Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |       
Autore: Querthe    02/11/2006    9 recensioni
Usagi archeologa, Mamoru un essere che vive da millenni, forse solo la creazione di una civiltà non più esistente, Hotaru un'entità votata alla distruzione che ha deciso di usare la Terra come suo parco giochi. Vi ho stuzzicato la curiosità?
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hotaru/Ottavia, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anche se non riconosceva il luogo tetro e in qualche modo nebbioso, Usagi sapeva di trovarsi vicino alla persona che cercava. Si guardò in giro, continuando a correre senza sapere dove stava andando, eppure certa che stesse muovendosi nella direzione giusta. Il cuore le si aprì di gioia vedendo la lunga e morbida chioma massa di capelli biondi dell'amica.
- Minako! - gridò. - Minako!
La ragazza, come l'altra sui venticinque anni, si bloccò senza voltarsi, permettendo a Usagi di raggiungerla, ansimante per la lunga corsa. Dopo qualche secondo la bionda dai codini che le sfioravano le cosce si rimise dritta, le mani non più sulle ginocchia e le gambe leggermente piegate per riprendere fiato. Pose una mano sulla spalla destra dell'amica e le diede una leggera spinta per farla voltare, cosa che fece. Usagi sgranò gli occhi inorridita, vedendo il volto marcescente e putrefatto della bionda, la pelle appesa a un teschio in parte visibile, gli occhi vuoti e le labbra ritirate sul lato sinistro a mostrare i denti.
- Usagi... - biascicò, la lingua nera e gonfia. - Usagi cosa hai fatto? Cosa mi hai fatto?
- Non io... non io! Non io! - gridò con tutto il fiato che aveva, chiudendo gli occhi e indietreggiando. - Non io!
Aprì gli occhi, ansimando, il corpo scosso dai tremiti dell'incubo da cui si era appena risvegliata, il cuscino e le lenzuola umide di sudore. Scoppiò a piangere, lunghi singhiozzi attutiti dalle mani che le nascondevano il viso. Non sentì aprirsi la porta della camera d'albergo dove si trovava, alzando lo sguardo solo quando le calde e forti mani di Mamoru le strinsero le spalle.
- Cosa succede? - le chiese.
La voce, per quanto profonda e rassicurante, ferma come il carattere del proprietario, era priva di emozioni.
- Io...
- Perché piangi?
- Minako. - singhiozzò lei. Minako era... il suo volto...
- Un altro incubo. Non è reale, Usagi. Nulla di quello che hai sognato è reale.
- Lo so, ma potrebbe esserlo. Quello che ho visto un anno fa. E lei che mi ha detto che è colpa mia.
Lui le sollevò il mento con un dito, guardandola con due occhi neri senza fondo.
- Lo sai che non è vero.
- Ma se io non avessi toccato la tua statua...
- Forse che lei non avrebbe toccato quella dell'Annichilatrice? - chiese ironico l'essere.
- Non lo so. Non so cosa pensare.
- Non farlo. Dormi. Domani dovremo partire per un lungo viaggio. L'ho trovata.
Usagi sgranò gli occhi, sollevata e terrorizzata.
- Ne sei certo?
- Assolutamente sì. Tutti gli spiriti hanno risposto al mio appello allo stesso modo. Hotaru si trova in India. Esattamente dove si è risvegliata, là tornerà a dormire.
- Intendi dire che non la uccideremo? Che un giorno potrebbe tornare a portare morte e distruzione?
Lui sorrise, una sorta di smorfia come di dolore.
- Come puoi uccidere la Morte? E poi lei, come quelli come me, serve a questo mondo. Senza il cambiamento non c'è rinnovamento, e senza di esso non c'è miglioramento.
- La stai descrivendo come una cosa positiva.
- In un disegno più ampio di quello che possiamo comprendere, sicuramente. Io non posso e non voglio capirlo. Io sono nato... sono stato creato per fermarla e sorvegliarla. Eravamo molti, ora sono l'ultimo. Dopo di me, lei avrà tutto il potere e la possibilità di distruggere il mondo. Per questo non posso fallire.
- Un peso enorme da portare.
Mamoru annuì lentamente.
- Sono abituato. La sorveglio da oltre dieci man, da oltre centomila anni. Il peso del mio compito è parte di me fin dalla mia creazione per mano degli stessi che la richiamarono dal gelo fuori dal tempo in cui si trovava. In qualche modo io vivo grazie a lei. Lei è il mio scopo. Se vivo, è per metterla a dormire. Se lei dorme, io è come se non esistessi finché non si risveglia.
- Mi spiace... mi spiace così tanto...
- La salveremo. Lei l'ha svegliata, sono legate dal sangue come io sono legato a te. Non può ucciderla, o lei tornerebbe a dormire.
- E se morissi io?
- Avrei fallito. Il mio compito è sconfiggere lei e proteggere la Fonte, proteggerti, Usagi. Ma non morirai, telo prometto. Ora dormi. L'alba è ancora lontana.
- Mamoru?
Lui le sorrise. Era un sorriso caldo, stranamente umano.
- Starò qui con te. La poltrona è molto comoda.
- Grazie. - mormorò mentre si infilava sotto le coperte e chiudeva gli occhi.
L'uomo, vestito con un sobrio completo nero e una camicia in raso scuro, si sedette poco lontano, aggiustò la cravatta e chiuse gli occhi. Richiamò degli spiriti protettivi di medio livello a guardia della porta e delle finestre, uno spirito del piano angelico che si infuse nel cuscino, allontanando i possibili incubi dalla giovane archeologa, e per ultimo il suo spirito personale, che comparve con le sembianze di una bambina dagli accesi capelli color rosa cupo vestita con una lunga tunica bianca.
- Ai tuoi ordini, Endimion.
- Registra le ultime quattro ore. Hai accesso alle zone della mia mente che ti potrebbero servire, oltre al mio corpo. Il diario è accanto alla lampada. Devo ragionare. - pensò.
- Come desideri, Endimion. - si inchinò Chibi Chibi, visibile ed udibile solo a lui.
Scomparve, impossessandosi del corpo dell'essere, la cui coscienza scivolò in un angolo a rievocare in maniera vivida quanto era successo poco più di tredici mesi prima.
I suoi creatori, esseri preesistenti la civiltà umana, avevano raggiunto vette di conoscenza così elevate da far risultare la tecnologia del ventesimo secolo quasi primitiva. Durante una ricerca sulle varie dimensioni, questi esseri finirono per trovare una nicchia di spazio in qualche modo slegata dal flusso normale del tempo. Quando la esplorarono ottennero esclusivamente di disturbare un'entità votata alla distruzione, che riuscì a seguirli sulla Terra, provocando danni così gravi da costringere i pochi superstiti dopo la lunga ed estenuante lotta a rifugiarsi nello spazio su navi terraformanti e cercare un nuovo pianeta abitabile. Ma alcuni rimasero e assieme agli Endimion, esseri virtualmente immortali, creati per poter contrastare l'entità che chiamarono Annichilatrice, riuscirono a segregarla in una speciale camera di contenimento. Lui, l'Endimion Mamoru, era l'ultimo della sua razza, estintasi per problemi di rigetto degli innesti psichici, avarie delle statuine di stasi o morti per mano di Hotaru durante le varie guerre. Aveva imparato che Hotaru si risvegliava periodicamente, attirando un ignaro umano, e che il caos che portava era diventato necessario alla sopravvivenza stessa del pianeta Terra. Anche l'ultima volta era stato lo stesso. Il richiamo, l'umana che giungeva, il sacrificio. Ma quella volta qualcosa di imprevisto era successo. Gli umani erano due, e per una coincidenza entrambe avevano eseguito il rituale di risveglio allo stesso momento, riportando nel flusso temporale l'Annichilatrice e lui. Sfortunatamente non aveva avuto subito a disposizione tutti gli spiriti necessari, un lieve ritardo nell'inizializzazione degli innesti psichici aveva permesso alla donna di fuggire con l'amica e collega di Usagi. I mesi successivi erano stati confusi per entrambi, alla ricerca di indizi che permettessero loro di fermare l'Annichilatrice, di trovarla prima che potesse seminare morte, guerre e pestilenze nel mondo. Mamoru si rese conto che alcune sue scelte erano state dettate non solo dalla pura logica ma anche dal legame con la sua Fonte, con Usagi.
- La dolce e ingenua Usagi. - pensò, mentre il suo corpo era intento a scrivere alacremente quanto successo nel lasso di tempo da lui specificato a Chibi Chibi. Concesse al suo volto un sorriso. - La Fonte più strana e pura che abbia mai incontrato. Con lei i miei poteri sono arrivati al limite teorico. Probabilisticamente credo di poter avere buone speranze di sconfiggere l'Annichilatrice senza dover... No, non devo farlo, l'ho promesso a lei.
Lasciò completare al suo spirito il compito assegnatogli, lo congedò e si rilassò, addormentandosi. Poco dopo l'alba si svegliò, riposato fisicamente, ma in qualche modo spossato mentalmente. Attento a non svegliare la ragazza, si rinfrescò nel bagno della stanza e si mosse nella sua. Afferrò la valigia, una piccola pilota di robusto tessuto tecnico contenente alcuni amuleti, la sua armatura e delle mappe, e tornò nella camera dove Usagi nel frattempo si era svegliata, ma era rimasta a letto, stiracchiandosi.
- Grazie per essere rimasto. - sbadigliò.
- Non eri obbligato.
- Lo so. L'ho fatto con piacere. - rispose atono lui, congedando nel frattempo gli spiriti che aveva evocato alcune ore prima. - Come stai?
Lei fece una smorfia mentre scendeva dal letto, vestita solo da una larghissima T-shirt bianca che le arrivava a metà coscia.
- Uno schifo. Comunque grazie. - si alzò e guardò l'orologio digitale sul comodino. - Ho il tempo per una doccia.
- Certo. Nel frattempo vado a pagare le camere. Aspettami in camera, non credo ci impiegherò molto.
- D'accordo. Grazie.
Mamoru lasciò al camera pochi secondi dopo aver sentito aprirsi l'acqua della doccia, scese le scale con il solo scopo di impiegarci più tempo e si fermò nella hall a guardare gli altri clienti, sebbene rari, andare e venire.
- Umani. Ignari di ciò che succede attorno a loro. Per loro fortuna. A volte mi domando come i miei creatori abbiano pensato di creare una razza così... misera. Vita breve, nessuna capacità fisica o mentale superiore, una propensione a sbagliare e a ripetere gli stessi errori nei secoli...
- Ma hanno un potenziale illimitato. La loro voglia di migliorarsi li rende perfetti per alimentare tanto i miei quanto i tuoi poteri. - disse una voce suadente alle sue spalle, facendolo irrigidire.
- Chi?
- Mi offendi, Endimion Mamoru. - lo derise la voce, che apparteneva a una donna sulla quarantina, i capelli neri e lisci a caschetto ad enfatizzare un volto affilato, una carnagione resa ancora più pallida di quanto fosse in realtà grazie al maglione nero e ai pantaloni a sigaretta nello stesso colore.
- Annichilatrice!
- Ci conosciamo da millenni, Hotaru sarà più che sufficiente. Non disturbarti ad evocare i tuoi spiriti guerrieri e le tue entità protettive, non ho né la voglia né il tempo ora di giocare con te.
- Anche perché non sei qui realmente, o la tua sola presenza avrebbe provocato notevoli danni se non vere e proprie sciagure.
- Mi sopravvaluti, ma ti ringrazio. - sorrise la proiezione dei pensieri dell'Annichilatrice. - Ci sediamo. Ti va?
Mamoru non accennò un diniego, tantomeno annuì. Semplicemente prese posto su una delle comode poltrone di pelle morbida e verde scuro presenti nella hall. Accanto a lui, su un'analoga poltrona, sedette Hotaru, incrociando le gambe elegantemente.
- Ti sconfiggerò.
- Oh, non ne dubito. Ci siete sempre riusciti, tu e quelli della tua razza. - ribatté la donna con un lieve ironia nella voce. - Sembra quasi che il vostro scopo sia solo eliminarmi. Non trovi il tutto... - si fermò come cercando la parola più adatta. - Monotono?
- Parole prive di significato alle mie orecchie, se pronunciate da te. - rispose duro Mamoru, stringendo con forza i braccioli, quasi frantumando l'anima lignea interna. - Tu che vorresti un mondo senza legge, dove nulla è certo e non si possono gettare basi per il futuro o cercare radici del passato.
-E per questo perfetto per poter, per dover godere ogni istante della propria vita al meglio. "Carpe diem" diceva quel piccolo popolo. Romani, no? Sì, erano loro. Ah, bei tempi i loro. Pieni di guerre e di lotte interne.
- Provocate da te per aumentare il tuo potere.
- Almeno loro sono passati alla storia grazie a me... - ironizzò nuovamente.
- Cosa vuoi da me?
- Io? Nulla. Solo fare due chiacchiere e dirti di lasciarmi in pace. Vivi la tua vita dimenticandoti di me. Converrebbe a tutti.
- Parole sprecate. So dove ti trovi, non hai scampo.
Hotaru rise di gusto.
- Questa è bella. Sei solo, certo forte, ma pur sempre un unico essere contro colei che l'ultima volta ha quasi sterminato la tua razza.
- Quasi. Hai detto bene. Io sono rimasto.
- Un errore facilmente rimediabile, Endimion Mamoru. - replicò gelida lei. - Te l'ho detto. Stai lontano da me o te ne pentirai.
Senza attendere repliche, la donna si alzò e si diresse velocemente nella porta girevole che conduceva all'esterno dell'albergo, svanendovi attraverso senza che nessuno se ne accorgesse. Mamoru attese qualche secondo, quindi mandò alcuni spiriti a controllare che non fossero rimasti residui magici potenzialmente pericolosi. Si diresse, soddisfatto delle notizie che gli venero riferite dalle entità incorporee, al banco di accoglienza dove chiese e pagò il conto. Tornato in camera si stupì di trovare la ragazza già pronta, vestita con una camicia pesante a quadri colorati e dei jeans sdruciti ad arte come voleva la moda del momento.
- Sembri una boscaiola canadese. - tentò di scherzare, il suo volto teso per il recente incontro.
- Sto male, vero?
- No.No... - si affrettò a correggersi l'uomo. - Staresti bene anche con un sacco della spazzatura. Era solo...
- Grazie. - sorrise lei. Sapevo che era una battuta. Ma mi piace vederti imbarazzato. Ti fa sembrare così...
- Umano? - completò con una nota di tristezza Mamoru.
- Anche. Io pensavo dolce.
L'uomo avvampò per un istante, quindi si ricompose, si schiarì la gola e si sistemò la cravatta.
- Vado a prendere le mie cose. Ci vediamo nella sala per la colazione tra un paio di minuti.
Lui annuì e si precipitò fuori, non accorgendosi che non solo aveva dimenticato la sua valigia e la sua borsetta, ma che la pilota dell'uomo era già nella stanza.
- Quando si tratta di cibo è vorace come un ecaterion. Fortuna non ha lo stesso carattere. - si ritrovò a pensare. - Singolare. Tendo a mantenere comportamenti umani anche in privato. - mormorò mentre afferrava tutte le valige e chiudeva la porta della camera.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Querthe