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Autore: pervancablue    06/04/2012    8 recensioni
Quando Ron si guarda allo specchio vede un giovane uomo dai capelli rossi, gli incerti occhi azzurri e il naso appuntito che ricambia il suo sguardo. Quando guarda Hermione vede una donna troppo stanca, troppo incinta, con una bambina troppo piccola in braccio e un gatto troppo grasso ai piedi.
E allora perchè quando guarda Harry e Ginny con la loro vità così simile alla sua vede solo la perfezione?
-Sai, quando abbiamo comprato questa casa ero decisamente scettico. Poi Ginny mi ha detto di levarmi le scarpe e camminare a piedi nudi sulla fredda sabbia invernale. Ora vorrei fosse inverno tutto l'anno e vorrei non avere nemmeno un paio di scarpe.-
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ecco, mettiamo subito le cose in chiaro. Qui non ci saranno magie, avventura, e benchè meno traccia di struggenti e, ahimè, appassionanti amori nascenti.
È capitato che l'altro giorno io accendessi il televisore e decidessi di soffermarmi sul titolo più pesante che mi sia capitato di trovare. Così è nata questa "storia" che non è una storia. Guardando il film "Another Year..."
Un film che, perdonate se mi espongo tanto, mi ha scavato dentro con una violenza tale da rendermelo ineguagliabile.
La protagonista indiscussa di questo film è la Vita. Un qualunque anno di una famiglia qualunque, in un quartiere qualunque di Londra, con amici qualunque. Solo un Altro Anno. Un film che non ha inizio e non ha fine perchè è così che è la Realtà.
Così mi è venuta l'ispirazione.
In questa shot non accade niente. Nessuno rischia la vita, nessuno culla amori taciuti, nessuno si sposa, nessuno nasce. Qualcuno si è già sposato, qualcuno è già nato, qualcuno nascerà, ma non oggi. Non qui. Non ora.
É un giorno qualunque, di un anno qualunque. Niente inizia in questo giorno e forse niente si risolverà, perchè io, nella mia vita, l'unica cosa che sono riuscita a risolvere nell'arco di una sola giornata sono stati i problemi di matematica alle elementari.
È anche un esperimento. Perchè non ho mai scritto niente del genere, ma non mi sembrava una buona scusa per continuare a non farlo.
Amo i film Inglesi, quelli con gli uccellini che fanno da colonna sonora quando il pianoforte tace. Quelli in cui scoppi a piangere non perchè la vita volti la faccia a qualcuno in generale, ma perchè c'è sempre quel personaggio, quel dannato personaggio, che è così tristemente uguale a te. Amo quei film in cui ai protagonisti succede quello che potrebbe succedere a chiunque, compresa tua cugina.
Volevo solo provare a fare qualcosa di simile. Niente di più...



La Casa sul Mare.

"Il Mare d'Inverno,
è solo un film in bianco e nero visto alla TV..."

("Il Mare d'Inverno" L. Bertè)



Sopportarla era diventato via via sempre più difficile.
Il problema non erano le loro litigate, piuttosto era l'assenza di esse.
Il loro rapporto, basato su testardaggine, orgoglio, puntigli, bisticci e mutismi offesi, si stava isterilendo in frasi casuali e cortesie costruite.
Lei sembrava insicura, stressata, di cattivo umore.
Lui....lui...
E Rose coronava il tutto con pianti isterici e capricci insistenti.
Secondo i canoni della piccola, le attenzioni di Hermione vertevano decisamente troppo su se stessa e nella sua prominente pancia piuttosto che su di lei.
Non litigavano.
Le attenzioni che Ron aveva avuto per Hermione quando lei era stata incinta di Rose, semplicemente, non si stavano ripetendo durante questa seconda gravidanza. L'entusiasmo del primo figlio si era attenuato in entrambi, sostituito da pannolini sporchi, capricci, notti in bianco e una serie di raffreddori e colichette.
Ed ora che lei era di nuovo incinta e Rose non aveva neppure tre anni, Ron cominciava a sentirsi stanco, inadatto, incatenato.

Andare da Harry e Ginny, poi, era anche peggio. E lui cominciava ad odiarlo.
Sua sorella e il suo migliore amico erano fastidiosamente perfetti. E felici. Il che può sembrare molto strano dato che Harry era sempre stato portato ad attirare su di sè ogni sorta di sfiga e infelicità.
Forse Ginevra era un ottimo talismano, forse la vita si era già accanita troppo su di lui o forse, forse, semplicemente, in quel modo un pò infantile ed un pò ingenuo, Harry e Ginny avevano trovato la loro piccola isola di felicità nel loro stesso calore familiare.

Avevano due figli Ginny ed Harry e ne aspettavano un terzo.
Tanto stracolmi d'amore da sentire il bisogno di condividerlo con quante più creature possibili, i due giovani Potter si erano imbarcati in quella che era stata una vera e propria maratona di gravidanze. C'era stato prima James, un peperino di quasi cinque anni che sembrava fatto apposta per attirare guai e disgrazie e che si era già rotto due dita giocando selvaggiamente con il cugino Fred, il piccolo Albus, della stessa età di Rose e fonte inesauribile di raffreddori e piagnistei ed ora Ginny, la sua sorellina, aspettava il terzo pargolo, una bambina finalmente.
Eppure loro erano sempre così felici.

-Ron, Ron ricordati la bottiglia di vino!-
Nell'ingresso, sulla parete sopra un mobiletto dove Hermione posava sempre distrattamente chiavi e pupazzetti di gomma, capeggiava uno splendido specchio rettangolare, con la cornice laccata in oro.
Una meraviglia che sua moglie, quando l'aveva vista tra i regali di nozze, quasi non si era messa a saltellare e battere le mani estasiata. Regalo di Bill e Fleur ovviamente, in cui si rispecchiava l'innata eleganza della splendida e giovane moglie di suo fratello maggiore.

Una volta quello specchio aveva riflesso due giovani in procinto di sposarsi, pieni di gioia e aspettative.
Ora Ron, non vedeva altri che la sua immagine con una bottiglia di rosso in mano.

-Sbrigati Ronald, si può sapere che stai facendo lì imbambolato? Hai preso la polvere volante? E la borsa di Rose? Possibile che devo sempre pensare a tutto io? Lo vedi come sei? Rose, tesoro, lascia stare il gatto. Ron, prendi la bambina per favore che io vado un secondo in bagno.-
Rose aveva dei riccissimi capelli rossi e il naso appuntito alla Weasley e in quel momento lo guardava tirando indispettita la coda ad un abbattutissimo Grattastinchi.
-Rosie, lascialo.-
Si abbassò, seguendo il movimento della bambina che aveva alzato le braccia in aria, permettendole di aggrapparglisi al collo e passandole il braccio libero sotto il sedere, incontrando la morbidezza del pannolino.
Hermione riapparve, sgraziata, scapigliata, stressata, incinta.
-Dai su, muoviamoci, andate prima voi che io do da mangiare a Grattastinchi e arrivo.-

Una volta Ginevra vantava un'invidiabile siluette che aveva fatto corrodere d'invidia Lavanda e Calì, perennemente impegnate in drastiche ed altrettanto inutili diete. Ora, alla sua terza gravidanza, era molto più rotondetta di quanto fosse mai stata nelle prime due e decisamente più morbida di Hermione. Eppure guardando come Harry si fissava, sognante, ad osservarla, pareva che per lui non fosse mai stata tanto bella.
Perchè lui non riusciva a guardare Hermione nello stesso modo?
-Comprare questa casa al mare è stata proprio una bella idea per passare i weekend fuori porta!-
-Guarda, convincere Harry è stata una fatica, ma io mi sono impuntata, non sai quanto amo stare la sera in veranda con la bella stagione!-
Ad Hermione e Ginny l'idea di essere per la seconda volta, in attesa insieme non era parsa vera.
-È venuto fuori che anche a me piace da morire stare seduto in veranda senza fare nulla a guardare il mare.-
Harry si sedette, poggiando una caraffa di caffè sul tavolo e offrendo un paio di tazzine alla moglie e all'amica, poco lontano James, Rosie ed Albus erano intentissimi a dipingere con i colori a dita magici regalatogli dallo zio Geroge.
-Non è vero! Non ascoltarlo, sta mentendo!- Ginny ridendo indicò il marito, un sorriso luminoso sul viso. -Ogni volta che tento di rilassarmi viene lui e incomincia a fare i capricci come i bambini! "Perchè non vieni sul divano con me?", "Ho fame", "Guardiamoci un film", "Sul dondolo sto scomodo", ieri sera ha avuto il coraggio di venire qui fuori e dire "Ginny, tesoro, fuori fa freddo, ti ammali, vieni dentro sul divano con me così mi fai i grattini sulla testa", ma ti rendi conto?-
Hermione afferrò la sua tazzina di caffè, portandosela alla bocca ridendo.
-Dimmi un pò Harry, qual'è il filo logico tra "Freddo" e "Grattini sulla testa"?-
Il moretto afferrò la bottiglia di vino portata dagli Weasley per cena e se ne versò un bicchiere.
-Semplice, i bambini dormivano e io volevo le coccole! E poi avevo i capelli spettinati!-
Ginevra afferrò del pane lanciandolo addosso al marito. -Ma smettila, deficiente!-

Era sempre così da loro. Erano sempre così fastidiosamente felici.
Ron afferrò il suo bicchiere studiandone il contenuto. Quando Hermione era incinta di Rose lui aveva deciso di seguire le stesse rigide regole che la moglie si era imposta. Niente Alcool, niente fritti, niente schifezze. Non era durato nemmeno due mesi, una sera, semplicemente, Hermione gli aveva presentato davanti una splendida frittura ridendo radiosa e ringraziandolo di aver sopportato la sua dieta. Questa volta, quando lui aveva iniziato a privarsi del vino a tavola sua moglie si era irritata.
"Che fai Ron, mi prendi in giro? Ti diverti perchè io non posso bere nulla e tu sì e ti beffi di me in questo modo? A che serve che smetti di bere se tanto sappiamo che non resisterai niente? Sei un cretino!"
Eppure Gin ed Harry non sembravano avere di questi problemi. Ron non aveva mai visto suo cognato privarsi di una bella bevuta o sua sorella seguire le rigide regole alimentari di Hermione, non aveva mai visto Ginevra cominciare a piangere guardandosi allo specchio o Harry guardarla con occhi disperati, senza sapere cosa fare e sentendosi in colpa per questo.
Non aveva mai visto Ginny preparare la cena con Albus piangente attaccato alla sua gamba.
Solo lui non aveva idea di cosa fare.
Solo lui ed Hermione non potevano essere felici.
-Ehi Ron, amico, ti senti bene?-
Si riscosse, Harry che lo guardava sorridendo gentilmente.
-Sì, sì, è tutto a posto, vado a prendere un pò d'aria.-

Era solo aprile e al mare faceva decisamente troppo freddo.
Ron si strinse nelle spalle, rabbrividendo, Lo sguardo perso a cercare d'individuare l'immaginaria linea in cui il cielo grigio si tuffava nel mare scuro.
Qualcuno gli si avvicinò, mettendogli sotto al naso un bicchierino di scotch incendiario. Afferrò il bicchiere senza girarsi. Sapeva che era Harry.
Da dentro la casa si sentivano le urla giocose dei bambini e le risate delle due donne, fuori, sulla veranda solo i gabbiani e l'infrangersi delle onde sul bagnasciuga.
-Sai, quando abbiamo comprato questa casa ero decisamente scettico. Poi Ginny mi ha detto di levarmi le scarpe e camminare a piedi nudi sulla fredda sabbia invernale. Ora vorrei fosse inverno tutto l'anno e vorrei non avere nemmeno un paio di scarpe.-
-Già...-
Svuotò il bicchiere in un solo sorso, rabbrividendo al contatto del liquido caldo e alcolico con la gola, in lontananza un gabbiano uscì dal mare con un pesce che gli si dibatteva tra gli artigli.
-Ron, ti va di fare una passeggiata?-
Posò il bicchierino sulla ringhiera, voltandosi verso l'amico. Harry lo guardava serio, lo sguardo comprensivo e luminoso appena offuscato dalle lenti degli occhiali piene di ditate.
Si sedette sul primo dei cinque scalini di legno che portavano direttamente sulla spiaggia e si levò le scarpe ed i calzini.
-E facciamocela questa passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia.-

Il Sole in quel periodo dell'anno tramontava piuttosto velocemente colorando le acque dell' oceano nero in un rosso luminoso, e facendosi sostituire da una brezza piuttosto dispettosa. Ron guardò l'acqua gelida circuirgli i piedi per l'ennesima volta per poi sparire nel risucchio del mare, Harry poco dietro di lui, sedeva guardando l'orizzonte.
-Come va, Ron?-
-Tutto bene.-
Il moro afferrò una conchiglia mentre lui gli si sedeva accanto, per lanciarla nell'Oceano come fosse un sasso.
-Hermione è un pò stressata...-
-Già....-
-Sai....Ginny ed io...dopo la nascita di James...abbiamo avuto dei problemi.-
Un paguro zampettò non lontano dalla mano di Ron per poi nascondersi velocemente sotto la sabbia, il ragazzo guardò distrattamente il buco sparire, inghiottito da un'onda.
Harry, dal canto suo, sembrava fissare il tramonto, mentre in realtà il suo sguardo non faceva che cercare l'amico.
-Beh lei dopo la gravidanza era stanca, stressata, insicura e fuori taglia. E James piangeva, delle volte tutta la notte. E doveva mangiare così spesso... É stato un Inferno. Ed io...ecco, io quando la guardavo, a volte, mi rendevo conto che...insomma...non la trovavo così attraente...nel senso biblico del termine...-
Ron, infastidito, immerse una mano sotto la sabbia afferrandone un pò e guardandola ricadere passando dalle fessure tra le sue dita.
-Non capisco perchè tu mi stia dicendo questo adesso.-
Gli dava fastidio. Gli dava dannatamente fastidio.
Dalla casa, poco lontano arrivò un urlo divertito seguito dalle urla d'ammonimento di Ginny. James, preda delle prime piccole magie incontrollate di ogni bambino, stava facendo levitare due estasiati Albus e Rose.
-Te lo sto dicendo perchè sei mio amico. E perchè parlarne con lei ha risolto tutto.-
-Harry, non voglio sapere quanto tu trovi scopabile mia sorella.-
Harry si alzò, pulendo distrattamente e con scarsi risultati gli occhiali sul suo golfino.
-Non essere stupido Ron. Non sono cieco. Se fai qualche cazzata poi sarei costretto a prenderti a pugni e non mi va... Ho un pò freddo, torno in casa dalle donne.- Un'altra ventata costrinse il moretto ad strofinarsi energicamente le mani sulle spalle, un altro botto proveniente dalla casa, seguito dalle risate di James e dalle urla irate di Ginny lo fece sorridere. -Io sono tuo amico, Ron. Solo...ricordalo.-

E poi le urla, i rumori, le risate si fecero lontani.
Andato Harry fu come se un muro invisibile ed impalpabile calasse alle spalle di Ron, escludendolo dalla felicità della casa e assordandolo con il rumore del mare.
Se solo lui non fosse stato così....se solo Hermione fosse stata diversa.....e Rosie....e il bambino....
Harry e Ginny avevano avuto dei problemi....ma li avevano superati. Per loro era stato facile, sicuramente. Harry era sempre stato così...perfetto. Migliore di lui. Lui era solo Ron Weasley in fondo, non Harry Potter. Ed Hermione...perchè non la voleva come l'aveva voluta in passato?
Lanciò una manciata di sabbia lontano, guardandola poi spargersi e volare via nel vento.
Sospirò, ripiegandosi l'orlo dei pantaloni sul polpaccio. Si alzò in piedi.
Un passo...l'acqua del mare gli lambì i piedi, dolce come una mamma, gelido come la morte, geloso come un'amante. Un altro passo... l'acqua gli arrivò a metà polpaccio, rannicchiando le dita dei piedì sentì, sotto la sabbia una conchiglia smussata dal mare. Un'onda più alta gli bagnò i jeans ripiegati, a Ron parve quasi di sentire la stoffa che si bagnava e l'acqua risalirgli lungo la gamba, nei ricami del jeans.
Si passò una mano sul viso, per poi spostarsi i capelli all'indietro e aspirare fin nei polmoni l'odore dell'aria salmastra.
Diede le spalle al Tramonto ed uscì dall'acqua.

-Papà!-
La piccola Rose quando lo vide rientrare in casa sorrise contenta, allungando le braccia verso di lui. -Papà ha bagnato i vettiti.-
Sorrise, guardando lo sguardo di rimprovero della figlia.
-Che pasticcione papà, vero?-
-Tì!-
James gli comparve davanti, sorridendo biricchino.
-Guarda zio, ho una finestra!-
Ron guardò il sorriso del nipote a cui, proprio nel mezzo, mancava un dentino da cui il bimbo faceva sbucare la lingua.
-Ma come hai fatto?-
Harry rise, prendendo il figlio e portandoselo sulle spalle.
-Questo biricchino se l'è staccato. Gli dondolava e se l'è staccato per far piangere Albus.-
James si aggrappò ai capelli scompigliati del padre, rubandogli gli occhiali e agitandoli sopra la testa. -Tanto mi sarebbe caduto presto, così non dondola più, no? È meglio! E poi è divertente quando Al piange!-
Ginny dalla porta della cucina, guardava il figlio maggiore e il marito con gli occhi stracolmi d'amore ed orgoglio.
Erano una scena perfetta? Ron se lo chiedeva spesso. Per Hermione, lui e Rosie erano una scena perfetta?
La bambina aveva preso a giocare con il cuginetto, già dimentica dei pantaloni bagnati del padre.
-Vado...vado a lavare le mani, di sopra, ti dispiace Gin?-
-No, no, vai pure, gli asciugamani sono nel solito armadio.-

Non aveva nemmeno trent'anni Ron.
Aveva il viso pieno di lentiggini, il naso appuntito, i capelli rossi.... dallo specchio un ragazzo giovane, un pò disordinato, con gli occhi estremamente tristi e arrabbiati ricambiava il suo sguardo. Così lo vedeva Harry quando lo guardava con pietà e tenerezza?
Così lo vedeva Ginny quando sembrava rimproverarlo con lo sguardo?
Così lo vedeva Rosie quando cercava di attirare la sua attenzione nel suo modo da bambina?
Così lo vedeva sua moglie quando lo guardava con le sue mute e tristi richieste?
Si sciacquò il viso, bagnandosi i capelli nel tentativo di pettinarli all'indietro.
Qualcuno bussò alla porta del bagno.

-Ron? Hai fatto? Dovrei fare la pipì.-
Gli occhi di quel ragazzo nello specchio erano così incredibilmente azzurri...
-Ron? Ron ti senti bene? Perchè non rispondi? Ron!-
Afferrò l'asciugamano, la sua fede d'oro spiccò in contrasto con la stoffa nera del panno.
Aprì la porta, trovandosi la moglie davanti.
-Ron, sei uno sciocco! Perchè non rispondevi? Stavo per aprire la porta!-
Anche Harry e Ginny, i perfetti Harry e Ginny avevano avuto dei problemi.
Ora Hermione lo guardava, l'irritazione che si faceva spazio nei suoi occhi preoccupati.
La studentessa che tanti anni prima lo aveva sgridato per la pronuncia sbagliata di un incantesimo, ora aveva il viso tondo e roseo di una donna incinta, i riccioli che le ricadevano scomposti sulle guancie, la bocca sottile, pronta a sgridarlo e gli occhi lucidi che ultimamente aveva sempre, come fosse perennemente sulla soglia di una crisi di pianto.
Quella bambina triste, sola, insicura che nel corso degli anni si era trasformata in una ragazza e in una donna di successo e sicura di sè, gli tornava crudelmente alla mente.
Cos'era diventato? Cosa stava facendo? Chiuse gli occhi, passandosi una mano sul viso.
-Ronald?-
Hermione si sentì afferrare per le spalle, un'istante dopo sentì i capelli scomposti del marito pizzicarle la guancia.
Erano esili le spalle di Hermione, ma lei era morbida e profumava sempre così delicatamente.
Sentì una lacrima scivolargli lungo una guancia per poi perdersi nei ricci scomposti della moglie. Le afferrò una ciocca, stringendola ancora più forte a sè.
-Scusami, scusami tesoro.-
-Ron?-
Le spostò una ciocca, annusandole la pelle morbida del collo e posandovi un bacio delicato.
-Sono uno stronzo, scusami, scusami piccola.-
Hermione singhiozzò, circondando, per quanto le fosse possibile, il busto del marito.
-Andrà tutto bene Ron, andrà meglio.-
Ron annuì, sfregando il naso sul collo della moglie, aspirandone il più possibile il suo dolce profumo.
-Sì....sì, è così. È così.-
Hermione prese a carezzare la testa di Ron, maternamente.
-È così. È così.-


-Hermione e Ron rimangono per cena?-
Harry aprì l'armadio, studiandone con fare incuriosito il contenuto.
-Sì, sì, apparecchia anche per loro.-
Afferrò tre piatti in più, apparecchiando il tavolo con la magia.
I bambini stavano guardando incantati la televisione, unico apparecchio babbano che per loro risultava più incredibile degli oggetti magici.
Harry andò in cucina, dove trovò la moglie intenta ai fornelli. Ormai molti suoi movimenti erano impediti dalla sua prominente pancia, ma lei ovviava al problema usando la magia.
Si sedette al tavolo, scrutandola con amore.
Lei sorrise avvicinandosi al marito che le cinse i fianchi per attirarla a sè.
-Sono enorme.-
Lui rise, baciandole la pancia.
-Sì, lo sei.-
La risata di lei scoppiò fragorosa, mentre lui si abbassava per evitare uno scappellotto giocoso.
-Sei uno stronzo.-
-Sì, ma tu mi ami lo stesso.-
La risata tintinnante di Ginevra riempì nuovamente la cucina come una serie di campanelli.
-Non puoi esserne sicuro.-
Anche Harry rise, alzandosi in piedi e afferrando il viso della moglie, per baciarle la punta del naso. -Beh, me lo auguro, dato che io ti amo così tanto.-
Un urlo provenne dal salone, seguito dal pianto di Albus.
Harry sospirò, ridacchiando.
-Albus e James finiranno per uccidersi a vicenda un giorno.-
Anche Ginny rise, tornando ad occuparsi della cena.
-Valli a dividere prima che mettano in mezzo Rosie.-

Fuori ormai aveva fatto buio. I gabbiani non si sentivano più e il rumore delle onde sembrava cullare il cielo e immobilizzare il tempo.
Ginny girò gli Hamburger, sbadigliando.
Forse avrebbe invitato il fratello ed Hermione a dormire da loro. Ne avevano bisogno.
-Papà, ma poi Bambi li fa i cuccioli?-
Sorrise, sentendo le voci attutite degli altri dal salone.
Una ventata fece sbattere un'imposta.
Si affacciò dalla finestra per bloccarla. E il rumoroso silenzio dell'Oceano l'accolse.

Quella sera, dopo cena, sarebbe uscita in veranda, si sarebbe tolta le scarpe, avrebbe camminato fino al bagnasciuga e poi sarebbe tornata indietro a rilassarsi finquando Harry non fosse venuto a richiedere la sua attenzione.
Come un dolce ed insicuro bambino troppo cresciuto.






Fine.
   
 
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