Senza dire una parola, rivolgendole solo un'occhiata fredda e dura, il saiyan si allontanò anch'egli dalla casa non più con il solo intento di allenarsi, ma di sfogare la propria rabbia.
Ma rabbia per cosa, poi?!


 
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