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Autore: Lulu_Herm    07/04/2012    3 recensioni
Ho provato a immaginare un momento piuttosto particolare per i nostri protagonisti: i loro figli sono piccoli, la loro carriera lavorativa è appena cominciata, hanno superato le emozioni della Seconda Guerra Magica ma ora devono portare avanti una nuova vita appena cominciata. Subito dopo l'inizio, cosa succede?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Rinascita'
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<Hermione rimboccò le coperte a Rose,  poi prese la Bacchetta appoggiata sul comodino e sussurrò: “Lumos”. Andò verso la libreria e lì, tra fiabe Babbane e bambole a forma di streghe pescò “Le fiabe di Beda il Bardo”, il libro preferito di sua figlia. Fece apparire una sedia e vi si accomodò, mentre Rose l’aspettava, gli occhietti vispi fissi sul libro. “Allora, che cosa leggiamo stasera?” la piccola mormorò: “Il Mago e il Pentolone Salterino”, e la giovane madre cominciò: “c’era una volta un vecchio mago gentile che adoperava la magia con generosità…”

Quando finì di leggere, Rose dormiva placida. Hermione sorrise e si alzò.  Vide che Ron stava aspettando sulla soglia  della stanza. “Dorme?” sussurrò lui. “Come un sasso. Non c’è niente come un libro per farla addormentare” lui si aprì in un largo sorriso, nonostante la stanchezza.  “Chissà da chi ha preso, vero?” Hermione non disse nulla, lo prese per mano e lo portò in camera. Quello era il momento della giornata che preferiva. Pace, serenità, lei e Ron,  i loro discorsi, tranquilli tra i cuscini nel loro letto. Lei sparì nel bagno per cambiarsi, mentre lui finiva un cruciverba sulla Gazzetta del Profeta, sdraiato sul letto. Quando Hermione uscì, avvolta nell’ampia vestaglia che non riusciva a nascondere del tutto le forme generose del suo ventre arrotondato, si lasciò cadere sulla propria parte di letto, esausta. Era stata una lunghissima giornata in Ufficio.

Dopo mesi di discussioni con Kingsley, era riuscita ad aprire l’Ufficio per la Protezione e la Cura degli Elfi Domestici, ma si ritrovava con una mole immensa di lavoro (il suo unico dipendente era Kreacher, che Harry aveva acconsentito a liberare ma che era rimasto in Grimmauld Place a vivere con i Potter).

Ron tirò un po’ più su il cuscino e sussurrò: “Stanca?”. lei borbottò: “Da morire. Kreacher è un bravo Elfo, ma ha ancora qualche difficoltà a rapportarsi con i Maghi, e poi la gente non lo prende sul  serio. Ci vorrà del tempo per eliminare i pregiudizi sugli Elfi. A te invece com’è andata?” lui girò una pagina del giornale, tutto concentrato. “Oh, sai. Una lagna. Ho fatto duemila specializzazioni per diventare Auror e mi ritrovo ogni giorno a firmare scartoffie. Io e Harry ci annoiamo a morte. Ovviamente, di questi tempi non ci sono Maghi Oscuri di nessun genere in giro, hanno ancora tutti paura di ciò che è successo a Voldemort.  Quindi rigano tutti dritto e non capita mai un bell’attacco o qualcosa del genere. E quando io e Harry abbiamo annunciato insieme che avremo bisogno di ferie tra due settimane perché tu e Ginny dovete partorire nello stesso periodo, Percy mi ha sgridato, dicendo che in ufficio ora rimarranno solo Seamus, Dean e Dennis Canon, come se non avessero abbastanza mani per firmare tutte le scartoffie” Hermione sospirò. La  divertiva l’idea di Ron che discuteva con Percy su quell’argomento, ma non le piaceva che le ricordassero continuamente il suo stato di “Strega vistosamente incinta”. Di lì a due settimane avrebbe dovuto lasciare Kreacher a lavorare da solo, senza contare le alzatacce per le poppate e le visite di parenti ipocriti che saltavano fuori solo quando c’era una gioia da condividere, che quando il dolore sconvolgeva la sua vita non si vedevano mai. Ma in fondo era contenta. Avrebbe avuto un piccolo Ron questa volta, ne era sicura. Avrebbe partorito insieme alla sua migliore amica, e questo la faceva sorridere. Già si figurava feste di compleanno combinate, i due bambini in divisa nera di Hogwarts. Non c’era poi molto da preoccuparsi: era finalmente una Weasley, la  sua bambina dai capelli rossi dormiva nel lettino, suo marito l’ascoltava e la capiva, aveva un lavoro che adorava anche se la faceva impazzire.
~
In condizioni normali, anche Ginny Potter poteva dire più o meno le stesse cose. La sua vita era piena, la sua famiglia felice. ma quella sera, Ginny Potter non poteva dire niente di tutto ciò, per un motivo semplicissimo. Suo figlio James, all’età di quattro anni, aveva compiuto la sua prima magia. Più precisamente aveva dato fuoco al letto del piccolo Albus, di soli due anni. Lei e Harry, che stavano bevendo Burrobirra seduti sul divano del salotto, erano stati richiamati dall’urlo del piccino, il quale aveva una piccola bruciatura sul braccio destro. James, troppo esaltato per la sua prima magia, aveva cominciato a saltellare per tutta la casa, mettendo in pericolo le scale di legno e i mobili. Ginny aveva spento il letto mentre Harry curava Albus, e aveva passato il resto della serata a pulire il pavimento. Come se non bastasse, la bambina nel suo ventre aveva deciso di darsi alla boxe usando lei come punching ball, e  James nella sua euforia aveva preso a saltare sul letto matrimoniale nella camera di Ginny e Harry, sporcando le coperte. Quel bambino era un vero disastro.

Dopo aver finalmente messo a letto i due bambini e aver lasciato Kreacher a leggere loro la fiaba della buonanotte, Ginny si abbandonò sul proprio letto e si addormentò immediatamente. Harry si arrampicò accanto a lei scavalcando gli scatoloni  pieni di roba per bambini. Era sfiancato più dai suoi figli che dalla giornata lavorativa. Sua moglie, che da quando era rimasta incinta aveva definitivamente lasciato le Holyhead Harpies, aveva passato una massacrante giornata in compagnia dei dolci pargoletti,  il che spiegava perché era di un umore così esecrabile.
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Verso l’una di notte, Hermione stava dormendo placida appoggiata a Ron. All’improvviso, fu svegliata da una fitta al ventre e cacciò un urlo. Il rosso accanto a lei si svegliò di soprassalto e gridò, la voce ancora impastata dal sonno, “Cosa succede? Hermione, non ti si saranno rotte le… mancano ancora due settimane!” “glielo dici tu al bambino?” strillò lei. Scese giù dal letto, traballante, e prese la borsa  preparata il mese prima. Ron con un tempismo che non ci si sarebbe mai  aspettati da lui, soprattutto all’una di notte,  balzò giù dal letto e si precipitò in camera di Rosie, l’avvolse in una coperta e tornò dalla moglie, che nel frattempo aveva cominciato a urlare sempre più forte.

Si Smaterializzarono al San Mungo e si presentarono all’accettazione con Rose e Hermione che strillavano come aquile. Hermione fu chiusa in Sala Parto e Ron si ritrovò seduto in Sala d'Attesa, a cullare sua figlia che sembrava non volersi rimettere a dormire. All’improvviso, sentì un coro di voci familiari provenire dal corridoio.
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Ginny dormiva come un sasso sul petto di Harry, ancora sveglio e intento a leggere “Trasfigurazione Oggi”. Era venerdì, e il mattino dopo avrebbe potuto dormire, e questa consapevolezza lo portava a fare le ore piccole. All’improvviso sentì un colpo, e capì che veniva dal corpo di Ginny. Lei si svegliò immediatamente e imprecò: “Potter, i tuoi figli non mi lasciano in pace un secondo, te ne rendi conto?” Lui avrebbe riso, se non fosse stato per l’espressione della moglie. La sollevò tra le braccia (Merlino quanto pesava!) la fece scendere dal letto e le porse una borsa, che lei cominciò a riempire con i primi vestiti che trovò. Nel trambusto non si accorsero di Albus e James che si erano avventurati nella loro camera. Quando li vide, Harry sospirò, e capì che dovevano portarli con loro. Non se la sentiva di svegliare qualcun altro per lasciargli quell’uragano di James e la sua povera vittima.

Quando arrivarono al San Mungo, notarono che la giovane strega all’accettazione pareva  piuttosto nervosa. Ginny fu immediatamente portata in Sala Parto, mentre Harry si avviò con rassegnazione verso la sala d’attesa, con Albus in braccio, profondamente addormentato, e James al seguito.  Aprì la porta della sala d’attesa e, con enorme sorpresa, si ritrovò davanti la testa rossa del suo migliore amico.
~
“Harry! Che ci fai tu qui?” Harry alzò gli occhi al cielo. Mai che Ron  riuscisse a fare un collegamento. “Non mi dire che anche a Hermione  si sono rotte le acque in anticipo! Sembra che ci siamo messi  d’accordo”. Ron non capiva più niente. “Perché? A chi altri si sono rotte le acque?” Harry si sforzò di essere  paziente. Dopotutto Ron era sotto shock e, cosa più importante di tutte, erano le due di notte. Anche lui era molto stanco. “A Ginny, Ron, a tua sorella. Hai presente, anche lei era incinta, lo sai vero?” Ron annuì molto lentamente. Harry notò che Rosie era appesa alla sua spalla tanto da sembrare un tutt’uno con essa. James si sedette su una delle sedie di plastica e cominciò a strappare le pagine di uno dei settimanali posati sul tavolino. Posarono Al e Rosie nei passeggini e Ron dichiarò di essere affamato. In corridoio trovarono una di quelle macchinette Babbane per le merendine, e cercarono in tasca qualche spicciolo. Ron provò a infilarci uno Zellino, ma la macchinetta prendeva solo soldi Babbani (logico in un ospedale per  maghi). Allora il rosso si precipitò dalla solita giovane strega dell’accettazione, pregandola di cambiargli i soldi. Finalmente scelse una merendina al cioccolato e infilò con cura i soldi nell’apposita apertura. Ovviamente la merendina si bloccò, cosicché i due famosi e brillanti Auror Potter e Weasley furono visti dalle infermiere di passaggio mentre, a suon di spallate, facevano cadere la merendina. Quando finalmente Ron stava per addentare il tanto agognato dolcetto, la porta della Sala Parto si aprì e un’ infermiera molto nervosa gridò: “Il marito di Ginevra Potter!” a Ron cadde la merendina che, dopo tutti quegli sforzi, fu raccolta e buttata giù  in due bocconi da James. Harry si precipitò in Sala Parto, dove una Ginny finalmente tranquilla sorrideva nel suo letto, radiosa. Tra sue braccia c’era una minuscola bambina con un ciuffo di capelli rossi. Harry si avvicinò lentamente alla moglie.

“Ginny! Ginny! Tutto bene? È nata?” lei annuì, sembrava che per la gioia non riuscisse più a parlare. “Guarda” Harry prese delicatamente dalle braccia di Ginny sua figlia, che lo osservava incuriosita con grandi occhi castani. Quando lui lo notò, osservò: “Ha l’esatto colore dei tuoi occhi, gli stessi di tua madre” Ginny rise.“Pura marca Weasley, caro mio. Questa volta ho vinto io, ha i capelli rossi. E per questo motivo, porterà il nome di una grande donna dai capelli di fiamma!” declamò lei, in un tono che ricordava Percy. Harry annuì e, sollevata la piccola, affermò: “Bene, Molly Potter, che tu sia degna di tua nonna e che diventi una grande giocatrice di Quidditch” Ginny inorridì. “Molly? Sei impazzito? Come la bambina di Percy? Mi rifiuto! Con tutti i nomi che ci sono al mondo, il nome della figlia di Percy. No, no e poi no!” Harry rimase fermo con la bambina, sempre più divertita, sollevata a mezz’aria. “Ma come? Io pensavo…”  mormorò. “certo che per essere il Prescelto sei proprio tardo. Ti do un indizio. Quale donna è morta per salvare suo figlio  il quale poi, pur essendo piuttosto stupido, ha salvato l’intero mondo magico?” Harry la fissò con occhi sbarrati per qualche istante,  poi capì. “Mia madre! La vuoi chiamare Lily? Sei sicura?” “Certo, secondo me ha la classica espressione da Lily. Le si addice, ti pare? E ha bisogno di un secondo  nome. Tutti i nostri figli ce l’hanno. Hermione? No, poi Ron si offende se omaggiamo lei e lui no. Ninphadora? Troppo lungo. Uff…ci sono! Luna!” Harry annuì usando la tecnica del “Sorridi e annuisci”, lasciando che la moglie continuasse a farneticare. Dopotutto si era sempre imposto lui sui nomi, aveva diritto anche lei a un’opinione. “Certo, Luna è perfetto! È un omaggio a Luna Lovegood, e anche a Remus*. Luna aggiudicato. Lily Luna - proseguì prendendo la piccola dalle braccia di suo padre e sollevandola a sua volta- che tu non assomigli ai tuoi fratelli e che non diventi Rompi Boccini come Percy. Così sia”

Harry ridacchiò, e in quel momento sentirono l’urlo di Hermione, nell’altra stanza, venire coperto da un pianto infantile. “E così anche Hermione ce l’ha fatta, eh? Ron sarà nel panico”

Ma Harry si sbagliava. Ron non era nel panico. Ron era svenuto. Era accasciato sulla sedia di plastica, circondato dalla figlia e dai nipoti che lo guardavano incuriositi. Non appena aveva sentito quell’urlo e quel pianto i suoi nervi non avevano più retto. Fortunatamente una Guaritrice accorse per chiamarlo, e riuscì a risvegliarlo con un bell’”Aguamenti” sparato dritto  in faccia. Mentre le tre piccole pesti sghignazzavano, Ron si alzò imbarazzatissimo, si asciugò con un colpo di bacchetta e seguì la Guaritrice nella Sala.
Hermione era stravolta, ma entusiasta. Anche il suo bambino aveva i capelli rossi, ma gli occhi erano celesti, come quelli di Ron. “Niente da fare. Non riesco a produrre Weasley senza capelli rossi. E questo è un  maschio, come da tradizione. A te l’onore della scelta del nome” Ron, emozionatissimo, prese il neonato che agitava i pugnetti in aria. “Penso  che abbia fame. Chissà da chi ha preso, vero? Comunque…credo che ai nomi degli antenati Weasley abbia pensato il resto dei miei fratelli. Bisogna rappresentare anche i Granger, cara mia. Com’era che si chiamava tuo padre? Tugo? Mugo?” “Hugo, Ron, Hugo” sospirò Hermione. “Bene, e Hugo sia. Hugo Weasley, che tu possa non finire a Serpeverde e che tu diventi un Giocatore di Quidditch. Così sia” affermò solennemente Ron.



*So che in inglese non renderebbe perché “Luna” diventerebbe “Moon”, ma ho letto su Wikipedia che Lily Luna si chiama così proprio per entrambi i motivi da me citati, credo perché si ricollega al termine latino (Luna, appunto)

L'ho riveduta un attimo, perchè una recensione ha confermato i miei sospetti su una parte che non mi convinceva. Non sapevo come renderla, ci ho dovuto riflettere un po', ma alla fine è venuto fuori questo. Spero che vi piaccia! (per intenderci, la parte che non andava era quella tra Ginny e Harry che decidono il nome di Lily)
   
 
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