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Autore: Alex Simon    06/04/2012    2 recensioni
[Autrice:_Titti_(ho solo cambiato il Nik)] Allora, questa nuova Fic parla di un'agenzia di spionaggio che al suo interno purtroppo ha diversi traditori che si sono uniti al nemico... in particolar modo ce n'è uno che dovrà essere scovato da Edward (spia perfetta) e Alphonse (spia per scelta). Come andrà a finire...? Chi è il misterioso traditore che controlla il tutto?
{Buona Lettura} Per la vostra gioia... RoyxEd!
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il sole quel pomeriggio era alto nel cielo senza nemmeno una nuvola, perfetto rifletteva i propri raggi sull’erba di un parco poco distante dalla periferia cittadina dove Alphonse si era recato per stare lontano dal trambusto che aveva creato nel centro di addestramento, era certo che di lì a poco Tucker avrebbe smosso mari e monti per scovarlo, non sembrava il tipo che passava sopra ad una cosa del genere e poi se tra i comuni cittadini si sarebbe saputa la verità ci sarebbero state rivolte e disordini sociali.

Inoltre non voleva che quel bambino venisse riportato in quell’istituto malvagio e tanto meno dovesse subire le conseguenze di una sua scelta.

Forse la sua mente vedeva il tutto come una seconda opportunità: Riparare a ciò che in passato non aveva potuto fare, portare via suo fratello, salvarlo da quella oscurità opprimente.

Il piccolo, che aveva soprannominato Jamie, si divertiva davvero tanto all’aria aperta, possedeva una curiosità impressionante per qualsiasi cosa i suoi occhi incontrassero, sembrava vedesse il mondo ora per la prima volta.

La cosa gli riempiva il cuore di gioia, in più aveva chiamato sua madre che naturalmente era più esperta di lui su come crescere un bambino e poteva essere una cosa positiva anche per lui avere accanto una figura femminile.

Ora seduti su una panchina osservavano Jamie guardarsi intorno ed esplorare con lo sguardo attento, si era premunito di spiegare anche a lui la situazione, forse un normale bambino mai l’avrebbe capita eppure lui si, aveva capito ogni cosa e stava imparando a conoscere non solo il mondo ma anche colui che l’aveva portato via da quel luogo di tristezza, gli piaceva Alphonse, era diverso dagli adulti a cui era abituato.

-E’ una cosa assurda…-

Sussurrò Trisha al suo fianco, addolorata ma anche molto arrabbiata.

Per anni aveva immaginato come potesse essere quel bambino che le era stato portato via, per anni aveva sognato di recuperarlo e crescerlo, amarlo e donargli tutto ciò di cui avesse avuto bisogno.

Sentire ora il trattamento che veniva riservato a quei bambini la terrorizzava, poiché tante altri madri vivevano il suo stesso tormento eppure non erano a conoscenza dei fatti, restavano all’oscuro non potendo neanche immaginare che i loro piccoli rischiavano la vita e combattevano giorno dopo giorno per gli ideali di un folle.

Ma soprattutto sapere che suo figlio ne aveva risentito, le trasmetteva una rabbia infinita.

-Lo so mamma, ne parlerò sicuramente con lui…-

Si riferiva ad Edward, dopo ciò che aveva saputo, non poteva tacere certamente, lo avrebbe preso a calci per aver creduto a quelle emerite stronzate che gli venivano raccontate.

-Tu almeno puoi farlo, io non ho niente… eppure è anche mio figlio-

Non aveva tempo ora per piangersi addosso, né per sognare il volto del suo primogenito o il momento in cui l’avrebbe potuto abbracciare, era soltanto arrabbiata, non con lui bensì con il governo e quell’assurda agenzia che invece di proteggerli, li teneva all’oscuro e feriva.

-Posso farti sentire la sua voce…-

Alphonse con un sorriso tirò fuori il cellulare e andrò sotto la voce: Edward (Irritante e perfetta Spia).

-Hai il suo numero?-

-Se fosse stato per lui col cavolo, l’ho preso dal cellulare di… un suo amico- Aveva tralasciato il racconto di lui e Roy… non erano cose che doveva dire.

Avviò la chiamata, entrambi sentirono il cuore martellare nel petto ad ogni squillo che faceva il telefono.

Poi rispose –Pronto?-

-Noi due dobbiamo parlare-

Edward dall’altra parte si pentì amaramente di aver risposto al cellulare: Quel ragazzino stava sempre in mezzo!

-Lo stiamo facendo, taglia corto ho da fare-

-Non provarci neanche, non mi terrai fuori questa volta, sono stato nell’istituto-

Dall’altra parte silenzio per qualche secondo.

-Si mi hanno informato, ora sequestri ragazzini?-

-Non ho sequestrato proprio nessuno, semmai ho salvato un bambino, non sai quanto soffrisse là dentro e combattevano con delle armi vere, non potevo lasciarlo lì-

-Lo so perfettamente cosa accade in quel posto, ma Tucker ora è sulle tue tracce-

-Come fai a saperlo?-

-Indovina un po’, chissà come mi ha rintracciato-

-E cosa diavolo vuole da te?-

-Come spiegartelo mmmh, vuole che io ti uccida e riporti il bambino da lui, per farla breve-

Alphonse rimase qualche istante paralizzato e anche Trisha ebbe un fremito.

-Lo sai che tutto ciò che ti hanno raccontato là dentro è stronzata bella e buona vero? Non farai mica sul serio, non pensi a quello che hai patito tu?! Non puoi consegnarglielo!-

-Vuoi smettere di parlare a vanvera…? Non ho mai detto che avrei assecondato le richieste di quel folle, tu pensa a nascondere il ragazzino, il resto lo faccio io-

-No no no cosa diavolo hai in mente? Non escludermi!-

-Fa come ho detto e basta… io e Tucker abbiamo un conto in sospeso da oltre sedici anni-

-Aspetta un secondo che vuoi dire?! Non vorrai metterti contro quel folle!-

-E’ una mia battaglia non la tua, pensa a quel bambino e a starmi lontano, ho solo intenzione di chiudere la faccenda una volta per tutte…-

-N-no io ti aiuto-

-Ho detto che devi starne fuori! Vuoi immolarti al sacrificio come un povero idiota per caso?! Io sono la spia perfetta, questa cosa riguarda soltanto me ergo ci penserò io!-

Si sentirono i freni di una macchina stridere sull’asfalto in modo acuto.

-Dove sei…?-

-Nel posto in cui tutto ha avuto inizio-

-Questo intendevi con “Ho da fare”?! Ti sei ribellato agli ordini di Tucker e ora gli dai battaglia?!-

-Pensa a te stesso, a me ci penso io-

Riattaccò quella telefonata che altrimenti sarebbe stata infinita, Alphonse non sentì più nulla e si preoccupò come non mai, non sapeva ciò che si erano detti Edward e Tucker ma era certo che non si era trattato certo di una rimpatriata.

-Cosa vuole fare?- Si preoccupò Trisha alzandosi dalla panchina, come suo figlio che in preda al panico non sapeva che fare.

-Credo che sia andato all’istituto-

-Che cosa? E per quale motivo, che intenzioni ha?-

-Tucker, lo scienziato a capo del folle progetto della spia perfetta, colui che l’ha cresciuto secondo i suoi folli ideali, lo ha contattato per riportare Jamie indietro e uccidere me… ma qualcosa è andato storto, perché adesso Edward è in cerca di vendetta-

-Si è rifiutato di eseguire gli ordini, mi sembra una cosa buona no?-

-Per Jamie e per me lo è, per lui non ne ho idea…- Doveva correre in suo soccorso, aiutarlo ad affrontare i fantasmi del passato e questa volta non sarebbe stato da solo, non l’avrebbe abbandonato.

-Andiamo da lui-

Esclamò la donna decisa, da parte sua mai avrebbe lasciato suo figlio da solo ed ora che aveva l’occasione di conoscerlo e fargli sentire ciò che provava, non si sarebbe tirata indietro, era arrivato il momento di opporsi, come non aveva potuto fare anni addietro.

-No è pericoloso, rimani con Jamie, io andrò ad aiutarlo-

-Non se ne parla nemmeno Alphonse, io verrò con te… non preoccuparti per Jamie può sempre stare con il nostro vicino di casa, Hughes, vedrai che si divertirà-

-D’accordo ma muoviamoci, e tu non scendi dalla macchina-

 

Quella mattina…

 

Nella stanza d’albergo regnava il più completo silenzio, Roy Mustang sedeva in salotto con gli scienziati folli che avevano manipolato per anni il suo Edward, li detestava con tutto se stesso eppure in quelle circostanze non poteva che portargli rispetto e aspettare che il biondo si facesse vivo, per cacciarli tutti a calci.

Dopo qualche minuto, come aveva promesso al telefono rincasò, sudato ma a suo dire sempre e comunque affascinante, tranquillamente si sedette al suo fianco senza salutare i suoi ex maestri o per meglio dire sadici bastardi carcerieri.

-E’ un piacere vederti numero 7-

Disse Tucker con un sorriso malvagio.

-Il mio nome è Edward dottore e piuttosto che questi inutili convenevoli preferirei ascoltare altro-

-Dritto al punto, bé allora ti accontento, poche ore fa Alphonse Elric si è introdotto nel nostro istituto-

-E…?-

Era freddo e distaccato, non voleva mostrare alcun segno di vacillamento davanti all’uomo che più odiava sulla faccia della terra, colui che aveva trasformato la sua infanzia in un inferno e che gli aveva rovinato la vita.

-E’ riuscito a sottrarci qualcosa, uno dei soggetti-

Sul suo viso apparve un’espressione di puro disprezzo, ma non poteva esprimersi molto bene visto che il movimento dei muscoli facciali gli causava dolore al naso, coperto con una medicazione, evidentemente storto e rotto.

-Non vedo come la cosa possa importarmi-

Dentro però gioiva, dopotutto quell’inutile matricoletta non era poi tanto smidollata come credeva e i segni sul viso di Tucker gli davano un’immensa soddisfazione: Quanto aveva desiderato poterlo fare lui.

-Ebbene la richiesta che vorrei farti è questa: Riportami il ragazzino, a lui voglio pensarci io, Alphonse puoi ucciderlo come vuoi-

Ghignò nel più meschino dei modi, credendo di poter fare leva sul suo rancore, seppellito per anni e anni, alla voglia di vendetta che mai aveva dimostrato.

-Non lo farò-

Roy ebbe un piccolo sussulto mentre il compagno al suo fianco sembrava perfettamente deciso, lanciava occhiate infuocate all’uomo che gli stava seduto di fronte, le conseguenze di un rifiuto non sembravano sfiorarlo nemmeno.

-Che cosa?-

-Ha capito bene, io non lo farò-

L’altro non sembrava d’altronde preparato ad un rifiuto, pensava di avere la situazione in pugno, istigare i due fratelli l’uno contro l’altro e affermare una delle sue più importanti teorie: Le spie che lui creava erano perfette, non avevo sentimenti che potessero ostacolarle.

-Ma quel ragazzo è tuo nemico, non dimenticare chi è e chi sei tu soprattutto!-

-Io? Mi avete sempre considerato un numero, mai una persona, io non esisto, tuttavia lui si, non lo ucciderò-

-Ti fai venire scrupoli di coscienza?! Non è ciò che ti ho insegnato!!-

-Lei non mi ha insegnato proprio un bel niente, ci mettevate soltanto in mano delle armi incitandoci al combattimento, i vostri concetti sono del tutto sbagliati e il suo metodo non è da meno, è una pura dimostrazione di ignoranza e crudeltà, ciò significa che non riporterò neanche quel bambino-

Per un attimo gli occhiali spessi di Tucker scivolarono dal naso mostrando i suoi occhi piccoli e furiosi, si alzò in piedi di scatto brandendo un tagliacarte.

-Tu razza di ingrato!-

-Questo è il trattamento che lei merita-

Il biondino si vide sfrecciare davanti il tagliacarte e lo bloccò con estrema facilità tenendolo stretto in un pugno mentre lo scienziato cercava di abbassarlo verso il suo volto, si squadravano, l’uno in piedi di fronte all’altro.

-Io ti ho creato e posso anche distruggerti non te lo dimenticare-

Sibilò aumentando la stretta, che però non mise assolutamente in difficoltà Edward.

-Proprio perché mi ha creato dovrebbe sapere ciò di cui sono capace, lei non se lo dimentichi… stia attento a quel che fa Tucker-

Quelle semplici parole lo fecero demordere, i colleghi alle sue spalle non si azzardarono ad alzare nemmeno un dito in sua difesa, tutti avevano paura di Edward, mai avrebbero rischiato la vita mettendosi contro di lui.

Lasciò la presa sul taglia carte che cadde a terra bagnato del sangue del ragazzo che però sembrava indifferente a ciò, aveva soltanto un taglio sul palmo della mano avendolo fermato senza alcuna protezione.

-La voglio fuori di qui, ora, prima che ci pensi personalmente-

Gli uomini a quel chiaro invito si alzarono e insieme, Tucker compreso se ne andarono.

-Tutto ok?-

Chiese premurosamente Roy una volta rimasti soli, l’altro si voltò verso di lui e sorrise debolmente rilassandosi, finalmente.

-Si-

-Hai fatto la cosa giusta-

-Eppure non mi sento bene per niente…-

Notando che dalla mano colava ancora sangue il moro si alzò prendendo un piccolo kit per il pronto soccorso, con cui iniziò a medicargliela.

-Qualsiasi cosa tu decida di fare va bene-

-Voglio chiudere i conti Roy…-

-Allora fallo, ci sono io con te non sei mica solo-

Finita la medicazione gli baciò la mano visto che stringendola avrebbe sentito male.

-No, devo farlo da solo…-

-Ne sei più che sicuro…?-

Gli accarezzò delicatamente una guancia avvicinandosi al suo viso, dagli occhi non più tristi ma ardenti di un fuoco più vivo del sole.

-Si, è ora di fargli assaggiare la sua stessa medicina-

[Angolino Autrice]

E rieccomi :) questa volta ho aggiornato abbastanza presto, non vi ho fatto aspettare... xD 

bé, che dire, a meno che non mi venga qualche brillante idea, direi che siamo agli sgoccioli.

Edward contro Tucker u.u finalmente la nostra spia perfetta affronta il proprio passato... come finirà?

Riuscirà ad avere un normale rapporto anche con la sua famiglia? :) 

si vedrà tutto nella battaglia finale ù.u 

spero vi piaccia questo capitolo ^_^ 

Fatemi sapere! Così posso aggiornare in fretta ^_^ 

Un ringraziamento speciale a:

Melanie7997

Per la bella recensione :) anche io ho gioito scrivendo quella scena *-* era ora che Al facesse il duro, e Tucker si sarebbe meritato un bel pugno anche da Ed, però fa niente, lui si sfogherà ben bene tra poco ^^

Un bacione a tutti :)
Alla prossima
  
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