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Autore: Echan    07/04/2012    4 recensioni
One-shot che racconta del periodo della gravidanza di Kushina.
Delle insicurezze, e delle incertezze della donna gravida, placate dall'uomo che ama, Minato.
E' la mai seconda One-shot spero che piaccia e che in molti mi aiuteranno a migliorare dicendomi ciò che ne pensano.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kushina Uzumaki, Yondaime | Coppie: Minato/Kushina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Splenderai per me, Minato?

La donna dai lunghi capelli del colore del sole al tramonto, era sdraiata su un fianco. Le morbide e calde coperte bianche le avvolgevano le gambe, il resto del corpo era scoperto. Indossava una semplice vestaglia con le maniche corte, color del cielo, che gli arrivava poco sopra il ginocchio.
Delle mani calde gli circondavano la vita. Una bionda chioma ed un chiaro volto erano poggiati sul suo collo, e ne respiravano il profumo. Lei fissava davanti a se, le mani erano giunte sotto la nuca, in un modo quasi infantile.
- Minato … -
L’uomo alzò il viso, poggiando il mento sulla spalla di lei.
- … non credo di farcela, Minato -
Lui la strinse più forte a sé, spinse il suo viso, nuovamente sul suo collo.
- Sarai una madre fantastica, Kushina. -
Sussurrò. Lei alzò leggermente la testa ed estrasse le mani da sotto di essa. E le avvicinò a quelle di lui che le prese e le strinse dolcemente sul suo ventre.
Gli occhi lucidi e umidi della donna, che teneva spalancati e che fino a quel momento avevano incessantemente fissato un punto indefinito della luminosa stanza, si chiusero. Lentamente.
Questo provocò la fuoriuscita di due piccole e calde lacrime, colme di ansia e incertezza. Che scesero lungo le guance, una si fermò, l’altra continuòa scendere e cadde sui capelli di quel caldo color fuoco.
- E poi giuro che io ti aiuterò. –
Non se ne era ancora resa conto, erano passate otto settimane oramai, ma non si era ancora resa conto che stava per avere un figlio. Era stata spensierata per tutto quel tempo, finché, quel pomeriggio, non notò che la sua pancia era cresciuta. E tutte le insicurezze represse, o inesistenti le si erano scaraventate addosso, come uno tsunami.
Si chiedeva da ore ormai se ne sarebbe stata in grado, o se si sarebbe lasciata andare, distruggendo tutto.
- E se fosse uno sbaglio?-
Lui alzò lo sguardo e scosse la testa. La donna si girò verso di lui; che notò la lacrima rimastagli sulla pallida guancia. L’asciugò con le sue grandi e forti mani e le lasciò sul suo viso, facendo così da cornice ai suoi occhi blu, profondi e incerti. Sorrise.
- Un bambino non può essere uno sbaglio, Kushina. -
L’abbracciò.
Aveva ragione, avevano una tremenda ragione le parole che le erano appena state rivolte.
Lo guardò negli occhi, quasi impaurita, sconcertata, scioccata. Lui la guardava intensamente, c’era l’ombra di un sorriso nel suo volto, e lei notandolo abbassò lo sguardo.
L’uomo la strinse a sé, facendole appoggiare la testa sul suo petto.
Il suo torso nudo emanava così tanto calore da rendere quasi estiva, l’aria primaverile che lei aveva attorno a sé. Indossava una tuta grigia che faceva da contrasto con il bianco delle coperte.
- E se non sarò così brava, e se lo farò soffrire? -
Gli occhi della donna erano asciutti, ma il suo cuore piangeva, piangeva disperato, scoraggiato. E i singhiozzi che emetteva la donna erano più disperati delle lacrime che piangeva il suo cuore, veloci, quasi impedivano a lei di respirare.
- Se lo farai io ti abbraccerò e ti dirò che sei una stupida. -
Sorrise lei. Tra i singhiozzi sorrise e si distaccò dal petto caldo di lui.
- Non ho mai avuto così tanta paura, Minato. -
Sussurrò.
L’uomo sembrò capirla perfettamente, la conosceva ormai troppo bene per non poterla capire; conosceva a memoria ogni suo gesto come conosceva a memoria la sua vita: aveva avuto una vita difficile ed era sempre uscita col sorriso da ogni difficoltà. Kushina era una donna forte, con un animo forte ed una personalità forte. Era normale che in un momento cosìdelicato si buttasse giù, e credesse di non farcela.
Le prese il volto fra le mani, la stretta di esse, fece cadere altre due lacrime dagli occhi di lei, che scesero lungo le mani di Minato, per poi arrivare fino all’attaccatura delle dita di lui.
- Ce la farai Kushina, ne sono certo -
La donna sorrise, gli occhi umidi si strinsero in due fessure felici e gioiose.
Anche lui sorrise, poi si avvicinòdi più alla donna, che aveva smesso di piangere, la guardava dritto negli occhi. Serio. Si morse un labbro, poi disse piano:
- Io sarò con te. -
Lei lentamente porto le braccia dietro il suo collo. Una delle due la mise delicatamente tra i capelli di lui, assunse un’aria seria. L’insicurezza e l’incertezza si facevano sentire, ma lei aveva capito che lui sarebbe stato al suo fianco. Per sempre, aveva capito che sarebbero stati insieme fino alla fine; e chissà magari sarebbero anche morti insieme, mano nella mano.
Era ancora giovane, ma sapeva che con Minato al suo fianco avrebbe potuto scavalcare ogni difficoltà, ogni paura, ogni singola esitazione.
- Tu sarai il mio punto di riferimento ? -
Lui la guardò sorridendo, sapeva che lei sarebbe stata forte, come lo era sempre stata. Ma se gli fosse servito aiuto lui glielo avrebbe dato, gli avrebbe offerto ogni singolo angolo del suo corpo, su cui piangere, su cui sfogarsi.
- Lo sarò. -
Disse, con un sorriso gaio stampato in viso. Lei no, lei non sorrise. Dentro di lei era ancora terrorizzata più che mai. L’idea di non portare avanti il compito, l’idea che non sarebbe stata una buona madre, la faceva tremare, la terrorizzava.
- Sarai il mio sole? -
- Lo sarò, Kushina. -
Lei strinse la mano che aveva tra i capelli di lui in un pugno. Lui tolse le mani dal suo viso e le fece scendere fino alla vita, ancora sottile, di lei.
- Splenderai per me, Minato? -
Sorrise, quel sorriso illumino il suo volto, l’umidità delle lacrime che prima aveva versato era come evaporata al calore del sorriso che gli dedicò lui.
- Lo farò-

 
 


Note d’autrice:
Eccomi qui con la mia seconda One-shot.
Sono molto felice del risultato, stavo per piangere mentre la rileggevo.
Forse un po’ troppo sdolcinata, ma che ci posso fare mi vengono tutte così, sono una romanticona.
Allora qui abbiamo una Kushina in un momento di debolezza nel periodo della sua gravidanza.
Beh un momento molto delicato, dove tutte le sue incertezze emergono talmente velocemente da spaventarla.
Comunque spero sia piaciuta, e ringrazio chiunque la leggerà.
Grazie, Emozione.
  
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