Ti amo.
Due semplici parole.
Severus avrebbe voluto dirglielo fin dall’inizio.
Fin da quando, con quegli abiti assurdi, se ne stava a spiarla nel parco.
Sperando, forse, che la sorella sparisse nel nulla, lasciandola sola.
Perché, in fondo, il giovane Severus non voleva altro che immergersi nei suoi occhi color bosco.

 
Ti amo.
Sempre due parole, ma un significato diverso.
Severus avrebbe pagato oro per trovare il coraggio di dirglielo.
E invece si era offerto di portarle i libri fino all’Aula di Pozioni.
Sperando che lei, in qualche modo, capisse.
Ma lei aveva sorriso e, ancora una volta, i suoi occhi erano caduti su Potter.

Ti amo.
Severus era stato sul punto di dirglielo davvero.
L’insolito coraggio, improvvisamente, era nato in lui, e già le sue labbra si erano increspate.
Ma lei, in quel momento, aveva ritenuto giusto cominciare a sbraitare contro Potter.
Dimenticandosi, ancora una volta, di lui.

 
Ti amo.
Il cuore, al sol pensarci, gli batteva in petto.
Severus si era chiesto quando, effettivamente, l’avrebbe detto.
E, invece, l’unica cosa che aveva detto, era stata: «Gli piaci, tu piaci a James Potter!»
Lei, ovviamente, l’aveva rassicurato, e i suoi occhi non l’avevano lasciato nemmeno per un istante.
Era una bugia, ma, ovviamente, lui non avrebbe mai potuto immaginarlo.

Ti amo.
Adesso non erano più solo due semplici parole.
Quel sentimento era vero, non se n’era mai andato.
L’aveva conosciuta, e se n’era innamorato.
Anzi, sentiva di amarla.
E Severus voleva dirglielo. Avrebbe voluto gridarlo.
A lei, e a Potter.
Ma, invece, le uniche parole che erano uscite dalle sue labbra erano: «Schifosa Mezzosangue».
L’errore più grande della sua vita.

 
Ti amo.
Lei non c’era più, se n’era andata da un anno.
Quando si incontravano nei corridoi, lei non lo guardava e, anzi, storceva il naso disgustata.
Quando la guardava nella Sala Grande, la vedeva ridere con Potter e i suoi stupidi amici.
Come se, in fondo, quell’odio non ci fosse mai stato.
Come se, in fondo, la loro amicizianon fosse mai esistita.
E qualcosa nel suo petto batteva furibondo.

 
Ti amo.
Lei non l’avrebbe ascoltato comunque.
L’ultimo anno ad Hogwarts era finito, eppure Severus era ancora lì.
Nel Parco, a qualche metro da lei.
Ma lei era troppo impegnata per vederlo.
Stava abbracciando Potter dopo che lui le aveva fatto una proposta di matrimonio.
Aveva detto di sì.
La ferita bruciava più che mai.
Ormai, lo sapeva anche lui, di speranze non ce n’erano più.

 
«Ti amo»
Stavolta l’hai detto, Severus, ma a cosa è valso?
Lei è qui, davanti a te, eppure il sole non illumina più i vostri volti.
Lei è qui, davanti a te, eppure è inarrivabile, e, nonostante tutto, la sua fotografia sulla lapide sorride.
Come se, in fondo, sapesse che sei qui.
Eppure, la coltre di gelo che attanaglia il tuo cuore impedisce al sole di raggiungere la tua pelle.
È un giorno di sole, eppure tu hai freddo.
Qualcosa scende lungo la tua guancia.
È una lacrima, Severus?
Provi forse rimorso per aver lasciato che lei, l’unica donna che tu abbia mai amato, scivolasse via dalle tue mani?
Provi forse rimorso per averla consegnata a Voldemort?
Il tuo cuore emette un battito sordo, che, sei sicuro, udirà anche lei.
E sai già che anche quello stesso dolore che ti rende vivo, sarà anche la causa stessa della tua morte.