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Autore: _Alyara    05/04/2012    1 recensioni
A Unima sta accadendo qualcosa di veramente strano, mai registrato negli archivi storici: ogni giorno si verificano sempre più aggressioni da parte dei Pokémon selvatici, che vengono denunciate alle autorità competenti.
Nessuno sembra capire cosa stia accadendo loro né il perché di questi assalti, nemmeno la sapiente professoressa Aralia riesce a spiegarsi questa faccenda. Sembra tutto perduto, o forse no.
Dal cap 1:
"Al notiziario avevano detto, su questo argomento, che nemmeno la professoressa Aralia sapeva cosa rispondere e che sarebbero stati chiesti soccorsi a un tipo che conosceva le caratteristiche di tali Pokémon. Touko era proprio curiosa di conoscere questo tipo e il suo modo di risolvere la faccenda, ma alla tv non avevano detto altro: né il nome né l'aspetto del misterioso individuo era stato divulgato, dicendo che il ragazzo - perché di un ragazzo si trattava - preferiva agire nell'anonimato perché i colpevoli non lo venissero a sapere"
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 21

 
 
Ci volle un po' perché i due ragazzi potessero arrivare al bosco che delimitava un po' di quella città. Il problema principale era il fatto che Serperior, non abituato a strisciare in mezzo alla gente, restava spesso indietro.
Più volte Wes tentò di far ragionare Touko sul fatto di farlo tornare nella pokéball, ma la brunetta fu irremovibile.

 
Dopo lungo tempo riuscirono a raggiungere gli alberi e vi si inoltrarono, un po' stanchi. Non avevano idea di dove si trovassero Altaria e Flygon, ma il ragazzo era fiducioso che li avrebbero sentiti.
Per il resto, il chiassoso rumore di Austropoli stava cominciando ad affievolirsi mentre si allontanavano sempre più dalla civiltà.

 
-Ma dove diamine sono finiti? Non necessitava che s'inoltrassero tanto, bastava il minimo per nascondersi!- sbuffò Wes.
 
-Haku, tu riesci a sentire Altaria?- domandò Touko al serpente, che negò con la testa.
Non riusciva ad avvertire nulla che potesse indicargli la posizione dei due Pokémon e degli umani che accompagnavano.
All'improvviso, però, si vide una colonna di fuoco seguito da un urlo agghiacciante.

 
Senza pensarci ulteriormente i due ragazzi si gettarono a capofitto verso quella che aveva tutta l'aria di essere una mossa Pokémon, seguiti da Haku che strisciava a grande velocità accanto all'allenatrice. Una nuova colonna sorse: erano sempre più vicini. Poi delle voci li bloccarono.
-Non muovere più un dito, ragazzino, o la tua amichetta farà una brutta fine-
 
-Lasciate stare Rui, ora!-
 
Wes inorridì sentendo la seconda voce, mentre un sospetto sempre più grande cresceva in lui.
Gli sembrava così familiare...
Non ci pensò due volte a buttarsi oltre i fitti alberi che li separavano dalla loro meta. Ciò che si ritrovò davanti fu una cosa incredibile. Adocchiò subito Rui, che, traumatizzata, era messa alle strette da un Cripsoldato e teneva saldamente tra le braccia uno zainetto, rifiutandosi di cederlo.
Ma ciò che gli saltò agli occhi fu un Moltres posato sul prato, grande e maestoso, e il suo allenatore accanto: questo aveva disordinati capelli rosso fuoco, inconfondibili.
Non riconosceva altro, poiché gli dava le spalle, ma aveva un'idea di chi avesse davanti.

Tuttavia, la sicurezza di Rui veniva prima perciò richiamò l'attenzione dei Cripsoldati su lui e Touko, che era arrivata alle sue spalle con Haku, da cui arrivò un basso sibilo.
Il ragazzo, a cui attribuiva quindici anni (o meglio, sperava avesse quindici anni), si voltò verso di loro e lo guardò stralunato e incredulo, con le lacrime agli occhi. Wes lo riconobbe subito: era Michael, suo fratello.
Ricambiò lo sguardo e gli si avvicinò velocemente, guardandolo con dolcezza: lo superava di due spanne abbondanti, come sempre.

 
Estrasse la pokéball di Raikou, il quale andò ad affiancare Moltres, pronto ad aiutare i due ragazzi che si scrutavano dall'alto in basso. I Cripto, accortisi del nuovo problema, digrignarono i denti.
-Maledizione, la famiglia è al completo- ringhiò uno.
 
Wes, a quelle parole, alzò lo sguardo su di loro e li fulminò con gli occhi, irritato dalla loro perenne e fastidiosa presenza.
-Se fossi in voi chiuderei quella bocca. Ora liberate immediatamente la nostra amica o la pagherete cara- sibilò.

La minaccia ebbe il consueto effetto, poiché quel ragazzo aveva una notevole fama anche nel mondo della malavita per via dei suoi trascorsi e dei numerosi malvagi che aveva battuto. Lasciarono che la rossa potesse correre incontro al Campione.
Rui si gettò immediatamente tra le braccia di Wes, che non esitò ad abbracciarla come più volte aveva fatto con Touko, ma lo fece senza alcuna esitazione.
Sempre tenendo lo zaino tra le braccia, la ragazza si strinse a lui, sollevata dal timore che riusciva sempre a incutere il mulatto. Dopo un po' la lasciò alle cure di Touko, che li aveva raggiunti, e sfidò con lo sguardo i quattro Cripsoldati.

 
-Allora?- disse, beffardo.
 
Impauriti, i Cripto digrignarono i denti, ma l'orgoglio impediva loro di muoversi per fuggire.
Nemmeno l'idea di avere davanti dei Leggendari più un serpente formato gigante li smuoveva.
Solo quando Raikou ruggì, infastidito, batterono in ritirata, giurando che prima o poi avrebbero prevalso. Quando i quattro furono scomparsi, Wes sentì delle braccia che lo avvolgevano di slancio.

 
Voltò immediatamente il capo e si ritrovò davanti i fiammeggianti capelli - ancora stentava a crederlo - del fratello.
Michael lo stringeva fortissimo, quasi privandolo del fiato, e poteva sentire dei singhiozzi provenire da lui. Non aspettandoselo, rimase stupito.

 
-Finalmente ti vedo, dopo tanto tempo... Fratellone- sussurrò il rosso, piangendo.
 
Ridacchiando, ricambiò subito l'abbraccio, nascondendo il volto nei capelli del fratello e chiudendo gli occhi con un sorriso.
Dopo un po', entrambi recuperarono il contegno e si scrutarono radiosi.
-Non vedevo l'ora di rivederti, fratellone. Mi sei mancato- esordì Michael, euforico.
 
-Anche tu mi sei mancato, Mic. Abbiamo tanto da raccontarci, dopo due anni. E a tal proposito, mi dispiace non essermi mai fatto vivo quanto meno con te- rispose Wes, rammaricato.
Anche se l'incontro con suo fratello minore l'aveva riempito di nuova gioia, aveva sempre temuto quel momento per un motivo ben preciso.

 
-Hai ragione, come sempre. Però credo sia il caso di affrontare questo argomento davanti a un bel fuoco, sono sfinito- rise il rosso, felice.
 
-Certo, ormai è troppo tardi per proseguire il cammino. Anche perché domani ci aspetta un deserto- disse, incamminandosi. Subito Michael lo seguì e Rui e Touko, non vedendo cosa fare, li seguirono con un'alzata di spalle.


 
 
La passeggiata nel bosco alla ricerca di un posto fu abbastanza tranquilla e priva di problemi.
Tuttavia c'era molto silenzio nel gruppo.
Anche Rui taceva, cosa molto insolita, e camminava di fianco a Touko, che era preceduta da Michael. Questo seguiva Wes e ne guardava le spalle con espressione triste, non capendo l'improvviso mutismo del fratello.
Eppure prima si era mostrato tanto felice di rivederlo...
Durante l'attacco dei Cripto, mentre Rui era in mano loro... Aveva proprio sperato che Wes comparisse all'improvviso e li cacciasse via come solo lui sapeva fare. E così era stato: come se il suo desiderio fosse stato realizzato, eccolo lì a fulminare con i suoi occhi dorati i Cripsoldati.
 
Non era cambiato molto: rispetto all'anno e mezzo mancato, i lineamenti del suo viso si era fatti più sottili ma decisi, i capelli erano cresciuti; ma lui era rimasto lo stesso: stesse movenze, stesso modo di fare tenebroso ma spiccato.
Gli occhi erano gli stessi e poteva leggere l'identica durezza e maturità che lo avevano contraddistinto tra gli altri ragazzi della regione di Auros.
Ma adesso... Era distante e chiuso in sé. Michael sapeva che c'era qualcosa che lo turbava e temeva che fosse lui la causa del suo mutismo.
Era deciso a chiedergli perché fosse così serio, ma non capiva quale fosse il miglior momento.

 
Una volta trovato uno spiazzo sufficientemente largo per ospitarli, Wes lasciò i tre ragazzi per andare a prendere della legna da ardere. Michael si offrì di aiutarlo, ma lui scosse la testa e declinò l'aiuto, usando come scusa il fatto che potevano essere attaccati ancora e le due ragazze andavano protette.
Davanti a quella scusa, molto plausibile, il rosso non seppe che dire e rimase così davanti al fuoco con le due ragazze.
Era parecchio incuriosito dalla brunetta, di cui ancora conosceva a malapena il nome, che sedeva accanto a lui e teneva timidamente la testa bassa, e dal serpente che le riposava accanto.
Rui fu la prima a rivolgerle la parola.

 
-Allora, tu sei Touko, giusto?- le domandò, facendole alzare il capo e mostrando grandi occhi blu.
 
-Sì, e tu sei Rui, sbaglio?-
 
-Centro- rispose l'altra, facendole l'occhiolino.
A Touko diede l'impressione di una ragazza molto vivace e piena di vita, un di quelle che colgono al volo un occasione e vivono alla giornata.

 
-E questo Pokémon, invece?-
 
La brunetta volse il capo verso Michael, sorridendogli, mentre il serpente apriva lentamente gli occhi rosso sangue e fissava anche lui il ragazzo.
-Lui è Haku. Si è evoluto oggi, è il mio starter- rispose Touko, cordiale, scrutando il giovane volto del fratello di Wes.

Non si somigliavano granché, notò: la carnagione era parecchio più pallida del suo amico e gli occhi, seppur ugualmente chiari ma di un intenso color smeraldo, avevano qualcosa di diverso ed erano grandi rispetto a quelli del mulatto, i quali erano più affilati.
E poi c'erano i fiammeggianti capelli rossi raccolti con una fascia blu scuro in fronte, che gli davano un'aria alquanto insolita, e le folte sopracciglia rossicce che contornavano gli occhi donandogli una grande sicurezza.
Tuttavia riusciva a riconoscere la stessa testardaggine di Wes in quelle grandi pozze smeraldine, e lo stesso orgoglio, tipico tratto maschile.
 
-Wow, uno starter evolutosi nella forma finale in sole due settimane, eccezionale! Comunque io sono Michael, il fratello minore di Wes. Ho quindici anni- esclamò il ragazzo con un sorriso solare.
 
Touko ricambiò il sorriso, trovandosi subito a proprio agio nei confronti di quel ragazzo così vivace.
Non ricordava di aver mai visto il mulatto sorridere tanto, Michael era proprio l'opposto.
-Io sono Touko ed ho quattordici anni. Allora, Michael, hai anche tu una squadra fortissima come quella di Wes?-
 
-Diciamo di sì. Sono anch'io il Campione di Auros, sebbene rappresenti una sorta di "vice" in confronto a lui- rispose il rosso.
 
-Caspita, quindici anni e sei già Campione! Hai mai pensato di sfidarlo ad una lotta Pokémon per contendervi il titolo effettivo?- domandò la brunetta.
 
-No, non intendo sfidare Wes. Anche fosse, non lo batterei mai: lui ha molta più esperienza di me ed è tremendamente furbo, ed anche audace. A differenza mia, non ha paura di ferire la gente se è necessario ed è bravissimo a mettere a disagio le persone, ed anche a piegare il loro volere. Riesce ad incutere una tale paura quando vuole...-
Il tono d'ammirazione con cui Michael parlava del fratello maggiore era più che palese: si vedeva quanto stimava il diciassettenne, si leggeva anche negli occhi.
 
-Gli vuoi molto bene, vero?- gli chiese, intenerita dall'espressione sognante che aveva in viso.
 
-Wes per me è un punto di riferimento solido. Fu lui a occuparsi di me quando papà se ne andò, e nostra madre era troppo depressa per badare a noi. Mi proteggeva sempre in caso di risse e riusciva sempre ad avere l'ultima parola. E poi, era anche temuto dai nostri compagni: con il suo aspetto e la sua pacata indifferenza era molto popolare-
 
-Tutti lo ammiravano, lo ammiravo anch'io, ed era molto richiesto. Nonostante la bassa media scolastica, riusciva a impressionare i maestri quando esponeva una tesi. Era, ed è ancora, un tipo molto carismatico, di quelli che con poche parole riescono a portare una giuria dalla loro parte. In più passava spesso il tempo da solo con Umbreon ed Espeon, indifferente a quanto accadeva intorno a lui. A nascondino, quelle rare volte che si concedeva una partita, era impossibile trovarlo, e lo è tutt'ora: se lui non vuole farsi trovare, è impossibile scovarlo. Ha un'innata dote per questo-
 
-Ma perché era così freddo?- domandò Touko.
 
-Non è molto bello venire derisi per colpa di un padre che si odia. Anche se era popolare, la notizia che nostro padre aveva abbandonato la famiglia era dilagata come una macchia d'olio e ciò ci rendeva orfani. Per quanto possa intenerire una donna, essere orfani di un mascalzone non è propriamente una bella cosa, specialmente se tela sbattono in faccia ogni cinque minuti. Difatti Wes più volte finì in punizione per via di certi bulletti che, invidiosi, gli rinfacciavano il suo status e che poi pestava a sangue se prendevano di mira me. Non è molto affabile, si adira sempre moltissimo quando succede qualcosa di brutto a chi vuole bene- rispose Michael.
 
-Già, Wes non è un tipo sociale. Anche tutt'ora sta sempre solo con i suoi Pokémon, in giro. Si allena sempre, come se da ciò ne dipendesse la sua vita, e si fa sentire raramente- lo appoggiò Rui, grave.
 
-Accidenti... Ma durante il tempo in cui siamo stati insieme non è mai stato così... freddo, anzi!- disse la ragazza bruna, stupita.
 
-Perché adesso è migliorato. Ma prima, credimi, avere sue notizie era un'impresa- disse Rui, ridacchiando, mentre Michael annuiva.
 
-Parlate di me?-
Tutti e tre si voltarono, ritrovandosi davanti Wes con le braccia coperte di vari tronchi e fuscelli secchi, dall'aria pesante.
Subito Michael si precipitò ad aiutarlo e lui accettò con un sorriso appena accennato, anche se non aveva minimamente bisogno di aiuto per trasportare qualche ramo. Appena ebbe metà dei rami sulle proprie braccia, il rosso tentò di non far vedere la sua difficoltà nel tenerli sollevati.

 
Quella era un'altra differenza che separava lui e il fratello: la forza.
Wes era dotato di forza e resistenza notevoli per un ragazzo di esile corporatura, mentre Michael non aveva nulla di speciale se non la sua innata vivacità.

 
-Sì, abbiamo raccontato a Touko un po' di aneddoti sul tuo conto di ragazzo freddo e calcolatore, Wes- ridacchiò Rui, per nulla a disagio.
 
Per un attimo lo sguardo dorato del Campione indugiò sulla brunetta, che avvampò d'imbarazzo, e le sorrise mesto.
-Beh, spero ti sia divertita- ridacchiò, mentre posava i tronchi vicino al fuoco e sedendosi con i tre.
 
-Insomma, da come ti descrivono non somigli per nulla a come ti ho conosciuto-
 
-Il carattere muta col tempo, Touko. Questo dovrebbe saperlo benissimo la cara Rui, che mi ha sopportato per un anno e mezzo di fila o quasi, ma sembra non essere così- rispose Wes, guardando male l'amica di Auros che divenne rossa.
 
Anche dopo tanto tempo, Rui continuava ad imbarazzarsi quando l'amico la guardava intensamente. Non l'aveva dimenticato del tutto e un barlume di speranza viveva ancora in lei.
-Eheh...-
 
-Comunque...- cominciò lui, perdendo interesse per la rossa e guardando il fratello dritto negli occhi.
 
-... tu qui... che ci fai?- domandò schietto, cogliendo Michael impreparato che boccheggiò.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma aveva dimenticato quanto suo fratello sapesse essere diretto, al contrario di lui.

 
-Beh, mi sembra ovvio. Volevo rivederti, e anche aiutarti-
 
Wes rimase sinceramente sorpreso dalla sincerità di Michael quanto alla voglia di rivederlo, ma non volle darlo a vedere per il momento, deciso a porgergli la domanda che gli premeva fargli in un altro momento.
-E come credi di aiutarmi?- domandò, tenendosi distaccato, gesto che innervosì il minore.
 
-Non so se lo sai, ma ho seguito il tuo esempio e...-
 
-Che tu sei un allenatore lo so, Mic, e ti faccio i miei complimenti per lo splendido Moltres che ho visto e che ipotizzo sia nella tua squadra. Ma non è questo che intendevo. Volevo solo sapere perché. Lascia perdere per un momento il tuo desiderio di ricongiungerti a me e rispondimi oggettivamente: perché non sei rimasto ad Auros, dove ti sapevo al sicuro?- lo interruppe Wes, con un cenno negativo del capo.
 
A quelle parole Michael s'irritò, seccato dall'atteggiamento freddo del mulatto.
-Credevi forse che sarei rimasto fuori da questa questione? Mi conosci troppo bene, Wes, per non sapere che io non sto mai al mio posto-
 
-Ne convengo, ma non potevi lasciar perdere?- chiese il maggiore, perdendo un po' del suo atteggiamento distaccato e mostrando sempre più il suo lato fraterno.
 
-No, se c'era la possibilità di rivederti visto che non ti sei mai fatto vivo! E se proprio vuoi una risposta oggettiva, è anche compito mio badare al Team Cripto, non è unicamente tuo- rispose il rosso, alzando la voce e alzandosi di scatto, le mani strette in due pugni ben serrati e i denti digrignati.
 
Ma Wes non aveva sentito molto, essendosi fermato a "non ti sei mai fatto vivo", mentre Michael assimilava di botto il suo errore. Infatti, prima di marciare nel bosco in cerca di un posto dove pernottare gli aveva detto che gli dispiaceva non essersi mai fatto sentire quanto meno da lui. Si accorse di averlo accusato ingiustamente e cercò di scusarsi.
 
-Wes, io... non volevo, scusa...-
 
Ma il giovane lo interruppe con un fugace cenno negativo con la testa e poi alzò lo sguardo verso di lui, guardandolo con durezza tremenda. Calò il silenzio tra i quattro: Michael sapeva di averlo ferito e continuava a guardare il fratello, che da parte sua restituiva freddo l'occhiata; Touko e Rui non sapevano cosa fare e alternavano lo sguardo tra i due ragazzi, indecise.
 
Poi, come sempre, Wes fu capace di sorprenderli. Sorrise dolcemente al minore, che rimase spiazzato.
-Sono contento di vedere che non sei minimamente cambiato, fratellino- esordì, avvicinadoglisi e abbracciandolo con tenerezza.

Michael non seppe che fare, troppo sorpreso da quella stretta sincera e sofferta, ma alla fine decise di ricambiarlo.
-Anche tu sei rimasto lo stesso- disse poi, nascondendo il volto nel torace del maggiore, che ridacchiò.
 
Quando si staccarono si guardarono con gioia maggiore di quella di prima e risero di gusto, confondendo le due ragazze che guardavano i loro compagni di viaggio senza capire a fondo i frequenti sbalzi di umore che si erano succeduti in quelle poche ore.
Wes e Michael sedettero l'uno accanto all'altro, felici, e si unirono a Rui e Touko che sorrisero loro con rassegnazione.
 
-Dunque, immagino già abbiate fatto conoscenza mentre non c'ero- cominciò Wes, guardandoli uno alla volta.
I tre annuirono, così il biondo decise di passare direttamente ai fatti.
Si voltò verso Michael di Auros e disse:
-Rui ti ha parlato di ciò che accade in questa regione, Michael?-
 
-In verità, sei tu che me ne hai parlato. Durante la tua telefonata al Laboratorio Pokémon di Hoenn, io ero lì. Sebbene la tua voce mi giungesse distorta, sono riuscito ad ascoltare tutto-
 
-E?-
 
-Non posso nascondere la mia preoccupazione a riguardo. Il problema è senz'altro molto più esteso di prima e seconda volta- rispose nuovamente il rosso.
 
-Già, questa volta è più difficile. Non so se conosci Nascour, ma a Zefiropoli mi sono ritrovato ad affrontarlo-
A quelle parole, anche le ragazze gli diedero tutta la loro attenzione: Wes non aveva parlato di cosa esattamente fosse successo in quella radura, nemmeno durante la chiamata con Rui.
 
-Pensavo di riuscire a sconfiggerlo facilmente, come sempre... Ad Auros non era una cima, con qualche attacco ben messo eravamo capaci di costringerlo alla resa. Tuttavia, nonostante abbia utilizzato il potere di Suicune, il secondo dei Pokémon più forti che ho, non sono riuscito a sconfiggerlo. Ero rimasto imbrigliato in un cerchio di Cripsoldati, che al suo comando hanno sparato tutti insieme-
 
-Potevo restarci secco, se non fosse stato per il pronto aiuto di Suicune che ci ha protetto con Protezione. In seguito Altaria mi portò via. Sembravo illeso, ma non era così-
 
A quel punto si portò la mano sinistra sul braccio destro, nel punto in cui c'era il tatuaggio falciato in due, gesto che incuriosì Michael, il quale spostò lo sguardo sul braccio del fratello.
-Ho avuto vera paura, per la prima volta dopo tanto tempo. Il mio errore ci è costato una settimana, tempo che ho speso prevalentemente ad allenarmi quando fui in grado di alzarmi e il braccio non mi faceva più troppo male. In questo tempo in cui sono stato inattivo, siamo stati inattivi, ho perso quella risolutezza che mi aveva trascinato su e giù per Auros due anni addietro. Tale mancanza mi è quasi costata la vita, ero troppo sicuro di me in quel momento-
 
-Ma sei impazzito??!- urlò Michael, tirandosi in piedi all'improvviso, ma Wes non alzò nemmeno lo sguardo, un sorrisetto mesto sul suo viso.
 
-Masochista! Per colpa tua stavo per rimanere senza il mio unico fratello. Meno male che adesso ci sono io, e credimi: ti impedirò di fare alcunché di audace- strepitò, additando il maggiore.
 
-E tu credimi se ti dico che ritrovarmi a due passi dalla morte mi ha reso più cauto e risoluto che mai. Ho compreso bene il mio errore: ho sottovalutato il nemico. Non l'avessi mai fatto... Saremmo già a metà raccolta delle medaglie di Touko, e anche oltre- disse soltanto Wes.
Poi alzò gli occhi e lo guardò dritto negli occhi, con uno sguardo quasi vampiresco.
 
-E poi tu sai bene cosa accade a chi mi da oltremodo fastidio-
 
Il rosso si calmò di botto, guardando il maggiore dei due con uno sbuffo appena accennato e le mani ai fianchi, il peso spostato tutto sulla gamba destra.
-Sei sempre il solito, ti ficchi sempre nei guai- disse, tornando seduto.
 
-Senti da che pulpito! Se non ricordo male, eri tu quello che rischiava di essere costantemente picchiato. E chi veniva puntualmente in tuo soccorso?- lo derise amichevolmente il biondo, sedendoglisi accanto.
 
-Ma almeno io non rischiavo di morire- rispose acido Michael, guardandolo sprezzante come sempre.
 
Poi sospirò, spostando lo sguardo di lato ma continuando a tenere il volto verso di lui.
-Almeno fa' più attenzione. Non voglio vederti in una bara, né piangerti-
 
Sorpreso dalla serietà e dalla tristezza con la quale il rosso pronunciò quelle parole, Wes lo guardò leggermente stupito, ma con un sorriso dolce annuì deciso.
-Quel momento è ancora molto lontano. Ho molto da fare al mondo, è troppo presto perché la morte mi colga. E anche lo facesse, io non resterò a guardare. Mai- disse, cingendo le spalle del rosso con il destro.
 
-Pessimistico, ma mi piace- rise Michael, tornando vivace come sempre.
 
All'improvviso Rui si alzò a sedere e si mise di fronte a loro, che la guardarono con interesse.
-Sono proprio contenta. E' sempre così che ho sperato di vedervi: l'uno abbracciato a l'altro, legati profondamente dalle vostre esperienze- disse, mentre i due giovani si guardavano stupiti e riportavano lo sguardo su di lei.
 
-E dato che le cose si sono sistemate...- cominciò la rossa, prendendo il prezioso zaino che si era portata dietro.
 
-... direi che questa ti appartiene... Wes- concluse, inginocchiandosi davanti al mulatto e aprendo con cura la cerniera del bagaglio a mano.
Al suo interno, accuratamente piegata per farcela stare, era stipata la Cleptatrice Portatile, l'unica ancora intera e la sola cosa che gli aveva permesso di essere ciò che era.

 
Con dita tremanti, le mani del ragazzo sfiorarono il freddo ferro della spalliera meccanica, tinta di un blu ancora più scuro del suo cappotto e con i bordi rosso cremisi, ben visibili al buio.
La tirò fuori con delicatezza, rivelando la strana spirale metallica rossa che si avvolgeva intorno al braccio, fino al pezzo conclusivo di quella macchina infernale: un altro guscio protettivo, questa volta per il polso, tinta degli stessi colori della spalliera.
Wes la guardò da cima a fondo, notando quanto fosse perfettamente messa e oliata nonostante non venisse utilizzata da molto tempo.
 
-Nostalgia, eh?- sentì e alzò la testa verso Rui, che lo guardava con un sorriso smagliante.
 
Vedendo che il giovane esitava, lo spronò ad indossarla come tanto tempo prima.
Con un cenno del capo, Wes si alzò e portò il leggendario quanto maledetto macchinario alla spalla sinistra, là dov'era sempre stato durante il suo primo viaggio, e con sicurezza infilò il braccio coperto dalla manica dal cappotto dentro la spirale, lasciandolo scivolare finché la mano guantata di nero non spuntò dalla protezione alla fine del braccio. Dopodiché, allacciò le cinghie che assicuravano il macchinario all'ascella e al polso e torse il braccio per riabituarsi al peso.

 
-Vedi se funziona, anche se non ne dubito-
 
Annuendo alla proposta di Michael, che guardava il fratello con crescente ammirazione, premette lo strano bottoncino perlaceo posizionato sul bordo della spalliera metallica. Subito sentì le forze venir meno e la sua percezione delle cose affievolirsi, mentre la Cleptatrice attingeva ad esse per alimentare il processo per trasformare una normale sfera poké in una Cleptoball, capace di catturare anche i Pokémon più difficili e resistenti direttamente dalle mani di un allenatore.
Sentì quell'energia oscura fluirgli dal corpo per concentrarsi tutta sul palmo del guanto nero, che fungeva da protezione alla mano sinistra perché questa non venisse danneggiata dal contatto con quel potere maligno.
Anche Touko, Rui e Michael potevano vederlo, o meglio vedevano una strana aura violacea avvolgergli il braccio e fortificarsi nel palmo, stranamente rigido.

 
Wes troncò il contatto con il pulsante e le energie gli tornarono, anche se non erano "pure" come prima, ma aveva qualcosa di diverso.
-Sì, funziona a meraviglia. Mi ero proprio scordato di quanto bisognasse faticare per azionarla. Dovrò allenarmi ancora di più adesso che ho questo strumento con me- sospirò, ripresosi, e si guardò la mano sinistra.
 
Touko guardò incantata il ragazzo, rendendosi conto di quanto quel maligno macchinario stesse bene addosso a lui.
Come se fosse nato per portarlo.
Ora che lo vedeva con la Cleptatrice al braccio, sentiva che l'aspetto del mulatto era ormai completo. Era tornato quello di un tempo.
Wes si accorse del suo sguardo e lo restituì con un sorriso appena accennato, mentre si sentiva perdere in quegli occhi blu oltremare.

                                                                                                                        *
Finalmente i due fratelli si sono ritrovati, e tutto sembra andare meglio... Ma sarà davvero così?
Innanzi tutto, ciao!
Come promesso, ecco il nuovo aggiornamento di Giovedì ;)
Tuttavia sono rimasta un po' stupita: nessuna recensione? Mi avete un po' delusa, ma forse le mie abituali commentatrici (e Juri) sono in viaggio per le vacanze u.u
Bah, io non parto mai per nessuna festività, preferisco le familiari mura di casa ad una fredda e inquietante stanza d'albergo, per quanto comoda possa essere. Perciò continuerò ad aggiornare anche in vacanza!
Il prossimo capitolo verrà postato Domenica, per chi avrà la voglia di continuare a leggermi.
Bye!
  
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