E mi trovo adesso in una pozza di sangue,con accanto la persona che amo,senza vita.
Gli sorreggo il capo dandogli dei piccoli schiaffetti sul viso per evitare che si addormenti e che non si risvegli più.
Una lacrima scende dai miei occhi e cade direttamente sull'asfalto,riscaldata dal sole cocente e accecante. Continuo a parlare con Niall,a ripetergli 'Ti amo,resisti'. Mi guardo le mani,sono rosse,piene di sangue. Un pugnale è a circa dieci metri da noi. Continuo ad urlare 'Che qualcuno mi aiuti!'. Non c'è nessuno,non c'e anima viva.
Sto per arrendermi,per guardare la morte negli occhi,per darla a vinta a quello che voi chiamate Dio,ma poi mi dico che lottare vale la pena per le persone che desideriamo accanto a noi.
Lo carico in macchina,lo metto d'avanti,per poterlo tenere sotto controllo,siamo distanti dalla città ed il primo ospedale dista almeno dieci minuti. Ne vale la pena? Assolutamente si.
Inizio a correre,non curandomi dei segnali,dei semafori,non mi importa più nulla:ci siamo solo io e Niall.
Continuo a parlargli e ogni tanto gli lancio un'occhiata,gli dico di rispondermi,lui fa dei cenni,a volte lancia delle grida di dolore.
'Andrà bene' continuo a ripetergli. Uno sguardo al cielo,uno a Niall e uno alla strada.
Non c'è tempo per pensare,arrivati d'avanti all'ospedale,scendo,chiamo degli infermieri a caso che mi aiutano a caricare Niall sopra una barella.
Lo operano,e subito dopo vado da lui e lo guardo. Appena mi sorride esclamo 'Grazie al cielo'. Gli do un bacio,poi un abbraccio.
D'un tratto arriva la polizia che gli fa un paio di domande,le fanno anche a me.
'Signorina McDermot,deve seguirci' mi dicono,ma io non mi preoccupo,so di essere innocente,o almeno sapevo di esserlo.