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Autore: _Velvet_    06/04/2012    0 recensioni
"La gente è così priva di senso, a volte. Seguono il gregge, il capogruppo senza nemmeno pensarci. Credono bianco, ma il giorno dopo il capo dice che tutto è stato sempre nero, hanno sempre creduto nel nero.
E loro lo accettano così, senza nemmeno pensarci.
Non lo trovi... spaventoso?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10, Side A.
Manchester, 21 giugno 1978
 
Time takes a cigarette, puts it in your mouth
You pull on your finger, then another finger, then your
cigarette
The wall-to-wall is calling, it lingers, then you forget
Ohhh, you're a rock 'n' roll suicide

 
Stavo bussando da pochi secondi quando Peter mi venne ad aprire.
-Shh, fai piano, si sveglierà. Si è addormentato da poco.
Mi avvicinai silenziosamente al divano, Ian aveva un’espressione inquieta che ben gli conoscevo. Profonde occhiaie gli segnavano il viso, tutto il corpo era magrissimo. Tremava visibilmente e ,forse, stava sognando.
-Ha smesso, stai tranquilla. Però dovrai controllarlo, e di conseguenza controllarti, di più.
Guardai Peter lievemente stupita: non era il tipo da dare consigli, soprattutto se sensati. Anche lui proveniva da una situazione difficile ed era molto spesso ubriaco. Era però il migliore amico di Ian, o almeno lui si considerava tale, e da quando aveva saputo della ricaduta dell’amico aveva fatto di tutto per lui. Gli aveva fatto capire meglio di me quanta importanza avesse il fatto che smettesse una volta per tutte.
Mi sedetti vicino a Ian, di nuovo i ricordi mi investirono come un’onda. Lo rividi seduto di fianco a me il mattino prima che se ne andasse, lo rividi seduto a scrivere l’ultima versione della lettera, lo vedevo che lasciava tutto sul tavolo e se ne andava in silenzio nascondendo persino a sé stesso il fatto che avesse preso la decisione sbagliata.
 
You're too young to lose it, too young to choose it

And the clock waits so patiently on your song
You walk past a cafe but you don't eat when you've lived
too long
Oh, no, no, no, you're a rock 'n' roll suicide

 
I singhiozzi mi affollavano la gola, cercavo di resistere al pianto, di soffocarli, ma non ci riuscii.
-Sai, non ti dico in che condizione l’ho ripescato. Ancora un giorno e ci restava secco. Era in un pub, tutto accovacciato in un angolo. Tremava come un invasato, aveva gli occhi spiritati. Non ti dico con quanti puntini si era segnato le braccia! Era un puntaspilli, ormai. Penso che fosse rimasto a corto di soldi e si era sparato un quartino tagliato male. Figurati, l’ho preso su a peso (non che ci voglia molto, è magro da far ribrezzo) e l’ho portato qua. Ci abbiamo messo un po’, ma ora è completamente pulito da una settimana. Si è sentito male in biblioteca perché non vuole mangiare. Ian non è un tipo da amare la vita, vero?
 
Lo vidi con una chiarezza allucinante, vidi tutto dalla prospettiva di Peter: Ian, rannicchiato in un angolo, appena tornato dal bagno del bar, si rende conto che la roba è impura. Sente un brivido gelato attraversargli la schiena, un lampo di dolore attraversagli le ossa. Ha paura, paura, paura. Vuole tornare indietro, da Christiane, vorrebbe non essersene mai andato via. Oh, ormai il controllo se n’è andato, lo ha lasciato solo in un angolo buio di un miserabile bar. Sì, morirà lì, solo. Non importa. Nulla importa più.
E poi arriva Peter, lo porta in un letto pulito a dormire. Tutti gli spiriti cattivi se ne vanno. Sa che tutto tornerà a splendere di quella luce che non fa male agli occhi.
 
Chev brakes are snarling as you stumble across the road

But the day breaks instead so you hurry home
Don't let the sun blast your shadow
Don't let the milk float ride your mind
You're so natural - religiously unkind



Lentamente gli occhi di Ian si schiusero, vidi il fastidio dell’essere svegliato tramutarsi prima in sorpresa, poi in gioia.
Si tirò su di scatto e mi abbracciò stretta.
-Dio, Christiane. Non ci credo... come hai fatto? Non... non ci credo.
Stava piangendo, piangendo di gioia.
Continuò, tra un singulto e l’altro:- Mi dispiace tantissimo, non immagini quanto. Sentivo che fosse l’unica soluzione, volevo risparmiarti tutto. Non penso di esserci riuscito, vero? Grazie di essere tornata, di avermi comunque voluto cercare.
-Smettila, non pensare a me. Promettimi che ora hai davvero chiuso. Dai, torniamo a casa, ora.
-Sì, torniamo alla nostra vita, torniamo alla vita comune ma non banale. Torniamo a vivere senza eccessi, torniamo ad amarci, torniamo a ciò che eravamo riusciti a costruire.
 
 
Oh no love! you're not alone
You're watching yourself but you're too unfair
You got your head all tangled up but if I could only make you care
Oh no love! you're not alone



No, non saremmo stati più soli, era una promessa che ci eravamo già fatti e sapevamo che avremmo infranto, ma ora non importava. Io per lui ci sarei stata, non doveva temere il mio giudizio e il mio dolore. Avrei sofferto in ogni caso di più se mi avesse giudicata inadatta alla sua fiducia.
Non dovevo temere la sua lontananza, saremmo rimasti sempre insieme, lo spazio non era importante.
Sapevo la solitudine che si sente davanti al dolore, conoscevo l’abbandono a cui non ci si può sottrarre, la debolezza che si prova nell’ammettere i propri errori, la vergogna di sé. Non importa ciò che hai fatto o sei stato. Ora cerchiamo di goderci la pace, la calma prima della tempesta.
 
-Ci sarò sempre per te, ci sarò nel dolore e nella tempesta, ci sarò quando il passato ti lacererà il cervello, dividerò ogni cosa con te. Non ha più peso quello che hai visto o ciò che sei stato, ora ci sono io per te. Fidati di me, ti prego.
 
Ian mi guardò come se mi avesse vista per la prima volta.
 
-Lo so, Christiane, che tu ci sei, c’eri e ci sarai, ma il problema non sei tu, il problema è la mia coscienza interna, il mio orgoglio che mi impedisce di parlarti come vorrei. Perdonami, perdonami tutto. Dimmi che non devo più avere del peso nascosto nel cuore, dimmi che riuscirai a fare quello che io non sono riuscito a fare: giustificare la mia avventatezza, la mia crudeltà. Sono stanco di conflitti interni, dimmi che non dovrò più averne.
-No, non ne avrai. Non sarai mai più solo. Dammi le tue mani, perchè sei bellissimo!
 

Just turn on with me and you're not alone
Let's turn on with me and you're not alone
Let's turn on and be not alone
Gimme your hands cause you're wonderful!
Oh gimme your hands.





P.S. La canzone che ho scelto per questo capitolo è Rock'n'Roll Suicide di David Bowie. Canzone che poi ha dato origine a tutta la storia.
   
 
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