Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Vedra    05/04/2012    4 recensioni
Harry Potter non mi piaceva quando ero piccola. Ho visto il primo film solo un mese fa e me ne sono... innamorata? Mi sono saltati subito all'occhio la McGranitt e Silente e in effetti sono rimasta stupita quando ho letto che la Rowling comunicava l'omosessualità di Silente. Ovviamente questa FF non tiene conto di questo particolare. Non ho trovato nessuna FF che avesse una trama lunga più di cinque capitoli, incentrata su Silente e la McGranitt, così ho deciso di scriverla io. Spero che vi piaccia. Buona lettura
"Quella notte in cui aveva sperato, quella notte in cui aveva sognato, quella notte in cui aveva amato. " (dal capitolo 4)
LadySaphira
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista, Minerva McGranitt, Pomona Sprite | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano riuniti nella grande aula di Trasfigurazione. Il sole pomeridiano entrava dalle ampie finestre rischiarando l’ambiente, tingendo il marmo candido d’oro e investendo i ragazzi che erano all’interno della sala, facendo brillare gli stemmi di Grifondoro che portavano appuntati sugli golfini. Le lezioni erano finite e lei aveva convocato tutti gli appartenenti alla sua Casa per dare un annuncio. I Grifondoro erano schierati, le femmine a sinistra e i maschi a destra, chi seduto sulle sedie opportunamente disposte, chi in piedi, appoggiato alle pareti. Il guardiano, Gazza, era alle prese con un grande e vecchio grammofono, che tentava di far funzionare correttamente, ma da cui traeva solo suoni indistinti e striduli. I ragazzi guardavano annoiati l’alta figura al centro della sala: Minerva McGranitt.
La professoressa era in piedi al fianco del guardiano e teneva le mani intrecciate davanti a sè. Avvolta nella sua lunga tunica nera scrutava i volti scocciati dei suoi alunni. Non portava il suo solito cappello a punta e i suoi capelli corvini si accendevano di riflessi rossicci alla luce del sole morente. Aveva lasciato il mantello smeraldo nelle proprie stanze e adesso rimpiangeva la sua scelta: il freddo di dicembre la stava facendo rabbrividire. Gli occhiali erano appoggiati sul naso e osservava i ragazzi da sopra le lenti squadrate. Quando tutti si furono sistemati iniziò a parlare, scandendo chiaramente le parole. La sua voce risuonò forte e chiara nel silenzio della stanza, interrotto solo dai suoni striduli del grammofono.

«Il Ballo del Ceppo è una tradizione del torneo Tremaghi –Volse il capo verso il guardiano, rivolgendogli uno sguardo eloquente e Gazza tolse le dita dal disco che stava tentando di sistemare, arretrando un poco e incrociando le mani dietro la schiena, tenendo gli occhi bassi- Sin da quando ha avuto inizio. La sera della Vigilia di Natale noi e i nostri ospiti ci riuniremo nella Sala Grande per una serata di beneducate frivolezze.» Calcò l’accento sulla parola ‘beneducate’ e volse il capo verso Ron, Harry e i gemelli Weasley. Hermione represse un sorriso involontario: tipico della McGranitt specificare che quella non era una serata in cui avrebbero potuto creare confusione. Sapeva perfettamente che i suoi compagni di Casa avrebbero fatto diventare quella serata tutto tranne che di ‘beneducate’ frivolezze… Spostò lo sguardo su Fred e George, che stavano probabilmente già pensando a come sabotare la festa. Riportò lo sguardo sulla McGranitt, la quale aveva continuato a parlare, camminando lentamente verso il fondo della sala.

«Come rappresentanti della scuola che ospita mi aspetto che ciascuno, ripeto ciascuno di voi parta con il piede giusto, e intendo in senso letterale, perché, nel ballo del Ceppo, innanzitutto e soprattutto... –fece una breve pausa- Si danza» La sua voce si addolcì e i suoi occhi scesero sui volti delle ragazze. Immediatamente tutte le compagne di Hermione iniziarono a parlottare, piacevolmente stupite. Minerva le guardò comprensiva: non condivideva eccessivamente la loro eccitazione, non l’aveva fatto nemmeno da ragazza, ma poteva capire che per la maggior parte delle ragazze quello costituisse un evento irripetibile.  Volse lo sguardo sui ragazzi che  si lamentavano sonoramente, scuotendo il capo afflitti, e sorrise loro, indulgente: da sempre l’ultima cosa che i ragazzi amavano era ballare.

«Silenzio!» Gridò, alzando le mani e voltandosi nuovamente verso di loro, dando le spalle alla finestra in fondo alla sala e fulminando con lo sguardo tutti coloro che ancora stavano parlottando. Il silenzio calò lentamente e lei intrecciò di nuovo le mani davanti a sè.

«La Casa di Godric Grifondoro ha meritato il rispetto del mondo dei maghi per quasi dieci secoli! Non vi permetterò in una sola serata di imbrattare questo nome comportandovi come una Balbettante Bambocciona Banda di Babbuini.»
 Si interruppe nuovamente, sperando che i ragazzi assorbissero appieno il senso delle sue parole: non avrebbe permesso a nessuno di loro di mettere in ridicolo l’intera Hogwarts.

«Danzare, è lasciare che il corpo… respiri»
Accompagnò la sua affermazione con un gesto delle mani, cercando di trasmettere ai suoi studenti quel che intendeva. Non sapeva con precisione come descrivere la danza: di certo non era una ballerina provetta, ma aveva il compito di insegnare qualche passo a quei ragazzi, giusto per evitare che sembrassero troppo incapaci, e aveva tutte le intenzioni di riuscirci al meglio. Certo, qualcuno diceva che per danzare veramente bisognasse essere ispirati, sentire veramente l’armonia in ogni muscolo che partecipava al movimento, ma Minerva pensò che per quei ragazzi fosse sufficiente sapere se bisognasse iniziare con il piede destro o sinistro. Non stava di certo addestrando la prima ballerina dell’Opérà.  
«Dentro ogni ragazza c’è un cigno segreto assopito ansioso di liberarsi e spiccare il volo»
Forse era stata un po’ troppo poetica? Forse. Ma la danza era poetica. O almeno qualcuno diceva che lo fosse.
«Dentro ogni ragazzo un superbo leone pronto a balzare. – Secondo tentativo: fallito. Obbiettivo successivo: spostarsi sulle cose pratiche – Signor Weasley?» Chiamò, dirigendosi verso l’interpellato

«Si?» La sua voce tetra esprimeva il timore e la disapprovazione verso quello che, intuiva, sarebbe accaduto.

«Ti unisci a me prego?»
Disse la McGranitt, prendendolo rudemente per una spalla. Il ragazzo non aveva scelta. Si alzò riluttante e seguì la professoressa fino al centro della sala, tra le occhiate divertite e perplesse dei suoi compagni.

«Ora, metti la mano destra sul mio fianco» Ron credette di svenire. Guardava la donna come se gli avesse appena chiesto di gettarsi nel fuoco. E, anche se lo sguardo della McGranitt era rassicurante quando incrociò il suo, Ron era terrorizzato, sia da quello che avrebbe dovuto compiere di lì a poco, sia dalle inevitabili conseguenze: i suoi fratelli l’avrebbero preso in giro per sempre. Le braccia della professoressa erano alzate e attendevano la sua mossa.

«Dove?» La donna appoggiò la propria mano sinistra sulla sua spalla e ripeté

«Sul mio fianco.» Ron obbedì restio e sentì sotto le dita la consistenza appena ruvida della lana.

«E allunga il braccio» Tolse la mano dal fianco della professoressa, guardando in modo eloquente i suoi fratelli, che già stavano ridacchiando, ma la McGranitt lo riprese immediatamente e, con un movimento brusco e seccato, posò nuovamente il suo braccio sul suo fianco. Possibile che tutti i ragazzi fossero così babbei? Sbuffò, ma non poteva rimandarlo al suo posto. Allungò il braccio e prese l’altra mano del suo alunno, sollevandola all’altezza delle loro spalle. Poi chiese gentilmente

«Mastro Gazza le dispiace?» Il guardiano abbassò l’asticella e un delicato valzer si diffuse per la sala.

«Un Due Tre, Un Due Tre.» Guidandolo con la voce la McGranitt riuscì a farlo danzare, ma dopo un solo giro di valzer ci rinunciò e lo lasciò andare.

«Ora tutti insieme.» Le ragazze si alzarono velocemente, i ragazzi invece rimasero ostinatamente seduti ai loro posti

«Ragazzi in piedi!» li spronò. Tutti si guardavano negli occhi e  Minerva poteva leggere chiaramente il disappunto sui loro volti. Sorprendentemente il primo ad alzarsi fu Paciok. I ragazzi si avvicinarono, riluttanti, alle ragazze, che invece erano eccitate ed euforiche. Minerva li guidava tenendo il tempo a voce. Alla fine la maggior parte delle ragazze avevano dipinta sul volto un’espressione torva: era impossibile ballare con quel genere di accompagnatori. La McGranitt li spedì nei loro dormitori dopo una lunghissima ora di prove disastrose. 





Primo capitolo, più che altro di introduzione, dal prossimo la storia inizierà a svolgersi. Non è venuto un gran che, in principio non volevo nemmeno caricarlo, poi alla fine ho deciso di metterlo, più che altro per contestualizzare la storia.
Chi di voi lettori ha visto il film ha sicuramente notato che tutte la battute della McGranitt sono tratte da lì e così sarà anche per i prossimi capitoli.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Vedra