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Autore: youareawizardstyles    06/04/2012    1 recensioni
Mi trovavo sempre ad essere ostacolato da cose più grandi di me, che fossero maestosi alberi a cui ero legato, giganti ragazzi che mi impaurivano o dolci ragazze che mi mandavano a quel paese il cervello.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Liam Payne, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardai intorno; via libera.

Iniziai a correre il più velocemente possibile verso l’aula di chimica; stamattina Jason mi aveva chiesto, anzi oserei dire imposto di dargli la mia merenda e io, stupidamente - ma correttamente secondo i miei due migliori amici Zayn e Liam - mi ero rifiutato di lasciargliela.

Così ora mi ritrovavo costretto a nascondermi per evitare di finire nel cassonetto o robe simili. Mi guardai un attimo nel riflesso della porta a vetri dell’aula di chimica, mi sistemai i capelli scompigliandoli leggermente e poi entrai.

A quanto pare, nonostante la folle corsa, erano gia tutti seduti con il libro aperto alla pagina assegnata dal prof. Jefferson.

“scusi il ritardo” dissi prima di andarmi a sedere vicino a Zayn che mi aveva tenuto il posto. “dove eri finito?” chiese il moro dopo che finii di sistemarmi.

Lo guardai un attimo perplesso inarcando le sopracciglia, per poi sussurrare “ pensavo di essere in perfetto orario, anzi.. Stavo cercando di evitare Jason correndo fino alla classe” “ ma quando la smetterà di infastidirti? Credo che dovresti dire tutto alla preside” rispose Zayn alzando leggermente il tono, al che l’insegnante, che stava spiegando qualcosa riguardo le masse, o forse i volumi, lo richiamò.

“sei pazzo? Quello mi picchierebbe se non peggio” replicai trascrivendo su un foglio delle formule che non avevano nel tutto senso per me ma che il prof assicurava fossero di vitale importanza, come se la mia esistenza dipendesse dal saper calcolare la massa atomica dell’acqua.

Guardai Zayn che stava disegnando qualcosa su un figlio. “che fai amico?” chiesi indicando il suo quaderno che lui prontamente nascose.

“ hey, non ci provare, fa vedere!” esclamai rubandogli il foglio di mano; il prof. sta volta ci offrì l’esclusivo viaggio in presidenza che rifiutammo calorosamente per poi riportare la nostra attenzione sul foglio incriminato.

Il disegno fatto da Zayn era davvero bello, raffigurava una ragazza dagli enormi occhi azzurri come un cielo limpido,senza nuvole e con dei lunghi e mossi capelli castani che le cadevano dolcemente sulle spalle e incorniciavano finemente il viso.

“sei senza speranze Malik” sussurrai iniziando a ridere.

Era da anni che Zayn aveva una stratosferica cotta per una ragazza,sempre la stessa. Mi girai verso di lei, imitando il moro che da tutta la lezione la stata fissando ossessivamente; si chiamava Nicole ed era una delle ragazze più popolari e belle della scuola, io continuavo a dirgli che avrebbe dovuto parlarle e provarci ma forse lei era un po’ troppo per uno come Zayn, che nella “scala sociale” era ad uno dei livelli più bassi, tra i secchioni e “quelli della banda”.

Come d’altronde ero io, io che non avrei mai avuto una minima chance con Lei.

Il mio sguardo cadde sul banco vuoto affianco a Nicole, quello che era solito essere occupato da Lei, ma che quel giorno era vuoto. Sospirai profondamente pensando che forse era da qualche parte con un ragazzo, uno dei soliti giocatori di football, quelli fighetti che amano prendersela con quelli come me, quelli come Jason.

La voce di Zayn interruppe i miei pensieri. “ parli te, da due anni fissato con Noemi, che non sa manco della tua esistenza!” esclamò riprendendosi il foglio e guardandomi con aria di sfida. “ah si certo, perché infatti tu e Nicole siete praticamente pappa e ciccia eh”. Colpito e affondato, non sapeva più che cosa dire e fortunatamente per lui la campanella spezzò il silenzio che si era andato a creare.

“ dai amico, andiamo, a mensa c’è la pizza, non vorremo certo che finisca; insomma è la pizza!” dissi con enfasi, sottolineando la parola “pizza”, il cibo preferito di entrambi.

Ci fiondammo nella spaziosa sala mensa che fortunatamente era abbastanza grande da contenere tutti i cinquecento studienti; mangiare fuori al gelo d’inverno non era il massimo quindi sapere di avere un tavolo, anche se il più sfigato e misero, era un sollievo - ovviamente i tavoli erano gia selezionati in base a popolarità, a noi toccavano quelli a lato della mensa e lontanissimi dalle mensole con il cibo-.

Ci sedemmo al tavolo e trovammo gia lì Liam che ci aspettava mentre mangiava la sua pizza.

Liam al contrario nostro era abbastanza conosciuto e popolare; ci eravamo sempre chiesti perché amava frequentarci e lui diceva che stava bene con noi, che gli altri erano tutti stupidi e che non gli interessava cosa pensassero di lui. Lo ammiravo molto per questo: aveva la forza di chi ne aveva passate tante senza lamentarsi ed ora riusciva a trarre dall’esperienza la volontà di non farsi abbattere, da niente e da nessuno. Era un po’ come il mio mito, lo vedevo come il super eroe della situazione; era sempre pronto a difendermi da tutti e mi aiutava nel momento del bisogno.Ci salutò con un sorriso e un cenno con il capo, al che ricambiammo con un “bellaaaaa” di gruppo.

Mangiammo velocemente e poi tornammo alle lezioni pomeridiane, che per fortuna consistettero in due ore di assemblea di istituto, nella quale i ragazzi che si credevano di essere filosofi e pensavano di aver capito come funziona la vita si lamentavano della società e di quando non dia spazio alla scuola, cosa di cui in realtà non è che gli interessasse più di tanto.

Uscì dall’aula e mi diressi verso il mio armadietto, poggiai i libri e presi gli spartiti, dopo scuola avevo lezione di chitarra, strumento che suonavo da circa tre anni e che amavo.

Mi diressi verso l’uscita della scuola e inciampai in qualcosa o meglio, qualcuno.

Mi girai e ringraziai mentalmente il cielo di non aver né imprecato né insultato la persona che mi aveva fatto quasi cadere, dato che quella persona era Jason.

Mi si avvicinò ad una velocità impressionante, praticamente me lo ritrovai a due millimetri da viso, e il soggetto, che da vicino sembrava ancora più scimmiesco di quanto non lo fosse da lontano, iniziò a insultarmi e ad urlarmi contro. Per mia sfortuna ci trovavamo in un angolo del parchetto della scuola, dove nessuno mi avrebbe né visto né potuto aiutare.

Cercai di divincolarmi dalla sua presa ma dopo poco capì che in ogni caso i miei sforzi sarebbero stati inutili dato che mi ritrovai accerchiato da altri tre scagnozzi.

Mi guardai intorno furtivamente nella speranza che un povero mal capitato passasse di lì; in ogni caso sarei stato spacciato perché non credo che nessuno mi avrebbe aiutato andando contro a quei quattro armadi.

Lasciai che la sorte e la sfortuna si impadronissero di me, chiusi gli occhi e li riaprì solo quindici minuti dopo circa, quando alla mia vista apparve solo una distesa verde chiaro sormontata da piccole e innocenti margherite; quando provai a coglierne una, notai che mi era impossibile muovermi; ero legato ad un albero, ad un forte e possente albero. Mi trovavo sempre ad essere ostacolato da cose più grandi di me, che fossero maestosi alberi a cui ero legato, giganti ragazzi che mi impaurivano o dolci ragazze che mi mandavano a quel paese il cervello.

Cercai di chiedere aiuto ma nessuno mi sentì, ovviamente.

Ad un certo punto notai una figura che si avvicinava a me, mi sembrava come una visione angelica; sarà che ormai la pioggia che da venti minuti mi batteva in faccia violentemente mi aveva un po’ stordito, sarà la situazione che era alquanto stressante, ma la figura che comparve davanti a me mi sembrò un lieve miraggio.

La mia gioia aumentò quando capii che la ragazza in questione era Lei, Noemi.

“ hai bisogno di una mano?” - disse sorridendomi, forse le facevo un po’ pena- “bhe presumo tu ne abbia bisogno dato che sei legato ad un albero” concluse prima di scoppiare a ridere; com’era bella la sua risata, era pura e semplice. Nonostante fosse una delle ragazze più ammirate e desiderate della scuola non era una disgustosa facilotta senza cervello, era bella, delicata, semplice.

Le sorrisi a mia volta, un po’ impacciatamene, per poi mordermi il labbro e risponderle “ se te mi farai il favore di slegarmi, io ricambierò offrendoti qualcosa da bere”, forse ero stato troppo sfacciato ma fa niente, questa volta non volevo perdere la mia occasione. “ ci sto” disse girando intorno all’albero e iniziando a slegare il nodo. Dopo qualche minuto mi trovai finalmente libero dalle catene, la guardai e iniziai a camminare, sperando che mi seguisse.

“dove mi porti?” chiese dopo qualche minuto, “ è un segreto” risposi ridendo. In realtà non sapevo bene dove stessi andando, mi importava solo di essere lì affianco a lei. Era la prima volta che ringraziavo un bullo, un bullo che inconsciamente aveva fatto sì che conoscessi la ragazza dei miei sogni; anche dai momenti più brutti si può sempre trarre qualcosa di positivo,o almeno per me era stato così e ora potevo ritenermi soddisfatto, tutto sommato la mia vita non era così tremenda.

Mi girai a guardarla, era affianco a me, rideva alle mie battute e mi parlava come se ci conoscessimo da anni, in realtà erano circa tredici minuti e ventotto secondi.

Dopo tutto non ero così sfigato.

Saaaalve a tutti (?) sono la Mema e volevo solo dirvi una cosuccia: questa os fa un po cagare, lo so, le os non sono il mio forte ahahaha in ogni caso l'ho scritta per il compelanno di una persona speciale, la MIA noemi :3 ovviamente è la noemi della os ahhhaha e notiamo che nella os oltre a niall e noemi (che nome di coppia sarebbe noiall ahahaahha) c'è anche niam :') ) vabbe ora vado, ciao :3  

  
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