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Autore: Zomi    05/04/2012    5 recensioni
Era bellissima. Rotonda e luminosa, irradiava luce nel Grande Blu, illuminando qualsiasi forma di vita vi navigasse, culandola nel suo viaggio e accompagnandola finché gli fosse stato permesso. Quella tonalità di rosso poi, un misto di luce e amaranto, ne esaltava la forma circolare e luminescente, come se fosse stata l’unica abitante del firmamento, oscurando tutti gli astri e le stelle che solitamente brillavano nel cielo...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Auguri di buona Pasqua a tutti, deliranti amati di One Piece e dintorni…

Zomi
 

 
 

RED MOONLIGHT

 
 
Era addossato al balconcino in legno della piccola terrazza della biblioteca a poppa, nascosto nel buio di quella notte, ad osservare il moto delle scure onde e quella inusuale e perfetta luna rossa.
Era bellissima. Rotonda e luminosa, irradiava luce nel Grande Blu, illuminando qualsiasi forma di vita vi navigasse, culandola nel suo viaggio e accompagnandola finché gli fosse stato permesso. Quella tonalità di rosso poi, un misto di luce e amaranto, ne esaltava la forma circolare e luminescente, come se fosse stata l’unica abitante del firmamento, oscurando tutti gli astri e le stelle che solitamente brillavano nel cielo, nascoste timorose e timide dietro a pallide nuvole violacee, tinte a quel modo dalla stessa luna.
Sorrise, Zoro, rilassato a guardare quel cerchio tondo e rosso che galleggiava nel cielo. Non l’aveva mai vista di quel colore così anomalo, eppure in quel tratto di mare c’era stato per ben due anni. Com’è che non l’aveva mai notata?
Forse aveva altro per la testa. Il suo sogno, il suo compito per quei due anni, i suoi compagni persi chissà dove, Miwach che cercava di fargli la pelle ogni santo giorno, la solitudine…
-È molto bella, vero?-
Si voltò non molto sorpreso verso la porta finestra aperta a quella domanda, non stupendosi di trovarci addossata ad uno stipite del balcone Nami. Anche lei era ancora sveglia, in quella notte di luna rossa, e come lui, era con il naso all’insù a osservare sorridente quello specchio rosso luminoso.
-Carina…- minimizzò lo spadaccino, riportando lo sguardo al cielo.
-A me piace…- gli si avvicinò la navigatrice, appoggiandosi anch’essa al parapetto e posandosi sulle braccia al balcone -… ma tu devi ormai esserti abitato al suo colore particolare, no? Kuraigana non è molto distante da qui, giusto?-
Il verde sbuffò, incrociando le braccia abbandonate sul balcone e incurvando la schiena.
-La navigatrice sei tu…- bofonchiò.
Nami non gli rispose, presa a guardare il cielo. La luna rossa era immobile a illuminarla, sottolineando il rosso scarlatto dei suoi capelli, che ondeggiavano liberi sulla schiena incurvata di lei, come preziosi e sublimi fili di oro rosso che venivano bagnati della luce lunare vermiglia, quasi a volergli festeggiare per la loro somiglianza con la luce dell’astro lunare.
Era bello, starsene lì in tranquillità ad osservare il cielo in compagni di quel taciturno e incantato spadaccino, perso anch’esso a fissare la volta celeste. Nami sorrise, volgendo la coda dell’occhio, però, a osservare il compagno che le era accanto, illuminato dal riflesso rosso della luce lunare sulle onde.
Era cambiato. Non molto, ma quel tanto che bastava a chiedersi se fosse ancora lo stesso spadaccino di prima, o se ne fosse diventato uno diverso. Fuori, all’esterno, non era cambiato poi più di tanto. Qualche cicatrice in più, si, e pure un po’ evidenti come quella sull’occhio sinistro, si era anche irrobustito, liberandosi per sempre delle fattezze di adolescente scavezza collo e facendo sue quelle di uomo pazzo e scriteriato… ma dentro, nell’animo, era sempre il suo Zoro?
“Si…” sorrise voltando completamente lo sguardo su di lui “… è sempre il mio buzzurro, ominide, scemo… in quello non potrebbe mai cambiare… come non potrebbe mai cambiare il suo animo nobile e coraggioso. Le brutte abitudini sono difficili da perdere…” ridacchio.
-…e poi non è vero…- sbuffò tutto d’un tratto Zoro.
-Come?- inarcò le sopracciglia Nami, smettendo di ridacchiare.
-Non è vero che mi sono abituato al rosso della luna…- si spiegò meglio.
-Ah… perché troppo strana?- ipotizzò.
-No… è che non me ne sono mai reso conto che fosse di un colore diverso…- si grattò il capo, alzando un angolo del labbro superiore.
-Ma come hai fatto a non accorgertene? Hai passato due anni qui… non hai mai guardato fuori dalla finestra?!?-
-No…- ammise ghignando.
-Buzzurro…- si passò una mano sul viso la navigatrice, sospirando -… sei incorreggibile…-
-È che le cose belle te le perdi se non hai qualcuno di speciale con cui condividerle…-
Alzò lo sguardo su Nami, sollevando il busto e mettendosi ben eretto in piedi. La ragazza lo guardava non capendo che intendesse dire. Non era da Zoro dire certe cose così profonde e sensate. Mantenevano i loro sguardi sulla stessa traiettoria, incrociandoli e incatenandoli tra loro.
-Forse…- sorrise Nami, ritornando a guardare il cielo e alzando a sua volta il busto piegato sul parapetto -… però è strano che tu dica una cosa del genere… sicuro di stare bene?-
-Uff… per una volta che dico qualcosa di decente…- sbuffò il verde quasi offesosi, voltandole le spalle e incamminandosi verso la biblioteca per andarsene.
-E dai!!! Resta… scherzavo!!!- rise la navigatrice, trattenendolo per un braccio e correndogli dietro. Lo spadaccino si voltò rapidamente, prendendola alla sprovvista e accerchiandola con le sue muscolose braccia, stringendola a se e posando il capo tra i suoi capelli ramati. Nami, da prima un po’ sorpresa per il gesto, si lasciò abbracciare, ricambiando la stretta e accerchiandolo di rimando per la vita. Era strano ritrovarsi lì, improvvisamente tra le sue muscolose braccia, protettive e micidiali, che la stringevano delicatamente, ascoltandolo respirare e perdendosi in lui. Posò il capo sul suo torace, a livello del letto del cuore, dove quel muscolo involontario batteva sano e forte. Si lasciò cullare da quella melodia naturale, permettendo allo sguardo di inebriarsi della luce ramata della luna, guardandola alta nel cielo.
Sentì lo spadaccino sospirare tra i suoi capelli e inalare avido il suo profumo. Arrossì, percependo le mani rozze e maldestre del verde accarezzarla sulla schiena, inciampando nelle curve dei suoi capelli e sentendo le labbra sottili e incurvate in un ghigno, posarsi sulla sua fronte.
-Non ricordo di aver mai visto la luna a Weatheria…- sussurrò, alzando il viso dalla camicia aperta del samurai, incrociando lo sguardo nocciola con quello nero di lui.
-Te l’ho detto no? Le cose belle vanno condivise con qualcuno di speciale, se non vengono nemmeno notate…- sorrise Zoro, sussurrandole sulle labbra. Nami annuì semplicemente, posando dolcemente la sua bocca su quella vicinissima di lui, unendole in un casto bacio. Non sapeva perché lo stava facendo. Sapeva solo che voleva baciarlo, condividere con lui qualcosa di speciale e fare in modo che nessuno dei due potesse mai più dimenticarlo.
Forse era stato quel sentimento strano e forte, di cui temeva ancora il nome, a spingerla a baciarlo, come anche a non bisticciarci quando l’aveva abbracciata. Quel calore denso e luminoso, che la faceva sorridere di pure gioia quando lo vedeva, che la faceva restare sveglia notti intere finché non lo sentiva camminare lungo il corridoio davanti alla sua cabina, diretto a dormire anche lui. Quel sentimento che solo una volta si era azzardata a chiamarlo, sussurrando, “Amore”, tremando di paura di un’emozione tanto sconosciuta e pericolosa. Ma lo era poi davvero?
Sospirando, si allontanò rossa in viso dallo spadaccino, scrutando in volto in cerca delle sue reazioni per quel suo gesto tanto sconsiderato. Zoro sorrideva, estasiato per quel piccolo e breve contato che, si lo ammetteva per la prima volta anche con se steso, aveva sognato e sperato di avere con la mocciosa per tanto, troppo tempo. Stringendola ancora nel suo abbraccio, la guardava arrossire timidamente, e non riuscì a non pensare quanto fosse tenera e bella. Le accarezzò una guancia, riavvicinando i loro visi e sentendo le braccia di lei spostarsi dalla sua vita al suo collo, dove lo accerchiarono dolcemente.
-Mi sei mancata in quei due anni...- ammise in un soffio -…e credo che se anche tu ci fossi stata a Kuraigana, allora, questa luna rossa l’avrei vista sempre… anche di giorno…-
-Anche tu mi sei mancato Zoro… tanto…-
Tornarono a baciarsi, stringendosi l’un l’altro. Le loro labbra si intrecciarono alla perfezione, come se fossero state creata apposta per completarsi e unirsi in quei baci soffici e leggeri. Fattosi coraggio, lo spadaccino, leccò con la punta della lingua le labbra umide di Nami, gustandone appieno l’aroma e il gusto inconfondibile di quella mocciosa ladra che gli aveva rubato cuore e anima, e che solo ora, sentendola così vicina, morbida e calda, riusciva ad ammettere di amare. La navigatrice, socchiuse la bocca, permettendogli di approfondire il loro bacio e di scoprire nuove sfaccettature di quel compagno che credeva di conoscere per intero, assecondando la sua lingua in quella danza travolgente e passionale e lasciando coinvolgersi con la sua.
Lo abbracciò con forza per il collo, aggrappandosi a lui e alzandosi sulle punte dei tacchi per venire totalmente immersa nel loro bacio. Zoro le accarezzava il capo con una mano, mentre con l’altra la stringeva a se abbracciandola per la schiena. Con moto incerto e non del tutto concentrato, inziarono a indietreggiare dentro la biblioteca, desiderosi di poter avverare per almeno una volta nella loro vita, quel folle desiderio di amore verso il compagno, assaporandolo appieno e vivendolo con lucidità e pura gioia.
Oltrepassarono la porta finestra, entrando nella cabina dove riposavano silenziosi tutti i libri della ciurma. La stanza era tinta di un rosso tenue e leggero, che filtrava dall’esterno illuminato dalla luna. I mobili e tutto l’arredamento, si mischiavano dolcemente tra il nero del buio e il rosso della luce, annullando i loro contorni e cancellandosi nella notte. Camminando, Nami aveva spostato i suoi baci dalla bocca del verde su tutto il suo viso, sfiorando delicata la cicatrice dell’occhio cieco e scendendo lungo la gola palpitante per i battiti frenetici del cuore del ragazzo, inumidendo il suo Pomo d’Adamo e risalendo poi, nostalgica, su quelle labbra gementi e in preghiera del suo rintrono su di loro. Lo spadaccino ghignò divertito, accerchiando con le mani il dolce viso in estasi della navigatrice e guidandolo in un mondo tutto suo, dove le loro lingue non si dibattevano litigando, ma si amavano unendosi in baci passionali e proibiti.
Distratto dal loro bacio, indietreggiando, Zoro inciampò in una gamba di una poltrona della biblioteca, solitamente usata da Robin per leggere in notti buie e insonni. Con un tonfo, vi si sedette perdendo l’equilibrio, ritrovandosi tra la morbida e accogliente imbottitura del divanetto e mettendo fine al bacio che tanto l’aveva rapito. Disorientato, puntò lo sguardo sulla figura femminile che aveva davanti, e che si stava spogliando velocemente, sfilandosi di dosso la maglia e gettandola lontano, mentre l’esile gonna a pieghe scivolava lentamente lungo le sue sinuose e accattivanti gambe. Veloce, Zoro si sbottonò la patta dei pantaloni, sfilandoseli fino alle ginocchia e lasciando cadere dietro di lui, sullo schienale della poltrona, la camicia che indossava. Con il solo intimo addosso, Nami si sedette cavalcioni sulla vita dello spadaccino che l’accolse abbracciandola per la vita e tornando a baciarla. Le loro mani scoprivano a vicenda il corpo dell’amante, accarezzandolo e eccitandolo sempre più. Scivolavano tra le pieghe dei loro movimenti, toccandosi con gentilezza e forze sui rispettivi petti e gambe e tremando al bollente passaggio del rispettivo tocco.
Maldestramente, Zoro le sfilò il reggi seno, lasciandolo scivolare tra loro due e abbracciandola con forza al suo petto. Spostò con garbo le sue labbra dalla bocca di Nami sulla sua gola, sentendola tremare di piacere e scendendo fino a inumidire il tatuaggi sul suo braccio sinistro. Lo baciò prima dolcemente, sfiorando appena i contorni bluastri del disegno, ma poi con sempre maggior passione, incendiando la pelle della ragazza man a mano che si avvicinava al centro del simbolo, gemendo con lei per quei baci.
Continuava a baciarla con amore estremo, cercando prima del suo piacere quello di lei. Nami, persa nelle sensazioni di puro oblio di piacere e eccitazione che lo spadaccino le faceva provare, strusciava gemendo le cime dei suoi seni sulla dura e muscolosa pelle di lui, eccitandolo con quei movimenti e facendolo mugugnare piacevolmente quando aumentava il movimento del suo petto, spingendolo più verso il torace scolpito del verde e appiattendo le sue rotondità contro di lui.
Perso il controllo, Zoro strinse nelle sue mani il sedere della rossa, sodo e delicato allo steso tempo, spingendolo verso il suo bacino e facendolo cozzare contro quello morbido e bagnato di lei, rubandole un piccolo grido di stupore mentre strusciava il suo membro eretto contro la sua femminilità, premendo desideroso di averla. Consci di non poter resistere ulteriormente, si spogliarono del tutto, liberandosi dei pochi centimetri di stoffa che gli intralciavano nel loro scoprirsi e riunendosi poi in un caldo e dolce abbraccio.
Afona e accaldata, Nami posò la testa tra l’incavo tra spalla e collo di Zoro, abbracciandolo per le scapole, mentre lui la stringeva a se abbracciandola per la vita. Le loro membra, umide ed eccitate, aspettavano silenziose di unirsi, strusciandosi tra loro in morbide carezze sognate solo in notti di pura follia d’amore.
Lo spadaccino alzò una mano verso il capo rilassato della navigatrice, accarezzandolo e posando leggeri baci sulle tempie imperlate di sudore. Con la schiena addossata alla spalliera della poltrona, si beava di poterla toccare e sfiorare liberamente, non reprimendo più il pulsante desiderio di accarezzarla, che per tanto l’aveva tormentato. Nami, totalmente rapita dal tocco leggero e dolce di lui, sembrava facesse le fusa contro il suo collo, sospirando lievemente tra un sorriso e l’altro e stringendosi a lui, incerta che quella fosse la realtà o un altro suo delirante sogno, mosso dal demone dell’amore.
-Nami…- la chiamò dolcemente lo spadaccino, alzandole il volto con la punta delle dita e guardandola dritta negli occhi -… io… io ti amo…-
Voleva solo dirglielo, non aspettandosi nessuna risposta, ma semplicemente ammettendo a voce alta anche con lei cosa realmente il suo cuore provasse per quella testolina dura e orgogliosa di una mocciosa, per la quale aveva perso ogni senno e volere, piegandosi volentieri, per la prima volta in vita sua, al desiderio possente e egoista di essere posseduto da qualcuno, e usato in qualsiasi modo pensabile pur di donare felicità e gioia al suo detentore. Nami, sorridente e rossa in viso, lo baciò a fior di labbra, accarezzandogli il viso e assaporando per l’ennesima volta il suo dolce sapore alcolico che le annebbiava i sensi.
-Anch’io ti amo…- soffiò contro le sue labbra, baciandole incontrollabile -… e voglio condividere con te, mia persona speciale e amata, ogni evento e cosa che vedremo lungo il nostro viaggio di vita, ricordandomene sempre perché l’ho potuta vivere con te…-
Sorridete con il suo solito ghigno di felicità, Zoro la baciò passionale, alzandola per il bacino di quel poco per poterla finalmente fare sua. E mentre i due si amavano, muovendosi all’unisono su quella poltrona, ansimando e gemendo, unendo le loro anime e i loro corpi in un unico angelico demonio vivente, mosso solo con l’obiettivo di amarsi appieno l’un l’altro, la luna, rossa e tonda, continuava ad illuminarli, tingendoli di un scarlatto tenue e seduttivo, colorando i loro respiri e soffi in quella notte amaranta, in cui con la sola forza della sua luce rossa, come l’amore, aveva concesso il coraggio e la pazzia a quello spadaccino e alla sua navigatrice di dichiarasi e viversi, condividendo non solo il loro atto d’amore ma anche un’intera esistenza da vivere assieme. 

   
 
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