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Autore: CottonBatu    31/10/2006    16 recensioni
“Perché scappare dall’amore?” Hermione sembrò riflettere attentamente sulle parole da usare nella risposta. “Perché potrebbe essere un amore sbagliato” “Ne esistono davvero secondo te? Esistono sul serio amori sbagliati?” Hermione si girò, appoggiando la schiena contro un piccolo albero. “Esistono davvero amori giusti?” “Se non esistessero, vuol dire che non esisterebbero neanche quelli sbagliati e ciò non motiverebbe la tua fuga” Hermione sembrò sorpresa. “Da quando hai cominciato a fare ragionamenti tanto lineari e complessi?”......Buona Lettura! ^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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                        Halloween Speech

 

Uno sbuffo.

L’uomo fece un passo di fronte alla porta chiusa di fronte a lui, stringendosi nel proprio cappotto.

Uno, due, tre.

Si fermò e alzò lo sguardo.

Poi si girò e ricominciò.

Uno, due, tre.

In attesa. 

 

Alzò un braccio, spazientito, un pugno ferreo sbatté di nuovo contro la porta che vibrò sotto la sua percossa decisa.

L’uscio si aprì di scatto, un visino leggermente paffuto, imbronciato e molto truccato fece capolino nascosto dietro la soglia.

 

Che vuoi?” una voce rude, che si contrappone al viso d’angelo spruzzato di lentiggini.

Lui si fece scappare un sorriso, affondando le mani gelate nelle tasche del giaccone.

 

Sempre gentile la mia sorellina.

 

“Credi di farmi entrare o vuoi farmi morire congelato?” chiese, fintamente grave, non riuscendo ad impedirsi di farsi scappare un piccolo risolino.

Lei gli rifilò un’occhiataccia, facendolo tornare serio.

 

Era assolutamente capace di lasciarlo lì fuori per le prossime tre ore. Meglio tenerla buona.

 

“Sarei tentata di lasciarti qui fuori…” un brivido attraversò la schiena di lui “…ma sono molto, molto magnanima” ridacchiò, vedendolo sospirare sollevato. Si spostò per farlo entrare nella piccola casina addobbata a festa.  

Lui espirò profondamente.

Cannella e viole.

 

Nonostante tutto il tempo in cui era stato lontano da quel posto, quel profumo era rimasto impresso nella sua mente come fuoco vivo.

 

“Allora…dov’è?”

Ron Weasley non era mai stato l’epitome della persona paziente.  

Secondo lui era inutile girare intorno a qualcosa. Faceva perdere tempo e allontanava dalla meta.

Ora guardava sua sorella negli occhi, uno sguardo da bambino nascosto nel corpo di un uomo ormai adulto.

 

Ginny sbuffò, distogliendo lo sguardo.

 

“Sta per scendere”

Ron annuì, muovendosi sui piedi.

 

Guardò il pendolo.

Le dieci.

Si mosse ancora, frenetico nella propria stabilità.

 

Ginny si era sempre chiesta come facesse ad essere così dannatamente mobile pur rimanendo sostanzialmente fermo.

Rivolse uno sguardo nervoso su per le scale, decisamente impaziente.

Odiava rimanere sola con suo fratello nei suoi momenti di stabilità mobile. Era snervante.

E il fatto che lui stesse aspettando la donna della sua vita, nonché sua migliore amica e membro perennemente presente nei suoi sogni da quasi dieci anni, non contribuiva a distendere l’atmosfera.

 

Un timido bussare alla porta fece trasalire entrambi.

Ginny sorpassò quasi correndo Ron, andando ad aprire. Di fronte a lei, due streghe, una mummia e uno zombie.

 

“Dolcetto o scherz…”

 

“Prendete” tagliò corto lei, decisamente infastidita dal porro finto sul naso di una delle streghette.

Chiuse la porta solo quando vide il gruppetto di simpatiche creaturine oscure scomparire oltre il vialetto.

 

“Il tuo istinto materno è quasi vomitevole” rise lui, ricominciando a passeggiare, come aveva fatto fino a poco prima fuori dalla porta.

Ginny lo fulminò.

 

“Non è mancato istinto materno…èrispetto delle origini! Perché tutte le bambine vestite da streghe sono piene di porri finti, nasi enormi e rughe disegnate con la matita degli occhi?! Esistono anche streghe belle!”

 

“Certo” convenne lui, annuendo.

 

“Non riesco a capire il motivo per cui i babbani vedano solo streghe brutte…” Ron alzò le spalle, apparentemente molto concentrato a guardare un quadretto raffigurante una grottesca nonnina.

 

“Almeno non ti vedono con una veste blu elettrico a stelle argentate e il cappello a punta…io non mi lamenterei”

Ginny non sembrava particolarmente convinta.

 

“In ogni caso non lascerò cadere la cosa …molte streghe sono belle! Molto belle!” disse, calcando.

Rivolse uno sguardo al fratello che annuiva sognante.

Sbuffò.

Odiava il fatto che Harry fosse al lavoro, invece di essere lì a dirle quanto fosse bella.

Odiava essere sola con suo fratello nei suoi momenti peggiori.

Odiava che per la prima volta in vita sua, Hermione avesse deciso di metterci una vita a prepararsi.

 

Ginny sbatté un piede per terra, decisamente spazientita, facendo girare di scatto il fratello.

 

“Aspetta qui” un borbottio, prima di vederla scomparire su per la scala di legno pregiato.

Ron sospirò.

Uno, due, tre.

Si fermò di scatto, già in procinto di girarsi e ricominciare il suo sfibrante passatempo.

Un respiro profondo riempìe i suoi polmoni di rigenerante ossigeno.

 

Calmo.

 

Sorrise a se stesso, scuotendo la testa.

Inutile mentire a se stessi.

Non era calmo. Ovvio che non lo era.

Con lei non c’era mai di stare calmi, meno che mai in un’occasione del genere.

 

Ripensò per un attimo a quando aveva ricevuto il messaggio di lei.

Secco, chiaro e conciso.

Esattamente come se lo sarebbe aspettato.

 

Tre anni che non si vedevano, eppure così dannatamente legati da sfidare qualsiasi accadimento del destino.

Niente li poteva separare, nonostante ci avessero provato in tutti i modi ad andare ognuno per la propria strada.

Il destino però, a quanto pare aveva carte più vincenti delle loro e con il tempo avevano cominciato a capire quanto poco contassero pedine come loro in un gioco tanto grande.

 

Qualcuno si schiarì la voce, facendolo voltare repentino.

Un sorriso illuminò il suo volto.

 

“Ce ne hai messo di tempo” Hermione, di fronte a lui, alzò gli occhi al cielo, divertita.

 

“Ciao anche a te, Ron” lui respirò profondamente.

Sentire la sua voce dopo tutto quel tempo era come ricevere una scarica di fendenti nel petto.

Ghignò mettendosi dritto di fronte a lei, facendo un signorile gesto di saluto con la testa.

 

Anche più piccola e deliziosamente profumata di quanto ricordassi.

 

“Vogliamo andare?” chiese lei impaziente, infilandosi la sua giacca leggera.

 

“Che accoglienza fredda dopo tutto questo tempo…puoi fare di meglio Hermione!” rise lui, malizioso, ignorando bellamente l’occhiataccia di lei.

La vide aprire la porta ed uscire senza preoccuparsi di sapere se lui la stesse seguendo oppure no.

 

Lui sbuffò.

 

Ok…andiamo” borbottò più a se stesso che a lei, raggiungendola con due falcate. “Però credo ti toccherà spiegarmi il motivo di questo incontro sai?” lei lo guardò di sottecchi, ravvivandosi i capelli.

 

“Dobbiamo parlare”

 

“Certo che dobbiamo!” convenne lui “Ma dobbiamo parlare da tre anni e per quanto io ci abbia provato, sei stata veramente bravissima a renderti introvabile!” lei si bloccò, visibilmente innervosita.

 

Ron…non è ancora il momento, ok? Devi aspettare…”

 

“Ancora?” chiese lui strafottente.

 

“Sì” mormorò semplicemente lei, mentre la mascella di lui si contraeva.

Ripresero a camminare in un silenzio teso.

 

Solo quando arrivarono di fronte un grande cancello dall’aria malridotta e quasi completamente coperto da fastidiose piantine rampicanti, Hermione trovò la forza di girarsi verso di lui.

 

“Ci siamo” disse semplicemente, aprendo il cancello arrugginito cercando di essere meno rumorosa possibile.

 

“Ci siamo dove?! Che posto è?” chiese lui seguendola all’interno. Quando alzò gli occhi sul macabro paesaggio che aveva davanti, la sua gola si seccò all’improvviso.

 

“Un cimitero?” lei annuì, chiaramente tesa. “Hermione…perché mi hai portato in un cimitero?! Tu hai il terrore dei cimiteri!” lei si girò verso di lui.

 

“C’è bisogno di chiarire molte cose”

 

“E visto che non ti piace chiacchierare in un caffè, hai deciso di optare per una passeggiata tra le lapidi?!”

 

Più o meno è così…” lui imprecò sottovoce, dando una rapida occhiata allo scenario che aveva intorno, nervoso.

Vide Hermione fare qualche passo avanti, dandogli le spalle.

 

Ron…” esordì lei, guardandosi intorno vagamente allucinata. “…io…io non mi sono comportata bene con te”

 

“Già” annuì lui, tenendo gli occhi fissi sulla piccola figura di lei che continuava ad avanzare timorosa. “Non sei stata carina ad andartene così”

 

“Non credere sia stato così facile, Ron! Non lo è stato mai”

 

“Ah davvero? Strano perché mi sembra che sia io quello che si è svegliato da solo il giorno dopo che avevamo fatto l’amore!” lei si girò furente.

 

Cosa credi, che sia stato facile andarmene? Ho vissuto con il ricordo per tutto questo tempo!”

 

Cosa vuoi adesso? Pretendi di avere ragione? Hermione, sei scomparsa da un giorno all’altro, non mi hai dato più notizie, e Ginny e Harry non sapevano neanche dove fossi scappata! Poi ieri, un biglietto attaccato alla porta del mio appartamento. Non ti sembra quantomeno squallido? Ricomparire dopo tre anni in cui non hai neanche avuto la decenza di farmi sapere di essere viva o il motivo per cui tu te ne sia andata?!” lei ora lo guardava, in silenzio, in attesa che tutta la rabbia covata nel corso del tempo smettesse di avere tanto ascendente.

 

“Tu…hai ragione” esalò lei infine, guardandolo negli occhi.

Ron rimase spiazzato.

Di tutto si sarebbe aspettato tranne che Hermione Granger gliel’avesse data vinta tanto facilmente.

 

“Ma sai…nel corso di tutto questo tempo ho avuto modo di pensare” Ron rimase zitto, in attesa che lei completasse la frase. “Non posso scappare in eterno…da te”

 

“Perché dovresti scappare da me?!” chiese allibito.

Hermione alzò lo sguardo su di lui.

 

“Paura, insicurezza, situazioni avverse…amore…scegli tu quella che preferisci” riprese a camminare, inoltrandosi tra le lapidi disposte a caso. Lui la seguiva a debita distanza, ascoltandola attento.

 

Perché scappare dall’amore?” Hermione sembrò riflettere attentamente sulle parole da usare nella risposta.

 

Perché potrebbe essere un amore sbagliato”

 

Ne esistono davvero secondo te? Esistono sul serio amori sbagliati?” Hermione si girò, appoggiando la schiena contro un piccolo albero.

 

“Esistono davvero amori giusti?”

 

“Se non esistessero, vuol dire che non esisterebbero neanche quelli sbagliati e ciò non motiverebbe la tua fuga” Hermione sembrò sorpresa.

 

“Da quando hai cominciato a fare ragionamenti tanto lineari e complessi?” entrambi sorrisero.

 

“Sono cambiate tante cose da quando sei andata via” Hermione annuì grave, puntando gli occhi verso il terriccio umido.

 

“Ora però sono qui. Non me ne andrò di nuovo” Ron represse a stento un risatina che le fece alzare lo sguardo.

 

“È forse un velato invito a darti un’altra possibilità?”

                                                                 

E anche un enorme ‘scusami’ per quello che ti ho fatto passare”

 

E cosa ti fa pensare che io ora ti possa dire di sì?” Hermione sorrise trionfante. Sapeva che lui le avrebbe fatto una domanda del genere.

Si rimise dritta e indicò lo scenario intorno a loro.

 

Dove siamo ora?”

 

“In un cimitero” rispose lui, dubbioso, non capendo dove volesse arrivare.

 

E io che rapporto ho con i cimiteri?”

 

“Ne sei terrorizzata” lei fece un’espressione vittoriosa.

 

Che giorno è oggi, Ron?”

 

Halloween! La mia festa preferita!”

 

“Esatto! Tu ami Halloween! Io odio Halloween!” esclamò contenta che lui stesse seguendo il suo ragionamento.

Dal canto suo Ron, pur seguendo, non capiva.

 

Hermione…spiegati…” lei prese un respiro profondo, mettendosi una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio.

Fece qualche passo verso di lui, guardandolo negli occhi.

 

“Sono in un cimitero la notte di Halloween. Dovrei tremare dal terrore” Ron annuì, concentrato.

 

Ron…ti sembro spaventata ora?” lui la squadrò per un lungo attimo.

 

“Non lo sei…”

 

Eppure dovrei”

 

“Sì”

 

Ma non lo sono!”

 

“Già”

 

Eppure dovrei!” ripeté con più enfasi.

                                                                             

Ma non lo sei!”

 

Esattamente!” urlò lei, facendolo trasalire. “E perché, Ron, non sono spaventata?” disse poi, abbassando notevolmente il tono di voce.

Ron sembrò concentrarsi intensamente sulla possibile risposta.

 

“Ho idea che le cose non siano poi così cambiate dalla mia partenza” esalò lei infine, notando lo sguardo vuoto di lui.

Ron la fissò mortificato.

Hermione sospirò profondamente, bofonchiando qualcosa a se stessa, avvicinandosi ancora.

Si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò come solo Hermione Granger saprebbe baciare Ron Weasley.

Un bacio inspiegabile perché solo loro.

Un bacio unico pur essendo apparentemente come tanti altri.

 

Hermione si staccò dopo poco, terribilmente rossa.

 

“Perché questo Hermione?” sussurrò Ron, fissandola negli occhi. Emozioni contrastanti lo stavano dilaniando, lente, ma diabolicamente costanti.

 

Perché tu non mi fai avere paura” soffiò lei, ancora contro di lui.

Lui rimase in silenzio, incapace di far nulla.

 

“E sai…” riprese lei, la voce impastata “…ho avuto tanto tempo…e continuavo a pensare al motivo reale per cui sono scappata. Ho analizzato i fatti. Avevo paura perché tu mi piacevi e non dovevi piacermi. Ero insicura perché non sapevo i tuoi veri sentimenti per me. Le circostanze ci sono venute contro e io sono scappata dalle circostanze e da tutto il resto. Poi però…ho analizzato i fatti un’altra volta. E sono giunta alla conclusione che è stupido avere paura di amare qualcuno che non ti fa mai avere paura pur essendoci insicurezze dovute a circostanze avverse” disse Hermione tutto d’un fiato.

Ron la guardava, sorpreso.

 

Herm, lasciatelo dire, quanto a ragionamenti lineari e complessi sei ancora l’indiscussa numero uno

 

“Il mio discorso è stato abbastanza convincente, quindi? Mi dai un’altra possibilità?” lui sorrise sornione abbassandosi di nuovo su di lei.

 

“In realtà mi avevi già convinto nel momento stesso in cui ti ho vista scendere dalla scala di casa di Ginny

 

“Allora perché mi hai fatto continuare a parlare per quasi un’ora?!

 

“Adoro vederti presa in un ragionamento” Hermione storse il naso.

 

“Idiota!” Ron sorrise, finalmente sereno.

 

Merlino, quanto gli era mancato tutto questo.

 

 

 

 

 

 

 

 Fine. 

 

 

 

 

Buonaseeeeeeraaaaaaaaaaaa!!! Buon Halloween a tutti! ^0^!!!!

Shottina a tema per una delle feste che adoro di più (taaaaaanti dolcetti **)!!!! Spero tanto che vi sia piaciuta! ^^

Lasciatemi un commentino, mi raccomando!

Vi adoro tanto!

Baciotti potti! ^0^!!!   §

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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