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Autore: Kaleido    06/04/2012    0 recensioni
"Era convinto che il suo Spleen,il suo male di vivere,fosse strettamente legato alla tecnologia,alla società frenetica,fra i boschi e con i libri come unica compagnia sarebbe guarito. Si sentiva infatti meglio da quando stava lì infatti,come rinato,pieno di nuove energie. Sarebbe guarito e senza l'aiuto di costosi psicanalisti. "
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E DI GRAZIA PLENA

 

 

 

Una goccia solitaria di caffè si muoveva dentro il cucchiaino. Reggeva la posata e osservava rapito la danza di quella goccia scura i cui movimenti,le cui forme sembravano imprevedibili eppure,osservandole meglio,si notava che erano sempre le stesse. Una specie di squallida metafora della vita dunque. Si spostò lievemente più a destra senza però alzarsi. Guardò i fogli sulla scrivania,i fogli bianchi e quelli riempiti di inchiostro blu,guardò la sua stilografica,la sua unica nuova amica. Si riscosse,era ora di scrivere anche a Sharon. Sharon. Per un attimo quel nome così moderno,così poco musicale a suo parere e così cozzante con la sua nuova realtà gli fece avere un brivido di disgusto. Fu comunque un attimo. Forse il nome aveva tanti difetti ma la persona no,era una delle sue migliori amiche da sempre. E con lei non era iniziata con una patetica richiesta di amicizia su Facebook. Intinse la punta dorata della penna nell'inchiostro e cominciò a scrivere. La sua calligrafia non era ancora elegante come voleva ma sarebbe migliorata.

 

 

Mia carissima Sharon,

non ti porrò domande inutili,di circostanza,non ce ne è alcun bisogno. Te ne porrò solo una e poi ti scriverò le motivazioni della mia volontaria scomparsa. La mia domanda è semplice: potrò chiamarti,da adesso in poi,con uno pseudonimo? Qualcosa di bello,elegante e antico. Isabel,per esempio. Sì,Isabel mi piace. Bene ora passiamo a me,come promesso ti racconterò tutto. Comincio dall'avvertirti che,a meno che tu non verrai qui di persona,comunicheremo solo tramite lettere da adesso in poi. Non ti sembra un modo migliore di comunicare? Non ti sembra splendida l'attesa prima di poter leggere nuove parole da una persona a te cara? Decisamente migliore. Ma scusami,sto divagando troppo. Tanto per cominciare la mia non è una “scomparsa” io ci sono,sono qui,sono vivo (più che mai!) e ti sto scrivendo,non sono quindi sparito. Io sono fuggito,mi sono esiliato dal caos,da quello che era il nostro mondo. Sai che sono sempre stato un po' strano,non ho mai sopportato troppo le feste piene di gente,i locali,i sabato sera. Casino spacca timpani e rovina-fegato,ho sempre preferito chiamarli e dimmi te se non avevo ragione. Che gusto ci fosse poi,a spedirsi mille SMS al giorno con quei cellulari e poi,ancora peggio, con gli I-Phone,non l'ho mai capito. Beh fatto sta che circa un mese fa ( era il 17 Luglio,me lo ricordo bene) ero su Facebook,come tanti,come sempre. Sulla mia bacheca comparivano le solite cose : i link,le tag,le foto. Poi è comparsa una situazione sentimentale “Jenna Shaldow ha una relazione con Matt Simons”; erano entrambi fra i miei amici,sai? Ma io non avevo idea di chi fossero. Sul serio,mai visti in vita mia. Avevo,con entrambi, più di trenta amici in comune. In quel momento mi sono accorto di quanto fosse immensamente squallida la vita che conducevo,la vita che voi ancora conducete dove le comunicazioni sembrano immensamente facilitate e invece sono morte. Del tutto fredde,del tutto inesistenti oramai. Voglio dire,se veramente avevamo così tanti amici in comunque perché non ci siamo incontrati di persona? Perché i nostri cosiddetti “Amici” non hanno organizzato una serata per farci conoscere tutti,perché non ci siamo presentanti stringendoci la mano e non cliccando un tasto? Che disgusto,Isabel,non lo senti anche te? Non ti viene un conato rancido qui,in gola,al pensiero di tanto squallore insieme?. Ora mi dirai : non c'era bisogno di fuggire,bastava cancellarsi da Facebook. Credi che io non ci abbia provato? E' la prima cosa che ho fatto e sembrava aver funzionato per i primi giorni. Poi ho cominciato a ricevere Email dal quel maledetto Social Network (è l'ultima volta che userò queste parole in una lettera,sappilo.) che mi invitavano a tornare perché “i miei amici mi cercavano”. Mi cercavano? Strano. Solo quelli che non avevo conosciuto su Facebook,quelli che avevo incontrato di persona, mi avevano cercato. Gli altri centocinquanta dov'erano?. Dio che fastidio! Ti giuro il contenuto di quelle email mi ronzava nella testa,me lo vedevo comparire davanti mentre tentavo di dormire. Era un'angoscia,un'ossessione che tu non puoi capire. O forse sì. Poi cominciai a incontrare i conoscenti per strada,quelli che sulla mia Home vedevo tutti i giorni condividere musica,immagini,parlare. Nessuno di loro mi ha chiesto come stavo o cosa facevo di bello,no,hanno solo saputo chiedermi : perché non sei più su Facebook?. La seconda volta che è successo me ne sono andato senza rispondere,li odiavo.

La cosa presto si è espansa agli SMS,alle telefonate. Perché non si può parlare di persona? Perché non si può provare l'emozione di una lettera scritta a mano,scritta con impegno,dove è stato sprecato del tempo?. Ero completamente privato di emozioni,la noia mi uccideva. Lo Spleen mi aveva catturato. No,Isabel,non sto facendo il poeta maledetto,io lo sono. Lo sono sempre stato ed è proprio scrivendo che camperò. Sono nel Wyoming ,ho comprato uno chalet piccolissimo,una vera catapecchia a dire il vero. Ma non mi importa,sto bene. Non ho con me il cellulare,il computer,non c'è telefono fisso,ho venduto tutto. Anche il mio vecchio appartamento appartiene a qualcun altro ora. Sono lontano dal paese,nessuno mi disturba inutilmente,se voglio parlare con qualcuno esco e scendo. Solo io. E di grazia plena. Il mio indirizzo è sulla busta se mai vorrai venire a trovarmi,sai che mi farebbe un immenso piacere. Ah,un'altra cosa. Anche io ho uno pseudonimo,non sono più “Alex Bailey” ( non trovi che quella X a fine nome abbia un suono insopportabile?) da adesso in poi sono William Shelley (Senti l'eleganza!).Spero che tu possa comprendermi.

 

Il tuo sempre affezionato

William Shelley

 

 

 

 

 

 

Rilesse la lettera un paio di volte e poi annuì : era soddisfatto. Sicuramente lei lo avrebbe capito,era una ragazza dolce e paziente e sopratutto intelligente. Probabilmente era rimasta dispiaciuta dalla sua fuga ma lo avrebbe perdonato. Mise la lettera nella busta e poi scrisse l'indirizzo. L'avrebbe imbucata il giorno dopo,era sera e tra poco il sole sarebbe tramontato,doveva rimanere in casa,non c'erano luci fino al paese. Poggiò la lettera sulla scrivania e poi andò a prendere un libro di poesie : Baudelaire,uno dei suoi preferiti. Era convinto che il suo Spleen,il suo male di vivere,fosse strettamente legato alla tecnologia,alla società frenetica,fra i boschi e con i libri come unica compagnia sarebbe guarito. Si sentiva infatti meglio da quando stava lì infatti,come rinato,pieno di nuove energie. Sarebbe guarito e senza l'aiuto di costosi psicanalisti. Si immerse nella lettura.

 

 

 

La mattina dopo si svegliò senza fretta,guardò l'orologio del pendolo della camera e vide che erano appena le otto di mattina. Ci si poteva svegliare presto anche senza il suono fastidioso di una sveglia che ti faceva solo sentire più stanco. Si alzò e andò direttamente sotto la doccia. Fece per prima cosa scorrere l'acqua anche se sapeva che non si sarebbe mai riscaldata davvero,diventava al massimo un po' tiepida ma andava bene così,lo rinvigoriva. Riflettendo sotto il getto portentoso d'acqua per un attimo mise in dubbio la sua scelta. Si chiese se sarebbe riuscito a guadagnare per vivere solo scrivendo e,per di più ,scrivendo su carta. Avrebbero accettato i suoi scritti? Li avrebbero pubblicati? Scosse la testa,lo avrebbero fatto e che si fottessero altrimenti!. Ora che era riuscito finalmente a fuggire dalla società soffocante dove aveva vissuto per ventiquattro anni avrebbe potuto cominciare a vivere davvero,avrebbe potuto ritrovare davvero del contatto umano. Era libero. Libero,finalmente. Si preparò la colazione : Uova e caffè nero. Sapeva che ora doveva solo attendere Lei,la Musa,l'Ispirazione. La migliore amica e la nemesi di tutti gli artisti,maledetta splendida stronza volubile. La stronza volubile arrivò all'ora di pranzo e,come al solito,entrò nella sua mente,nel suo cuore,senza bussare ma precipitandosi irruente e pretendendo la sua completa attenzione.

 

 

Mi avvolge,avvolge,avvolge,

Nera di colori mi soffoca,

società.

Poi ritrovo la Natura,

mi libera mi libera mi libera

fuga.

 

 

 

Questa la poesia che gli era venuta in mente e che aveva scritto in poco tempo,era stata una visita breve evidentemente. Pazienza,era comunque qualcosa.

Pranzò e poi decise di uscire a imbucare tutte le lettere che aveva scritto. Mentre le gettava una per una nella cassetta rossa passò un uomo,era quello che era venuto a aggiustargli il lavandino i primi giorni che abitava nello chalet, James si chiamava. “Salve William” lo salutò cordiale “Salve,James! Come si sente oggi?” . Cominciarono una conversazione,una conversazione vera, grazie a Dio. Fece un paio di compere e poi tornò a casa. Mentre saliva verso il suo chalet,dal sentiero,notò una cosa che lo incuriosì : più in basso,nella valle di sotto,c'era un'enorme buca rettangolare,profonda chissà quanto,poco lontano un grande cartello. Sentì il bisogno irrefrenabile di andare a leggere. Mentre scendeva qualcosa dentro di lui sospirò,tremò,si contorse : NON ANDARE! Gli urlò,inutilmente. Doveva scoprire cosa stava succedendo.

 

 

SI AVVISANO GLI ABITANTI DI LANCE CREEK CHE IL TERRITORIO INTORNO ALLA VALLE ( 10 KM-DIAMETRO) E' PROPRIETA' DEL COMUNE CHE VI STA COSTRUENDO IL NUOVO CENTRO COMMERCIALE “CREEK'S VALLEY” L'APERTURA DEL NUOVO ESERCIZIO COMMERCIALE E' PREVISTA PER OTTOBRE. LA ZONA COMPREDERA' ANCHE UNO SBOCCO AUTOSTRDALE PER AGEVOLARE I CLIENTI.”

 

 

 

Autostrada. Centro commerciale. A pochi metri dalla sua nuova casa. Tossì,tossì tanto. Fu costretto a respirare con la bocca,si sentiva male. Corse,entrò in casa.

Si buttò su una sedia.

Si mise le mani nei capelli.

Pianse.

 

 

 

 

   
 
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