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Autore: GiuliaD    07/04/2012    1 recensioni
Kathryn canta, è ciò che fa nella vita, è ciò che è destinata a fare, è ciò che ama. Proprio il canto la porterà a qualcosa che neanche lontanamente avrebbe mai potuto immaginare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Kathryn si girò Jared le sorrise. Lei lo fissò incredula, Jared Leto era a un soffio da lei. Qualche secondo dopo indietreggiò, per guardarlo da lontano, per essere sicura che fosse davvero lui, i suoi passi facevano cigolare il palco ed era l’unico rumore che si poteva percepire in quel momento. Indossava una delle sue canotte larghe, con dei pantaloni neri a vita bassa, i capelli scompigliati, gli occhi rossi a causa delle lacrime, un sorriso timidamente accennato, ma inconfondibile. Era lui.
Anche Jared stava guardando Kathryn. Era esattamente come l’aveva immaginata, bellissima. Aveva una maglietta grigia, dei jeans e un paio di converse, i capelli castani e lisci le sfioravano il seno, le sue labbra rosse e carnose tremavano e gli occhi grigi, spalancati, guardavano Jared increduli.
“Ciao, io sono Jared” sembrava un tredicenne al suo primo appuntamento, era arrossito e si sentiva impacciato.
“Lo so” rispose Kathryn, non sapeva cosa dire, era scioccata.
“Io ti ho sentita cantare in un locale e la tua voce mi tormenta da settimane, in senso buono, cioè mi ha catturato e ti ho cercata e…eccoti.”
“O mio dio…”
“Scusami se ti ho spaventata, non volevo”
“Non… non mi hai spaventata” finalmente Kathryn riusciva a rendersi conto di ciò che stava succedendo
“Oh, bene”
“Io sono Kathryn”.
 
“Buongiorno! Forza montiamo quest’attrezzatura! Kathryn, cara sei già qui, fantastico, muoviamoci, mia moglie mi ha preparato la pasta al forno per cena”. Era il tecnico dell’audio, con un tempismo perfetto.
 
Jared si sedette nel posto al centro, in prima fila, era una situazione strana per lui, accomodarsi su una di quelle poltrone verdi consumate, che gli solleticava le spalle. Ascoltò la prova come se fosse un grande concerto. Ascoltare quella voce era bellissimo, ma poter vedere anche Kathryn era assolutamente straordinario.
 
Lei cantò e cantò, guardando l’uomo che aveva sempre sognato che era lì, in contemplazione. Nonostante fosse una persona molto paranoica, decise di non pensare a nulla in quel momento, di godersi quel sogno fin quando non si fosse svegliata.
Le prove erano terminate, Kathryn scese dal palco e andò verso Jared, impaurita. Lui le sorrise, “Sei stata bravissima”
“Grazie, io…non riesco neanche a parlare, scusami. Ecco, detto da te è un gran complimento”.
“Ti va se andiamo a mangiare qualcosa insieme?”
Kathryn alzò le sopracciglia. Mai e poi mai si sarebbe aspettata una proposta del genere “Si”.
 
Quel sogno sembrava non finire, andarono al ristorante, parlarono a lungo, perdendo la concezione del tempo, risero di gusto e scoprirono di avere tante cose in comune, qualche volta l’imbarazzo li frenava e abbassavano gli occhi mentre un leggero rossore colorava le loro tenere guance e Kathryn iniziava a rendersi conto che ciò che stava succedendo era reale. Jared l’accompagnò a casa. Fu un appuntamento in piena regola, arrivati davanti alla porta si scambiarono i numeri di telefono, un bacio sarebbe stato precoce, ma gli occhi di entrambi brillavano e i loro sorrisi non mentivano, erano veri come i battiti impazziti dei loro cuori, le gote arrossite e i momenti che avevano vissuto insieme.
 
Si scambiarono i numeri di telefono e Kathryn rimase fuori casa, guardò l’auto che sfrecciò via, sollevando le foglie che erano cadute sulla strada, segno che stava per arrivare l’autunno e si sedette sulla sedia a dondolo che aveva nel portico, nonostante fosse sera tardi e l’estate volgesse al termine, faceva ancora caldo, ripensando alla serata appena trascorsa, scoprì di non credere a ciò che lei stessa aveva vissuto, si addormentò lì, senza rendersene conto, cullata da quel ricordo ovattato.
 
Anche Jared era arrivato a casa, appena fuori dall’appartamento, prese le chiavi dalla tasca e le infilò accuratamente nella serratura, cercando di non fare rumore. Quando aprì trovò Shannon e Tomo che lo aspettavano seduti sul divano, come due genitori fanno col proprio figlio.
“Dove sei stato?” chiese il fratello con tono severo.
“Ti sembra questa l’ora di rientrare?”
“Ragazzi, state scherzando?”
“Non sono mai stato più serio, Jared Joseph Leto. Sai quante volte ho provato a chiamarti?”
“Avevo il telefono scarico.”
“Mi hai fatto preoccupare!”
“Scusa Shan, scusa Tomo, non succederà più.”
“Ora fila a letto, forza.”
“Si…”
 
Jared era nella sua stanza, steso sotto le sue lenzuola bianche, non riusciva a dormire, fissava quel post-it che aveva tra le mani con il numero di Kathryn, gli piaceva la sua scrittura, era ordinata e regolare, sistemò il biglietto stropicciato sotto il cuscino e si addormentò.
  
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