Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Argo094    06/04/2012    1 recensioni
Le gambe le cedettero, e si ritrovò distesa sul terreno fangoso ai piedi dell’albero. Tutte le emozioni che non aveva avuto il tempo di provare le si riversarono addosso come un fiume in piena: terrore, dolore, stanchezza, disperazione … ma ricacciò indietro le lacrime. Doveva essere forte non solo per se stessa, ma anche per i suoi genitori.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 5 Passammo il resto della giornata a chiacchierare. Anche se all’inizio non fu facile intavolare un discorso, piano piano prendemmo di nuovo confidenza l’una con l’altro e parlammo delle nostre vite: di tutto ciò che ci era accaduto in quei cinque anni nei quali eravamo stati lontani. Lei mi raccontò della scuola, delle sue amiche, dei vari sport che aveva fatto … io stavo in silenzio e la ascoltavo, assimilando ogni dettaglio della sua vita. Imparai qual’era il suo colore preferito, il suo animale preferito, la data del suo compleanno (come se non la conoscessi già!) … poi, non so come di preciso, il discorso si spostò su di me. Lei volle sapere qualsiasi cosa, e io risposi molto volentieri a tutte le sue domande. Le parlai persino di mio padre. Non lo facevo con nessuno, tranne che con mia madre, ma anche con lei era una questione che affrontavo raramente. Con lei, invece,era tutto più facile. Mi ritrovai a descriverle i miei sentimenti verso di lui, il modo in cui era morto, tutto ciò che facevamo insieme … mi piaceva confidarmi con lei perché, a differenza di tutti gli altri, non mi compativa, ma mi spingeva ad andare avanti. Quando ebbi finito di sfogarmi notò la foto appoggiata sul comodino. Ritraeva mio padre vestito da soldato, con me in braccio. Avrò avuto non più di sette anni. Lei la prese tra le mani e la osservò: “Questo è lui, vero?” “Sì” “Avete gli stessi occhi”. Ci fu una pausa di silenzio. “No”dissi, deluso nel più profondo del’anima: io non avevo gli occhi di mio padre. Ciò significava che lei non mi aveva mai guardato negli occhi abbastanza attentamente da vedere che i miei erano azzurri, quelli di mio padre verdi. Mi chiesi se si ricordasse il mio nome. “Sì, bhè, il colore è diverso, ma la luce è la stessa.” Spiegò lei, senza esitazioni. Osservai la foto e ripensai a mio padre: avevo sempre notato il modo in cui brillavano i suoi occhi, ma non credevo che anche i miei fossero così. Vedendomi dubbioso, spiegò: “Anche i tuoi occhi luccicano così, soprattutto quando sorridi.” Restai un momento in silenzio, imbambolato e rosso fuoco in viso. Era un complimento! E un complimento serio, non “Che belle scarpe” o “Ti sta bene questo taglio di capelli.” Mi aveva detto che i miei occhi luccicavano. Una vocina nella mia testa mi riscosse: “Idiota, rispondile!!” “Oh, gr – grazie, io … di solito sono i ragazzi che fanno complimenti alle ragazze!” dissi, cercando di ritrovare un po’ di spavalderia. Lei mi rispose con una scrollata di spalle: “Sono solo convenzioni. Noi ragazze abbiamo diritto di fare un complimento ai ragazzi quanto loro di farlo a noi!” “Sì, certo, ma …” e fummo subito riassorbiti da una discussione sulle convenzioni sociali. Non volle mangiare quasi niente per tutto il giorno, anche se riuscii a convincerla a buttar giù qualcosa a pranzo. Io mi scaldai dei cibi precotti e mangiammo insieme sul letto. In pratica quel giorno non uscii dalla mia camera.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Argo094