Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: starmoon    06/04/2012    2 recensioni
Per risolvere tutto Elena spera di ottenere dei risultati con un occhiata al futuro, ma cosa succederebbe se l'incantesimo fallisce e lei si ritrova bloccata nel futuro?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Il passato 




Ero salita in carrozza,mia sorella Selenia mi seguì subito dopo, il cocchiere chiuse la porta e dopo cinque minuti incominciò a muoversi, nessuno delle due osava parlare, il silenzio che si era creato era straziante, fu io a rompere quel silenzio assordante

-spero che sarai contenta?-buttai via quelle parole che aveva sullo stomaco da quando mi era svegliata quella mattina

-Jane non iniziare sono stanca- troncò la conversazione prima ancora che nascesse, mi sentivo una stupita, era inutile provare a farle capire cosa volevo, io volevo andare via, ma lei continuava a trattenermi,per il mio bene, per quello di nostro padre, per lei, se io fossi andata via avrebbe dovuto sposare lei quel ragazzo che oggi mi stava aspettando nella sua enorme casa, chiusi gli occhi rassegnata,ma la carrozza sobbalzò e per poco non batteva,uscimmo di li frettolosamente, un ragazzo biondo era voltato verso il cocchiere a terra sanguinante, quando si voltò si pulì con il braccio il sangue che colava dalla sua bocca, ci sorrise sadico, qualcosa mi diceva che eravamo nei guai. 

-buongiorno-disse semplicemente 

-chi siete voi?-chiese mia sorella, aveva timore lo capivo da come parlava. 

-mi chiami Nicklaus-disse sorridendo come prima, lo guardai negli occhi, mi faceva paura,mia sorella si parò davanti a me, lei era sempre stata coraggiosa,ma a volte odiavo quella sua caratteristica, doveva fare sempre l'eroina e io passavo sempre per la damigella in pericolo che non si sa difendere. 

-cosa siete?-continuò il suo interrogatorio con voce tremante

-un vampiro-disse naturale, i muscoli del mio corpo si irrigidirono di colpo, un vampiro, allora mio padre aveva ragione, esistevano. 

-un vampiro?-disse lei, da un momento all'altro l'avrebbe uccisa solo per l'impertinenza

-devo ripeterlo ancora-disse scocciato 

-no no-disse spaventata lei 

-ora che facciamo?-si girò verso di me e mi rivolse la domanda, io non sapevo che rispondere aprì la bocca per dire qualcosa,ma la voce di quel ragazzo mi superò 

-niente voi non mi avete visto e io non ho visto voi-disse intenzionato ad andare via 

-aspetta-dissi io per la prima volta trovai il coraggio di parlare 

-come spieghiamo a nostro padre come è morto il cocchiere-dissi un po' infastidita, se non mi avrebbe ucciso lui ci avrebbe pensato mio padre.

-un animale-disse scrollando le spalle e sparendo nella foresta 

-ma ti rendi conto, un vampiro?-disse mia sorella spaventata 

-calmati e ascoltami, non una sola parola con nostro padre-dissi seria 

-ma se la prenderà con noi?

-se un animale selvaggio ha ucciso il nostro cocchiere non è di certo colpa nostra-dissi quelle parole scocciata, non ero traumatizzata dai vampiri,nostro padre ci riempiva la testa con le sue storie tanto da renderle reali.

Lei annuii semplicemente, la presi per un braccio e insieme ci incamminammo verso la via di casa, quel ragazzo poteva aspettare,non che fossi tanto entusiasta di conoscerlo. 

 

 

-siete sicurezze fosse un animale?-domandò con quello sguardo severo che io odiavo, mai nel suo volto avevo visto un sorriso

annuimmo io e mia sorella 

-ok potete andare-disse mettendo le mani dietro la sciama e voltandoci le spalle, era più interessato a guardare la finestra che noi. 

 

 

-lo abbiamo convinto-disse Selenia facendo un sospiro  di sollievo 

-credi che lo rivedremo?-chiesi senza pensare

-cosa? scherzi vero? spero proprio di no-disse secca -sarà pure bello,ma è un mostro 

Già un mostro,lei e mio padre li avevano sempre considerati tali, io preferivo credere che avessero una parte umana, chissà forse loro non provavano niente come diceva sempre il vecchio, almeno non soffrono, mi ritrovai a pensare mentre mia sorella continuava a spazzolarmi i capelli 

-allora a quando le nozze?-disse entusiasta, io la guardai truce, dovevo sposare quel manichino vivente e l'idea non mi allettava affatto. 

-perchè non te lo sposi tu-dissi fredda, lei mi fece la linguaccia 

- non posso sei tu la primogenita- essere gemelle era un tortura,ma in quei tempi l'essere nata due minuti prima era un condanna. 

-forse sposerò un principe, chi lo sà- si allontano con la spazzola in mano, si perdeva sempre in quel insulsi sogni. 

-Selenia sogni troppo-dissi alzandomi da quella scomoda sedia e togliendomi i capelli davanti,lasciandoli lunghi dietro le spalle

-andiamo? Jane il tuo maritino ti aspetta- in quel momenti la odiavo, sempre a ripetermi la stessa cosa, non capiva che mi faceva male? io dovevo sposarmi con uno sconosciuto e lei ballava e cantava felice. 

 

 

 

-Janette ti presento il tuo futuro sposo-disse mio padre felice, era felice? si lo vedevo dai suoi occhi, probabilmente il fatto che un maschio entrasse a far parte di questa famiglia lo rendeva felice, ora mi spiego molte cose.

-piacere di conoscerti- fece un inchino,la sua voce era calda e sensuale, non me lo sarei mai aspettato un ragazzo così bello, due pozze verdi smeraldo che continuavano a fissarmi, i capelli castani lasciati ribelli e rovinati dal capelli che ora teneva in mano, piccole ciocche gli ricadevano sulla frangia, le sue labbra si allargarono in un sorriso alla quale non riuscì a non sorridere anch'io.Mio padre dal canto suo era felice.

-bene adesso voglio presentarvi un ospite figliole-disse sorridendo, era la prima volta che lo vedevo felice, per un momento pensai che fosse la sola presenza maschile in casa nostra,ma poi vidi una giovane donna e un uomo un po' troppo simile a mio padre.

-questa è la sorella di Frederic-disse indicandomi il ragazzo 

-Jiuliet -disse la donna, io la osservai meglio sembrava aspettasse un bambino e i miei sospetti furono affermati quando quell'uomo la prese per un braccio come a sorreggerla. 

-Ernest prendi una sedie per la signora Salvatore-ordinò mio padre al cameriere che subito porto una sedia dal soggiorno

Quel cognome italiano mi rimase impresso, Salvatore, era come se mi dicesse qualcosa,ma in quel momento non mi veniva in mente niente. 

-la tempesta ha impedito loro il viaggio quindi soggiorneranno qui fin quando il tempo non si sarà calmato

Nella mia famiglia c'era un antica usanza, chiunque chiedesse aiuto doveva essere aiutato,non importa chi fosse, ciò che semini raccogli, questa frase non era di mio padre,ma da un antenato di famiglia,lui e le sue assurde tradizioni. 

-eravamo venuti a far visita ai miei genitori-disse la donne con voce dolce, mi incantai a guardarla, mi ricordava mia madre.

 

 

Passarono due giorni e la tempesta era finalmente passata, ero nella mia camera, quando sentì bussare e una voce lieve 

-posso entrare?

-certo- dissi sorridendo 

Jiuliet si sedette accanto a me nel letto 

-mi dispiace per il tuo matrimonio combinato- credo che quelle parole me le volesse dire dal primo momento che mi ha vista.

-ma vedrai imparerai ad amarlo io lo fatto e poi ci sarà sempre un altro amore pronto per essere accolto-disse osservando il suo pancione

-potrò essere anch'io felice come te un giorno?- ero sul punto di scoppiare in lacrime

-lo sarai, sicuramente- senti la sue carezza sui miei capelli castani, e sorrisi a quell'immagine che apparve nella mia mente, era troppo simile a mia madre

-lo spero-dissi sorridendo, lei si alzò pronta per andare via ,ma quando arrivò sulla soglia della porta pronuncia una semplice domanda

-come si chiamerà? -dissi

-Damon- nel pronunciare quel nome vidi nei suoi occhi un amore sconfinato, forse non era stato suo marito l'amore che cercava,ma quella creaturina che cresceva dentro di lei, sorrisi al pensiero che forse anch'io potrei diventare come lei.

 

 

 

 

Selenia correva verso di me spaventata 

-che succede?-dissi cercando di calmarla 

-quel mostro, è tornato-disse senza respirare, corsi nel luogo da dove era arrivata 

-ma guarda chi si rivede-disse con un sorriso beffardo 

-oh vedo che vi siete già conosciuti-la voce di mio padre mi fece sobbalzare

-padre?-domandai insicura, improvvisamente il giardino mi sembrava troppo piccolo 

-Janette lui è Nicklaus nostro ospite 

lo guardai spiazzata come mia sorella del resto, non so come ma i giorni che vennero a seguire furono quelli che cambiarono la mia vita.

 

 

 

 

 

-Mi fai un ritratto?-la voce squillante di mia sorella, interruppe i miei pensieri rivolti ben lontano da quella stanza, il soggiorno era la stanza più grande, solitamente io e Selenia ci stavamo per ore ore, fin quando non è arrivato lui, mi riusciva difficile stare sola con lui,non che avessi paura, ma qualcosa mi diceva che non dovevo stargli vicino.

-certo-disse lui, era incredibile mia sorella era riuscita a farsi passare la paura, a volte mi dava l'impressione di essersi innamorata di quel vampiro, mio padre invece lo adorava come adorava Frederic, che adesso era appena entrato dopo una giornata di caccia insieme a mio padre.

-buonasera-disse facendo un mezzo inchino, Klaus,come si faceva chiamare sorrise,  si alzò, mentre Selenia continuava a sorridere come un ebete ad ogni sguardo che lui le rivolgeva.

-vuole venire a fare un giro?-mi chiese Frederic con un sorriso, io annuii sapendo che se avessi rifiutato mio padre come minimo non mi avrebbe fatta uscire per il resto della mia misera vita.

 

-da quando conoscete Nicklaus?-mi chiese prendendomi alla sprovvista 

-non da molto direi-dissi con fare superfluo

-parlatemi di voi?- mi chiese sedendosi suo quella panchina di pietre che mio padre aveva deciso di mettere in mezzo al giardino, da li il panorama era fantastico, rose, e laghetti, cespugli trattati con la massima cura.

 

 

 

Una notte mi svegliai per via degli schiamazzi che provenivano dalla stanza accanto,mi alzai un po' infastidita, la scena che vidi da dietro a quello spiraglio che la porta aveva lasciato, Klaus e Selenia avvinghiati come polpi, rimasi sorpresa, non capacitavo mia sorella di un atto del genere, l'avevo sottovalutata, e poi ero io la ribelle della famiglia, se mio padre l'avrebbe vista sicuramente l'avrebbe ripudiata. 

-JANETTE!-urlò Selenia 

-potreste fare meno rumore-dissi secca, non so se fosse per aver perso sonno o per la bella sorpresa, chiusi gli occhi un secondo il tempo di rendermi conto che non stavo sognando, poi mi voltai le spalle e chiusi la porta andando nella mia stanza, non saprei per quale motivo ma incomincia a piangere, forse perché avevo capito che la mia vita sarebbe stata totalmente diversa da quel giorno in poi o forse perché ero invidiosa del fatto che lei si divertisse e io dovevo fare i doveri di famiglia.

 

 

Una cosa non sapevo suoi vampiri, un particolare importante.

-perchè l'altra notte piangevi?'- una semplice domanda che bastò a spiazzarmi.

-non stavo piangendo!-affermai decisa 

eravamo soli in quel soggiorno diventato anch'esso troppo piccolo.

-non mentirmi ti ho sentito- il suo tono era dolce, lo guardai sorpresa fino a due giorni fa il suo sguardo era come assettato di sangue, adesso era docile, forse per via di Selenia?

-impossibile-affermai decisa 

-se conti il super udito di un vampiro non è impossibile-disse ridendo, si prendeva gioco di me?

-cosa ve ne importa?-avevo usato di nuovo la terza persona nonostante continuasse a dirmi di chiamarlo con il tu, mi guardò stranito.

-gelosa?-un'altra domanda che mi spiazzo, impossibile mi dissi nella mente.

-ahahahah- cominciai a ridere isterica, non ero innamorata di lui, non avevo motivo di essere gelosa.

-non sono innamorata di te se è questo che vuoi sapere, devo sposarmi ricordi non ho tempo per l'amore-dissi tutto in in fiato come se prima dicevo quelle parole prima mi sarei liberata del suo sguardo su di me.

lui mi mise una mano sulla mia mano che era appoggiata al divano e io lo guardai negli occhi, fu l'ultima volta che ci guardammo così. Selenia entrò e io di scatto scansai la mia mano dalla sua, lui la guardò sorridendo, era innamorato, erano innamorati, chi ero io per rovinare tutto?

 

 

-voi non volete sposarvi vero?-ancora con queste domande che mi prendevano alla sprovvista, chiusi gli occhi come facevo sempre per cercare di respirare più a fondo possibile

-in realtà…io vorrei che l'uomo che mi sposi mi ami davvero e che io ami lui-lui mi guardò capendo il mio ambiguo discorso 

-non credere che per me sia meglio-mi disse -non fraintendermi tu mi piace, sei bella,ma io…

-hai un'altra donna nel cuore?-dissi piano 

-già, ma mio padre non lo permetterebbe mai un matrimonio con una semplice contadina

-mi dispiace

-però devo ammettere che mi sono affezionato a te-disse improvvisamente, mi voltai di scatto, era una mezza dichiarazione?

-che intendi?

-forse un giorno ci innamoreremo uno dell'altro-quel discorso era simile a quella fatto dalla sorella, mi stupì e io sorrisi 

-potrebbe succedere- disse sorridendo, si ci credevo sarebbe stato il mio futuro, lui sarebbe stato il mio futuro e io volevo essere felice, e se non avrebbe funzionato chissà forse anch'io come jiuliet avrei trovato l'amore in un figlio.

Mi accorsi solo dopo della figura che ci osservava dalla camera da letto degli ospiti, feci finta di niente,ma in fondo sapevo benissimo che Klaus mi stava osservando, da quella sera non mi rivolse mai più la parola se non qualche monosillabo in presenza di mio padre. 

 

 

 

Come ogni sera Selenia passava dalla mia stanza spegneva le candele e poi andava nella sua, o molto più probabile in quella di Nicklaus, la intravidi uscire e poi aprì gli occhi,tolsi quelle coperte e mi affaccia dalla finestre, osservando il cielo stellato. Quello che successe dopo non so spiegarlo bene, sentì puzza di bruciato e gente che urlava, mio padre spalancò la porta guardandomi truce.

-esci! prima che quel mostro ci uccida tutti!- avevo capito che si riferisse a Klaus, corsi fuori dalla stanza seguendo mio padre, il fuoco si fece più intenso, e via di fughe ce n'erano ben poche.

-padre? Selenia?

-quella sgualdrina?-disse con disprezzo, evidentemente li aveva beccati, mi misi una mano sulla faccia coprendo naso e bocca, il fumo non mi faceva respirare bene

-vai avanti?-disse improvvisamente mio padre

-cosa?

-io non posso abbandonare questa casa se muore lei morirò anch'io- lo guardai stupita 

-tua mi sta aspettando già da troppo tempo-disse sorridendo 

-vi voglio bene-disse senza darmi il tempo di rispondere visto che il fuoco lo travolse, urlai, il quella casa si sentì solo il mio urlo che, le lacrime scendevano senza sosta, sentì due mani calde prendermi dalle braccia e sollevarmi dal pavimento, mi voltai distrutta, il volto di Klaus a pochi centimetri da me, il mio sguardo diventò furente, era colpa sua, tutto era cambiato da quando era arrivato.

-Selenia?-mi domandò, lo guardai stupita, non era con lei? 

incominciai a correre verso la sua stanza

-aiuto!-la voce proveniva dal soggiorno, entrambi corremmo,ma appena etrata la trave della porta mi arrivò di sopra facendomi perdere i sensi. 

 

Quando mi svegliai mi girava la testa,non capivo dove fossi

-come ti senti?- la voce roca di Klaus arrivò fino alle mie orecchie

-dove sono?-dissi alzandomi da quelle che costata i fosse un letto 

-nella mia casa-disse la sua voce era atona, quasi fosse senza anima, usciva priva di ogni emozione

- SELENIA- sbottai solamente 

-mi dispiace-disse senza guardarmi 

-cosa?

-vieni con me- mi prese per un polso e mi trascino in una stanza dove si trovava un uomo 

-cosa vuoi fare?-dissi spaventata 

-bevi- mi disse solamente, mi sentì lo stomaco scombussolata, le gengive mi facevano male, gli occhi pizzicavano.

-cosa mi sta succedendo?-chiesi voltandomi 

-se non bevi morirai-disse con un filo di voce

-non sono un mostro-dissi piangendo 

-scusa-disse mettendomi vicino all'uomo, in quell'istante non capì più niente, bevvi, era come se non avessi bevuto per per un mese intero.

-mi dispiace-disse Klaus io mi voltai verso di lui, sangue e lacrime si erano mischiate, dovevano avere un aspetto schifoso. 

 

 

 

Erano ormai passati due mesi, mi aveva insegnato quasi tutto, soprattutto come mantenere il controllo, non volevo uccidere nessuno, non mi aveva mai detto nulla di Selenia e se la nominavo diventava scontroso e non mi rivolgeva la parola. Non avevo più visto nessuno che conoscessi nemmeno Frederic. 

Feci un sospiro profondo e continuai il mio disegno,Klaus mi aveva contagiato con la storia dell'arte, sentì la porta aprirsi di colpo. 

-tu sei Janette giusto?- una donna sulla quarantina mi guardava disgustata

-chi sei?

-una strega-disse alzando le mani facendomi venire un mal di testa disumano.

-vattene da questo paese 

-n..non ho ..fa..tto nu..lla di male!- dissi alzandomi con tutta la forza che possedevo dentro di me

-ancora no ma lo farai soprattutto se continuerai a frequentare Klaus 

-cosa intendi?-dissi ancora presa dal dolore 

-è un mostro spietato, non puoi fermarlo 

-ma cosa…

-devi andartene capito se non vuoi che il tuo bel fidanzatino muoia 

-di chi stai parlando?-dissi spaventata 

-un certo Frederic 

-lascialo in pace 

-deciditi cara o stai con Klaus e lui muore o gli salvi la vita lasciando che mi occupi di lui

-non puoi ucciderlo-dissi sicura 

-no da sola no-disse ridendo 

-sei pazza-dissi cercando scappare dalla porta 

-dove credi di andare-mi disse usando quei maledetti poteri, ed io non ero ancora brava a combattere nonostante la mia forza

-adesso tu mi ascolti e vai via di qua-disse guardandomi negli occhi diventati minacciosi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-fu lo sbaglio più grande che potessi fare-disse Janette tenendo nelle mani una tazza di caffè 

-te ne sei andata-disse Tyler 

-già lasciandolo solo contro chissà quante streghe-disse amareggiata 

-tua sorella?

-per quello che so è morta 

-e Katherine cosa c'entra cioè perché sei sua amica 

-la incontrai 50 anni dopo, mi aveva chiesto di trovare la sua discendente inizialmente non sapevo perché, ma poi scopri che era per il sacrificio, quando seppi che Klaus era uno spietato assassino originario rimasi indignata, ma non cambiò quello che sentivo

-hai conosciuto la madre dei Salvatore?

-già una donna fantastica, amava suo figlio 

-Damon 

-ecco perché devo proteggere Juliet 

-capisco 

-cosa vuoi fare con quel libro 

-riportare in vita mia sorella 

-cosa?-disse incredulo lui

-serve la morte di un vampiro, un licantropo e una persona legata alla persona che si vuole resuscitare-disse finendo la frase con un tono più basso 

-cosa?-Tyler si alzò in piedi 

-sei impazzita- le disse fuori di se 

-che ti prede 

-che mi prede non puoi sacrificarti 

-perchè no a chi importa 

-a me siamo amici Jane e pensi che Klaus ti lasci morire così?

-lui non lo sa e anche se lo sapesse non gliene importerebbe nulla 

-non puoi farlo comunque non te lo permetterò-disse lui uscendo da quella casa arrabbiato, Janette si buttò sul letto, non sapeva più che fare, sapeva solo che era l'unico modo per farsi perdonare da sua sorella e da lui.









angolo autrice: ecco il nuovo capitolo, questa volta sono stata più veloce, spero vi piaccia, dovevo approfondire un pò il personaggio di Janette e cosa c'è di meglio di una bella spolverata al passato?? xD comunque scusate gli errori di grammatica,ma lo scritta velocemente e non ho avuto il tempo di ricontrollarla...bacii alla prossima!!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: starmoon