Film > Re Leone
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Autore: Miranh    07/04/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! Il Re Leone è una storia che mi ha sempre affascinato e ho deciso di scrivere una Fanfiction sulla vita dei nonni di Simba: Ahadi ed Uru, genitori di Mufasa e Scar. E' la mia prima fanfiction, per cui non sono sicura che sia venuta bene... Spero che vi piaccia e, se c'è qualcosa che non va nella storia e che può essere migliorato, non esitate a farmelo sapere: cercherò di fare buon uso dei vostri consigli. Buona lettura!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10. “ Nuovo inizio ”

 

 

 

 

Dopo il pasto il branco si riunì dietro la Rupe a riposare. Le madri ripulivano i propri cuccioli, mentre le giovani leonesse ridevano e parlavano fra loro.

Uru, che partecipava alla pulizia del corpo con gli altri amici, cominciò a sentirsi preoccupata per suo padre: infatti non si era più fatto vedere per tutta la mattina ed oltre:

<< Mamma, dov'è papà? E' parecchio che è via... >>

<< Oggi ha dovuto allontanarsi di più >>

<< Perché? >>

<< Perché siamo alle porte della stagione secca: molte mandrie si spostano ed altre litigano fra loro per il cibo e l'acqua; non è semplice persuaderle a smettere >>

<< Però stiamo parlando di papà: lui ce la farà sicuramente, ed un giorno anch'io riuscirò ad essere come lui: viaggerò per aiutare gli altri >>

<< Brava la mia piccola >> .

Dopo il bagno le madri degli altri cuccioli si riunirono per andar via dalla Rupe con i figli.

Uru andò da loro:

<< Ehi, Athena, dove state andando? >>

<< Oggi i nostri padri sono tornati alle Terre del Branco >>

<< Ah, capisco. Quindi andate da loro >>

<< Già >>

<< Peccato che non posso muovermi, con questa zampa...Sarei venuta volentieri a salutarli anch'io >>

<< Non preoccuparti: ci saranno altre occasioni >> la rassicurò l'amica;

<< Porteremo loro i tuoi saluti >> disse la madre di Athena;

<< Oh, grazie, Sita. Ci vediamo tra qualche settimana >>

<< Ciao, Uru >> la salutarono gli altri;

<< Ciao a tutti >> li ricambiò e tornò ad accucciarsi accanto a sua madre.

Era felice per i suoi amici, ma allo stesso tempo si sentiva triste: come avrebbe voluto andare con loro! Ma sopratutto avrebbe voluto suo padre accanto a sé.

<< Oh, suvvia, Uru... >> la consolò la madre << Vedrai, potrai tornare presto a giocare fuori. E poi non dimenticarti di Ahadi >>

<< Hai ragione! Potrò tenergli compagnia per tutto il giorno! >> si rallegrò;

<< Ecco, brava. Vai un po' da lui >>

<< Vuoi venire anche tu? Ti prego >>

<< Scusami, cara... Ma sono molto stanca a causa della caccia. Verrò più tardi >>

<< Grazie, mamma >> la abbracciò e si allontanò;

<< Fai attenzione alla zampa, però >>

<< Certo! >> corse via, piano.

Il giovane era uscito dalla grotta e si era sdraiato su un ripiano roccioso, a guardare il paesaggio, che lo circondava. Pensava e ripensava continuamente al discorso intrattenuto con la giovane Rina e lo eccitava il fatto che, un giorno, sarebbe andato con lei ad esplorare quei luoghi.

Era così preso da quel pensiero che non si accorse dell'arrivo di Uru. La piccola si accorse del leggero sorriso sul volto del leone:

<< Ahadi? >> lo chiamò, ma lui non si voltò;

<< Ehi? >> riprovò, ma senza risultato; allora si stufò e gli balzò addosso:

<< AAH!...EHI! >> si spaventò lui; poi si accorse della piccola Uru, sulla sua schiena;

<< Salve...Hai avuto paura? >> rise lei;

<< Razza di...Certo che no! >>

<< Sì, sì...certo. Hai l'aria molto serena, sai? >>

<< Trovi? >>

<< Sì. E' per Rina vero?? Che carino che sei! Ho indovinato? >>

<< Uff....Che sei venuta a fare? >> chiese sdraiandosi da un lato; Uru scese dal suo ventre e cominciò a giocare con la coda del leone;

<< A stare con te >> rispose;

<< E i tuoi amici? Non vai a giocare con loro? >>

<< Loro non ci sono >>

<< Ah... E perché? >>

<< Sono andati dai loro padri. Ogni volta che vengono qui, noi andiamo da loro per un giorno. Oggi però non ho potuto andarci... >>

<< Mi spiace >>

<< Non è grave...Potrò andare una volta guarita >>

<< E tuo padre, invece? Dov'è? >>

<< E' andato lontano. Mamma dice che ci metterà un po' di tempo a tornare, a causa delle discordie fra le mandrie: stiamo vicini alla stagione secca. Perciò... >>

<< Capisco >>

<< Comunque sia, ho deciso che da grande lo aiuterò nelle sue missioni. Andrò anch'io ad aiutare il regno >>

<< Però...Sei molto intraprendente tu, sai? >>

<< Eh eh...Grazie. Però sono contenta che i miei amici possano stare con i loro padri, dopo tempo... Sai, sono dei bravi leoni... e anche molto maestosi: come il mio papà >> sorrise << Certo, però... Il padre di Khendo, Zhymu, è fin troppo maestoso... E' un tipo molto particolare: mi incute sempre un po' di timore. Lui e Khendo hanno gli stessi occhi grigi e parlano sempre da soli, ed ogni tanto lo vedo che si volta a guardare me e mia madre in modo strano... Però ci ho fatto l'abitudine >>

<< Vi guarda in modo strano? >> chiese Ahadi, cercando di capire;

<< Già. Non so il perché... Comunque non c'è nulla di cui preoccuparsi >>

<< Mh... >>

<< Tu, invece? >>

<< Cosa? >>

<< Che tipo è tuo padre? E tua madre? >>

Ahadi indugiò per qualche istante, poi rispose: << Non o mai avuto occasione di conoscere bene mio padre...Se ne andò che non avevo ancora un mese >>

<< Oh...Mi dispiace... >> si rattristò Uru;

<< A mia madre invece volevo molto bene... Era buona e intraprendente, come te... >>

<< Eh...? >> arrossì lei;

<< Ed era davvero bellissima....La creatura più importante, per me... >>

<< E poi? >>

<< E poi...Morì, molto tempo fa. Prima ancora della tua nascita.... >>

<< Oh, no... >>

<< E...Ed è da allora... Sono rimasto solo...sempre solo....Per tutta la mia vita, non ho fatto altro che...che... >>

<< Ahadi?? >> si preoccupò la leoncina; il giovane si voltò bruscamente con il muso nascosto tra le zampe:

<< Ahadi... >> gli si avvicinò: stava singhiozzando: << Non...Non guardarmi... >> le disse.

Uru si fermò, non sapendo cosa fare né cosa dire per consolarlo: capiva che stava soffrendo, terribilmente soffrendo... La morte della madre probabilmente gli aveva lasciato un trauma inspiegabile. Però la piccola non voleva restare così con le mani in mano: doveva assolutamente fare qualcosa per confortarlo...

Il suo corpo si mosse prima ancora del suo pensiero: si avvicinò ancora di più a lui e gli accarezzò dolcemente la criniera: << Scommetto che hai preso da tua madre quegli occhi meravigliosi e lucenti... >> gli disse in tono confortante, con una dolcezza straordinaria, che solo in pochi sarebbero in grado di manifestare; il giovane si voltò subito a guardarla, inspiegabilmente colpito, preso e confortato dalle sue parole:

<< Non sei solo... Io ti sono vicina, Ahadi... E sempre lo sarò, ogni volta che ne avrai bisogno...E anche tua madre lo è e lo sarà sempre >>; gli occhi del giovane brillarono di un'incredibile luce che si rispecchiava in quelli di Uru.

La piccola gli sorrise affettuosamente: << Probabilmente hai bisogno di restare un po' da solo... Tornerò più tardi >> si allontanò da lui e fece per andarsene, quando il giovane le mise improvvisamente davanti una zampa, impedendole di andare oltre e la strinse a sé, con affetto.

Uru rimase meravigliata e si strinse anch'essa a lui.

<< Grazie >> le disse il leone.

 

Trascorsero molti minuti senza mai separarsi, finché la piccola decise di andare a divertirsi insieme con lui: << Che ci facciamo ancora qua?? Andiamo un po' in giro, dai! C'è un tempo bellissimo! >> esclamò, felice;

<< Come la signorina desidera >> rispose Ahadi, sorridendo.

Fu una bella giornata per entrambi: trascorsero tutto il tempo a giocare insieme, a ridere e a rincorrersi (piano, naturalmente).

Finalmente la tranquillità cominciò a farsi strada nel cuore di Ahadi, il quale non aveva più provato quella felicità da più di un anno.

La compagnia di Uru, per lui, divenne un piccolo tesoro, da custodire gelosamente. Sarà, forse, la sua innocenza? Il suo tenero sorriso? Il suo animo puro? Di una cosa però era del tutto certo: questa amicizia avrebbe segnato un nuovo inizio per lui e mai avrebbe rinunciato ad essa.

Giunse poi il tramonto. Tutte le Terre del Branco si tinsero d'arancio rosato, creando un'immensa e serena atmosfera rilassante e pacifica.

Ahadi ed Uru risalirono sulla Rupe, per ammirare lo spettacolo creato dal crepuscolo. Lei lo invitò ad andare all'apice della grande pietra, dove un re può manifestare sempre la propria autorità, la quale rappresenta la maestosità del regno: inoltre la vista da lassù era speciale.

Ahadi accettò ed andarono insieme fino all'orlo della roccia:

<< Pazzesco... >> commentò lui;

<< Ti piace? >> gli chiese Uru;

<< Molto....E' una bella sensazione stare quassù... Provo come qualcosa di misterioso e coinvolgente allo stesso tempo >>

<< Già. Anch'io provo lo stesso. Chissà se anche papà si sente cosi quando si affaccia da qui... >> e si sporse di più, facendo accarezzare il piccolo volto dalla dolce e calda brezza, che si era alzata. Anche Ahadi si sollevò di più, facendo sfiorare la propria criniera col vento. Solo qualcuno con grande prontezza ed audacia avrebbe potuto mantenere magnifico quel posto con perseveranza. Il giovane si rese conto di aver sbagliato a pregiudicare negativamente Mohatu: infatti non è semplice andare avanti con un enorme carico di responsabilità da portarsi dietro:

<< Tuo padre è di certo un gran re... >>

<< Davvero lo pensi?? >> domandò Uru, contenta;

<< Certo. Non tutti sono in grado di far prosperare un mondo così grande e bello >>

<< Sì, è vero... Spero tanto che un giorno anch'io riuscirò a mantenere tale impegno. Anche se non sono sicura di farcela... >>

<< E perché? >>

<< Bé... Mio padre e mia madre sono dei grandi leoni, forti e coraggiosi... Mentre io... >>

<< Tu cosa? > >

<< Non faccio altro che cacciarmi nei guai ultimamente... E, se non fosse stato per voi, a quest'ora sarei di certo morta. Se continuerò ad essere così debole, se non saprò come affrontare le situazioni critiche e se non troverò nessuno con cui condividere la mia vita ed il mio trono... Come potrò portare avanti il regno..?? >> abbassò il capo e le orecchie, sconfortata.

Ahadi s'intenerì e le accarezzò dolcemente la testolina con il muso:

<< Su... Non martoriarti con questi pensieri... Lo scoraggiamento è il peggior nemico per un sovrano. Ti preoccupi troppo per ciò che avverrà: sei ancora giovane e ne hai di tempo per imparare a governare. So che sarai una grande regina, lo sento >>

<< Dici sul serio? >>

<< Certamente. E devi assolutamente toglierti dalla testa l'idea di essere debole: perché non lo sei affatto! Se non fosse stato per te, i tuoi amici non ce l'avrebbero mai fatta contro quelle iene. E fai sparire quell'espressione triste dal tuo bel faccino: sei molto più carina quando sorridi >>

La tristezza di Uru svanì in un istante e sul suo volto si accese un bellissimo sorriso, che lasciò Ahadi, per un momento, senza parole.

La piccola abbracciò l'amico affettuosamente, in segno di ringraziamento, per il conforto dato e rimasero sulla grande roccia, ad ammirare gli ultimi raggi del tramonto.

Nella cavità più interna, vi era la regina Aura, la quale si era fermata più indietro ad osservare con tenerezza la figlia ed il giovane forestiero. Decise di non interrompere quello che stava avvenendo e rimase ferma.

Al di là della Rupe, sopra la cima di un grande albero, vi era il saggio mandrillo Rafiki, che, seduto su un ramo ed appoggiato al proprio bastone, sorrideva alla vista di Ahadi ed Uru, così vicini l'uno all'altra, sopra la punta della Rupe.

Anche il re Mohatu, che si era fermato sotto l'albero, sul quale vi si trovava Rafiki, guardava i due giovani da lontano, contento di vederli insieme.

Tutti quanti rimasero ad ammirare quel bellissimo tramonto, il quale rimase per sempre impresso nel loro cuore, in quanto avrebbe segnato la fine di un tragico periodo e l'inizio di uno nuovo e migliore.

  
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