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Autore: GreedFan    07/04/2012    1 recensioni
"Fu un ombra, all'inizio. Un'enorme massa più scura delle profondità del lago, che sembrò emergere dalla stessa sabbia e confondersi nel gioco delle correnti, in lontananza. Era grande come il più alto palazzo che il bambino avesse mai visto, inconcepibilmente più elegante mentre nuotava verso di lui con grazia, descrivendo ampie curve nel blu profondo.
Poi, lentamente, l'ombra si fece definita."

Flash senza pretese dedicata al mostro di Lochness.
[Following the Big Damn Table #15, Blu]
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Blue


Il fondo del lago era completamente blu.

Il bambino mosse piano i piedi, guardandosi intorno. La sabbia chiara sul fondo era costellata di sassi e piccole conchiglie, e l'acqua limpidissima gli permetteva di scorgere i filamenti delle alghe che ondeggiavano nella corrente e il luccichio delle squame argentee dei pesci.

Tutto era silenzio.

Persino le bolle che sfuggivano dalla sua bocca non producevano il minimo suono. Scivolavano verso l'alto, rincorrendosi come leggiadre ballerine nella luce azzurrata che filtrava dalla superficie, verso quel chiarore lontanissimo che proveniva da lassù, dal mondo oltre il lago.

Al bambino non importava. Respirava quell'acqua fredda ad ampie boccate, nuotando lentamente. Appena un metro sotto di lui c'era il fondale, il rassicurante, immenso fondale del lago che trascolorava nel nero e spariva in qualsiasi direzione lo si guardasse, e gli bastava. Non desiderava in alcun modo staccarsi, andare via di lì.

Sospeso, immobile, il bambino ascoltò il silenzio del lago.

Era come trovarsi immersi nel respiro stesso della natura. Apparentemente immota, calma, l'acqua era una tempesta di vita pulsante fin dentro ogni sua più piccola particella; gli uomini che ne solcavano la cresta, lassù, non potevano immaginare cosa si muoveva nelle sue profondità.

E nel silenzio, crescendo lentamente come il sole che sorge, si dipanò un grido.

Il bambino sorrise, felice. Era un verso acuto e lamentoso, simile al pianto di un neonato - anche se infinitamente più dolce; fendeva l'acqua, impetuoso, e diventava sempre più forte, sempre più simile ad una qualche arcana melodia. Era una canzone, una ninnananna che affondava le sue radici nel tempo remoto e si snodava attraverso i secoli con la grazia pura e integra della natura selvaggia.

Quando l'artefice di quell'incanto si mostrò, il bambino batté i piedi per avvicinarsi.

Rise, le mani protese nell'acqua gelida.

Fu un ombra, all'inizio. Un'enorme massa più scura delle profondità del lago, che sembrò emergere dalla stessa sabbia e confondersi nel gioco delle correnti, in lontananza. Era grande come il più alto palazzo che il bambino avesse mai visto, inconcepibilmente più elegante mentre nuotava verso di lui con grazia, descrivendo ampie curve nel blu profondo.

Poi, lentamente, l'ombra si fece definita.

Emerse dapprima una testa piccola, chiara, coperta di increspature e vecchie cicatrici. Piccoli occhi di un giallo acceso brillavano nel cranio, e una doppia fila di zanne candide spuntava dalle mascelle semiaperte; il riverbero del sole giocava sulle squame ruvide della creatura, che sembrava fosse fatta di una pietra grigia striata del verde del muschio.

Vetusto, ecco il termine adatto.

Dopo la testa comparve un collo lunghissimo, quasi filiforme, anche quello macchiato di incrostazioni e pesci parassiti che aderivano alla sua forma affusolata.

Il corpo era enorme, semisferico, le pinne sottili e allo stesso tempo possenti; il bambino le sapeva capaci sia di pacate evoluzioni accanto al fondale che di svolte rapidissime quando si trattava di predare, e ne era profondamente affascinato.

Il cantore silenzioso si fermò proprio davanti a lui, attenuando la propria voce sino a farla scomparire del tutto.

Il bambino appoggiò le piccole mani al centro del muso, accarezzandone le scabrosità porose quasi con venerazione. Ricordò di quando l'aveva visto per la prima volta, della sua paura sconnessa e confusa mentre annaspava nelle acque fredde del lago, prossimo all'asfissia.

Che sciocco. Era stato davvero stupido a negarsi fin dal principio l'amicizia con una creatura così meravigliosa.

Il cantore lo guardò con i suoi grandi occhi luccicanti, prima di emettere un suono stranamente basso, quasi affettuoso. Mormorava la sua ninnananna per lui, il bambino ne era certo.

Chiuse gli occhi, cullato dalla penombra azzurra del lago.

Lochness, tutto intorno a lui, palpitò insieme all'enorme creatura che ne abitava le profondità.







_Angolo del Fancazzismo_

Dunque. Questa flashfic la dedico a Nessie e a tutti i simpatici criptozoologi che si affannano tutt'ora per trovarlo. Buona fortuna, anche se non credo proprio che esista -vorrei tanto che fosse così, pero!

In realtà è la trascrizione - più o meno fedele - di un sogno che ho fatto stanotte. C'era questo bambino/fantasma affogato anni prima nel lago di Lochness che viveva nel lago insieme a Nessie e io guardavo il tutto come se fosse un film, una vera forza.

Casualmente, ci si adattava alla perfezione il prompt #15 della Big Damn Table, "Blu".

Spero di non avervi fatto perdere troppo tempo :P

See you soon,

Roby


   
 
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