EVERYBODY’S FOOL
Il sotterraneo dei
Slytherin era ghiacciato.
Una sottile brina
composta d’acqua ricopriva le mensole e le pareti verde smeraldo.
Il
camino affannava una debole fiammella, davanti ad esso tre ragazzi sfregavano
le loro regali mani, inguantate.
“Ma che abbiamo
fatto di male, per restarcene qui?” si lagnò Blaise Zabini, cercando di
scaldarsi sorseggiando un Firewhisky.
“Siamo stati troppo
fortunati a nascere purosangue quindi adesso hanno deciso di punirci!” ipotizzò
Pansy Parkinson, sognando una calda isola tropicale.
Draco Malfoy
osservava il fuoco, desiderando di ballarci dentro, bruciando tra le fiamme
dell’ inferno, ma almeno sarebbe stato al caldo…
“E se ci
spostassimo ai piani superiori?” propose Blaise, spostando lo sguardo su Pansy.
“E mescolarci tra
al gente comune, ma che hai fumato?!” ripose la mora, guardandolo indignata.
“Fate come volete,
io salgo! Non voglio congelarmi, perché voi due volete fare i piccoli borghesi!
Adios!” asserì il moretto convinto. Senza dire una parola, Draco, lo raggiunse.
All’esterno il
paesaggio era completamente diverso.
Un bel sole
spiccava alto tra sferzate nuvolette leggermente grigie.
Le altre casate
giocherellavano all’aperto. Alcuni portavano, addirittura, la divisa estiva.
Draco e Blaise si
limitarono a guardarsi ironicamente.
“Che vuoi fare,
adesso?” chiese il moro, sorridendo all’amico.
“Infastidiamo
qualcuno… Mi pare ovvio…” Blaise fece spallucce e si diresse verso il solito
albero di pesco in riva al lago Nero.
Una pungente brezza
carezzava i capelli dei due ragazzi.
Il loro profumo si
disperdeva tra le foglie rosate del pesco.
“Da chi
cominciamo?”
“Dal nostro trio
preferito…” disse Draco, tormentandosi le dita.
“Dove sono?”
domandò il moro, guardandosi intorno.
Sdraiati sotto un
faggio, sulla riva del lago, vi erano Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione
Granger.
La ragazza leggeva
un libro, con una strana calma. Aveva la testa poggiata sulle ginocchia del
rosso, Ron.
Uno strano silenzio
circondava la scuola di Magia di Hogwarts, immersa nella quiete novembrina.
“Che leggi, Herm?”
chiese Harry, il bambino sopravvissuto all’Avada Kedrava di Lord Voldemort.
“Un trattato sulla
protezione degli elfi domestici. E’ molto interessante. Finalmente qualcuno che
ha le mie stesse idee…” sospirò la riccia, lisciandosi la gonna a pieghe.
Harry e Ron si
lanciarono un occhiata significativa che fece sbuffare Hermione.
“Un altro malato
con le stesse idee della Granger! Faremo meglio a emigrare Blaise, un altro
pazzo viene alla carica!” ironizzò Draco, che si trovava alle spalle dei tre
amici.
Blaise sogghignò e
si accese una sigaretta.
Hermione si alzò e
guardando Malfoy negli occhi disse “E’ arrivato il furetto rimbalzante a
giudicare gli altri!” Ron trattenne una risata.
“Non ti permettere
Granger…”
“Perché se no cosa
mi fai?”
Draco si avvicinò
alla ragazza e le sussurrò all’orecchio.
“Purtroppo, non
posso dirtelo, sono presenti dei bambini…” sorrise alludendo a Harry e
Ron.
Hermione lo prese a
pugni sul petto, allontanandolo.
“Non vantarti
troppo, Malfoy! Non sei nessuno!”
“Io sono il
primogenito e unico ereditiere della nobile casata dei Malfoy.”
“Che sta andando in
malora…” aggiunse la riccia, sfoderando un sorrisetto falso, che fece ribollire
il sangue al biondo.
“Ed ora vattene
Malferret! A meno che tu non voglia che ti riduca come al terzo anno… Te lo
ricordi il pugno sul naso, vero?” sogghignò la riccia, ostentando due pugni
sospesi a mezz’aria.
Draco le sussurrò
un “Per ora me ne vado, ma questa me la paghi Mezzosangue…” che le ghiacciò il
cuore.
I due Slytherin se
ne andarono.
Malfoy jr teneva le
braccia incrociate al muscoloso petto, un espressione rabbiosa dominava il suo
viso.
“Incazzato?”
domandò il moro, all’amico.
“Quella stupida
mezzosangue! Ma con chi crede di parlare?!”
Blaise rimase in
silenzio, sapeva che era l’unico modo di farlo sfogare.
“Non si era mai
comportata in quel modo con me… Aveva sempre avuto un minimo di paura! Devo
scoprire che ha!!” si ripromise il biondo, battendosi un pugno sulla mano.
“Ma perché ti
interessa, scusa?”
“NON TOLLERO CHE LA
GENTE MI TRATTI COME UN COGLIONE!! E la Granger mi ha appena trattato in quel
modo!”
“Questo orgoglio ti
ucciderà, Draco.”
“Ne varrà la pena…”
sorrise il biondo, con un barlume sadico negli occhi.
“Ma che ti è preso,
Herm?!” domandò Ron con sorriso stampato in volto.
“Sono un po’
arrabbiata questa mattina…Con Malfoy riesco sempre a sfogarmi, un giorno dovrò
ringraziarlo…” sibilò persa la riccia.
“Spero che tu
scherzi…” si intromise Harry facendo sorride Hermione.
I tre si diressero
verso il loro dormitorio.
I Gryffindor erano
tutti ammassati dentro la stanzetta di svago al pian terreno.
Il dolce strepitare
del fuoco contornava la stanza arredata in rosso elegante ed oro puro.
I tre riuscirono a
trovare posto sul divano davanti al tavolino degli scacchi magici.
“Volete un po’ di
Firewhisky?” chiese Harry sporgendosi verso il tavolino dei cocktail.
Hermione annuì,
invece Ron negò con la sua zazzera rossa al vento.
“Ragazzi!!” la voce
squillante di Ginevra Weasley incantò tutta la Sala.
Facendo oscillare i
suoi morbidi e flessuosi capelli rosso fuoco, tenuti saldi in una coda, si
avviò a salutare Hermione, la sua migliore amica.
Ron salutò sua
sorella con un gesto della mano. Harry arrossì senza dare troppo nell’occhio.
La rossa si sedette
accanto a Hermione, con un sorriso perenne stampato sulle labbra.
“Ginny, che hai?”
domandò la riccia, con un sorriso malizioso stampato sul volto pulito.
“Mi sono
fidanzata!” esclamò senza peli sulla lingua.
Harry sputò tutto
il Firewhisky Dean Thomas e Ron enfatizzò un “COSA?” che fece voltare tutte le
tavolate.
Hermione le sorrise
le chiese, stringendo gli occhi.
“Con chi?”
“Lo vedrai…” disse
vaga.
“Quando?”
“Stasera. C’è un
concerto alla piazzetta davanti alla Stamberga ad Hogsmeade.” Affermò come se
fossero spie russe al tempo di guerra.
Harry fissava, la
rossa, allarmato, si aspettava che da un momento all’altro esplodesse davanti
alla sua faccia rossa e gonfia.
Ron aveva ripreso
giocare a scacchi, si stava autoconvincendo che non fosse la realtà…
Hermione annuì.
“Ok. Non ho voglia
di rimanere al dormitorio stasera…”
“Allora è deciso, a
dopo!” salutò la rossa, stirandosi la gonnellina, dopo essersi alzata.
Hermione si voltò verso Harry…
“Come stai?”
“Come uno che è
stato appena investito da un camion…”
La riccia spostò lo sguardo su Ron, che
giocava contro se stesso.
“E tu?”
“Perché, che è
successo?”
Hermione sorrise.
Sapeva che avrebbe fatto così…
“Ora devo andare a
prepararmi, scusate…” si congedò la ragazza, lasciando soli gli amici.
La Gryffindor salì i gradini a due a due.
La temperatura, in
camera delle ragazze, era un tantino scesa. La riccia cominciò a tremare…
Hermione stava
scegliendo che cosa indossare quando una losca figura emerse dall’oscurità:
Lavanda Brown…
“Dove devi
andare?!” disse esibendo la sua nocetta gracchiante, poco adatta ai suoi
capelli biondi ossigenati.
“Fatti miei, Lav.
Ora, scusa, ma potresti lasciarmi in pace?”
“No! Finché non mi
dici dove vai!”
Hermione sbuffò. Anche la pazza psicolabile!
“Vado al concerto
ad Hogsmeade, contenta ora?”
“Si! Anche io devo
andarci!” Hermione si sforzò di sorridere, ma infine, la sua espressione sembrò
quella di una ragazza in crisi…
“Davvero?! Sono
contenta…” disse convincendo se stessa.
Lavanda sorrise
graziosa e si congedò.
“MUORI BRUTTA SOSIA
DI PARIS HILTON!!” sbraitò contro una porta chiusa la riccia.
Le mancava il
fiato, ma si diede da fare per trovare qualcosa che trovasse perlomeno
accettabile…
Infine optò per un
maglioncino a collo alto, rigorosamente nero. Abbinato a dei pantaloni lunghi e
soffici.
Si sistemò i
capelli, come meglio poteva. Ed uscì.
In incognito,
dietro ad un cespuglio frondoso, nel giardino della scuola, la attendeva Ginny.
Portava un minigonna, fin troppo mini.
Ed una maglietta
scollata sul davanti.
Ginny osservò per
qualche secondo il look di Hermione, arricciando il naso.
“Possibile che
devi comportarti da suora anche quando
esci di sera?!” esclamò la rossa, dopo un attento esame.
Hermione si osservò
e disse “Io non ci trovo nulla di sbagliato…”
“Fortuna che avevo
previsto tutto!” sospirò felice Ginny, tornado fuori dalla borsa, una gonna di
riserva e un top scollato.
“Dovrei mettermi quella roba?!” strepitò la riccia, indicando il vestiario,
inorridita.
“In poche parole:
si!”
Hermione boccheggiò
per un po’, ma infine si decise.
Infilò la gonna che
le sfiorava il ginocchio, ed indossò la magliettina.
“Ora si che stai
bene…” soffiò incredula la rossa, incamminandosi verso Hogsmeade.
“Draco! Sei
pronto?” sbuffò Blaise, dando colpi secchi alla porta del bagno, dove si
trovava rinchiuso il principe delle Serpi.
“Quasi!” confermò
scocciato.
Dopo qualche
minuto, il biondo uscì dalla toilette, trascinandosi dietro una scia indistinta
di vari profumi.
“Che tanfo! Ma che
ti sei spruzzato?!” asserì il moro tappandosi il naso.
“E’ un profumo
importato dalla Francia! Ed un odore
buonissimo! Sei tu che non capisci niente!” si difese Malfoy, stringendosi
nella sua camicia bianca.
Blaise fece
spallucce ed entrò in bagno.
Draco rimase fuori
dalla porta ad allacciarsi i mocassini.
“Come mai ti
interessa tanto partecipare a quella festa?!” gridò il biondo, sperando che
l’amico dall’altra parte lo sentisse.
“Perché voglio
presentarti la mia nuova fidanzata!”
“Chi è?!”
“Sorpresa! Però ha
detto che porterà un amica per te!”
Draco annuì,
soddisfatto.
“Spero per te che
sia carina!”
“Non ho idea di chi
sia! Lo posso intuire ma non sono in grado di giurartelo!” finì emblematico il
moro.
“Quanti misteri…
L’importante è che non sia un cesso!”
“Se è chi penso io,
puoi stare certo di no!”
“Va bene… Mi fido…
Però dobbiamo andare! Si sta facendo tardi!” lo incalzò il biondo.
Blaise annuì ed
uscì dal bagno.
Erano pronti per la
festa…
FINE CAPITOLO 1
SONO TORNATA ALLE
ORIGINI!!! LE DRACO/HERMIONE RIMARRANNO SEMRPE LE MIE PREFERITE, NON POSSO
FARCI NULLA…
SPERO CHE VI
PIACCIA!!!! KISS SILVER