Nome: Emma Wright (EFP)
Titolo: Fuori c’è l’aurora boreale
Pacchetto: Ricordati di guardare la luna. Combinazioni scelte: Cho/Harry, prompt fotografie, citazioni 1 e 2
Personaggi: Cho Chang, Cho/Harry
Rating: verde
Genere: angst, malinconico, missing moments
Avvertimenti: oneshot (846 parole),
Introduzione: dal testo.
“Fotografie.
Erano sparse ovunque, per tutta la stanza buia. Solo una lama di flebile luce lunare rischiarava quelle tenebre, passando da un’apertura non più grande di una decina di centimetri.
Solo un frammento di cielo stellato era visibile alla ragazza stesa sul letto, adagiata tra quei ricordi così dolorosi.
Le stelle sono sempre le stesse, non cambiano mai.
Questo pensava Cho.
Da bambina aveva amato quegli astri. La facevano sentire immensamente piccola, era una sensazione tutto sommato piacevole.”
NdA: innanzitutto, il titolo è totalmente figurato, nel senso che l’alba di cui parlo non è quella identificata come “boreale”, tipica dei Paesi nordici dalle temperature sottozero, ma di una qualunque. Tuttavia, ho usato quello specifico aggettivo per maggiore musicalità. Chiarisco anche che “Fuori c’è l’Aurora Boreale” è anche il titolo di un romanzo, ma nel contesto mi sembrava il più adatto. Inoltre, ci tengo ad aggiungere che la coppia è poco presente, sì. Non l’ho mai amata e ho preferito sviluppare la storia attraverso vari flashback, vedi un po’ tu.
Fuori c’è l’Aurora Boreale
Fotografie.Erano sparse ovunque, per tutta la stanza buia. Solo una lama di flebile luce lunare rischiarava quelle tenebre, passando da un’apertura non più grande di una decina di centimetri.
Un piccolo frammento di cielo stellato era visibile alla ragazza stesa sul letto, adagiata tra quei ricordi così dolorosi.
Le stelle sono sempre le stesse, non cambiano mai.
Questo pensava Cho.
Da bambina aveva amato quegli astri. La facevano sentire immensamente piccola, era una sensazione tutto sommato piacevole.
“Lumos” sussurrò, con appena un fremito nella voce, mentre l’estremità della bacchetta si illuminava, garantendole una visione più ampia di ciò che la circondava.
Alzò lo sguardo in direzione della finestra, poi lo posò su una foto che risaltava ai suoi occhi più delle altre.
Una bambina dagli occhi a mandorla rideva, giocherellando con fili d’erba e steli di fiori, proprio in un prato verde, all’ombra di un grosso salice alle sue spalle. Poi un sorriso radioso si fece strada sul suo volto sottile e corse via, inseguendo una farfalla bianca.
Cho rigirò il sottile pezzo di carta magica tra le dita.
Altri pensieri si accavallarono, collegati a quei ricordi che ora le apparivano così lontani e inaccessibili.
Sono stata anche questo? È esistito davvero un tempo in cui possedevo un briciolo di innocenza?
Scosse la testa, lentamente, tirandosi su, la bacchetta ancora in mano.
Era seduta e doveva sembrare una visione tremenda, in quello stato, i capelli solitamente lisci e in ordine arruffati, gli occhi gonfi di lacrime.
Un’altra fotografia. Vista talmente tante volte, rimpianta per anni e anni.
Stavolta era una sé stessa ragazza a restituirle lo sguardo.
Una persona con la divisa di Corvonero e un’amica, rivelatasi poi traditrice, proprio accanto, insieme ad altri membri del gruppo che frequentava per ribellione alla Umbridge e al suo regime.
Reclinò la testa di lato, Cho, mentre di nuovo altri ricordi affioravano.
Colin Canon era nervosissimo. Gironzolava da un pezzo per tutta la Stanza delle Necessità, portandosi di continuo la mano alla cartella di cuoio, come per controllare che qualcosa fosse ancora lì al suo posto. Cho e Marietta lo stavano guardando distrattamente, bisbigliando qualcosa, mentre nell’aria risuonavano prove di incantesimi difensivi e d’attacco.
La lezione era quasi terminata, quando la ragazza si rese conto che il piccolo Canon sembrava aver trovato sufficiente coraggio per mettere in atto ciò che sembrava macchinava da tempo.
-Una foto?- gli stava giusto chiedendo Harry con aria sorpresa, in risposta –Vorresti davvero scattare una foto a tutto l’ES?
-Esatto- disse Colin, entusiasta, con voce squillante, attirando l’attenzione generale.
-E va bene.- sospirò l’altro rassegnato.
I ragazzi, un po’ sconcertati, si affrettarono ad accontentarlo, giusto per liberarsi velocemente di quell’ulteriore peso, nella speranza di non ritardare troppo.
Cho era stata spintonata in lungo e in largo, fino a giungere al centro della stanza, al fianco di Harry. Stava per dirgli qualcosa, ma lui la anticipò.
-So... sorridi. Mi piace quando lo fai- sussurrò con semplicità, prima che il flash della macchina fotografica accecasse tutti i presenti.
Le venne da ridere a quel ricordo. Aveva creduto davvero in quell’amore così dolce e da ragazzi, prima che le fosse strappata anche quella parte di lei.
Un’altra foto, un altro momento.
Ed eccole, loro due, Marietta e Cho, grandi amiche a suo tempo.
Ricordava di essersi fidata di lei. Aveva preferito rinnegare l’unica consolazione dopo la morte di Cedric, il suo Harry, pur di non rassegnarsi alla verità, accettandola.
Marietta l’aveva tradita, per niente.
Per pura vigliaccheria.
Aveva ceduto a inutili ricatti.
Eppure, Cho non si era sentita in grado di condannarla per il suo gesto. Si somigliavano troppo, loro due, entrambe così fragili. Forse si sarebbe comportata allo stesso modo.
Però non tutto poteva essere dimenticato. Tutte le confidenze che le aveva affidato, era stato come mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro. Quel qualcuno aveva preferito le proprie esigenze a un’amicizia sincera.
Era stata dura, sì, affrontare la realtà.
Cho aveva capito che quei ricordi erano soltanto suoi e aveva imparato che certe cose è meglio tenerle segrete.
Un’altra giornata era trascorsa, tra il rimpianto. Anche la notte e quelle magnifiche stelle la stavano abbandonando.
Il sole sorgeva piano oltre l’orizzonte, tingendo il cielo di rosa e giallo, come accadeva da tempi immemori.
Cho si alzò e spalancò del tutto la finestra.
I raggi trasmettevano un lieve calore. Non era bello quanto il pizzicore della luce della luna sulla pelle, ma le piaceva.
Si affacciò, per guardare meglio l’aurora, scoprendosi triste per la mancanza di quella notte che l’aveva sempre custodita e protetta. Il passato era come quella farfalla. Lei ancora lo inseguiva.
Focalizzò meglio ciò che vedeva.
Ma l’alba non era il simbolo della fine. Stava per rinascita.
Che fosse arrivato il tempo di risorgere, proprio come il sole?
Gliene erano successe tante. Poteva essere chiunque, ma si era trasformata in nessuno.
Fare la cosa giusta non era mai stato facile. Ancora oggi aveva la sensazione che mancasse qualcosa per rendere la sua vita completa.
Eppure, guardandosi allo specchio in un’alba come quella, sentiva che non avrebbe cambiato proprio niente.
Salve, sono tornata con questa oneshot su Cho Chang... personaggio che personalmente non mi piace molto, ma che considero comunque molto interessante da diversi punti di vista. E' ancora in revisione, dato che devo sistemare per bene ciò che mi è stato più che giustamente detto C:
La storia in questione è stata scritta per il contest Di carta e di inchiostro, indetto da May_Z sul forum di EFP.
Si è classificata, con mia grandissima sorpresa, settima su diciassette partecipanti, vincendo anche il Premio Meilleure Femme per il miglior personaggio femminile.
Ringarzio ancora una volta la giudicia per lo splendido lavoro che ha fatto, ecco la sua valutazione ♥
SETTIMO CLASSIFICATO
Emma Wright - Fuori c'è l'Aurora Boreale
Ditemi pure che ne pensate, ora vado a riguardarmela cento volte per correggere gli errori v.v
[Questa storia partecipa alla The One Hundred Prompt Challenge di BlackIceCrystal. 01. Alba]