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Autore: Mana Sputachu    07/04/2012    2 recensioni
Nel tuo piccolo mondo, tra piccole iene, anche il sole sorge solo se conviene. (Afterhours)
[Raccolta partecipante alla Tekken Challenge indetta sul forum da V a l y]
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hwoarang, Jin Kazama, Jun Kazama, Lei Wulong, Ling Xiaoyu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All the Good Children Go to Hell'
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7. Youth gone wild

Set: Oro
Prompt: Dive (Bettola)
Personaggio: Hwoarang, Steve Fox
Contesto: Ipoteticamente dopo Tekken 6

“E com’è che vi siete conosciuti, tu e Kazama?”
Hwoarang lanciò un’occhiata piuttosto sorpresa a Steve, seduto all’altro capo del tavolo. I due si erano ritrovati a bere qualcosa in una delle tante bettole malfamate che il coreano amava frequentare per i suoi soliti affari – risse, partite di poker truccate e amenità simili.
Difficile credere che un ragazzo tanto gentile ed educato come Steve fosse riuscito a trovarsi in sintonia col Pel di Carota, notoriamente una testa calda, eppure…
“E come mai vuoi conoscere una storia del genere? Io sono molto più interessante di quel coglioncello che gioca a fare l’emo villain!” disse, seguito da un singhiozzo e un rutto di portata ancora contenuta, segni inequivocabili del suo essere brillo – ma non troppo.
Il pugile inglese sorrise, sollevando la sua birra. “Perché in un modo o nell’altro finisci sempre per parlare di lui” disse tra un sorso e l’altro “Non te ne rendi conto ma ne sei quasi ossessionato. A questo punto raccontami almeno come è iniziata questa straziante storia d’amore!” rise, mentre Hwoarang lo fissava torvo. Se fosse stato un tizio qualunque a dire quella frase, probabilmente chiunque in quel bar l’avrebbe visto attraversare la stanza e finire defenestrato. Ma era Steve, e Hwoarang non riusciva di torcergli un capello a lui.
“Bene, se insisti tanto… ti narrerò di come il mio povero cuore venne rubato e calpestato da quel mascalzone di Jin Kazama!” esclamò, portandosi una mano al petto con fare teatrale, mentre Steve rideva e applaudiva.
Tornato a sedersi, Hwoarang lanciò uno dei suoi migliori rutti baritonali – ma ebbe la buona creanza di dirigerlo lontano da Steve, e ordinò un’altra birra al barista. Poi iniziò il suo racconto.
“Tutto comincia circa quattro anni fa, quando il sottoscritto venne battuto da Kazama in un combattimento clandestino per pura fortuna…”
“Pura fortuna…” fece eco Steve, mentre lo osservava dubbioso oltre il bordo del suo boccale di birra. Hwoarang sfoderò la sua espressione più seria. “Pura fortuna, assolutamente. Perché, non mi credi?”
“No.”
Il coreano sgranò gli occhi, offeso. “Come no? Hai così poca stima delle mie – immense, precisiamolo – capacità di combattente?”
“Non è che non abbia fiducia nelle tue… immense capacità” sorrise Steve sornione “ma fonti autorevoli mi hanno riferito che in quel combattimento Kazama ha vinto stracciandoti in maniera plateale, altro che fortuna.”
“Per caso le tue fonti autorevoli sono alte come un comodino, vanno in giro con due ridicoli codini e sono piatte come assi da surf?”
Steve si fece quasi andare la birra di traverso per le risate; Hwoarang riusciva sempre ad essere molto… pittoresco, quando descriveva Xiaoyu.
“Mai che si faccia i fatti suoi, quel nano da giardino…” sentenziò, lasciandosi sfuggire un altro rutto di media portata. “Ok, va bene! Lo ammetto, Kazama me le ha suonate di santa ragione quella volta… ma cazzo, era la prima volta che mi trovavo davanti un avversario del suo livello! Fino a quel momento avevo avuto a che fare solo con mezze seghe…” concluse borbottando, quasi imbarazzato nell’ammettere la sconfitta.
“Beh almeno ti ha lasciato tutti i denti, è stato carino…” sorrise Steve, per nulla preoccupato nel lanciare provocazioni al coreano. Sapeva bene che avrebbe solo abbaiato, senza neanche provare a morderlo.
“Sembra un tipo interessante” disse, sorseggiando la sua birra “qualche volta dovremmo portarlo fuori a bere con noi.” Hwoarang lo guardò in silenzio, con un’espressione assai eloquente. Steve sorrise provocatorio.
“Oh su, non essere geloso! Giuro che non ti abbandonerò per lui, promesso!” rise, mentre Hwoarang borbottava frasi incomprensibili in coreano.
“Geloso di Kazama? Io?!” disse agitando il suo boccale di birra e innaffiando il povero Steve. Quest’ultimo annuì, sempre più divertito dal siparietto che l’amico gli stava offrendo senza neanche rendersene conto.
“Io geloso! Ma per piacere!” rispose Hwoarang, ormai alticcio, sbattendo le mani sul tavolo “Io non sono geloso di quello stronzo, è chiaro! E’ solo un enorme, immenso stronzo! E’ il più galleggiante degli stronzi!”
Era chiaro che ormai delirava in balia dei fiumi di alcol nelle vene, e non sembrava intenzionato a smettere di tracannare birre su birre. Steve decise che era ora di levare le tende, prima che lo spettacolo diventasse ancora più grottesco. Pagò le consumazioni di entrambi – come al solito, poi si rivolse al coreano ubriaco, intento a borbottare da solo altri improperi contro Kazama.
“Ok Hwoarang, non sei geloso di Jin, abbiamo capito” disse, mentre lo prendeva di peso per sollevarlo dalla sedia “Ora, da bravo, molla la birra e andiamo a casa che è tardi, che i bimbi della tua età a quest’ora sono già a letto…”
Hwoarang si girò di scatto, barcollando. “Non è tardi! Decido io quando è tardi per Hwoarang” alitò dritto in faccia al povero Steve, che se non fosse stato già biondo avrebbe subito una bella decolorazione ai capelli “e Hwoarang ha deciso che non è tardi. Non ancora!”
“Dio mio, dirigi lontano da me la tua fiatella satanica! E poi da quando parli di te in terza persona?” disse Steve spintonandolo fino all’uscita, mentre Hwoarang continuava con i suoi soliloqui su Jin, sulla sua presunta gelosia nei riguardi di quest’ultimo, e non meglio identificate teorie omoerotiche su entrambi, dovute probabilmente alla lettura di storie online scritte da ragazzine dall’ormone inferocito.
“Anche se decidessi di passare all’altra sponda, stai sicuro che sarei io a trapanargli il culo, e non il contrario! Nessuno mi mette a novanta! E comunque togliti che vengo!”
“…io non ho davvero idea di come tu sia arrivato a parlare di questo, e soprattutto non so cosa voglia dire la tua ultima frase, ma visto che mi fai venire i brividi mi sposterò. Giusto per sicurezza, sai com’è.”
“Ehi ehi, che fai Fox? Scappi?” lo acchiappò per un braccio, e in un attimo si ritrovarono ad azzuffarsi nel vicoletto fetido in cui si trovava la bettola. Non era la prima volta, e non sarebbe stata nemmeno l’ultima – tra loro due era ormai una consuetudine. Ma a differenza delle sfide tra Jin e Hwoarang, che quest’ultimo considerava una questione d’onore – anche se si rifiutava di ammetterlo, quelle con Steve erano zuffe per divertimento, per scaricare i nervi e fare semplicemente i cazzoni. Cosa che riusciva loro particolarmente bene.
Steve non ebbe alcun problema ad evitare i calci del coreano, che era sì più veloce di lui ma anche ubriaco fradicio.
“Hai finito di calciare l’aria o vuoi continuare ad ammazzare le zanzare?” rise, evitando un calcio diretto sul suo naso. Hwoarang era sbronzo ma la sua mira era ancora intatta, doveva ammetterlo.
“Taci e lascia che colpisca il tuo brutto muso, che voglio andare a dormire e sognare me che ti prendo a pedate!”
“Davvero Hwoarang, è tardi! Poi domani ti alzi a ora di pranzo e non hai tempo di tingerti quell’orribile ricrescita che farebbe inorridire persino Shakira!”
Bastò un attimo di incertezza di Hwoarang – distratto dal dover assimilare e formulare una risposta a tono, e Steve lo atterrò con una presa. Quest’ultimo stava per alzarsi ed esultare, quando l’altro lo afferrò per un piede e lo fece inciampare. “Non così in fretta ciccio, non è ancora l’ora del cambio della guardia!” ghignò, seduto sullo stomaco del povero Steve, che pareva ovviamente non apprezzare.
“Non so cosa c’entri il cambio della guardia di Buckingham Palace – come se da te si possa pretendere qualcosa che abbia senso, ma gradirei togliessi il tuo culo dal mio stomaco, se non ti è di troppo disturbo…”
“Ammetti di aver perso?”
“Se questo servirà a farti alzare si, lo ammetto. Ho perso. Contento?”
Hwoarang sfoderò il più idiota dei suoi sorrisi e si alzò, per poi barcollare in direzione del parcheggio. Steve lo acchiappò e lo prese sotto braccio, per evitargli di sbattere contro i pali della luce come una pallina da pinball.
“Steve, sei un caro amico, ma non siamo ancora così in confidenza da camminare a braccetto…” biascicò Hwoarang, ormai perso tra la valle della felicità e i prati della contentezza.
“Ti sto solo evitando una botta contro un palo, anche se forse ti aiuterebbe a rimettere in funzione quell’unico neurone che non hai ancora affogato nella birra” rispose il pugile britannico “e poi figurati, so per certo che il tuo braccio lo concedi solo a Kazama, così come il tuo cuore e il tuo culo…”
“Se non fossi così ubriaco ti cancellerei quel sorriso strafottente a calci. Ma ti vedo due teste, e sono indeciso su quale colpire.” ammise “E comunque scommetto che in realtà ci speravi in una palpatina ai gioielli di famiglia da parte mia… quello geloso di Kazama sei tu!”
“Oh sì, lo invidio a morte guarda!” roteò gli occhi al cielo, ormai arreso all’idea di doversi trascinare Hwoarang sorbendosi i suoi deliri senza senso per tutto il tragitto, e dovergli persino dare ragione.
“Su su, non disperare, la prossima volta ci facciamo una pomiciata in quel vicolo, io e te!” sorrise di nuovo Hwoarang, beato ed incosciente. Steve accelerò il passo, seriamente inquieto.
“Me lo prometti, vero? Così avrò una scusa per farti saltare i denti che Kazama ti ha risparmiato…”
Hwoarang si lasciò andare a una risata idiota, continuando a delirare su Jin e altre stupidaggini prive di senso, mentre il povero Steve si chiedeva cosa avesse fatto di male per ritrovarsi più di una volta in quella situazione.
Decisamente, se mai avesse avuto l’onore e il piacere di ritrovarsi davanti il signor Kazama, avrebbe avuto diverse ragioni per ringraziarlo coi suoi guanti da pugile.
 




Incredibile ma vero: ho finito sto set. FINALMENTE.
Non ci speravo più, ma tra la voglia inesistente di scrivere e gli impegni scolastici ho finito per accantonare questa raccolta.
Ma finalmente, complice anche il socio Kaos e le sue magnifiche incursioni in questo sfigafandom, ho finalmente avuto la voglia di concludere questa oneshot. Che inizialmente era, come mio solito, angst che più angst non si può. Ma visto che non riuscivo a concluderla - magari la finirò più avanti, chissà - ho preferito riscriverla. E così è nata questa scemenza, liberamente ispirata alle storie su Tekken del socio - dove l'alcol scorre a fiumi, dove mi sono finalmente cimentata in qualcosa di più leggero, sperando risulti divertente. E poi era una vita che volevo scrivere di Steve! Quest'omino è così snobbato, merita più amore. E poi dopo averli visti insieme in Street Fighter x Tekken sono ufficialmente la mia coppia di idioti preferita x3
Ci sono dentro un bel pò di citazioni, da Californication a Enchanted - divertitevi a trovarle :D
Titolo da Youth gone wild dei miei amati Skid Row.
Al prossimo set - in chissà quale secolo, lol.
Manasama
   
 
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