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Autore: Gio10_7    07/04/2012    3 recensioni
Questa storia è ispirata in parte al video 'A year in the making' in cui Harry racconta di come si è sentito dopo aver letto i commenti negativi sul suo conto (dopo aver sbagliato la sua parte durante un concerto).
Io e Harry eravamo amici da 15 anni ormai.
Praticamente da quando eravamo nati.
E io mi ero accorta solo da un anno di quanto fosse bello e di quanto lo
amassi.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Harry eravamo amici da 15 anni ormai. 
Praticamente da quando eravamo nati. 
E io mi ero accorta solo da un anno di quanto fosse bello e di quanto lo amassi.
I nostri mondi quasi concidevano perfettamente, ma sentivo che mancava un pezzo al disegno. Un pezzo che avrebbe lasciato il disegno incompleto.
 
Quel giorno stavo passando per il lungomare con il mio gruppo di amici quando lo vidi. Era seduto su uno scoglio e guardava verso il mare.
Io lo riconobbi all'istante nonostante lui mi desse le spalle, i suoi stupendi ricci castani nei quali avevo sempre adorato affondare le mani sin da bambina erano troppo familiari. 
<< Ragazzi, io..>> iniziai a dire, ma non sapevo continuare. La mia concentrazione era fissa sul ragazzo che era il mio migliore amico. Sul ragazzo che aveva rubato il mio cuore. Sul ragazzo che ora se ne stava seduto su uno scoglio, tutto solo. Sul ragazzo con cui avrei voluto essere in quel momento.
Ma come potevo congedarmi senza dare troppo nell'occhio? <<... ecco... non sto molto bene. >> dissi la prima cosa credibile che mi passò per la testa.
<< Credo che tornerò a casa. Mi dispiace! Sarà per la prossima volta!>> promisi.
Loro mi guardarono un attimo allibiti, poi annuirono, mi salutarono e io tornai indietro. 
Una volta accertato che non fossi vista, mi avviai verso lo scoglio.
Non appena mi avvicinai, avvertii che qualcosa non andava. Ma cosa? 
Quando fui a pochi centimentri di distanza mi inginocchiai dietro di lui e premetti le mie mani sui suoi occhi.
<< Indovina chi sono!>> gli dissi, scherzando. Sentii la pelle alzarsi leggermente, aveva sorriso. 
<< Mmm.. una ragazza con i capelli biondi e gli occhi di uno splendido colore tra il verde e il marrone, che si chiama Alice ed è la mia... migliore amica>>. Disse lui.
<< Non ho idea di chi tu stia parlando, capitano>> risi. Non nascondo che un po' mi fece male il fatto che lui mi considerava la sua migliore amica. Mi sarebbe piaciuto che fosse stato qualcosa di più.
Lui prese le mie mani e le scostò dal suo viso, poi aprì le gambe e mi fece segno con la mano di sedermi sulla roccia, davanti a lui. Io obbedii e non appena mi sedetti sentii le sue braccia intorno al mio corpo. Che sensazione bellissima!
Chi ci vedeva avrebbe pensato che stavamo insieme. Ma non mi interessava, era comunque il mio migliore amico e aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino. Non lo avrei abbandonato per nulla al mondo. Gli volevo un bene dell'anima. Era parte della mia vita, come io lo ero della sua. Due universi paralleli che, però, non potevano esistere l'uno senza l'altro.
Appoggiò la testa sulla mia spalla e approfittai di quella vicinanza per inspirare il suo profumo il più possibile. Gli diedi un bacio sulla tempia.
<< Allora, cosa è successo? Perchè sei così giù?>> chiesi, diretta. Sapevo che odiava i giri di parole. 
<< Te ne sei accorta, eh? Non ti sfugge proprio niente!>> sbuffò. << E' solo che... io... non capisco perchè devono dire che mi odiano. Cosa ho fatto? Cioè, so di aver sbagliato, ma devono odiarmi per questo?>> e mentre lo diceva, dai suoi splendidi occhi verdi, caddero delle lacrime. Lacrime di cui non sopportavo la vista. 
<< Non è colpa tua. Sbagliare è umano. Tutti sbagliamo. E non dovrebbero dire che ti odiano. Non hai fatto niente per sentirti dire questo, ma le persone criticano sempre e sempre lo faranno. L'unica cosa che devi fare è non ascoltare e andare avanti>> cercai di consolarlo.
<< Ma hanno ragione, almeno in parte. Ho sbagliato un pezzo della canzone. Dovrei saperlo a memoria, lo proviamo per ore. Come ho fatto a dimenticarlo?>>. Le lacrime si rincorrevano sul suo volto e a vederlo in quello stato, il mio corpo reagiva come uno specchio. Le sue lacrime erano le mie. Il suo sorriso era il mio. Mi sentivo disorientata. Come faceva a non vedere quanto fosse fantastico? Come faceva a non capire quanto fosse speciale?
<< Harry. Non sei nè il primo, nè l'ultimo che ha sbagliato un pezzo. Molti artisti sbagliano. Chi a ballare, chi a cantare, chi a suonare. Non puoi incolparti per questo>>. 
<< Lo fanno tutti gli altri però>>. Sentivo il rammarico nella sua voce, misto a tristezza e disprezzo verso se stesso. Qualcosa dentro di lui si stava rompendo. Così come dentro di me. Non potevo sopportare di vederlo così.
<< Si, ma non ti deve interessare di quello che gli altri pensano di te. E non credo proprio che siano tutti gli altri. I tuoi fan, i tuoi veri fan, non lo pensano. I tuoi amici non lo pensano. Io non lo penso. Le persone che ti vogliono bene, non lo pensano>>. 
<< Lo sai che mi piacerebbe essere come te. Che mi piacerebbe che non mi importasse quello che gli altri pensano di me, ma non sono quel tipo di persona. E quelli che hai elencato sono scontati. E' ovvio che non lo pensano, sono fan, sono persone che tengono a me>>. Potevo leggere tutto il suo malessere stampato in faccia. 
Gli occhi non avevano lo stesso colore verde di sempre. Erano spenti, tristi. Era raro vederli così. Mi piangeva il cuore. Sembrava che cercasse ogni pretesto per farsi del male. Mi asciugai le lacrime.
<< Ed è di quelle persone che ti dovrebbe interessare! Non di tutti gli altri. Delle persone a cui importa veramente di te, alle persone che ti sono vicine. Tua mamma, i membri della band, i tuoi amici, i tuoi fan. Io. Io credo che tu sia un ragazzo dolce, che può dare tanto, ma che ha troppa paura di venire giudicato. Buttati. E' la tua vita. Vivila. Sii felice. Sei un ragazzo fortunato, non farti influenzare dalla gente. Soprattutto quella che dice di odiare per cose così... così... stupide. Non ha senso>>. Dissi con tutta la determinazione e la sincerità che avevo. 
Lui sembrò un po' scioccato. Mi guardava, stupito. Bene. Avevo centrato il bersaglio.
<< Alice... non so cosa dire...>>. 
<< Non devi dire niente. Solo che smetterai di stare male per questo. Perchè non è assolutamente colpa tua, capito?>>. Le lacrime tornarono ad affiorare ai miei occhi. Caddero. Erano fresche sulla mia pelle calda. 
Un sorriso, un sorriso dolcissimo, apparve sul suo viso. Quella era la risposta che volevo. Allungò una mano verso di me e catturò le lacrime sfuggite al mio controllo. Gli sorrisi anch'io. Tutto era tornato alla normalità. Lui era tornato alla normalità. Ci guardammo negli occhi per un po'. 
<< Non puoi nemmeno immaginare quanto io ti voglia bene. Nessuno avrebbe saputo farmi stare bene come te. Sei unica. Sono fortunato ad averti come amica.>> Sorrise. Quel suo splendido sorriso sapeva togliermi il fiato tutte le volte.
<< Anch'io te ne voglio. Davvero.>> una mezza verità. Gli volevo bene, sì, ma non mi bastava volergli bene. Io lo amavo.
Mi sforzai di sorridere a mia volta. 
<< E tu cos'hai?>> mi chiese. Eravamo un libro aperto l'uno per l'altro. 
Accidenti. Cosa gli avrei detto? Non volevo rovinare la nostra amicizia. 
<< Io? Proprio niente. Ero solo preoccupata per te>> tentai.
<< Non me la racconti giusta. Dimmi cosa succede.Tu hai aiutato me, io ora aiuto te. Ma non posso farlo se non mi dici cosa succede>>, gli occhi verdi imploranti. Voleva davvero aiutarmi, ma allo stesso tempo non avrebbe potuto farlo.
<< Davvero, non è niente>>. SONO SOLO INNAMORATA DEL MIO MIGLIORE AMICO. Peccato che non glielo avrei mai detto. Mentre pronunciavo quelle parole spostai lo sguardo verso l'immenso del mare. 
Stavo morendo dentro. Una parte di me voleva confessargli i miei sentimenti, l'altra non voleva, per non perderlo, per non perdere una parte di me. Una battaglia invisibile, ma che feriva come non mai, stava avvenendo dentro di me.
<< Perchè non vuoi parlarmene? Lo sai che non ti abbandonerò, qualunque cosa sia>>.
Scoppiai a piangere. Mi gettai tra le sue braccia e le parole uscirono da sole. << Ti amo>>. 
Sentii i suoi muscoli irrigidirsi. Come sospettavo. Non sarebbe andata a finire bene.
Abbassò la testa, posando le sue labbra sui miei capelli. Mi diede un bacio. 
Quando parlò il suo alito mosse i miei capelli.
<< Sono contento che tu me l'abbia detto, perchè è da anni che provo a dirtelo, ma non trovavo il coraggio>>. 
Spalancai gli occhi. Avevo sentito bene? Avevo capito bene? O era tutto frutto della mia immaginazione?
<< C-cosa?>> balbettai sulla sua spalla.
<< Ti amo. Ti amo da due anni. Ma non ho mai avuto il coraggio per dirtelo>>.
Alzai lo sguardo, puntai i miei occhi nei suoi. Marroncino-verdognolo nel verde brillante. I miei occhi riflessi nei suoi. 
Non c'era più bisogno di parole. I nostri sguardi dicevano tutto. E' proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima. I miei esprimevano gioia, incredulità, amore e dolcezza. I suoi anche. 
Si avvicinò, piano, in modo da darmi il tempo di ritrarmi se avessi voluto, ma io non lo feci, anzi, affondai le mani nei suoi capelli e spinsi il suo viso verso il mio. Le nostre labbra si sfiorarono. Mi sembrava di essere in paradiso. La pressione delle sue labbra cambiò. Da leggera e delicata a passionale. Avevo bisogno di lui come avevo bisogno di respirare.
Da quel giorno imparammo entrambi una lezione.
Lui, smise di preoccuparsi di quello che la gente pensava. Era felice della sua vita e basta. 
Io, imparai a osare di più, a lasciarmi andare. E scoprii qual'era il pezzo mancante del disegno. LUI. Ora i nostri universi coincidevano perfettamente.
  
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