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Autore: Good_Riddance    05/04/2012    1 recensioni
Questa è una one-shot che racconta la vita di una ragazza Sara che per inseguire il suo sogno di danzare, si ammala di anoressia e di conseguenza non potrà più danzare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, mi chiamo Sara e ho 22 anni. Studio danza classica da quando ero piccola, iniziai a 3 anni e da allora non smisi più. Passai dalla propedeutica al primo livello quando avevo solo 7 anni ed è lì che ho iniziato a fare sul serio perché la danza era l’unica mia distrazione ed era il mio più grande amore. All’inizio io e le mie compagne eravamo molto legate tra di noi e il gruppo era una famiglia insieme agli insegnanti, ma quando mi passarono al corso delle più grandi a 12 anni iniziarono ad insultarmi perché io avevo un talento innato ed ero sempre la prima in ogni corso. Certo a dodici anni mi diedero le prime punte e avevo un collo del piede pazzesco degno di una prima ballerina. Ero stimata dalla direttrice della scuola, dalla mia famiglia e dai miei insegnanti, l’unica cosa che  mi ostacolava era il mio fisico. Non ero ancora sviluppata e avevo quella poca pancetta e quei pochi fianchetti che mi facevano sentire inferiore alle altre, ma non ero grassa anzi avevo delle gambe lunghe e snelle, dei glutei alti e un bel punto vita. Dopo tanti anni passati sulle punte, e dopo aver imparato tutta la tecnica, a 18 anni mi fecero fare un provino in una prestigiosa accademia internazionale dove all’inizio ho avuto un bel po’ di difficoltà per ambientarmi e abituarmi. Ma dopo 2 anni ho iniziato a legare con tutte e a stringere amicizie anche con i ballerini.
 
 
 
 
 
 
 
La competizione in quell’accademia era davvero tanta a tal punto che alcune ballerine se ne andavano perché non riuscivano a sopportare tutta quella tensione, io le guardavo e a mente mia dicevo: “La danza dovrebbe essere la gioia di tutti, non una gara a chi arriva primo, ma danzare per essere felici ed essere orgogliosi di se stessi”. Pochi la pensavano come me e io quando andavo lì pensavo solo ad impegnarmi perché forse un domani sarei diventata un qualcuno. 
 
 
 
 
Per me danzare significa davvero tanto e darei la mia vita per la danza. Ecco che ci sono i provini per il balletto di repertorio “Il lago dei cigni”. Ho passato anni a studiare la variazione di Odette e mi sento pronta così mi proposi a inizio lezione quando lo annunciarono, e il coreografo mi disse: Perché no? Ti impegni, c’è costanza nel lavoro e tanta passione. Saresti la ragazza ideale, in te c’è traccia del cigno bianco, ma di quello nero? Oggi pomeriggio saranno aperti i provini. 
 
 
 
Così durante la lezione mi impegnai davvero tanto e il coreografo mi guardava fisso. Nel pomeriggio andai al provino e mi sentivo davvero il cigno bianco: timida, paurosa e delicata. Mi disse che la parte sarebbe stata mia solo se avrei saputo fare anche Odile (cigno nero), così liberai la mente da ogni cosa e mi concentrai solo su quello fino ad ottenere la parte.
 
 
 
Molte persone si congratularono con me ed ero davvero felice. Ma qualcosa andò storto quando andai a prendere le misure. Ora che avevo sviluppato avevo un fisico bellissimo, ero alta 1.60 e pesavo solo 50 chili, ma il mio coreografo non ne era molto soddisfatto e mi disse che in quell’arco di tempo dovevo diventare anoressica. Ne parlai con i miei genitori e mi dissero che ero perfetta di fisico e che non mi serviva essere anoressica; così provai a non mangiare e i miei iniziarono seriamente a preoccuparsi.
 
 
Ero in sala a fare lezione  e in un mese persi altri 3 chili così mentre stavo provando con il ballerino, caddi dalla presa. Ma non perché lui non mi avesse retta, ma perché svenni.
 
 
Mi portarono nell’infermeria dell’accademia  e mi dissero che stavo dimagrendo troppo e che non andava per niente bene. Ma cosa dovevo fare? Io volevo quel ruolo più ogni cosa e niente e nessuno me l’avrebbe mai portato via.
 
 
 
Dopo aver lavorato tanto e dopo aver preso i costumi, ecco che si avvicina il giorno dello spettacolo.
 
 
 
Il teatro era pieno e faceva un gran caldo. Ecco il momento di andare in scena… le luci si spensero e il pubblico iniziava ad applaudire l’orchestra. Il mio insegnante mi si avvicinò e mi disse: Congratulazioni stasera sei tu la “PRIMA BALLERINA”. Ero felicissima e mi stavo ancora scaldando i piedi in quel momento. 
 
 
 
 
 
Entrai in scena e danzai come mai. Ero stupenda e il mio cuore batteva davvero forte. Finito lo spettacolo e dopo essermi presa gli applausi, la testa iniziò a girarmi e non avevo un equilibrio perfetto come sempre, così pensai: Molto probabilmente sarà la stanchezza. Dietro le quinte iniziai a traballare e svenni di nuovo.
 
 
 
Corsero ad aiutarmi e mi risvegliai in ospedale con una mia compagna di gruppo che mi chiese come stavo e io le risposi male. Ero davvero anoressica ma peggio, chiunque mi guardava mi osservava in modo strano e io mi sentivo un vero schifo. Non potevo più danzare perché ormai il mio corpo stava davvero male.
 
 
 
 
 
 
È questa la fine che devono fare le ballerine? È questo il futuro della danza? No. La danza non è questo la danza è essere liberi sentirsi accettati e vivi la danza è questo. Non contano la bravura e la tenacia? Ogni ballerina deve essere magra questo è vero ma non c’è bisogno di finire in ospedale per danzare bisogna solo stare attenti e avere costanza nello studio. Non è solo l’esecuzione di un passo, ma insieme alla tecnica vanno messi soprattutto cuore e passione. Vivo ancora per la danza e vivrò sempre per essa. 
 
 
 
Niente e nessuno mi separerà dalla danza, nemmeno la morte perché la mia anima danzerà per sempre.
  
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