Il
sole quel
pomeriggio era alto nel cielo senza nemmeno una nuvola, perfetto
rifletteva i
propri raggi sull’erba di un parco poco distante dalla
periferia cittadina dove
Alphonse si era recato per stare lontano dal trambusto che aveva creato
nel
centro di addestramento, era certo che di lì a poco Tucker
avrebbe smosso mari
e monti per scovarlo, non sembrava il tipo che passava sopra ad una
cosa del
genere e poi se tra i comuni cittadini si sarebbe saputa la
verità ci sarebbero
state rivolte e disordini sociali.
Inoltre
non voleva che
quel bambino venisse riportato in quell’istituto malvagio e
tanto meno dovesse
subire le conseguenze di una sua scelta.
Forse
la sua mente
vedeva il tutto come una seconda opportunità: Riparare a
ciò che in passato non
aveva potuto fare, portare via suo fratello, salvarlo da quella
oscurità
opprimente.
Il
piccolo, che aveva
soprannominato Jamie, si divertiva davvero tanto all’aria
aperta, possedeva una
curiosità impressionante per qualsiasi cosa i suoi occhi
incontrassero,
sembrava vedesse il mondo ora per la prima volta.
La
cosa gli riempiva
il cuore di gioia, in più aveva chiamato sua madre che
naturalmente era più
esperta di lui su come crescere un bambino e poteva essere una cosa
positiva
anche per lui avere accanto una figura femminile.
Ora
seduti su una
panchina osservavano Jamie guardarsi intorno ed esplorare con lo
sguardo
attento, si era premunito di spiegare anche a lui la situazione, forse
un
normale bambino mai l’avrebbe capita eppure lui si, aveva
capito ogni cosa e
stava imparando a conoscere non solo il mondo ma anche colui che
l’aveva
portato via da quel luogo di tristezza, gli piaceva Alphonse, era
diverso dagli
adulti a cui era abituato.
-E’
una cosa assurda…-
Sussurrò
Trisha al suo
fianco, addolorata ma anche molto arrabbiata.
Per
anni aveva
immaginato come potesse essere quel bambino che le era stato portato
via, per
anni aveva sognato di recuperarlo e crescerlo, amarlo e donargli tutto
ciò di
cui avesse avuto bisogno.
Sentire
ora il
trattamento che veniva riservato a quei bambini la terrorizzava,
poiché tante
altri madri vivevano il suo stesso tormento eppure non erano a
conoscenza dei
fatti, restavano all’oscuro non potendo neanche immaginare
che i loro piccoli
rischiavano la vita e combattevano giorno dopo giorno per gli ideali di
un
folle.
Ma
soprattutto sapere
che suo figlio ne aveva risentito, le trasmetteva una rabbia infinita.
-Lo
so mamma, ne parlerò
sicuramente con lui…-
Si
riferiva ad Edward,
dopo ciò che aveva saputo, non poteva tacere certamente, lo
avrebbe preso a
calci per aver creduto a quelle emerite stronzate che gli venivano
raccontate.
-Tu
almeno puoi farlo,
io non ho niente… eppure è anche mio figlio-
Non
aveva tempo ora
per piangersi addosso, né per sognare il volto del suo
primogenito o il momento
in cui l’avrebbe potuto abbracciare, era soltanto arrabbiata,
non con lui bensì
con il governo e quell’assurda agenzia che invece di
proteggerli, li teneva
all’oscuro e feriva.
-Posso
farti sentire
la sua voce…-
Alphonse
con un
sorriso tirò fuori il cellulare e andrò sotto la
voce: Edward (Irritante e
perfetta Spia).
-Hai
il suo numero?-
-Se
fosse stato per
lui col cavolo, l’ho preso dal cellulare di… un
suo amico- Aveva tralasciato il
racconto di lui e Roy… non erano cose che doveva dire.
Avviò
la chiamata,
entrambi sentirono il cuore martellare nel petto ad ogni squillo che
faceva il
telefono.
Poi
rispose –Pronto?-
-Noi
due dobbiamo
parlare-
Edward
dall’altra
parte si pentì amaramente di aver risposto al cellulare:
Quel ragazzino stava
sempre in mezzo!
-Lo
stiamo facendo,
taglia corto ho da fare-
-Non
provarci neanche,
non mi terrai fuori questa volta, sono stato nell’istituto-
Dall’altra
parte
silenzio per qualche secondo.
-Si
mi hanno
informato, ora sequestri ragazzini?-
-Non
ho sequestrato
proprio nessuno, semmai ho salvato un bambino, non sai quanto soffrisse
là
dentro e combattevano con delle armi vere, non potevo lasciarlo
lì-
-Lo
so perfettamente
cosa accade in quel posto, ma Tucker ora è sulle tue tracce-
-Come
fai a saperlo?-
-Indovina
un po’,
chissà come mi ha rintracciato-
-E
cosa diavolo vuole
da te?-
-Come
spiegartelo
mmmh, vuole che io ti uccida e riporti il bambino da lui, per farla
breve-
Alphonse
rimase
qualche istante paralizzato e anche Trisha ebbe un fremito.
-Lo
sai che tutto ciò
che ti hanno raccontato là dentro è stronzata
bella e buona vero? Non farai
mica sul serio, non pensi a quello che hai patito tu?! Non puoi
consegnarglielo!-
-Vuoi
smettere di
parlare a vanvera…? Non ho mai detto che avrei assecondato
le richieste di quel
folle, tu pensa a nascondere il ragazzino, il resto lo faccio io-
-No
no no cosa diavolo
hai in mente? Non escludermi!-
-Fa
come ho detto e
basta… io e Tucker abbiamo un conto in sospeso da oltre
sedici anni-
-Aspetta
un secondo
che vuoi dire?! Non vorrai metterti contro quel folle!-
-E’
una mia battaglia
non la tua, pensa a quel bambino e a starmi lontano, ho solo intenzione
di
chiudere la faccenda una volta per tutte…-
-N-no
io ti aiuto-
-Ho
detto che devi
starne fuori! Vuoi immolarti al sacrificio come un povero idiota per
caso?! Io
sono la spia perfetta, questa cosa riguarda soltanto me ergo ci
penserò io!-
Si
sentirono i freni
di una macchina stridere sull’asfalto in modo acuto.
-Dove
sei…?-
-Nel
posto in cui
tutto ha avuto inizio-
-Questo
intendevi con
“Ho da fare”?! Ti sei ribellato agli ordini di
Tucker e ora gli dai
battaglia?!-
-Pensa
a te stesso, a
me ci penso io-
Riattaccò
quella
telefonata che altrimenti sarebbe stata infinita, Alphonse non
sentì più nulla e
si preoccupò come non mai, non sapeva ciò che si
erano detti Edward e Tucker ma
era certo che non si era trattato certo di una rimpatriata.
-Cosa
vuole fare?- Si
preoccupò Trisha alzandosi dalla panchina, come suo figlio
che in preda al
panico non sapeva che fare.
-Credo
che sia andato
all’istituto-
-Che
cosa? E per quale
motivo, che intenzioni ha?-
-Tucker,
lo scienziato
a capo del folle progetto della spia perfetta, colui che l’ha
cresciuto secondo
i suoi folli ideali, lo ha contattato per riportare Jamie indietro e
uccidere
me… ma qualcosa è andato storto,
perché adesso Edward è in cerca di vendetta-
-Si
è rifiutato di
eseguire gli ordini, mi sembra una cosa buona no?-
-Per
Jamie e per me lo
è, per lui non ne ho idea…- Doveva correre in suo
soccorso, aiutarlo ad
affrontare i fantasmi del passato e questa volta non sarebbe stato da
solo, non
l’avrebbe abbandonato.
-Andiamo
da lui-
Esclamò
la donna
decisa, da parte sua mai avrebbe lasciato suo figlio da solo ed ora che
aveva
l’occasione di conoscerlo e fargli sentire ciò che
provava, non si sarebbe
tirata indietro, era arrivato il momento di opporsi, come non aveva
potuto fare
anni addietro.
-No
è pericoloso,
rimani con Jamie, io andrò ad aiutarlo-
-Non
se ne parla
nemmeno Alphonse, io verrò con te… non
preoccuparti per Jamie può sempre stare
con il nostro vicino di casa, Hughes, vedrai che si
divertirà-
-D’accordo
ma
muoviamoci, e tu non scendi dalla macchina-
…
Quella
mattina…
Nella
stanza d’albergo
regnava il più completo silenzio, Roy Mustang sedeva in
salotto con gli
scienziati folli che avevano manipolato per anni il suo Edward, li
detestava
con tutto se stesso eppure in quelle circostanze non poteva che
portargli
rispetto e aspettare che il biondo si facesse vivo, per cacciarli tutti
a
calci.
Dopo
qualche minuto,
come aveva promesso al telefono rincasò, sudato ma a suo
dire sempre e comunque
affascinante, tranquillamente si sedette al suo fianco senza salutare i
suoi ex
maestri o per meglio dire sadici bastardi carcerieri.
-E’
un piacere vederti
numero 7-
Disse
Tucker con un
sorriso malvagio.
-Il
mio nome è Edward
dottore e piuttosto che questi inutili convenevoli preferirei ascoltare
altro-
-Dritto
al punto, bé
allora ti accontento, poche ore fa Alphonse Elric si è
introdotto nel nostro
istituto-
-E…?-
Era
freddo e
distaccato, non voleva mostrare alcun segno di vacillamento davanti
all’uomo
che più odiava sulla faccia della terra, colui che aveva
trasformato la sua
infanzia in un inferno e che gli aveva rovinato la vita.
-E’
riuscito a
sottrarci qualcosa, uno dei soggetti-
Sul
suo viso apparve
un’espressione di puro disprezzo, ma non poteva esprimersi
molto bene visto che
il movimento dei muscoli facciali gli causava dolore al naso, coperto
con una
medicazione, evidentemente storto e rotto.
-Non
vedo come la cosa
possa importarmi-
Dentro
però gioiva,
dopotutto quell’inutile matricoletta non era poi tanto
smidollata come credeva
e i segni sul viso di Tucker gli davano un’immensa
soddisfazione: Quanto aveva
desiderato poterlo fare lui.
-Ebbene
la richiesta
che vorrei farti è questa: Riportami il ragazzino, a lui
voglio pensarci io,
Alphonse puoi ucciderlo come vuoi-
Ghignò
nel più
meschino dei modi, credendo di poter fare leva sul suo rancore,
seppellito per
anni e anni, alla voglia di vendetta che mai aveva dimostrato.
-Non
lo farò-
Roy
ebbe un piccolo
sussulto mentre il compagno al suo fianco sembrava perfettamente
deciso,
lanciava occhiate infuocate all’uomo che gli stava seduto di
fronte, le
conseguenze di un rifiuto non sembravano sfiorarlo nemmeno.
-Che
cosa?-
-Ha
capito bene, io
non lo farò-
L’altro
non sembrava
d’altronde preparato ad un rifiuto, pensava di avere la
situazione in pugno,
istigare i due fratelli l’uno contro l’altro e
affermare una delle sue più
importanti teorie: Le spie che lui creava erano perfette, non avevo
sentimenti
che potessero ostacolarle.
-Ma
quel ragazzo è tuo
nemico, non dimenticare chi è e chi sei tu soprattutto!-
-Io?
Mi avete sempre
considerato un numero, mai una persona, io non esisto, tuttavia lui si,
non lo
ucciderò-
-Ti
fai venire
scrupoli di coscienza?! Non è ciò che ti ho
insegnato!!-
-Lei
non mi ha
insegnato proprio un bel niente, ci mettevate soltanto in mano delle
armi
incitandoci al combattimento, i vostri concetti sono del tutto
sbagliati e il
suo metodo non è da meno, è una pura
dimostrazione di ignoranza e crudeltà, ciò
significa che non riporterò neanche quel bambino-
Per
un attimo gli
occhiali spessi di Tucker scivolarono dal naso mostrando i suoi occhi
piccoli e
furiosi, si alzò in piedi di scatto brandendo un tagliacarte.
-Tu
razza di ingrato!-
-Questo
è il
trattamento che lei merita-
Il
biondino si vide
sfrecciare davanti il tagliacarte e lo bloccò con estrema
facilità tenendolo
stretto in un pugno mentre lo scienziato cercava di abbassarlo verso il
suo
volto, si squadravano, l’uno in piedi di fronte
all’altro.
-Io
ti ho creato e
posso anche distruggerti non te lo dimenticare-
Sibilò
aumentando la
stretta, che però non mise assolutamente in
difficoltà Edward.
-Proprio
perché mi ha
creato dovrebbe sapere ciò di cui sono capace, lei non se lo
dimentichi… stia
attento a quel che fa Tucker-
Quelle
semplici parole
lo fecero demordere, i colleghi alle sue spalle non si azzardarono ad
alzare
nemmeno un dito in sua difesa, tutti avevano paura di Edward, mai
avrebbero
rischiato la vita mettendosi contro di lui.
Lasciò
la presa sul
taglia carte che cadde a terra bagnato del sangue del ragazzo che
però sembrava
indifferente a ciò, aveva soltanto un taglio sul palmo della
mano avendolo
fermato senza alcuna protezione.
-La
voglio fuori di
qui, ora, prima che ci pensi personalmente-
Gli
uomini a quel
chiaro invito si alzarono e insieme, Tucker compreso se ne andarono.
-Tutto
ok?-
Chiese
premurosamente
Roy una volta rimasti soli, l’altro si voltò verso
di lui e sorrise debolmente
rilassandosi, finalmente.
-Si-
-Hai
fatto la cosa
giusta-
-Eppure
non mi sento
bene per niente…-
Notando
che dalla mano
colava ancora sangue il moro si alzò prendendo un piccolo
kit per il pronto
soccorso, con cui iniziò a medicargliela.
-Qualsiasi
cosa tu
decida di fare va bene-
-Voglio
chiudere i
conti Roy…-
-Allora
fallo, ci sono
io con te non sei mica solo-
Finita
la medicazione
gli baciò la mano visto che stringendola avrebbe sentito
male.
-No,
devo farlo da
solo…-
-Ne
sei più che
sicuro…?-
Gli
accarezzò
delicatamente una guancia avvicinandosi al suo viso, dagli occhi non
più tristi
ma ardenti di un fuoco più vivo del sole.
-Si, è ora di fargli assaggiare la sua stessa medicina-
[Angolino Autrice]
E rieccomi :) questa volta ho aggiornato abbastanza presto, non vi ho fatto aspettare... xD
bé, che dire, a meno che non mi venga qualche brillante idea, direi che siamo agli sgoccioli.
Edward contro Tucker u.u finalmente la nostra spia perfetta affronta il proprio passato... come finirà?
Riuscirà ad avere un normale rapporto anche con la sua famiglia? :)
si vedrà tutto nella battaglia finale ù.u
spero vi piaccia questo capitolo ^_^
Fatemi sapere! Così posso aggiornare in fretta ^_^
Un ringraziamento speciale a:
Melanie7997Per la bella recensione :) anche io ho gioito scrivendo quella scena *-* era ora che Al facesse il duro, e Tucker si sarebbe meritato un bel pugno anche da Ed, però fa niente, lui si sfogherà ben bene tra poco ^^
Un bacione a tutti :)
Alla prossima