Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: LisaAngius    06/04/2012    1 recensioni
FF liberamente ispirata al film l'ultimo dei templari. Vi prego commentateeeeeeee
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La fuga

 

Jasper sbadigliò lanciando un’occhiata al giaciglio di fronte a lui. Alice dormiva beatamente protetta dalle sbarre della sua cella. C’aveva messo parecchio per rasserenarla ma alla fine sembrava esserci riuscito, almeno a giudicare dalla profondità del suo sonno.

Aveva sempre odiato fare la guardia ai prigionieri, era noioso stare seduto a fissare quelle sagome con cui il più delle volte non poteva manco aprire la bocca. Con Alice, in genere, la cosa era più piacevole, almeno poteva fare qualche chiacchiera.  In quel momento però, la  piccola peste era di ben poca compagnia e lui non sapeva come vincere la noia, ed era anche seccato dall’evidente inutilità della cosa, dal momento che Alice non era un pericolo per nessuno!

Forse, si disse al secondo sbadiglio, avrebbe potuto farsi una dormita. Massì tanto lui sapeva benissimo che Alice non aveva nessuna intenzione di fuggire, perciò al peggio avrebbe preso un predicozzo dai suoi compagni se l’avessero beccato, ma avrebbero trovato la ragazzina che dormiva placidamente nella sua gabbia e tutto si sarebbe sgonfiato.

Si sistemò comodo ma, subito dopo che ebbe chiuso gli occhi, sentì un fruscio alle sue spalle. Guardò verso i suoi compagni accertandosi che fossero tutti addormentati e si alzò per controllare che cosa avesse prodotto quel rumore.

Non si accorse che, nell’esatto momento in cui si alzò, Alice prese a muoversi nervosamente nel suo giaciglio.

Il rumore che aveva sentito, si ripetè più forte e più vicino e, questa volta, Jasper fu certo che non era prodotto da nulla di animale, quelli erano piedi calzati in stivali!

Estrasse la spada dal fodero e si fece più vicino fino a scorgere una figura, irriconoscibile a causa del buio. Gli si avvicinò lentamente pronto a prenderla alle spalle ma quella si voltò all’improvviso prima che lui potesse affondare il colpo. Il viso noto della persona davanti a lui lo fece impallidire, talmente spaventato da fare un paio di passi all’indietro

“Tu?”. Balbettò confuso

Sul viso diafano del suo interlocutore comparve un sorriso malizioso e sadico

“Paura dei morti Jasper?”. Chiese divertito

L’uomo lo guardava terrorizzato cercando di convincersi che quello non poteva veramente essere il ragazzino che aveva ucciso per sbaglio in battaglia, era morto! Morto a  miglia e miglia da lì, non poteva assolutamente essere lui

“Oh si sono io!”. Rispose divertito all’interrogativo mentale di Jasper, come se davvero avesse avuto la facoltà di sentirlo “Non ti alleggerisce la coscienza vedermi camminare?”. Chiese avanzando verso di lui

Jasper arretrò di un paio di passi. Non l’avrebbe mai fatto davanti a nessun’altro avversario, ma quello…quello era qualcosa contro cui non voleva e non poteva combattere, quello non era un semplice avversario, quella era la realizzazione dei suoi incubi, un mostro venuto fuori dalle sue notti tormentate per distruggerlo.

“Che cosa vuoi? Chi sei tu?”

Il ghigno si accentuò mentre il bambino gli si faceva più vicino, nascondendo una mano alla sua vista

“Sai bene chi sono e sai anche che cosa voglio!”

“Non ti devo nulla, nulla!”

“Oh si invece…tu hai preso la mia vita, mi devi la tua ora!”

 Vide la lama luccicare a poca distanza da lui ma, irrigidito dal terrore, non fu abbastanza veloce da evitarla.

Aspettò il dolore ma non venne, il ragazzino era davanti a lui ma il suo braccio era come bloccato

“Tu”. Ruggì fissando un punto alle sue spalle

“So chi sei, allontanati da lui!”

Quella voce lo fece voltare talmente in fretta che i nervi del suo collo urlarono per lo sforzo eccessivo, non era possibile! Lei era chiusa in gabbia, non poteva davvero esseri lì, non era lei quella che si stava avvicinando inferocita

“Allontanati da lui”. Ripetè decisa

Il bambino la fissò divertito

“Vuoi farmi male Alice?”

Jasper la afferrò per un braccio

“Alice piccola pazza cosa stai facendo? Andiamo via, dobbiamo andare dagli altri”

La moretta scosse la testa

“Non ci farà tornare dagli altri, ci vuole morti”

Lui credette di comprendere perfettamente quanto stava succedendo perciò annuì

“Mi vuole morto Alice, tu non c’entri nulla! E’ qui per me..tu devi tornare nella tua prigione, se scoprono che sei uscita….”

“Lo hanno già scoperto!”. Lo interruppe

“Che significa?”. Chiese Jasper continuando a tenere d’occhio la figura davanti a lui

“Non so chi vorrebbe farti credere di essere quella creatura…ma non è quello che tu credi di vedere, è Simòn”

Colto da quella rivelazione il capitano fissò la ragazzina distogliendo gli occhi dal presunto spettro

“Che stai dicendo?”

“Quella è Simòn non una creatura morta”

“S-simòn?”

La ragazzina annuì

“Ti avevo detto che io non sono l’unica a sapere usare la magia”

Gli occhi scuri si spalancarono quando comprese

“S-simòn è la strega che ha causato la pestilenza?”

“Avrei sperato che non ti credesse così in fretta ma visto  che tanto intendo comunque ucciderlo…”. Fece una voce femminile

Aveva perso di vista il ragazzino solo il tempo delle ultime poche frasi ma quando alzò il viso non era più là, c’era Simòn al suo posto, Alice aveva detto la verità

“Non essere così scontata cara!”. Sibilò Alice mettendosi davanti a lui

“Alice!”. Protestò Jasper cercando di spingerla via

La ragazzina si oppose con un vigore insospettabile in una  della sua taglia

“Jasper lascia perdere i cavallerismi, non siamo alla pari..io e lei sappiamo usare la magia, tu no, ergo è semplice, stai indietro e non distrarmi”

Una vampata di fuoco partì verso la ragazzina che fece appena in tempo a lanciarsi di lato per evitarla

“Sai che a giocare col fuoco ti bruci piccolina?”. Rise Simòn

Alice la fissò stringendo gli occhi

“Oh si…e sai perché non si sta vicino agli alberi?”

Un fulmine colpì il punto esatto dove si trovava Simòn, purtroppo però lei si era già scansata

“Sai giocare piccolina, ma non ho tempo ora…proseguiremo non temere”. Rise la donna

Un piccolo sasso si sollevò all’improvviso abbattendosi contro la testa della ragazzina che non fece in tempo a scansarsi.

Jasper avrebbe voluto reagire ma quando si voltò a cercare Simòn era scomparsa alla vista. Corse vicino a Alice constatando con sollievo che non era ferita gravemente

“Ha usato la magia”. Sussurrò la voce di Marcus

Quando il capitano Noir alzò lo sguardo, il monaco era davanti a lui, mortalmente pallido che si faceva segni della croce

E ora come lo convincevano a non bruciare Alice?

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: LisaAngius